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Autore: Amy_Jones    18/07/2011    2 recensioni
"Kate, non ho mai visto i suoi occhi blu traboccare di lacrime di sicerità". La voce di Jesse si disperse per tutta la casa, così forte nelle mie orecchie, nel mio cuore. Così forte che persino lui avrebbe potuto sentirla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

- No Worries ;

 

Jesse ha scelto un locale per niente tranquillo. Un bar pieno di gente di tutti i tipi e la musica è così forte da far venire il mal di testa. E’ tutto buio qui. Solo qualche riflettore illumina i miei passi, in modo da farmi largo tra la calca di gente per poi sparire in un attimo. E lei intende parlare qui? Sempre la solita strana.

-“Mi senti Kate?”- sbraita.

Eccome se la sento, voglio uscire da qui:-“Sì! Senti Jesse, che ne dici di cambiare locale?”-

-“Hai bisogno di un po’ di confusione.”- esulta.

Come se quella che tengo adesso non bastasse! Sospiro e la seguo. Siamo dirette verso delle poltroncine più calme, un po’ isolate dalla massa. Non vedo l’ora di sedermi lì.

Jesse mi fa sedere e mi ordina di aspettare mentre va a prendere da bere. E’ da un po’ di tempo che non vengo qui. Ho l’impressione di esserci già stata, con Matthew forse.

Ma quelli erano altri tempi. Tempi in cui la musica così forte o la confusione non mi davano così fastidio. Sono rimasta troppo tempo chiusa nel mio appartamento, credo che Jesse abbia ragione.

Arriva camminando sui tacchi verso di me, e la gonna le svolazza delicatamente sulle gambe.

Mi porge il bicchiere di vetro e dice:-“Vodka alla fragola.”-

-“Che schifo Jesse!”- rido –“Non mi piacciono gli alcolici”-

-“Imparerai”- sorride.

-“Come sta andando il cd?”- dico, quasi urlando, la musica copre la mia voce.

-“Alla grande tesoro! E’ finito! Un anno di durissimo lavoro.”- sospira, il suo sguardo si incupisce un po’. Guarda a terra, giocherellando con la cannuccia del bicchiere.-“Credi ce la farò?”-

-“Sei sempre stata bravissima.”- la incoraggio, ed è la verità. –“E’ normale che ti critichino. Tutti criticano, la gente lo fa sempre. Bisogna solo saper rispondere. Che ne pensano i tuoi?”-

-“Beh, avrebbero voluto che facessi altro. Ma sai com’è…la vita ci stupisce!”- ride.

Ridiamo insieme, e sorseggiamo un po’ di quella…vodka, che continua a farmi sempre schifo.

Ma una birra? Perché proprio la vodka? Mi vengono le lacrime agli occhi di quant’è forte.

-“Ho incontrato dei tipi famosi!E indovina.. una band collaborerà con me per una canzone, e aprirà il mio tour in Inghilterra.”-

-“Dici sul serio! Ma è fantastico!”- esclamai, quasi mi volava la vodka dalle mani per la gioia.-“E allora? Chi è questa band?”-

-“Credo salterai dall’emozione quando te lo dirò… i Mcfly!-

Emozione? Quasi mi viene da ridere. Non li conosco neanche. Non ho mai sentito parlare di loro, né so chi siano.

-“Ehm, Jesse. Io non so chi siano i Mcfly”-

Jesse strabuzza gli occhi e apre leggermente la bocca. Io ascolto musica rock, qualche canzone metal.

Ma i Mcfly.. mai sentiti nominare.

-“I Mcfly sono sulle copertine di tutti i giornali, su ogni stazione radio, su ogni canale Mtv.. e tu.. non li conosci? Tesoro siamo in Inghilterra! E i Mcfly in Inghilterra sono venerati più del principe William!”- esclama Jesse scoppiando a ridere. Mcfly. Dovrei ascoltare qualche canzone, ma in questo momento non so proprio cosa dire. Figuraccia a parte, io non li ho mai visti.

Il nome era carino.

-“Beh, mi sa proprio che te li farò conoscere!”-dice Jesse prendendomi le mani dolcemente.

Farmeli conoscere? Oh sì certo come no! Che figuraccia, non so praticamente niente sul loro conto, non ho mai ascoltato una canzone, sarebbe una cosa terribile averli davanti e rimanere zitta e ferma.

Una cosa terribile anche nei confronti di Jesse.

-“Jesse ma…”- provo a dire, ma lei mi interrompe:-“Documentati!”- incalza.

Sospiro. Documentarsi potrebbe essere una buona idea. Continuo a sorseggiare la vodka.

-“Sono dei tipi simpatici”- spiega, interrompendo il silenzio.-“Dovresti vederli come si punzecchiano”-

Sorrido. Da come ne parla, devono essere dei tipi strani.

-“Quando vuoi tu, li conoscerò”-

-“Vieni venerdì pomeriggio. Non hai il turno di lavoro, è il fine settimana, e non hai neanche università!”-

Jesse è più informata di me sui miei programmi. In effetti, posso benissimo raggiungerla alla casa discografica. Non ho mai visto Jesse alle prese con cavi e microfoni, mi piacerebbe avere un “anticipo” del suo album.

-“Già. Voglio anche sentirti cantare!”- le dico. –“Quando uscirà il tuo album?”-

-“A fine mese.”- dice Jesse, emozionata. –“I Mcfly recensiranno il mio album. Il loro commento verrà messo tra virgolette, in basso a destra, nella copia dei cd!”- aggiunge, gesticolando.

-“Mitico!”- le sorrido.

E’ il lavoro perfetto per Jesse: firmare autografi, saltare sul palco, collaborare con altri artisti.

Aspetto con ansia venerdì. Voglio vederli, questi Mcfly. Mi immagino dei tipi strani e simpatici.

Jesse ne parla come se fossero già amici.

-“Collabori da tanto con i Mcfly?”- le chiedo.

-“Sì da un mese. Abbiamo scritto un pezzo della canzone insieme al bassista.”-

Jesse arrossisce di colpo, quando parla del “bassista”. Abbassa lo sguardo con un sorrisetto, e mescola il ghiaccio e la vodka con la cannuccia più veloce di prima.

-“Jesse? Hai il ragazzo?”-

-“Ma che diavolo dici”- sbotta, tutta rossa. –“Amici. Colleghi. Nient’altro”-

Tossisce per schiarirsi la voce ma è ancora rossa come un peperone.

-“Matthew? Si è più fatto sentire?”-

Cos’è il suo modo di vendicarsi per averla messa in imbarazzo? Deglutisco, sospirando. Cattivo modo per cambiare discorso, senza dubbio!

Non mi  piace parlare di lui, anche se si era fatto sentire in quei giorni. Voleva tornato l’anello che mi ha regalato a Natale. Gli è costato una fortuna, quindi credo che voglia riprendersi i soldi.

Lo considero un gesto meschino, ma voglio togliere quanto più cose possibili da lui dalla mia vita.

Voglio che se ne vada. Ma come faccio a strappare la sua foto in mezzo al mio diario segreto?

Ci vuole una gran forza di coraggio. Una grande botta di coraggio.

-“Vuole tornato l’anello”-

-“Cheeee?!”- dice Jesse, sputando per terra la vodka sdegnata-“Ma… è un regalo!”-

-“Lo so. O lo vuole regalare alla sua sgualdrina per risparmiare, oppure vuole solo prendersi di nuovo ciò che ha speso. Sai, Matthew e i soldi sono in buoni rapporti.”-

Jesse diventa rossa non per imbarazzo ma per rabbia. –“Digli di scappare da Londra. Se lo prendo lo spedisco in Cina a calci nel culo! Matthew è un testa di cazzo!”-

Jesse che dice parolacce. La cosa mi lascia alquanto basita. Di solito lo faceva quando era stracolma di rabbia. Beh, credo che adesso lo sia. Sono la cosa più cara che ha, e odia già Matt per ciò che mi ha fatto, inserire due parolacce in una breve frase credo sia il minimo che potesse fare.

Scoppio a ridere. Neanche io riesco ad odiarlo così tanto, non ancora. Quanto mi manca.

-“Dai Jesse, che si riprenda tutto quello che vuole. Non ho che farmene di un anello al dito se poi mi ha colpito alle spalle quando ne ha avuto l’opportunità”-

Jesse annuisce: -“Hai ragione”-

Basta. Basta essere tristi. Basta rimuginare sul passato. Se ci mettiamo a rimuginare sulle cose brutte della vita finiamo per perderci quelle più belle… quindi…

-“Giù i pensieri e su i bicchieri, no?”- le dico, prendendole il braccio. Jesse mi guarda come per chiedermi che diavolo mi stia prendendo.-“Andiamo a ballare. Al diavolo Matt, festeggiamo il tuo nuovo album! Niente preoccupazioni, Jesse. Stasera ci si sballa.”-

Jesse sorride a trentadue denti e si alza di scatto:-“Cosa c’era nella tua vodka?”-

Ci perdiamo tra la folla, accompagnate dalla musica spacca timpani e dal delirio della gente che balla senza stancarsi da ore. Ho voglia di sorridere e far tardi, di pensare a quanto sia bello ridere con Jesse anziché ripensare a Matt. Gli errori aiutano, l’importante e non rifarli.

Troverò qualcun altro, che mi darà ciò che Matt non ha saputo darmi.

Che mi amerà, e questo Matt non l’ha mai fatto.

  
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