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Autore: Unsub    15/07/2011    2 recensioni
Due persone completamente agli antipodi, come vivono le medesime emozioni? Cosa ci porta ad innamorarci di una persona? A volte la normalità della vita quotidiana porta un po' di luce in fondo al tunnel.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Morgan, Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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10 Capitolo 10.

Quantico, Virginia
Dopo che Fanny e Derek li avevano lasciati era sceso di nuovo il silenzio. I due ragazzi si guardavano pieni di imbarazzo, non sapendo come portare avanti la conversazione, come se il fatto di rimanere soli togliesse loro ogni argomento. Hope cominciò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli, mentre Spencer continuava a mordersi le labbra e scostarsi i capelli dal viso con gesti impacciati.
Alla fine la ragazza sospirò, chiedendosi dove mai li avrebbe portati tutto questo. Non riuscivano neanche a parlare normalmente dopo quello che era successo il mercoledì sera. Si rendeva conto che il proprio imbarazzo era dovuto a quel “grazie” che le era uscito chissà come dalla bocca in uno dei momenti più romantici di tutta la sua piatta vita. Quello che non riusciva a spiegarsi era l’imbarazzo del ragazzo seduto di fronte a lei. A meno che tutto quel silenzio non fosse dovuto al fatto che dopo la sua uscita infelice lui avesse perso qualsiasi interesse e non trovasse un modo carino di porre fine a tutta quell’assurda storia.
-    Per l’altra sera… - provò a cominciare lei, non trovando le parole per proseguire quel discorso.
-    Mi dispiace, non avrei dovuto… - Spencer la guardava titubante – Forse ti ho presa alla sprovvista e tu non…
Hope scosse la testa in segno di diniego, tornando a guardarsi le mani, che ora sgualcivano furiosamente l’ampia gonna del vestito.
-    Io… a volte ho queste uscite infelici – disse lei con un sospiro – Mi dispiace se ti ho messo in imbarazzo. Se tu non volessi più… io capirei.
-    Io non volessi più cosa?
-    Se tu non volessi più vedermi – ingoiò cercando di mandare giù quel groppo che sentiva in gola.
-    Tu non vuoi più vedermi? – Spencer si sporse in avanti, spaventato dalla prospettiva che lei cercasse un modo per scaricarlo.
-    Io, veramente… mi farebbe piacere continuare a… ad uscire – riuscì quasi a non balbettare sull’ultima parola.
-    Forse dovremmo prendere la cosa con più calma – palesò lui afferrando il bicchiere e finendo in una sorsata il caffè ormai freddo.
La ragazza rimase in silenzio mordendosi le labbra. Non riusciva a capire se lui stava dicendo che non voleva più vederla, se stesse provando a tirarsi indietro oppure le stesse dicendo che quello che era successo la sera della loro uscita era da dimenticare. Forse voleva continuare a frequentarla solo come amica, oppure neanche quello. Si chiese se il ragazzo non stesse cercando di rimanere in buoni rapporti con lei solo per il fatto che lavorava nella biblioteca dell’università.
-    Potremmo andare ancora al cinema – interloquì lui schiarendosi la voce.
-    Sì – disse lei non aggiungendo altro, timorosa di sbilanciarsi troppo e fargli capire quanto in realtà fosse presa da lui.
-    Magari venerdì potremmo andare al cinema e poi a mangiare un boccone – aggrottò le sopracciglia sperando che lei accettasse.
-    Sarebbe perfetto – in cuor suo tirò un sospiro di sollievo, lui era veramente intenzionato a rivederla.
-    Potrei chiamarti, però… - si inumidì le labbra cercando il coraggio di chiederglielo – Non ho il tuo numero.
La ragazza sorrise e si mise a cercare nella borsa una penna con un pezzo di carta.

Erano arrivati davanti alla loro casa e Fanny tirò fuori le chiavi dell’auto. Non avevano parlato per tutto il tragitto e sbuffò indispettita, quella situazione era assurda. In fin dei conti non era successo niente fra di loro, se non quel momento di evidente tensione sessuale. Si trovò a chiedersi se il problema fosse proprio quel nulla di fatto che era seguito a quello sguardo carico di significato.
Si voltò verso Derek e lo scrutò a lungo. Era stato lui a tirarsi indietro, facendo capire che non era il caso. Allora perché ora c’era tutto quell’imbarazzo fra di loro? Forse lui si era sentito offeso dal fatto che lei non gli si era buttata fra le braccia? Erano vicini con un ottimo rapporto, perché rovinare tutto per qualcosa che nessuno dei due sembrava pronto a gestire?
-    Senti biscottino – respirò a fondo cercando le parole giuste – L’altra sera c’è stato un momento… insomma siamo persone adulte, mi sembra ridicolo continuare ad evitarci per qualcosa che non è successo. Direi di lasciare le cose come stanno e rimanere amici. Per te andrebbe bene?
-    Mi hai tolte le parole di bocca, rossa – gli rispose il ragazzo moro con un sorriso – Qua la mano, socia.
La stretta di mani fu forte e decisa e i due si osservarono ancora un momento. La serietà dei loro volti durò ancora qualche istante e poi scoppiarono entrambi a ridere.
-    Io ora devo proprio andare – disse Fanny aprendo la portiera.
-    Il dovere ti chiama – le rispose Derek dandole un buffetto sulla guancia – Cerca di non cacciarti nei guai e mi raccomando, non uccidere nessuno dei tuoi pazienti.
-    Su quello non c’è pericolo… sono già morti – scoppiò a ridere la rossa entrando in macchina.

Spencer aveva insistito per accompagnarla fino alla macchina, che aveva lasciato parcheggiata davanti casa di Fanny e Morgan. Camminavano fianco a fianco, chiacchierando dell’ultimo romanzo di Bradbury* e che Hope aveva trovato “interessante”. Avevano scoperto di avere in comune la passione per la fantascienza e sembrava un argomento di conversazione non impegnativo e che metteva entrambi a proprio agio.
-    Secondo me, Addio all’estate non può competere con Fahrenheit 451 – ribadì Spencer con un’alzata di spalle.
-    Certo il film è bellissimo. Tu l’hai visto?
-    No, sinceramente non guardo molti film – ammise il ragazzo scostando una ciocca di capelli dal viso – Preferisco leggere o ascoltare musica.
-    Contemporanea?
-    Classica. Rimango fedele a Beethoven.
-    Non so perché, ma me lo immaginava – disse la ragazza sorridendo – Comunque il film Fahrenheit 451 devi assolutamente vederlo. Se vuoi posso prestarti il dvd.
-    Ehm… io veramente… Non ho il lettore dvd – si trovò costretto a confessare.
-    Cosa? – Hope lo guardò sbattendo le palpebre – Devi assolutamente porre rimedio. Comunque per stavolta… potresti venire a casa mia.
La ragazza arrossì e si fermò di colpo. Non riusciva a credere di aver invitato un ragazzo che conosceva appena a casa sua, nel suo appartamento… per vedere un film. Aveva paura che lui potesse fraintendere l’invito che lei, così ingenuamente, gli aveva rivolto.
Spencer dal canto suo, quando aveva sentito la proposta della ragazza aveva rischiato di strozzarsi con la saliva. Per mera fortuna era riuscito a mantenersi composto, senza scoppiare a tossire a quella novità. Guardò la ragazza di sottecchi, che lei lo avesse invitato aspettandosi qualcosa da lui? Vedendo il rossore sulle guance di Hope, si diede dello stupido. Lei sicuramente aveva fatto quell’invito innocentemente e non per provare a “sedurlo”. A quel pensiero gli venne da ridere: una ragazza che provava a sedurre lui… quelle erano cose che succedevano a Morgan, non al timido ed impacciato dottor Reid.
-    Perché no? – le rispose in fine – Io posso portare la pizza e i pop-corn.
-    Sarebbe perfetto – ammise lei riprendendo a camminare – Io… non vorrei che tu avessi frainteso.
-    Non preoccuparti – un sorriso amaro gli piegò le labbra – Ho capito perfettamente. E’ solo l’invito a vedere un film tratto da un romanzo che mi piace molto.
Hope si sentì leggermente delusa dalla reazione di lui. Come se il fatto di rimanere da soli in casa non gli facesse venire in mente nient’altro che la visione di un film, corredata da abbuffata di pizza e pop-corn… possibile che fosse così poco attraente? Fanny faceva presto a parlare, lei era quella insignificante che tutti prendevano sottogamba. Però, si disse, lui l’aveva baciata alla prima uscita insieme… quindi doveva trovarla almeno carina.
Un altro pensiero, molto scomodo, seguì. Lui aveva anche detto che dovevano prendere la cosa con più calma. Si era già pentito di averla baciata? Dopo quello che ne era seguito, non poteva mica biasimarlo. Persa in quelle elucubrazioni, non si rese quasi conto di essere arrivata alla macchina. Girò lo sguardo in direzione della villetta. Sicuramente sua cugina era ancora impegnata nella chiamata che aveva ricevuto e lei avrebbe dovuto aspettare per chiederle consiglio su quello che stava succedendo.
-    Allora… aspetto che mi chiami tu – disse facendo scattare la serratura – Se ci dovessero essere problemi…
-    Ti chiamo – disse sicuro Spencer – E… Hope?
La ragazza si girò per sentire cosa lui dovesse dirle. Appena fatto quel movimento, trovo le labbra di lui poggiate sulle proprie e chiuse gli occhi aspettando quello che sarebbe seguito. Il ragazzo le circondò il viso con le mani e poi cercò di farsi largo fra le labbra di lei. A differenza dalla volta precedente, invece di restare passiva la ragazza incrociò le braccia dietro la schiena di lui e gli si strinse forte addosso.
Era più bello dell’altra volta, forse perché essendo il secondo bacio lei si sentiva meno tesa. O forse perché percepiva il desiderio di lui di non lasciarla andare via come mercoledì sera. Non sapeva cosa c’era di diverso, ma quel bacio le piacque di più e voleva che non finisse tanto in fretta. Ma come tutte le cose belle, doveva avere una fine. Così si ritrovò con la fronte di lui appoggiata contro la sua e si mise a fissare quelle labbra così morbide che sapevano essere così delicate.
-    Grazie.
Stavolta non era stata lei a dirlo e guardò il ragazzo negli occhi. Una luce divertita brillava in quelle iridi nocciola che la fissavano. Si sentì presa in giro ed era pronta a divincolarsi per poi andare via. Era stata troppo precipitosa nell’invitarlo nel suo appartamento… Prima che riuscisse a finire quel pensiero sentì di nuovo la bocca di lui cercarla e si abbandonò a quel nuovo contatto fra loro.
-    Non prendermi in giro – disse lei quasi senza fiato, cercando di mettere il broncio.
-    Non voglio prenderti in giro – rispose il ragazzo lasciandola finalmente andare – Stai attenta. Ti chiamo in settimana.
Mentre andava via, non riuscì ad evitare di guardare più volte nello specchietto per assicurarsi che lui fosse lì, fosse reale e non un sogno.

* Addio all’estate 2006

Continua…
   
 
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