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Autore: POPster    18/07/2011    4 recensioni
[Seguito di "Le Confusioni Più Grandi Le Procura Il Cuore] Frank e Gerard si incontravano di sfuggita. Avevano rimandato a data indefinita la ripresa delle registrazioni del disco. E comunque quando si incontravano non era mai perché avevano intenzione di farlo. Erano semplicemente legati allo stesso posto, e potevano andarci solo alla stessa ora.
Poi arrivavano lì, si scambiavano un saluto freddo, e non si dicevano una parola. E la cosa più ridicola di tutte era che in realtà dietro quel silenzio c'erano un'infinità di parole e frasi che i due avevano bisogno di dirsi, ma erano fin troppo orgogliosi e testardi per fare la prima mossa.
Gerard si presentava all'ospedale odorante di alcool, si sentiva lontano chilometri, ed aveva quell'aria disperata e dannata e Frank ogni volta voleva afferrargli il volto tra le mani e guardarlo negli occhi e urlargli che no, non poteva abbandonarlo anche lui. Ma no che non poteva farlo. Non dopo averlo colpevolizzato di tutto, dopo avergli detto che era anche colpa sua se lei era lì, dopo averlo spinto via, quella notte, urlandogli che da quando lo aveva conosciuto la sua vita era diventata un inferno di sofferenza e dolore e perdite e tristezza.
Ci aveva pensato, e ripensato, ed ogni volta gli tornavano in mente quegli occhi sgranati, quello sguardo verde e intenso, quel lampo di dolore negli occhi di Gerard, e si sentiva male, si sentiva uno schifo, e voleva piangere, e se Alex fosse stata lì probabilmente avrebbe fatto il possibile per farli tornare insieme, e ci sarebbe riuscita. Ovvio che ci sarebbe riuscita.
Frank sospirò, asciugandosi gli occhi. Fanculo, stava piangendo un'altra volta.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le confusioni più grandi le procura il cuore'
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Capitolo 21
For the record...

    Alex non aveva ancora detto nulla. Si sentiva davvero piccola, non pensava di poter rispondere così su due piedi.
Mikey la guardò e deglutì. Non era buon segno, il fatto che Alex non avesse ancora aperto bocca. Si avvicinò ancora più a lei e le posò delicatamente una mano sulla guancia
«Non dovrebbe essere così difficile...» sussurrò accennando un sorriso «Devi solo dirmi se vuoi passare il resto della tua vita con me. Se sei pronta ad affrontare al mio fianco ogni cosa, fino alla fine».
    Alex fece un respiro profondo. Certo, quello era ciò che si augurava in realtà, passare il resto della sua vita con Mikey. Però era complicato ora, e non riusciva nemmeno a capirne il motivo.
    Aveva mille pensieri per la testa. Le sembrava davvero troppo presto, innanzitutto. E poi Mikey l'aveva davvero sorpresa con quella proposta. Non se l'aspettava, decisamente.
    Guardò Mikey, poi l'anello, e poi ancora Mikey «Io... non lo so...» mormorò arrossendo.
    Lui si morse il labbro osservandola per qualche istante, poi le prese la mano e la fece accomodare sul letto. Si sedette accanto a lei, continuando a tenerle la mano. Era arrivato il momento di raccontarle in che casino si era ritrovato, e di spiegarle perché voleva sposarla.
    Socchiuse gli occhi per un attimo, raccogliendo ogni briciola di coraggio dentro di sé, poi riuscì a parlare «Devo dirti una cosa, ok?» fece. Lei annuì lievemente. Così lui continuò «E' successa una cosa. Una cosa che mi ha davvero stravolto. E so che è una cosa che stravolgerà anche te, nonostante non sia ciò che voglio. Quindi ti premetto che risolverò ogni cosa, e che mi sento davvero stupido, e mi dispiace tantissimo.» disse.
    Alex ora lo guardava perplessa e preoccupata. Ma Mikey non le diede il tempo di dire nulla. Doveva parlare lui, spiegare ogni cosa e sperare che lei volesse comprendere e perdonare. O qualsiasi altra cosa.
    «Allora... ok, sai quella volta in cui ci siamo tipo lasciati?» le domandò senza bisogno di risposta «Quando io andai da Alicia e tutto il resto...».
    L'espressione di Alex ora sembrava più che altro arrabbiata e triste. Sentirne parlare era una vera e propria pugnalata, e strinse le mani in dei pugni mentre si sentiva infastidita al solo ricordo di quei giorni. Sentiva il respiro farsi più pesante mentre il cuore cominciava a far male.
    Mikey sospirò. Era dannatamente difficile, ma doveva farlo. «Alicia è incinta.» disse secco, con tutto il coraggio che era riuscito a trovare. Senza nemmeno riuscire a guardarla negli occhi. Volse lo sguardo al suolo, mentre Alex continuava a stare in silenzio.
    Lei non credeva nemmeno di avere qualcosa da dire. Poteva sentire un fastidio alla gola, un nodo che stringeva facendole mancare l'aria, mentre pesanti ed amare lacrime lottavano per uscire fuori, mentre lei non si era resa conto, ma si rifiutava di piangere.
    Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Provò finalmente a dire qualcosa, ma nel momento stesso in cui schiuse le labbra per pronunciare qualcosa, sentì ancora di più la necessità di scoppiare in lacrime. Di disperarsi o prendere a calci qualcuno.
    Mikey non ce la faceva a vederla così. Si sentì davvero in colpa, quando trovò la forza di guardarla di nuovo negli occhi «Mi dispiace...» mormorò a voce bassa.
    Alex respirò, poi riaprì gli occhi e deglutì «Mikey io non... non capisco... mi hai appena chiesto di sposarti e...» ora non riuscì ad essere più forte, e lasciò che finalmente due pesanti lacrime le rigassero le guance. Non riuscì nemmeno a completare la frase.
    Si sentiva stupida, ferita ed umiliata. E non riusciva a capire dove volesse arrivare Mikey.
    Era un pugno dritto allo stomaco. Aveva faticato tantissimo per riuscire a non pensare più a tutto quello che era successo, per rimuovere dalle sue giornate l'amaro ricordo di quanto aveva sofferto, per poter finalmente pensare solo al meglio. E poi ecco Mikey che le stravolgeva l'esistenza. Che prendeva tutti i suoi sforzi e li buttava nel cesso.
    Mikey che in qualche modo era ancora legato ad Alicia, quando per Alex era stato così difficile superare il tradimento, riuscendo a convincersi che fosse solo un brutto ricordo del quale nessuno avrebbe più dovuto parlare.
    Lui le mise una mano sulla spalla, ed Alex avrebbe voluto scansarlo o dirgli di lasciarla sola, ma non aveva la forza di fare nulla. Era lì immobile con gli occhi offuscati dalle lacrime.
    «Alex, ti prego...» sospirò Mikey «Alicia non terrà quel bambino, e quando sarà tutto risolto sarà solo un brutto ricordo, ok?» spiegò.
    Lei non disse nulla.
    «...ti supplico, dimmi solo che vuoi passare il resto della tua vita con me, ed io farò il possibile per renderti felice.» aggiunse.
    Alex fece una smorfia asciugandosi finalmente le lacrime. Deglutì e fece un respiro profondo «Mikey, se l'inizio è questo le aspettative non sono delle migliori...» disse richiudendo la scatolina in cui c'era l'anello. Gliela porse e si alzò dal letto.
    Ora era lui a non sapere cosa dire. Come poteva biasimarla d'altronde? La osservò indossare in fretta un paio di jeans e delle scarpe.
    «Dove vai ora?» riuscì a chiederle.
    Alex scrollò le spalle «Di certo non a farmi mettere incinta dal primo che capita...» mormorò, rendendosi subito conto di quanto fosse fuori luogo quella battuta, perché a lei fece male pronunciarla, e Mikey sembrò fare una smorfia offesa.
    Così lui si alzò dal letto e mentre lei fece per uscire dalla stanza le sbarrò la strada mettendosi di fronte alla porta «Aspetta! Hai tutto il diritto di essere arrabbiata e di aver bisogno di pensare, ok? Però questo prendilo...» le disse porgendole di nuovo l'anello «...e qualsiasi riflessione tu farai, ricordati che le mie intenzioni sono di amarti ed essere al tuo fianco per tutto il resto della nostra vita» aggiunse con tutta la convinzione che poté.
    Alex annuì piano, mentre Mikey le metteva la scatolina di nuovo nelle mani. La prese e la infilò nella tasca del pantaloni, poi appena Mikey si spostò scese al piano di sotto ed uscì a passo svelto di casa, passando davanti alla cucina senza nemmeno salutare Frank e Gerard.

    Gerard e Frank guardavano Mikey senza dire una parola. Lui gli aveva appena raccontato tutto, ed entrambi non sapevano come confortarlo. Infondo Alex aveva tutte le buone ragioni per essere confusa o incazzata o qualsiasi cosa fosse.
   
«Beh, vedi, se tu fossi stato gay non avresti di questi problemi. Non avresti potuto sposarti a priori e nessun uomo sarebbe rimasto incinto...» commentò ridacchiando Frank dopo un pò.
    Gerard gli lanciò un'occhiataccia mentre Mikey lo guardò con un sopracciglio sollevato.
    «Come pensi che battute del genere possano essere utili al momento?» chiese Gee sospirando.
    Frank scrollò le spalle «Non lo penso, infatti. Era così per dire. Per riderci sopra insomma. Infondo tuo fratello trasforma ogni ritorno a Belleville in una tragedia!» disse trattenendo una risata.
    In quel momento stesso qualcuno bussò alla porta. I tre si guardarono. Mikey non aveva alcuna intenzione di alzarsi, né di parlare con nessuno. Gerard lanciò un'occhiata a Frank come per dire che doveva star vicino a suo fratello, così Frank dovette alzarsi sbuffando.
    Quando aprì, si trovò davanti un ragazzo con occhi blu e barbetta incolta, con uno zaino sulle spalle ed una valigia al fianco, e le mani occupate da alcuni biglietti.
     «Salve...» disse Frank scrutandolo.
    Il ragazzo sorrise e si guardò intorno «Vive qui una certa Alexis Barone?» chiese.
    «Uhm, si... chi sei tu?» domandò Frank curioso.
    Il tizio si liberò la mano destra dai fogli e i biglietti che teneva e la porse a Frank «Piacere, mi chiamo Brian Schechter, lavoro per la Reprise e sto provando a contattare una certa Alexis Barone da almeno tre giorni, senza successo.» spiegò alzando gli occhi al cielo.
    Frank era rimasto quasi paralizzato. Reprise? Lui non ne sapeva molto, ma sapeva che la Reprise era una casa discografica o qualcosa del genere. Sollevò un sopracciglio e scrutò il tipo ancora più intensamente «Reprise?» chiese.
    Brian annuì e frugò nello zaino che aveva sulle spalle «Esatto, Reprise...» disse «Sono qui per parlare di...» cercò in un paio di tasche esterne e poi sorrise tirando fuori un cd. Frank lo riconobbe immadiatamente, era il loro disco. Impallidì mentre nella sua testa mille opzioni stavano prendendo forma. Se quel tizio era lì per quel disco, era lì per loro. Se quel tizio lavorava per la Reprise, ed era lì per loro, forse voleva fargli qualche proposta. Non riuscì a fare a meno di sorridere come un idiota facendosi da parte per far accomodare dentro il tipo «Alex al momento non c'è, ma può benissimo parlare con noi...» disse cordiale facendolo accomodare di fronte a Gerard e Mikey che lo guardavano incuriositi «Sa, noi siamo ben tre quinti dei My Chemical Romance e gli altri due non ci metteranno troppo ad arrivare se c'è bisogno...» disse ancora Frank.
    Brian sorrise mettendosi seduto. Guardò Gerard e Mikey, come se li stesse studiando.
    «Scommetto che voi due siete i fratelli Way, quindi...» disse parlando ad entrambi.
    «Si...» mugugnò Gerard sollevando un sopracciglio «E lei sarebbe?».
    Frank spalancò gli occhi «Gerard sii cordiale, insomma! Questo tizio lavora per la Reprise ed è qui per... beh, per noi suppongo!» fece sperando di non aver detto qualche cavolata. Brian infatti annuì sorridendo, mise il cd che aveva in mano sul tavolo e ci poggiò sopra una busta da lettere chiusa, con sopra scritto a penna l'indirizzo del mittente, ovvero Alex.
    A Frank venne d'istinto allungare una mano per afferrarla e leggere un pò che c'era scritto, ma Brian lo fermò prontamente bloccandogli il polso quando le sue dita sfiorarono la carta «Questa è privata, scusa.» disse serio ma cercando comunque di sorridere. Prese lui la lettera tra le mani e poi chiese a Frank qualcosa da bere. Mikey continuava a guardare la scena confuso.
    «Allora, ragazzi, ho ascoltato molto attentamente il vostro disco. Un pò perché ho sentito parlare di voi più volte, un pò perché con tutto quello che c'è scritto qui-» fece alzando un pò la lettera che aveva in mano «era il minimo che potessi fare. Sono stato quasi supplicato ad ascoltarlo, quindi...» commentò ridendo tra sé.
    Gerard lo guardava con un sopracciglio sollevato ed aria scettica «Quindi?».
    «Quindi, la signorina Barone ha scritto cinque pagine piene di buoni motivi per i quali secondo lei voi meritiate ben più visibilità di quella che avete ora.» disse sospirando «Anzi, per dirla tutta, lei ha parlato di tour europei, canali musicali internazionali, un sacco di buoni propositi che con l'etichetta per la quale lavorate ora, purtroppo, non potrete mai realizzare...» spiegò.
    Gee fece una smorfia «Non li sottovaluterei...» mormorò in difesa dei suoi collaboratori.
    Brian rise «Non li sto assolutamente sottovalutando. Sto solo dicendo come stanno le cose. Loro sono una casa discografica indipendente, hanno poche risorse e la voglia di arrivare ovunque non basta, se non ci sono i mezzi per farlo. Noi abbiamo tutto ciò di cui avete bisogno...» spiegò.
    Frank lo guardò divertito «Sembri un venditore porta a porta di elettrodomestici per casalinghe frustrate...» disse ridacchiando.
    Anche Mikey rise lievemente.
    «Quindi è qui per ingaggiarci?» chiese sospirando Gerard.
    Brian annuì «Esattamente. I dirigenti della Reprise hanno apprezzato tantissimo il vostro disco, nonostante la qualità delle registrazioni non sia ottimale, ed abbiamo letto in giro di voi, il vostro pubblico si sta espandendo ed abbiamo grandi progetti. Ed abbiamo parlato con i vostri produttori. Sono anche loro dell'idea che meritiate di più... Quindi, possiamo stringere un accordo.» disse entusiasta.
    I tre si guardarono, poi Gerard annuì «Ok. Fantastico. Dobbiamo solo parlarne con gli altri ragazzi.» disse, prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans e lasciando la stanza.

    Quando Jamia vide arrivare Alex in ospedale cominciò a sentirsi nervosa. Sopratutto quando notò gli occhi arrossati dal pianto e l'aria triste.
    Aveva appena parlato con Donna Way e sentito Alicia al telefono, consigliandole cliniche specializzate e roba simile.
   
«Ehi...» la salutò con un lieve sorriso.
    Alex sospirò «Jamia, ti prego, dammi qualche pillola, qualsiasi cosa che mi faccia sentire meglio!» esclamò Alex sembrando disperata «Ti supplico, qualcosa che mi faccia vedere tutto rosa! Con conigli che saltellano qua e là, fiori profumati e uccellini che cantano gioiosi!».
    Jamia sollevò un sopracciglio sorridendo «Alex, non abbiamo allucinogeni in ospedale. Al massimo puoi provare dietro qualche angolo delle zone più malfamate di Belleville!» disse divertita.
L'altra fece una smorfia «Scommetto che sai già tutto, vero? Di Alicia che è incinta e che vuole abortire! Mi ci gioco qualsiasi cosa che Mikey o Gerard o chiunque altro è venuto a chiederti consiglio...» disse sospirando.
    Lei annuì dispiaciuta «Si... ma si risolverà tutto, ok? Alicia non ha intenzione di tenere quel bambino, purtroppo...» mugugnò Jamia mordendosi la lingua a quel "purtroppo" appena pronunciato.
    «Sai che Mikey mi ha appena chiesto di sposarlo?» se ne uscì Alex dopo un attimo di silenzio, mentre Jamia controllava la cartella clinica di un paziente appena ricoverato.
    Alzò immediatamente gli occhi dai fogli che teneva in mano, con aria sorpresa «Wow! Davvero!?» esclamò «Sono contentissima!». Poi placò l'entusiasmo quando notò l'aria poco eccitata di Alex.
    «Non sei contenta?» chiese confusa.
    Lei scrollò le spalle «Mi ha chiesto di sposarlo, e poi mi ha detto di Alicia e beh, no, non credo davvero di essere contenta...» mormorò.
    «Beh... in effetti...» mugugnò Jamia con una smorfia «Ma se può consolarti, pensa che Donna Way mi ha detto che Mikey non ha alcuna intenzione di stare con Alicia o di diventare papà, e che per Alicia è lo stesso. Tutti vogliono solo mettere fine a questa storia. Il fatto che Mikey ti abbia chiesto di sposarlo è solo una cosa di cui gioire, non trovi? Insomma, ti sta chiedendo di passare al suo fianco il resto della sua vita. Promettendoti di esserti sempre fedele, di sostenerti ed aiutarti ogni volta che ne avrai bisogno. Di essere completamente tuo fin quando sarete in vita, ed anche dopo. Forse lo ha fatto proprio per dimostrarti che è dispiaciuto della cazzata che ha combinato, e che è con te che vuole stare, non con Alicia...» commentò Jamia sorridendo sognante.
    Alex non rispose, rimase lì a riflettere su quello che Jamia aveva appena detto, cercando di vedere la situazione sotto un altro punto di vista.
    «Forse hai ragione...» mormorò dopo un pò «...vabbè... qualche pillola allucinogena quindi?» chiese ridacchiando.
Quando andò via dall'ospedale camminò per un paio d'ore per le strade di Belleville, pensando a tutto quello che stava succedendo.
    Ad Alicia incinta, a Mikey che le aveva chiesto di sposarla, alla band che aveva messo su con Ian ed Ann, alla scuola che stava per finire, al Cafè che occupava gran parte delle sue giornate. Ai My Chemical Romance che erano sempre in tour. Com'era essere sposati con uno che era presente solo un paio di volte al mese, se tutto andava bene? Provò ad immaginare lei, per il resto della sua vita, chiusa in casa ad attendere una telefonata di Mikey dall'altra parte del paese, o del mondo. Invecchiare accanto ad un telefono. Non era un'immagine tanto allegra.
    Si sarebbe sentita così sola per il resto della vita.
    Però poi c'era anche la parte in cui immaginava l'emozione di vedere Mikey tornare a casa dopo un lungo viaggio. Stare di nuovo con lui dopo tutto quel tempo. Dopotutto c'era qualcosa di romantico in tutta quella situazione. La lontananza rendeva sempre più incantevole ogni ritorno a casa. Tranne quando poi Mikey se ne usciva con cose tipo baciare ed andare a letto con un'altra o confessare che l'altra sia incinta, ma quello non sarebbe successo più, si disse Alex incamminandosi di nuovo verso casa.
    Sentì il cellulare squillare e sorrise al display. Era Ann. «Pronto?» rispose.
    «Ehi, Alex, io ed Ian stavamo pensando che magari stasera potremmo tipo, uscire tutti insieme, roba del genere... ehm...» disse con tono imbarazzato.
    «Non lo so, per me va bene, dopo ti faccio sapere. Per il momento ho bisogno di un consiglio urgentissimo...» rispose Alex.
    «Ok, spara!»
    Fece un respiro profondo e pensò a come porre la questione. Poi sospirò «Ok, dimmi solo "si" o "no"...» disse infine.
    «Ehm... in che senso? Riguardo cosa?» chiese Ann confusa.
    «Non importa, dimmi solo se è si o se è no...» insisté Alex.
Ann rimase in silenzio per un pò, poi sbuffò «Ma non ha senso, non posso dirti si o no se non so nemmeno di cosa stiamo parlando...» si lamentò.
    Alex sorrise «Tranquilla, non è nulla che riguarda te, quindi non rischi niente... Si o no?» chiese ancora.
    «Mmmh... si, credo. Ok, si. Assolutamente si. Anche se non so di cosa si tratta, direi che si va bene. Mi sento molto si oggi. Bisogna essere positivi e si è positivo, quindi si.» disse d'un fiato.
    «Perfetto, ti ringrazio. Ti chiamo dopo, ora devo andare a dire di si a Mikey che stamattina mi ha chiesto di sposarlo! Ci sentiamo dopo!» fece Alex affrettando il passo verso casa.
    Ann sgranò gli occhi e si tirò su a sedere sul letto «Aspetta aspetta come!?-» ma Alex aveva già chiuso la chiamata. Non era certa di aver capito bene, ma le pareva di aver compreso che lei aveva appena deciso per Alex. Riguardo una delle cose più importanti della vita: un matrimonio.
    E come diavolo era venuto in mente ad Alex di prendere una decisione tanto importante in modo così poco serio!?
   

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Boh. Ma proprio boh.

   
 
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