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Autore: charblack    18/07/2011    3 recensioni
Diciannove anni dopo. La Rowling ci ha lasciato con un dubbio atroce: Albus Severus Potter, colui che porta il nome di due presidi di Hogwarts, seguirà il consiglio di suo padre e chiederà al cappello di mandarlo a Grifondoro? Oppure un nuovo amico lo convincerà che non è la scelta della casa che conta, ma il carattere di una persona?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Per la gioia di Tomoyo_Daidoji qualcuno deve avermi messo sotto imperius, perché ecco qui il secondo capitolo. E meno male che doveva essere una one shot...

Ringrazio tutti per i commenti, volendo chiarire una cosa. Non sono una grande fan della nuova generazione, e sono d'accordo con quelli che dicono che l'epilogo sia stato un contentino della Rowling. A parte questo, penso di amare profondamente Albus Severus Potter e non chiedetemi perché. (forse perché abbiamo la possibilità di avere un protagonista un po' più sveglio del precedente? Chissà...)

Un'ultima cosa: ho intenzione di finire questa (breve) storia nel prossimo capitolo. Non do anticipazioni, anche se ho lasciato qualche indizio in questo capitolo.

 

 

 



Albus fissava con sguardo vacuo il foglio di fronte a sé. Faceva rollare la piuma tra le dita a scatti, in un gesto nervoso. Fu così che lo trovò Scorpius, neo amico e neo compagno di stanza.

“Che fai Al?” chiese, facendolo sobbalzare sul posto. Albus sorrise lievemente, sentendo il nomignolo del compagno, ritenendosi fortunato ad aver trovato subito un amico.

Era il suo primo giorno di scuola, ma la cosa che più lo preoccupava non erano le lezioni, ma la lettera che doveva spedire a casa. Lettera che doveva essere ancora scritta.

“Devo scrivere ai miei” annunciò tetro.

“Oh,” mormorò dopo un attimo di esitazione Scorpius, capendo in parte l'angoscia dell'amico. “Sei sicuro che tuo fratello non li abbia già informati?”

“E' per questo che mi sono alzato alle sette. James non si sveglierà prima delle otto e mezza, così ho tutto il tempo di andare in guferia e spedire la lettera”

“Geniale” sussurrò Scorpius con tono ammirato, “Degno di un Serpeverde”

Seppe di aver detto la frase sbagliata quando vide Albus accasciarsi sulla scrivania con un basso lamento.

“Non ti ci mettere anche tu Scorp, non so neanche da che parte cominciare per dirlo ai miei!”

“Ma non avevi detto che per tuo padre non c'era alcun problema?”

Albus lo guardò, ancora appoggiato sulla scrivania, con aria contemplativa.

“Un conto è pensare che io posso essere un Serpeverde, un'altra cosa è esserlo. E poi non c'è solo papà, ma anche mamma, i nonni, zio Ron, e poi...”

“Sì sì,” lo interruppe Scorpius alzando le mani esasperato. “Non cominciare con tutti i tuoi parenti che altrimenti arriva Natale”

“Ehi!” esclamò Albus imbronciandosi, non riuscendo comunque a trattenere un sorriso. Scorpius sorrise e ghignò in risposta.

“Se vuoi ti leggo la mia, così ti fai venire qualche idea”

Albus annuì, girandosi verso di lui. Il giovane Malfoy si schiarì la voce, irrigidì le spalle e con aria pomposa prese fiato.

“Padre, madre, penso sia doveroso informarvi che non sono stato smistato nella casa a voi più congeniale. Ahimé, Tassorosso non mi ha accolto, così ho dovuto ripiegare in una casa che da meno importanza all'essere dei completi imbecilli. Questo esclude automaticamente anche Grifondoro, poiché si sa che Tassi e Grifoni vanno di pari passo. A questo punto la mia scelta si è basata su un fatto puramente estetico. Penso che il verde mi doni particolarmente, soprattutto coi miei bellissimi capelli biondi e che l'argento valorizzi particolarmente i miei occhi. Sappiate che la decisione è stata sofferta, so che voi avreste voluto che i colori della mia cravatta fossero più sgargianti, ma temo che dobbiate farvene una ragione. Il vostro magnifico figlio.”

Ci fu un attimo di silenzio, poi Albus scoppiò a ridere così fragorosamente che dovette tenersi la pancia per non cadere dalla sedia.

“Hai davvero intenzione di spedirla ai tuoi?” domandò tra una risata e l'altra.

“Sì, perché? Credo di aver dato il giusto tono di drammaticità. Forse dovrei aggiungere che ho fatto amicizia con un Potter, specificando ovviamente che sei tu. Papà non dovrebbe prenderla troppo male”

Albus inarcò un sopracciglio a quell'uscita, ma Scorpius sembrava serio.

“Tuo padre non la prenderà male sapendo che sei amico con me?” chiese calcando bene sull'ultima parola.

“Gli stai simpatico” mormorò noncurante Scorpius, guardandosi le unghie di una mano.

“Gli sto simpatico?” ripeté incredulo il piccolo Potter. E quando, per Merlino, lui e Draco Malfoy si erano incrociati? L'aveva giusto visto per la prima volta il giorno prima, e neanche si erano parlati!

“E perché gli sto simpatico?”

Scorpius ghignò, come se avesse fatto la domanda che aspettava dall'inizio di quella stramba conversazione.

“Ha detto, e cito testualmente: se proprio devi fare amicizia con un Potter, falla con quello piccolo, sembra avere l'aria meno demente del maggiore”

Albus lo guardò a bocca aperta per qualche secondo, poi sbuffò.

“Malfoy!” esclamò al cielo, mentre Scorpius sghignazzava divertito.

“Va bene, torniamo al tuo problema. Ti è venuta qualche idea?”

“Sì, grazie a te so esattamente cosa non scrivere” Albus sorrise, Scorpius sembrò offeso.

“Ehi, volevo aiutare io!”

 

 

Con passo lento e strascicato Albus salì le scale che portavano alla guferia. Entrato, cercò il gufo più resistente che trovò, non sia mai che la colpa ricadesse sul povero pennuto. Prima di legare la lettera alla zampa dell'animale, la rilesse, per essere certo di volerla spedire.

 

Cari mamma e papà, non sono un Grifondoro e nemmeno un Corvonero. Non mi ci vedo neanche come Tassorosso, mi spiace. Ho fatto amicizia con un ragazzo davvero simpatico. È biondo, credo che conosciate suo padre.

Con affetto, Albus

Albus guardò le lettera un'ultima volta, prima di vederla sparire con il gufo. Alla fine aveva vinto Scorpius.

 

 

Albus guardò con orrore il gufo che planava verso di lui. Rimase bloccato nell'atto di imburrare un pezzo di pane, così Scorpius ne approfittò per prendere la lettera. L'aprì con lentezza, senza che Albus muovesse un muscolo, con un espressione piena di trepidante attesa. Ghignò soddisfatto mentre leggeva ed infine ripiegò la lettera, posandola accanto ad Albus.

“Beh, almeno non ti ha mandato una strillettera” biascicò con tono altezzoso.

Albus emise una specie di risucchio, come se avesse appena ingoiato un limone.

“È andata così male?” pigolò, guardandosi intorno sentendosi improvvisamente osservato. Ma la confusione in Sala Grande era talmente tanta che nessuno faceva caso a loro, tranne che per qualche occhiata stupita che doveva essere frutto più della loro strana amicizia che per la loro corrispondenza.

“Negherò di averlo detto, ma tuo padre è un grande”

Albus guardò con apprensione l'espressione compiaciuta di Scorpius, per poi afferrare di scatto la lettera incriminata, lasciando andare il pezzo di pane che aveva tenuto in mano fino a quel momento.

 

Figliolo, mi pare di capire che sei finito tra i Serpeverde. Penso tu debba lavorare sulle tue capacità di sintesi. Proprio non capisco perché tu abbia deciso di fare tutto quel giro di parole. Per quanto riguarda la tua amicizia con Scorpius ne sono felice. Pagherei non so quanti galeoni per vedere la faccia del padre.

Tuo padre

 

P.s.: e comunque subito dopo la tua lettera ne è arrivata una di James che blaterava sul tuo tradimento e su quanto odiasse, parole sue, quel piccolo smorfiosetto di un Malfoy. Perciò neanche zio Ron ci ha messo troppo a capire. Ah, è svenuto.

 

“JAMES!”



 

  
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