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Autore: Scarlet Blood    21/03/2006    3 recensioni
Restiamo in silenzio, entrambi persi in vari pensieri, evidentemente, quella situazione è difficile da sostenere anche per lui, non solo per me.
Immagini frammentarie ma nitide affollano la mia testa, mi sembra quasi di rivedermi, giovane, forse troppo, sempre tra queste spesse e sicure mura. In una notte d'inverno uguale a questa, con la neve che cade silenziosa avvolgendo ogni cosa con la sua triste melodia.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Title: Winter's Night
Autore: Scarlet Blood
Genere: Angst
Rating: R
Pairing:Severus/Remus
Disclaimer: Severus e Remus non mi appartengono ma sono tutti di mamma Rowling, i diritti sono tutti suoi, delle case editrici e della WB.
Tutta la storia è frutto della mia fantasia malata e non è scritta a scopo di lucro ecc ecc...

- Winter's Night -

"Avanti" dico con voce annoiata senza alzare il volto dalle pergamene che sto consultando. Il rumore del legno cigolante sui cardini arrugginiti è l'unico suono che accompagna quella visita inaspettata e del tutto indesiderata. Odio essere disturbato quando sto lavorando, cioè sempre.
Passano alcuni minuti e nessun rumore ne nessuna voce interrompono quello stato di calma apparente. So benissimo chi c'è fermo su quella dannata porta e non capisco cosa ci faccia qui.
Alzo lo sguardo irritato e mi ritrovo ad incrociare i suoi occhi color ambra. Sussulta, forse per la sorpresa.
Perchè deve avere sempre quell'espressione indifesa, quell'aria debole a malaticcia che riesce a scalfire anche la mia più collaudata aria minacciosa e arcigna?
Scaccio quell'orribile sensazione di comprensione "Pensi d'entrare o rimarrai lì a fissarmi tutta sera?" domando con il tono più scocciato che riesco "Entra o vattene, ma chiudi quella porta, la corrente d'aria si sta facendo decisamente fastidiosa, Lupin"
Sospira e fa un passo in avanti "Scusa, è che mi sembravi così assorto...bhe...che non volevo disturbarti" e mentre pronuncia queste poche parole si gira per richiudere delicatamente la porta.
"Per non disturbarmi avresti dovuto pensarci prima di bussare alla mia porta, non pensi?" commento acido riabbassando lo sguardo.
Il fruscio di stoffa che accompagna i suoi movimenti, mi fa capire che si sta avvicinando alla scrivania, un tonfo leggero e, di sottecchi, lo vedo seduto di fronte a me, sprofondato nella poltrona. La stoffa verde con cui è foderata crea un particolare contrasto con la sua pelle pallida, e le fiamme del camino aumentano spettralmente i segni della stanchezza che si possono scorgere sul suo viso. Ma c'è dell'altro, qualcosa di diverso in lui questa sera, qualcosa che non riesco a capire e che attrae inevitabilmente la mia attenzione.
Questa volta sono io a sospirare, prima di lasciarmi ricadere contro lo schienale della poltrona, arrendendomi all'evidenza che non avrei più combinato nulla.
"Per quanto io ami il silenzio, questa situazione sta diventando ridicola" mi passo una mano sugli occhi, poggio la testa all'indietro e li chiudo mentre con le dita mi soffermo a massaggiare una tempia, cercando invano di stemperare la tensione che ho accumulato nella giornata "Sei qui per la pozione immagino, il plenilunio si avvicina...non vedo per quale motivo tu faccia tutta questa sceneggiata"
"Sai Severus, a volte mi chiedo per quale motivo tu sia sempre così insopportabilmente scorbutico" il tono che ha usato è così inusuale per lui, non riesco a fare a meno di risollevare la testa e guardarlo sorpreso.
"E se io fossi qui solamente per fare due chiacchiere e bere una tazza di tea?"
Ora ha di nuovo il solito tono affabile e calmo.
"Ti farei notare che hai scelto una sera abbastanza, come dire, insolita, per venire a fare conversazione con il sottoscritto."
Lo vedo trasalire e stringersi quasi allo spasimo le mani che tiene fermamente congiunte in grembo.
"Andiamo Remus, non dirmi che pensavi veramente d'essere l'unico perseguitato dal passato..." lo scruto attentamente "No, non sei così ingenuo come vuoi apparire. Penso che tu sia venuto qui con un unico scopo. Volevi sapere se anch'io me ne ricordavo vero?" non aspetto che mi risponda, non c'è nulla che possa dire, mi alzo e mi sposto davanti alla scrivania, poggiandomi ad essa continuo a guardarlo "ebbene si, ricordo ogni istante di quella notte di quindici anni fa."
Con un colpo di bacchetta faccio apparire un bicchiere nella mia mano sinistra e uno davanti a lui, entrambi contengono un liquido ambrato, che mi fa per un attimo pensare ai suoi occhi e i ricordi si sovrappongono al presente. E la consapevolezza di quanto quelle iridi non siano mutate d'intensità con il passare degli anni, mi colpisce alla sprovvista insieme ad una strana sensazione che si fa strada dentro di me.
Esitante avvolge le sottili dita attorno al prezioso oggetto di cristallo "Allora siamo in due." è l'unico commento che esce da quelle labbra.
"Penso che del whiskey incendiario sia più adatto del tea per brindare a quella notte." sussurro prima di ingoiare velocemente l'intero contenuto del bicchiere, imitato subito anche da lui.
Restiamo in silenzio, entrambi persi in vari pensieri, evidentemente, quella situazione è difficile da sostenere anche per lui, non solo per me.
Immagini frammentarie ma nitide affollano la mia testa, mi sembra quasi di rivedermi, giovane, forse troppo, sempre tra queste spesse e sicure mura. In una notte d'inverno uguale a questa, con la neve che cade silenziosa avvolgendo ogni cosa con la sua triste melodia.
Le vetrate annebbiate dal freddo, ghiacciate, che però non riescono a celare del tutto quello splendido spettacolo alla mia vista. La foresta proibita completamente innevata è ancora più spettrale del solito e spicca nell'oscurità, rischiarata dal piccolo spicchio di luna che coraggioso fa capolino nella distesa del cielo.
E dei singhiozzi, soffocati e trattenuti ma che nitidamente arrivano al mio orecchio.
"Sai mi sono sempre chiesto cosa ci facessi nell'ala ovest quella sera. So il perchè, ma non il motivo che ti ha spinto a rifugiarti in quel luogo, quelle aule del castello ai nostri tempi erano decisamente frequentate. Quindi non hai cercato un posto per nasconderti..." non so cosa mi abbia spinto a fare quella domanda, ma non sono riuscito a trattenermi, strano, dopo anni impiegati a controllare e razionalizzare ogni più piccola azione, in questo momento non riesco a fare a meno di affidarmi al mio istinto e all'irrazionalità del momento "Volevi essere trovato, speravi che lui venisse a cercarti..."
"Già, ed invece sono stato trovato dall'ultima persona che mi sarei immaginato di incontrare." ammette senza esitazione "Ma sai la cosa più ironica qual'è? Sirius...non si è nemmeno accorto che non ero in dormitorio quella notte...la persona che aspettavo così disperatamente, non ha nemmeno notato la mia assenza."
L'amarezza che si può udire in quelle parole mi irrita. Non riuscirò mai a capire come possa ancora ridursi in questo stato per quel bastardo e traditore di Black. E meno male che lui era quello intelligente del gruppo. Fin da allora non ha fatto altro che stare nell'ombra di quel borioso e presuntuoso, coprendolo sempre.
Non trattengo una risata "Che ti aspettavi? Di trovarlo sveglio e in pensiero per te? Scommetto che quando quella mattina sei entrato nella vostra stanza era tranquillamente addormentato nel suo letto. Proprio una bella dimostrazione d'amore non trovi Lupin?"
Si alza di scatto e pronuncia poche parole a denti stretti "Smettila...tu...tu non conoscevi Sirius...lui era..."
"Lui era cosa Lupin? Innamorato? Un grande amico? Smettila di raccontarti menzogne. Vi ha traditi! E tu stai ancora qui a difenderlo come allora. Ne è valsa la pena? Ne vale la pena?" non mi sono nemmeno reso conto che mentre parlavo sono avanzato dimezzando la nostra distanza.
E' un attimo e sento le sue mani sul mio petto, mi spinge lontano avanzando verso la porta "Scusa, non so cosa pensavo quando sono venuto qui." sussurra.
E' no, non gli permetterò di scappare così, ora che mi ha gettato in questo tunnel di ricordi non mi farò trascinare da solo.
E' quasi alla porta quando riesco ad afferrarlo per un braccio, con uno strattone lo faccio girare, facendolo sbattere contro il legno, per poi stringergli entrambe le braccia.
"E' no caro Lupin, troppo facile fuggire in questo modo." sibilo cattivo a pochi centimetri dal suo viso.
"Lasciami Severus..."
"Dammi una buona ragione per farlo...dammi solo una ragione per lasciarti uscire da questa stanza, dopo che sei arrivato sconvolgendo questa serata, con ricordi che cerco di ignorare da anni."
"Mi dispiace..."
"Spiacente ma con me non attacca, non ti dispiace affatto, volevi qualcuno con cui dividere il dolore no? Volevi sapere che qualcuno soffriva come stai soffrendo tu. E' per quello che sei venuto qui questa sera." comincio a scuoterlo "Ammettilo! Il pacifico e gentile Lupin era stanco di scontare tutto da solo e voleva che qualcuno condividesse un po' delle sue colpe...non è così?"
"Si lo ammetto! Va bene lo ammetto!!" urla, gli occhi lucidi e urla tutta la sua rabbia "Per una volta da quella notte volevo dividere quella colpa. Perchè è vero, lui ci ha traditi tutti. Ma anch'io l'ho tradito, molto tempo prima, in una notte d'inverno. Tra le tue braccia!" singhiozza e ansima per lo sforzo.
Sentirlo dire quelle parole, una dolorosa ammissione ad alta voce di qualcosa che non è mai stato detto, non ho mai parlato con nessuno, e so che nemmeno lui l'ha fatto, nessuna parola è mai stata pronunciata per quel fatto...
E tutto questo è qualcosa di così irreale.
Sembra quasi che quello che fino ad ora è stato racchiuso in un limbo a parte, immerso tra ricordo e sogno, sia diventato concreto e vero, troppo vero.
Stringo le dita attorno alle sue braccia, le sento penetrare nella carne attraverso la stoffa.
E faccio la cosa più stupida che potrei fare in questa situazione.
Annullo la distanza che c’è tra noi, schiacciandolo contro la parete con il mio corpo, prendo possesso di quelle labbra dischiuse coinvolgendolo in un bacio violento, esigente, quasi con l'intento di cancellare le ultime parole che ha urlato. Rimango sorpreso quando sento la sua lingua cercare la mia, non lotta per liberarsi, ma si stringe a me, aggrappandosi alla mia giacca e stringendomi più che può.
Quando interrompiamo il bacio, sempre stretti l'uno all'altro, i nostri occhi si incontrano e la confusione sembra essere l'unico sentimento che proviamo in quel momento.
"E' tutto così sbagliato..." sussurra abbassando la testa e posandola sulla mia spalla.
"L'hai detto anche quella sera."
"Tu mi odiavi...e mi odi ancora"
"Sbagliato, io non ti sopportavo e non ti sopporto, quello che odiavo e odio è Black. E penso che una delle ragioni, sommata a tutte le altre migliaia tu la sappia benissimo"
Sospiro profondamente e poi mi stacco da lui, mi allontano di qualche passo e lo guardo.
"Vattene. Tu non vuoi stare qui, non lo volevi nemmeno quella sera, è solo la disperazione e la solitudine che ti spingono a comportarti così. E io non sono un maledetto rimedio alla mancanza che provi per quel bastardo."
"Potrei farti notare che sei tu che mi hai baciato" commenta a testa china fissando il pavimento.
"Si certo e tu hai fatto di tutto per sottrarti" ribatto sarcastico.
Mi giro avviandomi verso la vetrinetta delle mie pozioni personali. Scostando alcune ampolle, recupero due boccette per poi tornare sui miei passi e porgliele.
"La tua pozione più una calmante e soporifera per questa notte."
"Non ho bisogno di quella roba"
"Fa come ti pare, basta che te ne vai" rispondo in tono stizzito, voglio che se ne vada da qui, al più presto.
"Cosa c'è Severus? Ti fa paura la mia presenza qui?" aggiunge mentre si avvicina.
"Non ho paura" sibilo "Sto solamente cercando di farti un favore, ma a quanto pare tu non lo vuoi capire"
"Non ho bisogno della balia. Sono abbastanza grande per decidere cosa voglio o no, non credi?"
"No! Merlino, no! Quando si tratta di lui no! Sei totalmente irrazionale per tutto cioè che riguarda Black!"
Ormai è praticamente ad una spanna da me, prende le boccette e le appoggia sulla scrivania poco distante da noi.
"Questo non riguarda Sirius."
"Ma per favore...e allora cosa riguarda? Ti manca, ti manca così tanto che vuoi un sostituto, e ti adatti anche a me."
"No...non voglio un sostituto, voglio qualcuno che per una notte mi faccia dimenticare..."
"Certo, come allora per poi ritornare a struggerti di dolore e rimorsi, solo che ora la cosa coinvolgerebbe anche me! Per il semplice fatto che siamo cresciuti e purtroppo maturando ho dovuto capire che sempre siamo costretti a fare i conti con le responsabilità delle proprie azioni."
Le sue mani si sono poggiate sul mio petto, e leggere stanno percorrendolo verso l'alto fino ad arrivare alle spalle.
"Hai ragione Severus, siamo cresciuti, ed è proprio per questo che questa volta sarà diverso, allora volevo conforto e qualcuno che lo sostituisse, ora voglio solo qualcuno che mi faccia dimenticare tutto e tutti per una notte, qualcuno in grado di stringermi e donarmi un po'...un po' d'amore."
"Smettila" giro il volto per evitare il suo sguardo, mentre con le mani vado a coprire le sue bloccandone il percorso.
"Ce ne pentiremo, entrambi...lo sai..."
Lo sento poggiarsi contro di me, sollevarsi appena arrivando al profilo della mia mascella e cominciare a baciarlo.
"No...non accadrà."
Prendendomi alla sprovvista mi spinge facendomi perdere l’equilibrio in modo che mi sieda sulla poltrona che poco fa occupava lui.
Le mie mani che prima stavano bloccando le sue, ora si trovano inchiodate ai braccioli, nella sua presa ferrea, ogni volta mi stupisco di quanto in realtà possa essere forte, nonostante il suo aspetto malaticcio.
Si sta chinando e mentre osservo le sue labbra avvicinarsi non trovo più motivi per respingerlo, non ho più la forza di farlo ragionare, se è questo che vuole...
In fondo non ho mai negato a me stesso quanto Remus mi piaccia, pallore e cicatrici comprese.
Nell'istante in cui le sue labbra sono sulle mie, nulla ha più importanza, voglio questa notte tanto quanto la vuole lui, per motivi differenti sicuramente, ma non ho più la forza di oppormi a qualcosa che sia il mio corpo che la mia mente reclamano a gran voce.
Completamente rapito dai movimenti delle labbra di Remus, che affamate non accennano minimamente a volersi staccare dalle mie. Socchiudendo le mie faccio in modo di approfondire quell’esplorazione, permettendo alle lingue di scontrarsi e cercarsi, sfiorandosi sensualmente. Un bacio rude e affamato, ecco cos’è, senza dolcezza, solo frenesia e voglia di andare oltre, di ottenere di più.
Trasportato forse dal momento, sento che la presa sui miei polsi si fa più lenta, così ne approfitto per liberarmi definitivamente, afferrando Lupin per le spalle alzandomi per cominciare a spingerlo all’indietro.
Solo quando lo sento andare a sbattere contro qualcosa mi stacco da quel contatto di bocche, lo guardo negli occhi, ancora disposto a concedergli un ultima possibilità di tirarsi indietro.
Non un incertezza, non un vacillamento in quelle iridi.
Sento le sue mani vagare su di me, in cerca di uno spiraglio per superare la barriera costituita dai vestiti, insinuarsi abili attraverso la stoffa. Per agevolarlo, con rapidi tocchi slaccio e faccio cadere a terra la mia casacca nera, rimanendo solamente con una camicia bianca, di morbida seta. Un brivido mi percorre il corpo, ma non riuscirei a dire se per colpa del freddo o di quelle mani che sfilando i lembi inferiori dell’indumento dai pantaloni, sono finalmente arrivate a contatto con la mia pelle.
Con rapidi gesti raggiungo la mia bacchetta, abbandonata sulla scrivania e la sgombro totalmente, afferro Lupin e di peso lo faccio sedere sul legno massiccio, insinuandomi tra le sue gambe mi riavvicino a lui facendo evanescere il suo maglione prima di ricongiungere le nostre bocche in un altro bacio.

****

Perchè l'ho fatto? Perchè mi sono lasciato trasportare nuovamente da questa follia? Non ne ho idea, soprattutto ora, sdraiato nel mio letto, nei sotterranei di Hogwarts, stretto al suo corpo nudo e caldo, con solo il respiro regolare del suo sonno come unica colonna sonora in questa notte silenziosa.
Il vento si è placato, e la neve cade leggera e timorosa oltre queste spesse mura.
Ed io...io mi chiedo cosa accadrà domani quando si sveglierà e capirà che per l'ennesima volta ha commesso quell'errore che già l'aveva quasi spezzato in passato.
Quell'errore che ha il mio volto, e il sapore dei miei baci.
E questa volta non ci sarà neppure quel bastardo di Black al suo fianco.
E forse non c'è mai stato.
Alzo la mano e lentamente gli sposto una ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte, l'ho sempre trovato bellissimo, ma non ho mai potuto confessarglielo. E ho sempre conservato con gelosia quell'unico ricordo di una notte passata insieme a lui.
Almeno fino ad ora.
Chiudo gli occhi e assaporo quegli ultimi attimi che ci separano dall'alba, e dalla sua fuga mattutina.
"Resta con me" non posso trattenermi dal sussurrarlo, mentre il sonno mi avvolge.

  
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