Obsession.
Capitolo
sette: Primo appuntamento.
Damon
POV
Sono
le tre del pomeriggio e io sono ancora fuori casa sua, da quando sono uscito ho
sentito e visto ogni cosa. Ha parlato con le amiche, ha mangiato molto, ha fatto
la doccia (quella è la parte che preferisco), ha messo a soqquadro la stanza per
trovare qualcosa di carino da mettere stasera e ha pranzato. Adesso è
spaparacchiata sul divano con una ciotola di popcorn e sta guardando Titanic per
la seconda volta in due giorni. Ma cos’avrà quel film di tanto speciale? La cosa
grave è che per tutto il tempo non ho fatto altro che desiderare il suo
fottutissimo sangue, quella ragazza ha qualcosa di strano. Non è come le altre..
è speciale, ha qualcosa che la rende davvero speciale. Mi siedo sull’albero di
fronte alla sua stanza e aspetto che salga a fare qualcosa. Ad un tratto sento
una presenza accanto a me, mi volto.
-
Ciao fratellino. – Lo saluto, non lo vedo accanto a me, ma lo percepisco. E’ da
qualche parte e so che può sentirmi. Io controllo Elena e lui controlla
me.
-
Non ho intenzione di farle del male Stefan, mi piace. – Dico sincero, sapendo
quello che gli passa per la testa. E’ troppo possessivo verso di
lei.
-
E’ mia, Damon. – Spunta dietro di me, seduto su un altro ramo ed io cambio
posizione per guardarlo in faccia e fulminarlo con gli occhi. Poi
sorrido.
-
Lei non la pensa così quindi.. – Mi blocco a metà frase e lui guarda
severo.
-
Lei è arrabbiata. Ma è me che ama, fattene una ragione. La conosco da anni, non
puoi arrivare qui con le tue giacche di pelle e il tuo fascino misterioso e
portarmela via. Lei. E’. Mia. –
-
Lei non è tua, lei non è una cosa che puoi prendere e possedere quando vuoi.
Deve deciderlo lei. Ora togliti dai coglioni che se ti vede qui va a monte il
mio appuntamento. –
-
Appuntamento?! Quale appuntamento?! – Urla.
-
Stai zitto! Stasera usciamo insieme. Adesso vattene, stai invadendo il mio
territorio. Lei ha accettato il mio corteggiamento quindi adesso appartiene a
qualcuno, e quel qualcuno sono io. -
-
Vaffanculo Damon. – Sbraita, scendendo dall’albero e
scomparendo.
Voglio
seguirlo, sgozzarlo e appendere la sua testa su un palo ma mi trattengo, tra
poche ore devo uscire con Elena e non voglio fare cattiva impressione. Il tempo
passa veloce, fumo un paio di sigarette e bevo qualche goccio dalla mia
fiaschetta. La osservo per tutto il tempo.. poi, mezz’ora prima del nostro
appuntamento vado a prepararmi.
Doccia,
capelli, abbigliamento, sangue. Perfetto: fatto tutto.
Mi
precipito davanti casa sua con la mia Porsche e scendo, andando a suonarle il
campanello. Lei esce di fretta, non le ha mai insegnato nessuno che i ragazzi
bisogna farli aspettare? Dio mio quant’è bella.
Vestito
bordeaux che le arriva a metà coscia facendo risaltare ogni minima curva
perfetta del suo corpo. Scarpe altissime, capelli sciolti e
ricci.
E’..
tutta da mordere. Si è vestita color sangue. Cattiva mossa, dolce
Elena.
Se
prima avrei voluto solo possederti e succhiarti, adesso voglio ucciderti.
Oddio.. quanto lo voglio.
-
Sei bellissima stasera. – Dico, come da manuale, e lei sorride
dolcemente.
-
Anche tu stai bene. – Mi risponde con cortesia, le indico la macchina e vado ad
aprirle la portiera. Dopo tutti questi anni tengo ancora alle
formalità.
Entro
in macchina, accendo la radio e parto troppo velocemente, lei sussulta ma prova
a non farmi capire quanto sia spaventata. Sì spaventati, dolce fiore, ne hai
tutte le ragioni.
Mi dispiace tanto.. ma oggi niente spoiler, voglio che il prossimo capitolo sia completamente una sorpresa. Posso solo dirvi che torneremo al POV Elena. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie per aver commentato in tante e spero continuerete a farlo. Voi siete la mia forza!
Stefy.