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Autore: fraKHc    16/07/2011    3 recensioni
"...No no stai tranquilla, andrà tutto bene" disse con quella sua voce carica di preoccupazione.
Ebbi un tuffo al cuore. Stava parlando con una ragazza? Non l'avevo mai sentito parlare di nessuna ragazza nonostante fossimo compagni di stanza da moltissimo tempo ormai. Cosa stava succedendo?
"Non essere così ansiosa! Ti ho promesso che appena avrei potuto sarei venuto a trovarti!" disse mentre un sorriso gli si disegnava sul volto "Anche tu mi manchi Chun Hee, non sai quanto!"
A quelle parole le ginocchia mi cedettero.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliò la luce. Dalla finestra entravano dei gentili raggi di sole che arrivavano direttamente sul mio cuscino riscaldando il mio viso stanco e sporco di sale, asciugando le lacrime che avevano continuato a sgorgare nonostante dormissi. Mi alzai lentamente ancora intontito mentre la consapevolezza acquisita la sera precedente mi colpiva come una lama affilata mozzandomi il respiro.
Mi catapultai in bagno chiudendo la porta a chiave per evitare di farmi vedere in quello stato.
Mi osservai allo specchio.
Ero uno straccio.
Gli occhi gonfi e ancora rossi, i capelli scomposti e il sale delle lacrime sulle mie guance.
Mi lavai la faccia con energia e mi buttai sotto la doccia.
Il getto di acqua calda sulla mia schiena rilassò i miei muscoli contratti dalla tensione e mi snebbiò un po' la mente.
Sentii bussare alla porta e sapevo chi c'era dietro.

"Ti senti meglio rispetto a ieri?" mi chiese

"Si" risposi laconico

"Ah bene sono contento; vado a preparare la colazione, vieni quando hai finito" concluse e sentii i suoi passi allontanarsi dalla porta mentre si dirigeva verso la cucina.

Era bastato che mi rivolgesse la parola perché l'effetto rilassante della doccia sparisse e la mia mente tornasse all'unica cosa che in quel momento mi importava : Chun Hee. Chi era? Come si erano conosciuti? Perché Min non gliene aveva mai parlato?
Uscii dalla doccia, mi misi dei vestiti puliti dopo essermi asciugato e mi avviai verso il profumo che proveniva dalla cucina, imprimendo sulla mia faccia un bel sorriso.

"Allora cosa c'è di buono per colazione?" esordii entrando.

"Uova, toast, marmellata, miele e da bere puoi scegliere tra latte, the oppure succo" mi rispose sorridendo teneramente

"Penso che prenderò succo e toast con marmellata. Come mai questa colazione all'occidentale?" chiesi curioso

"Avevo voglia di cambiare rispetto al solito quindi ho optato per una colazione all'inglese."

Silenzio.

"Non ho fatto il bacon perché so che non ti piace la pancetta" aggiunse voltandosi a controllare le sue uova.

"Wow grazie Min non pensavo te ne ricordassi" gli dissi sinceramente stupito.

Si girò e si avvicinò al tavolo con il suo piatto in mano. Mi guardò in modo strano quasi offeso ma non disse nulla.

Gli dovevo una spiegazione ma non riuscivo a parlare. Non sapevo da dove cominciare ne come quindi me ne rimasi in silenzio a rimuginare.

"Per quello che è successo ieri sera..."

Alzai di scatto la testa stupito che avesse iniziato a parlare lui, che non aveva nessuna colpa di quanto era accaduto.

"Ecco appunto volevo parlartene anche io" lo interruppi "scusami per come ho reagito, non ce l'avevo con te ma ieri è stata molto pesante come giornata e ho sfogato su di te i miei nervi. La caduta e il male alla gamba non mi hanno aiutato ad essere più gentile. A proposito grazie per il ghiaccio! Mi ha aiutato un sacco! Avevi ragione tu: con un po' di ghiaccio e una notte di buon sonno mi è passato tutto" snocciolai in fretta e furia guardando un punto imprecisato sopra i suoi occhi.

La mia gamba stava benissimo ma speravo che la storia rendesse più credibile la bugia.

"Aaaaaaaaaaaah meno male" sospirò lui "Pensavo che ti facesse ancora male ed ero un po' preoccupato"

Mi guardò continuando a sorridere.

Mi sciolsi.
"No tranquillo tutto a posto, non darti pensiero" dissi con una voce carica di dolcezza e amore.
Amore che tu non avresti mai capito.

Quel giorno avevamo una pausa, una delle rare pause da riprese, programmi, interviste e volevo godermela appieno.

Stavo giusto pensando a come occupare giornata e mente quando mi raggiunse vestito e camuffato di tutto punto e mi disse:
"Io esco."
Tum - tum a quel paese il mio proposito di occupare la mente. Adesso si che sarebbe stata occupata, ma da qualcosa di malsano per la mia salute mentale.
"Tornerò nel pomeriggio ma sul tardi; hai bisogno che ti prenda qualcosa mentre sono in giro?"
"No tranquillo non ho bisogno di nulla" risposi mentre gli ingranaggi del mio cervello impazzivano e sfornavano risultati sul possibile programma del suo pomeriggio. Ero davvero senza speranza.

"Con chi esci?" buttai li simulando scarso interesse.
"Nessuno" rispose troppo velocemente. Beccato. I miei ingranaggi andarono letteralmente in tilt.
"Vado a farmi semplicemente un giro. A vedere posti che non siano la SMEnt o il dormitorio" aggiunse subito dopo.

"Ah divertiti allora e mi raccomando non farti riconoscere" gli risposi ghignando. Era noto che nonostante si camuffasse sempre quando usciva si ritrovava continuamente circondato da una folla di fan urlanti.
Mi guardò con faccia risentita e si incamminò verso la porta sbuffando. Eccoci di nuovo qui. Io che guardo la sua schiena mentre si allontana da me.

Bum! Aveva chiuso la porta.

Perché usciva?
Con chi usciva?
Perché non mi aveva risposto?
Nonostante tutto non eravamo ancora amici?
Pensai di seguirlo per vedere cosa avrebbe fatto ma non mi alzai nemmeno dal divano. Che razza di persona ero?
Aveva tutto il diritto di uscire e frequentare chi voleva senza che io mi intromettessi nella sua vita.
Volevo che fosse felice e se non poteva esserlo con me avrei accettato chiunque potesse renderlo felice.

Mi ritrovai completamente bagnato senza sapere come sentendo una risata demoniaca alle mie spalle.

Appena riuscii a rimettere in moto il cervello misi a fuoco la scena.
La voce proveniva Yesung - hyung che era letteralmente piegato in terra dal ridere. Non la finiva più.

Sentii dei passi alle mie spalle e mi alzai di scatto per evitare un'altra doccia ma vidi arrivare Shindong-hyung portando un asciugamano per me, con una faccia a metà tra il divertito e il rassegnato.
Heechul aveva iniziato con questi scherzi e figurati se non lo imitavano. Pure Shindong che era stato vittima dello stesso scherzo prima ancora di Donghae si era messo a dargli corda.

Presi l'asciugamano e me lo passai sui capelli; andai in camera a cercare dei vestiti asciutti con cui cambiarmi.
Tornai nell'altra stanza con i capelli che ancora gocciolavano.

Entrai e mi sedetti ben lontano dal divano, guardandoli con aria truce.
Yesung aveva finalmente smesso di ridere e si era messo a sedere sul pavimento a gambe incrociate con un'espressione compiaciuta dipinta in faccia.

"Allora cosa ci fate qui?" chiesi guardando il muro.

"Oggi è giorno di riposo e noi siamo venuti a salvarti da te stesso e dai tuoi giochini al computer" rispose immediatamente Yesung.
"Volevamo passare la giornata fuori ma sembra che tu non abbia molta voglia di uscire..." aggiunse lasciando la frase in sospeso "...preferisci rimanere qui, magari a guardare un cartone della Disney...?"

Intuii dove voleva andare a parare ma non riuscii a fermarlo.

"Shindong lo sai" iniziò tutto contento "che il nostro piccolo Kyu adora i cartoni della Disney soprattutto quelli di Topolino o meglio..." continuò con un ghigno "potrei dire che è letteralmente innamorato di Minnie!" concluse guardandomi con un sorriso malizioso e perfido.

Se gli sguardi potessero uccidere adesso Yesung sarebbe a terra morto stecchito.
L'unica persona che sapeva tutto di me, della mia situazione e del mio dolore era li che se la rideva della grossa alle mie spalle.
Lo odio.

Shindong non capì e si mise seriamente a blaterare sulla Disney.
"Allora che ne dici di uscire...?" ritornò all'attacco il mio demonietto personale

Non avevo molta voglia di uscire, soprattutto uscire e rimanere per tutto il giorno tra le grinfie di quell'aguzzino che certamente non si sarebbe risparmiato.
Già la giornata era iniziata male e non volevo peggiorarla ulteriormente.
D'altra parte che senso aveva rimanere solo in casa tutto il giorno a fantasticare su cose impossibili, su cosa realmente avrei voluto fare e a tentare di immaginare dove poteva essere in quel momento...?

Dovevo distrarmi.

"Perfetto, usciamo" dissi ad uno stupefatto Yesung mentre risvegliavo Shindong dalle sue fantasie sulla Disney.

Avevo fatto bene a uscire. Per tutto il pomeriggio la mia mente fu distratta, occupata, impegnata a divertirsi senza avere il tempo di pensare ad altro. Mangiammo sulle panchine del parco come fossimo ragazzi normali, provando ad assaporare la vita di tutti i giorni delle persone normali che noi potevamo solo osservare come spettatori.

Ci avviammo verso il dormitorio che era quasi il tramonto.

Ci eravamo fermati a bere lungo la strada per festeggiare quella giornata libera da tutto e tutti.
Avevo smesso di bere molto prima di essere ubriaco ma abbastanza tardi da essere brillo; provavo una sensazione di pace assoluta e sentivo un piacevole calore diffondersi per tutto il mio corpo. Che sensazione meravigliosa!
Yesung non reggeva l'alcool quindi l'avevo fermato prima che fosse troppo tardi mentre Shingdong l'avevamo perso dopo il primo bicchiere.
Fummo costretti a caricarcelo sulle spalle, io un braccio Yesung l'altro, mentre arrancavamo sulla via di casa.
Finalmente arrivammo in vista del portone. Un miraggio. Scaricammo quel peso morto che era Shindong su una panchina e tentammo di rimettere insieme i nostri poveri muscoli, che avevano dichiarato sciopero dopo i primi cinque metri.

Nel mentre dell'operazione sentii dei singhiozzi. Pensavo di essermelo immaginato, dopotutto il sonno gioca brutti scherzi.
I singhiozzi però ripresero, più forti di prima; mi girai verso Yesung, anche lui li aveva sentiti.

La voce proveniva da dietro un angolo del palazzo, sulla strada per andare al market.
Ci avvicinammo con faccia preoccupata per vedere chi fosse e se avesse bisogno di aiuto: dopo tutto era sera inoltrata.

Girammo l'angolo.

Il mio cervello si disconnesse e il mio cuore abbandonò il mio corpo per sempre.
   
 
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