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Autore: xenascully    16/07/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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30 minuti prima…

Il freddo era insopportabile. Anche se ora si muoveva costantemente, correndo per lo stretto spazio nel quale era rinchiuso al meglio delle sue possibilità, Gibbs non riusciva a scaldarsi. Faceva male respirare, in effetti.

Lentamente, era diventato sempre più difficile muoversi in quello spazio angusto. Era anche più difficile pensare, e sapeva che quello non era un buon segno.

Inciampando nei suoi movimenti, decise che era meglio non ferirsi nel processo. Era possibile che si fosse già ferito, e semplicemente non potesse percepirlo. Quindi, si diresse verso le porte; l’unico posto che sapeva non emanava freddo, e si sedette.

La fatica lo stava sopraffacendo velocemente, ma lui era determinato a rimanere sveglio, muovendosi il più possibile; dondolandosi avanti e indietro per mantenere la circolazione. Se si fosse addormentato, sarebbe potuta essere la fine per lui, e non aveva modo di sapere quando la sua squadra sarebbe stata in grado di trovarlo.

Ad un certo punto, appoggiò a terra il telefono per tirarsi su la maglia per coprirsi la bocca così da non respirare quell’aria fredda. Ma apparentemente non c’era più nessun calore nemmeno nel suo respiro. Perciò, si avvolse il torso con le braccia. Aveva perso praticamente qualsiasi sensibilità nelle mani.

Fu diversi minuti dopo che le sue palpebre si rifiutarono di rimanere aperte. Sentì il telefono suonare, da qualche parte nella sua mente. Ma non poteva costringersi ad allungare la mano per raccoglierlo. Il suono del cellulare si fece distante. E poi scomparve…

                                                                                                                             11 00 11 00 11

Presente…

“Gibbs!” Tony si mise rapidamente in ginocchio per vedere bene il suo capo privo di coscienza. Gli afferrò il volto con entrambe le mani, sobbalzando alla temperatura gelata della sua pelle. “Gibbs, avanti! Avanti, Capo, non farmi questo!” Cercò freneticamente di sentire il suo battito cardiaco.

McGee se ne stava lì in piedi sotto shock. Avrebbe dovuto aspettarsi una cosa simile, ad essere onesti. Ma vedere il suo capo così pallido e privo di vita…quest’uomo che loro avevano sempre pensato essere una specie di Superman; indistruttibile…E Tony, il suo mentore, che raramente mostrava apertamente un tale livello di panico, ora sembrava non sapere cosa fare…

Ma non appena riprese a pensare, Tony scattò subito in azione. Guardò l’Agente più giovane. “È vivo…chiama un’ambulanza!” Gli ordinò e si voltò di nuovo verso il loro capo. Mentre McGee tirava fuori il suo cellulare, Tony pensò a cosa fare. “La cosa migliore da fare per una vittima in stato ipotermico.” Rifletté.

Quando McGee ebbe finito la sua chiamata, si voltò per trovare Tony che spogliava Gibbs della sua giacca. “Che stai facendo?”

“Non ti capita per caso di avere un sacco a pelo in quel tuo zaino, vero, McBoyscout?”

Quasi istantaneamente, Tim realizzò cosa aveva intenzione di fare. “Uh…no.” Replicò. “Ma ho una coperta termica.” Disse posando a terra lo zaino inginocchiandovisi accanto.

“Dovrà bastare, fino a che non arriveranno.” Disse Tony cominciando a rimuovere il resto dei vestiti di Gibbs. “Fra quanto dovrebbero arrivare?”

“Hanno detto otto minuti.” Replicò Tim tirando fuori un pacchetto quadrato e cominciando a distenderlo.

“Aiutami a togliergli il resto.” Gli disse Tony mentre cominciava a togliersi i suoi stessi vestiti. McGee esitò solo per un momento prima di fare come gli aveva detto. “Possiamo mettere i nostri vestiti sotto di noi, poi mi servirà che tu ci avvolga per bene come-”

“Come foste in un sacco a pelo, sì. Capito.” Finì Tim per lui. Quando ebbe lasciato Gibbs con addosso solo i boxer, Tony aveva già finito di togliersi i vestiti stendendoli come fossero un morbido cuscino accanto a Gibbs utilizzando anche i suoi vestiti.

“Mettiamolo di fianco, così sarà sopra i vestiti.” Gli disse Tony. Lo stesero di fianco, e Tony si posizionò al suo fianco col volto rivolto verso quello di Gibbs. Portò le braccia attorno al tronco gelato dell’uomo più vecchio, e quando la sua pelle entrò a contatto con quella dell’altro, tremò violentemente a causa del drammatico cambiamento di temperatura.

Tony non dovette dire a Tim cosa fare a quel punto. McGee cominciò immediatamente a coprirli entrambi con la coperta, stringendola bene ai loro fianchi, spostandosi poi ai loro piedi per coprire anche quelli. Poteva sentire Tony tremare sotto la coperta.

Tim si mise in piedi e osservò la scena davanti a lui. Quello non era il momento per fare battute, cosa che lo seccò un po’, visto che ne aveva pronte già una dozzina. Magari si sarebbe ricordato di farle più tardi.

“Dio, è così freddo.” Disse Tony, quasi in un sussurro. Rimaneva il più fermo possibile sotto la coperta. Ricordava di aver letto che sfregare le braccia di una vittima di ipotermia poteva essere un errore piuttosto grave.

“Starà bene, giusto?” Chiese Tim con voce piccola.

Tony lo guardò con la coda dell’occhio. “Ovvio che starà bene, Pivello. È Gibbs.” Gli disse. “Deve star bene.” Aggiunse, probabilmente per convincere sé stesso. tirò un po’ indietro la testa per osservare il volto di Gibbs. Le sue labbra erano blu, e scommetteva che se lo avesse osservato con più attenzione avrebbe visto che anche le dita delle mani e dei piedi erano della stessa tinta.

Tony riportò la testa in avanti, facendo sì che Gibbs avesse la testa appoggiata proprio sotto il suo mento. “Avanti, Capo.” Tremò. “Siamo entrambi praticamente nudi in un sacco a pelo fai da te e non ho n-niente di divertente da dire. T-te lo stai perdendo.”

McGee deglutì. “Tony, dovresti stare attento. Lo sai, cercare di scaldare una vittima di ipotermia in quel modo può risultare in te che diventi ipotermico…”

“Sì…beh, io sto bene.” Ritorse lui con calma. “Posso preoccuparmi per me d-dopo.” McGee non poteva fare a meno di sentirsi preoccupato per entrambi. “Dio, questo mi sta…uccidendo!” Disse Tony mentre un violento tremito gli attraversava il corpo.

“Tony-”

“Puoi immaginartelo?” Continuò lui. “Sono qui da pochi minuti…Questa roba deve essere più calda di com’era lì dentro. Gibbs è rimasto lì per quasi 23 ore! Io sto già congelando! Come ha fatto?”

“Sei sempre stato un po’ troppo sensibile al freddo.” Disse McGee. “Gibbs è…Gibbs. E tu…beh, ti lagni ogni volta che andiamo su una scena del crimine dove c’è della neve per terra…” Non sapeva cosa lo aveva posseduto per fargli dire quelle cose.

Ma Tony improvvisamente si mise a ridere. Non sapeva se a causa della sfacciataggine della sua affermazione, o della leggera follia che finalmente prendeva il possesso dell’amico a causa di quello che era successo quel giorno. Ma quando la risata di Tony mutò in qualcosa che rasentava l’iperventilazione da panico, capì che si trattava della seconda ipotesi.

“Avanti, C-capo.” Sussurrò Tony con la bocca a poca distanza dall’orecchio di Gibbs. “Devi s-svegliarti. D-devi stare bene…svegliarti e mo-mostrarci che s-stai b…bene…”

McGee non si era mai sentito più grato, nella sua vita, di sentire in lontananza le sirene dell’ambulanza…

                                                                                                                              11 00 11 00 11

Finalmente arriva l'ambulanza, Tony quello che poteva fare l'ha fatto ora non resta che attendere! Come sempre vi ringrazio di seguirmi e lasciarmi dei commenti, sono il mio pane quotidiano! XD

  
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