Quel giorno mi svegliai pensierosa. Avevo dormito malissimo, avevo mille pensieri per la testa... Ma, ovviamente, quello che più mi martellava era una cosa che contava di più di tutte le altre, una cosa molto pericolosa, una cosa che dovevo fare di nascosto da tutti.
Mi vestii in fretta, nervosa, mi bagnai la faccia e scesi da mio padre.
"Papà, oggi devo andare da Edward. Mi ha invitata un po' a casa sua.", cercai di fingere.
"Bella... ascoltami bene. Innanzitutto siediti, perchè prima di uscire da casa dobbiamo parlare."
Presi una sedia dal tavolo con mano tremante e la poggiai vicino a quella di mio padre. "Che cosa c'è? Che ho combinato ora?", dissi nervosa.
"Bella, dobbiamo parlare di una cosa molto seria. E' da un po' di giorni che sei rinchiusa in camera, non parli mai, non sei più quella di sempre... Insomma, non vuoi parlare più con nessuno e sei anche dimagrita! Bella, per favore.. Qualunque cosa ti serva io sono sempre a tua disposizione. Se mi vuoi dire qualcosa, tutto quello che vuoi. Lo sai che ti ho sempre aiutata e sai anche che ti aiuterò sempre."
Questa volta, papà aveva capito. Ma, insomma, non potevo essere lasciata in pace almeno un giorno? Cercai di non rispondere male a Charlie, anche perchè era il mio papà, e questa discussione l'aveva aperta solo per aiutarmi. Purtroppo, però, quello che dissi sorprese anche me, le mie stesse parole mi colsero sul fatto.
"Papà, io non vorrei parlare ora del problema che mi perseguita da mesi. Mi dispiace... non voglio offenderti perchè questa è una cosa assolutamente privata, ti giuro che non lo sa nessuno. Solo io. Io ti vorrei dire solo una cosa, una cosa che ti volevo dire da anni: papà, ti prego, non posso dirti quello che sto passando ma mi devi aiutare. Ti prego. Tu solo se la mia unica speranza."
Papà rimase sconcertato da quelle parole. Non era offeso, anzi... Ma non mi aveva sentita mai parlare così seriamente. Mai. Eh già, perchè da questo problema dipendeva il mio futuro. Il mio futuro da umana o da vampira.
Salutai mio padre dandogli un bacio sulla guancia e ringraziandolo per tutto quello che aveva fatto per me, per tutto il tempo che mi era rimasto vicino anche se gli altri mi erano lontani.
Dopodichè, mi preparai alla morte. Andai in macchina per raggiungere Edward a casa sua. Come al solito, però, lui mi aveva anticipata. Lo trovai nella sua macchina, una Volvo, leggermente accostata alla mia.
Quel giorno egli aveva lo sguardo più scuro del solito. Chissà perchè!
Presi coraggio e iniziai a parlare: "Noi non possiamo continuare così. Ma ti rendi conto della possibilità che mi hai dato? Qui c'è di mezzo la mia vita, Edward! Non so se hai un'idea precisa di quello che mi hai detto un mese fa."
E lui: "Ma tu non lo capisci quanto sei importante per me? Sei tu che dovresti farti un'idea, non io! Non capita molto spesso che un umano e un vampiro si accoppino sai?!?"
"Ma questo che importa? Vorrà dire che noi saremo i primi. Che male c'è? Nessuno ci impedisce niente."
Ma lui era irremovibile: "Bella, sai una cosa? Tu non hai capito proprio niente!"