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Autore: Beautiful Disaster    14/07/2011    4 recensioni
Sarebbe stata una serata come tante altre se non avessimo finito così tardi, tra un bis, una birra di troppo, quattro chiacchiere, magari una canna e poi ognuno per la sua strada, ognuno a casa propria, dalla persona che si ama che ti aspetta sotto le coperte e ti accoglie con un sorriso tra le sue braccia o dal proprio cane che ti accoglie scodinzolando… o da un’altra birra nel frigo di casa mentre le tue amiche dormono già e tu ti siedi davanti alla tv… ecco, questo è decisamente il mio caso.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ok, mi sento abbastanza in vena di scrivere ultimamente. Probabilmente perché sono disoccupata e non ho di meglio da fare (a parte un trasloco, ma vabbè). Come al solito decido di dedicare questa fanfic a delle ragazze speciali, le mie compagne di vita e di avventura Alessandra, Alice, Valentina e alle due new entry Alessia e Rosita che sicuramente apprezzeranno molto lo stampo ‘letiano’ della storia. Non so se questa storia sarà all’altezza delle vostre aspettative, spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto tutto, anche le recensioni negative, che sono le più importanti.
Un bacio e buona lettura tutti!

xoxo
Consu

 
 

 
 

 
 

Caro Diario,
anche stasera lui era lì. I suoi occhi mi fanno stare dannatamente male.

 
Sarebbe stata una serata come tante altre se non avessimo finito così tardi, tra un bis, una birra di troppo, quattro chiacchiere, magari una canna e poi ognuno per la sua strada, ognuno a casa propria, dalla persona che si ama che ti aspetta sotto le coperte e ti accoglie con un sorriso tra le sue braccia o dal proprio cane che ti accoglie scodinzolando… o da un’altra birra nel frigo di casa mentre le tue amiche dormono già e tu ti siedi davanti alla tv… ecco, questo è decisamente il mio caso. Amiche, colleghe… chiamatele come vi pare. E a volte i piedi ti fanno talmente male che devi mettergli sotto due cuscini per riattivare la circolazione. Una doccia fredda è quello che ci vuole, ma a volte non riesce a lavare via quello che vorrei, non riesce a togliermi di dosso la sensazione di sporco che ogni dannata sera provo al mio ritorno a casa. Mi sfilo il corpetto facendo attenzione a non piegarlo, poi le calze a rete, fottutissime maglie sottili che si sfilano ad ogni esibizione.
 
L’acqua fredda colpisce la mia schiena accaldata e mi provoca un brivido di piacere, intenso ma non più intenso dei suoi  occhi. Era di nuovo lì stasera, perso come al solito tra i suoi pensieri mentre si rigirava tra le mani il suo cocktail, probabilmente analcolico o, data la tristezza dei suoi occhi, tutt’altro. E mi fa rabbia non riuscire a catturare il suo sguardo per più di un millisecondo, mi fa rabbia incredibilmente. Perché viene se non ha intenzione di vedermi sculettare sul palco? Va bene, non è solo, forse accompagna suo fratello ma sarebbe stato una volta o al massimo due eppure lui è sempre lì, scostante, come se vivesse in un mondo parallelo, ogni tanto sorride a qualcuno, poi torna a fissare il suo bicchiere. Mi guarda di sottecchi, poi fa l’indifferente. E sorride sotto i baffi, velatamente. Mi prende in giro ed evita accuratamente di regalarmi più attenzioni del dovuto. Solo una volta mi ha guardata, questa sera, trapassandomi con uno sguardo fulmineo… e lo so a cosa stava pensando: se non fossi così superiore a te una botta te la darei, ecco cosa stava pensando. Poi nel giro di due o tre secondi tornava a fissare il suo cazzo di bicchiere mezzo vuoto, o mezzo pieno, non so come volesse vederlo. E non so nemmeno perché sto qui a pensare a lui visto che suo fratello, uno di quelli che prima vedi arrivare i bicipiti, non fa altro che fissarmi, sexy e ammiccante. Shannon caro, che spendi più soldi ad offrirmi drink che per qualsiasi altro motivo… qualche giorno dovrò spiegarti che io bevo gratis sul posto di lavoro. Non che possa farlo, ma mi diverte trasgredire ogni regola, o quasi. Lo so che mi aspetti, è un’infinità di tempo che mi aspetti, ma non è perché infrangerei una regola che non ti dedico particolari attenzioni. Oh no, non è quello il motivo… e non credo di potertelo mai rivelare sai, perché non lo so nemmeno io. Forse se venissi da solo qualche volta…
 

XXX

 
“No Mike! Non sono una spogliarellista, sono una ballerina!” riattacco. Anzi, spengo direttamente il cellulare. Ecco come rovinare una giornata che non è ancora iniziata. Cazzo! Perché bisogna avere soldi per vivere? Non si potrebbe coltivare la terra o pascolare le pecore o boh? Meglio non pensarci. Sono quasi le due e Chloe non è ancora tornata. Tra mezz’ora ho la visita ortopedica e devo andarci se voglio guadagnarmi la giornata visto che quello stronzo non sa nemmeno cosa voglia dire ‘infortunio sul lavoro’… e nemmeno posso lamentarmi se non voglio essere sostituita. Se non amassi così tanto ballare l’avrei già salutato da un bel pezzo! E poi quando si mettono certe cose di mezzo, quelle vocine a cui inevitabilmente devi dare ascolto, quel pensiero fisso che ti trascinerebbe ovunque anche zoppa o con 40 di febbre o moribonda. Quei due cerchi blu che vorresti dimenticare ma che ti travolgono improvvisi la notte prima di addormentarti e al mattino prima di aprire gli occhi e capire che è arrivato un nuovo giorno nel quale farsi dolcemente del male.
 
“Sono a visita, ti ho lasciato dei tramezzini nel forno. A dopo.
Dakota”
 
Fuori è un inferno! Ci saranno almeno 35 gradi e la macchina sembra trasformatasi in un forno a microonde. Scendo e decido di andare a piedi, magari mi servirà per schiarirmi le idee. Poco male, tanto non uso mai i tacchi se non al lavoro e la caviglia effettivamente non fa poi così male adesso… o forse cerco solo di auto-convincermi che sia così.
 
Chissà se verrà anche stasera… probabilmente sono in vacanza, se non ho capito male. Non riesco mai a capire Shannon quando mi parla, non capisco se farfuglia così di natura oppure è impacciato solo in determinati momenti, tipo quando si fa un bicchierino di troppo. No, ma mi pare di aver capito bene, a parte qualche festival qui nei dintorni credo che siano fermi per il momento. Chi lo sa, magari su internet trovo qualcosa. Anche se non è detto che se viene Shannon se lo porta dietro… anche se nel 90% dei casi è stato sempre così e qualche volta si sono portati dietro quel fotografo tutto basette, Terry, mi pare che si chiami proprio così… non so nemmeno perché mi è venuto in mente questo particolare. Anzi, lo so bene il perché… l’unica volta che l’ho visto ridere, ma proprio ridere gioioso, era in sua compagnia, mentre Shannon immaginava tutti i modi più fantasiosi di palparmi il sedere lui rideva e scherzava con il tizio in questione. E mi rendo conto di essere un tantino messa male. Avrei un miliardo di cose per le quali preoccuparmi aka l’affitto in arretrato, l’assicurazione che non ho per farmi curare la caviglia, Chloe che è stata licenziata… ed io sto a pensare ad uno stupido cantante rock. Che nemmeno conosco tra l’altro. Anzi, credo che suo fratello abbia accuratamente evitato di presentarmelo… non so cosa me lo faccia pensare, avete presente quelle cose che si sanno e basta? Ecco questo è proprio quello che intendo.
 

XXX

 
“Com’è andato il colloquio?” ma so già cosa mi risponderà, il suo viso non promette nulla di buono. “Male. Non mi prenderanno mai” si getta sul divano, sconsolata. Chloe, amica mia. Sei sempre stata come una sorellina minore per me e vederti così mi fa stare davvero male. “Ma che dici, i tuoi bozzetti sono stupendi!” eh si, li sfoglio tra le mani e sono stupendi davvero, il suo talento è innato. La raggiungo, mi getto sul divano accanto a lei, le sorrido magari riesco a tirarla su. “A te invece com’è andata la visita?” la guardo e mi toglie il sorriso con questa stupida domanda. È andata male, come vuoi che sia andata! E dovrò impegnare i miei prossimi 100 dollari a pagare l’ortopedico. “Beh, il medico mi ha detto che non è niente di grave ma che dovrei stare un po’ a riposo” mi guarda sospettosa e ha capito che a riposo non ci starò nemmeno per una sera. “Allora stasera rimani a casa…” mi guarda e si aspetta un si. “No!” mi esce, spontaneo, come se mi avesse chiesto di uccidere qualcuno. No, io… no no, non se ne parla. Io devo andare al locale stasera. “No vabbè, me la sento di ballare… non preoccuparti per me “ le do un bacio sulla guancia e vado a preparare un po’ di caffè in cucina, lei mi segue. “Dak, lo sai che se peggiori poi devi operarti!” faccio finta di non sentirla, ma lei continua ad urlarmi dietro e santo cielo se ha ragione, ma non posso… “è per quel ragazzo vero?” mi volto, di scatto, gli occhi mi escono quasi dalle orbite e non potevo mai immaginare che lei avesse capito qualcosa. “Dai, sono venuta solo un paio di volte a vederti ballare ed ogni volta i tuoi occhi erano incollati su di lui!” Ci ha visto bene la mia Chloe… che ormai è un chiodo fisso è chiaro anche a me, malgrado vorrei non fosse così. Cazzo, sono pronta a rischiare la carriera e non so nemmeno darmi una spiegazione. Lascio la mia amica in cucina, col caffè quasi pronto e vado a distendermi in camera mia, ne ho bisogno. Tre ore e poi vedrò. Lo vedrò.
   
 
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