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Autore: sydney bristow    17/07/2011    4 recensioni
Ambientata dopo "Countdown".
Beckett e Castle sono rimasti intrappolati nel freezer...Beckett è rimasta quasi illesa.
Tuttavia a Castle, avendo ceduto tutto il suo calore corporeo alla detective, non è andata tanto bene: dopo il suo risveglio non è più la stessa persona.
Dice di chiamarsi Jameson Rook e di fare il giornalista. Castle crede di vivere sul serio in Heat Wave, è intrappolato nel suo romanzo ed ha dimenticato la sua vita.
Come reagirà Kate/Nikki ?
Possibili spoiler della terza stagione!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CASTLE 11 Cold Heat

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Quando Castle si svegliò si sentì stranamente riposato e rilassato come non si sentiva da tanto, troppo tempo.
Aprì gli occhi, o almeno credeva di averlo fatto: tra le sue braccia, ancora addormentata, c'era Kate.
Ok, non si era sbagliato. Stava ancora dormendo e sognando troppo fantasiosamente.
Realizzato la cosa, si calmò e si fermò per un istante ad osservare l'oggetto dei suoi sogni: era veramente bella.
Aggettivo troppo banale da usare, per uno scrittore come lui, ma davvero semplice nella sua perfezione.
Avrebbe felicemente dato tutto pur di vivere sul serio quel sogno, cosi ne approfittò, prima di svegliarsi, per fare la cosa che aveva sempre desiderato.
-Se solo non stessi sognando...-
Data la forte vicinanza, non si dovette muovere molto per poggiare le labbra sulle sue.
Lo fece lentamente, voleva provare a vedere se, dopo essersi svegliato la mattina dopo, avrebbe ancora sentito il sapore di Kate.
In quell'esatto istante, Castle si accorse, avvertito senza sapere come, dai sensi e dalla memoria, che quello non era un sogno e che lei era sveglia.
La sua prima reazione fu di scostarsi e di tirarsi su a sedere, scioccato nel vederla cosi tranquilla riguardo a quello che aveva appena fatto.
Poi, ritrovata la ragione, si schiarì la voce e le chiese cosa ci facesse lì nel suo letto e, sopratutto, perché.
Si tirò su a sedere anche lei, non perdendo per un secondo il contatto visivo.
-Alexis mi ha chiamato e sono rimasta...- rispose semplicemente lei.
Ah, già...aveva toccato veramente il fondo facendosi vedere dalla figlia in quelle condizioni ed avendola praticamente costretta a chiamare Beckett.
-Mi dispiace- disse Castle, abbassando lo sguardo e concentrando la vista sulla sua mano. -Anche per prima- Si riferiva al bacio, ovviamente.
Non sentendo nulla, alzò lo sguardo per trovarsi davanti il sorriso pieno di apprensione di Kate, che scosse la testa in risposta.
-Come diamine faccio a fartelo capire una volta per tutte?- sembrò dirlo più a se stesso che a lui.
Castle pensò a cosa dovesse capire, ma non venne a capo di nulla...era troppo nervoso, si sentì sul punto di impazzire:
Kate gli stava osservando le mani e si era soffermata sulla catenina con l'anello della madre che lui si era messo a mò di braccialetto.
-L'avevi lasciato qui e temevo che si perdesse...ecco, tieni...- si affrettò a dire, allungandole il ciondolo.
Quando lei lo prese, Castle continuò a scusarsi, già sapendo di essersi già scavato in anticipo la fossa.
Gli stava sorridendo con quel sorriso particolare che riservava solo a lui. Rick avrebbe ucciso se fosse servito a farla sorridere.
Non aveva mai desiderato così tanto una donna. Se non fosse riuscito a vivere con lei avrebbero preferito rimanere solo per tutta la vita.
Non c'era nessun'altra donna come Katherine Beckett.
-Castle...- disse Kate a bassa voce, guardandolo negli occhi con tanta intensità da costringerlo a volgere lo sguardo da un'altra parte.
Di certo non si sarebbe mai aspettato che Beckett si avvicinasse a lui e che lo abbracciasse con tanta delicatezza.
Per questo non rispose subito, era rimasto troppo...sconvolto, ecco. Non se lo aspettava.
Nonostante tutto aveva una paura matta di stringerla, le sue mani tremavano come foglie quando, finalmente, rispose all'abbraccio.
A quel punto entrambi si rilassarono i propri nervi e muscoli e si lasciarono andare.
Inspirò a pieni polmoni il familiare profumo di ciliege, assicurandosi che gli arrivasse direttamente al cervello.
E adesso? Dov'erano finiti?
-Castle...-
-Si?- Ecco. La paranoia era tornata ad intasargli l'autostrada diretta a "Buon Senso's City".
-Quello che ho detto nel freezer, prima di svenire...lo intendo sul serio...-
Se per tutta la durata dell'abbraccio aveva tenuto gli occhi chiusi, dopo quelle parole li spalancò.
I just want you to know how much I lo...
Quelle parole ancora gli risuonavano in testa.
Sciolse quel magnifico abbraccio solo per poterla guardare negli occhi, avvicinandosi il suo viso con le mani per guardarli meglio, e la baciò.
La baciò disperatamente, come se quello fosse stato l'ultimo che avrebbe dato fino alla fine dei suoi giorni.
Ecco, ora il castello aveva finalmente trovato la sua regina.

***
****
***


Kate quasi dovette reprimere una risata isterica: trovava abbastanza inquietante il fatto che aveva impiegato in tre anni a lasciare cadere tutti i muri,
che la circondavano da anni, per far entrare nel suo cuore una persona speciale come Rick Castle.
Tuttavia, nonostante tutto, era felice. Quella era la cosa importante.
E poi aveva realizzato che il suo cuore aveva scelto Castle come suo "One and done".
Lui le prese le mani e gliele baciò.
-Saprò come renderti felice, hai la mia parola d'onore. Per te farò qualsiasi cosa, una dichiarazione alla Cruise su un'emittente nazionale,
comprarti un pezzo di terra sulla luna che abbia il tuo nome, gettarmi senza un paracadute dalla cima del K2, dormire in una tana di crotali,
farmi chiudere in un barile per poi essere gettato dalle casate del Niagara e...-
Sorrise, commossa, rispose alla stretta delle sue mani e lo guardò negli occhi, quasi incantata.
-Mi basta che tu sia te stesso, per essere felice...- disse, semplicemente.
Castle anche s'intenerì.
-...ma niente scenate alla Tom Cruise, ti prego!-

        
  
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