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Autore: DotBoo    19/07/2011    3 recensioni
Scorpius/Lily sono ad Hogwarts da un paio di anni. Non si sono mai degnati di tanta attenzione, nonostante i genitori fossero nemici ai tempi della scuola.
Ma qualcosa sta per cambiare e il tutto non ha un'aria esattamente rose e fiori.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Lily/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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VII
~ La notte più lunga

(Parte 1)

«Avevo sperato non fossi così stupida» proferì lui «e che dopo esserti alzata, saresti tornata dritta dritta al castello.» continuò pungente.
«Ma poi…» proseguì alzandosi da terra «realizzando che fossi Lily Potter, non potevo aspettarmi altro: la tua pelle non vale la tua curiosità» affondata.
Lily voleva parlare, davvero, ma quando aprì la bocca, non uscì alcun suono.
Lentamente il biondo si avvicinò.
«Perché sei ancora qui?» domandò retorico. La risposta la conosceva, ma voleva sentirsela dire. «Avanti, Potter, non mordo mica» o non in queste condizioni, avrebbe aggiunto ma l’aria già particolarmente tesa della ragazza era sufficiente a colmare il senso di disagio che era riuscito a creare in lei.
«Io…» accennò flebile.
«Io, io, IO…» ripeté lui in tono crescente «Mi pedini da più di un mese ormai, ti sei fatta baciare non una…tre volte» aveva preso a girarle intorno «ed ogni volta che provo a chiederti qualcosa, sai dirmi solo “io”.» concluse tornando ad ammutolirsi.
Quello fu uno dei silenzi più lunghi che mai fosse intercorso tra i due. Le braccia di Lily erano lasciate cadere entrambe lungo i fianchi ed il capo osservata il pavimento. Strinse le maniche del golf che portava indosso, nonostante una di quelle fosse strappata. Gli incisivi affondarono senza alcuno scrupolo sul labbro inferiore.
«E’ morta?» fu la prima cosa che disse.
Malfoy Jr. si arrestò proprio dietro le sue spalle, come spiazzato dalla domanda. Ci mise un po’ di tempo a capire cosa intendesse la grifondoro perché, quando il suo corpo raggiungeva quello status, non sempre ricordava lucidamente tutto.
Era uno degli svantaggi della maledizione. Non era molto chiaro il meccanismo ma c’erano delle volte che perdeva il controllo di se e cadeva in uno strato di frenesia tale da renderlo mezzo uomo e mezzo lupo, ma con la mente animale del secondo.
Se si era fermato, con Lily, la causa era lei. Non capiva perché, ma la bestia che viveva dentro di lui e alla quale doveva ancora abituarsi, non trovava così spiacevole la rossa. Riprese a camminare.
«Non credo…» si limitò a rispondere il biondo. Per quanto ne sapeva lui, era appena riuscito ad assaggiarla. La frenesia lo portava ad essere sensibile al sangue.
Lily ascoltava i suoi passi uno ad uno, seguendone il percorso. Era imbarazzata e terrorizzata al tempo stesso. Non aveva il coraggio di alzare il capo per osservarlo, nemmeno con la coda dell’occhio. Per assurdo non sapeva che dire.
«Hai già finito di parlare?» domandò lui lanciandole uno sguardo.
«P-pp-ppposso a-a-a-andare?» domandò tremante come una foglia.
Scorpius si fermò di fronte a lei, ma dandole le spalle. «E dove vorresti andare?» domandò portando le chiare iridi a fissare il soffitto, un istante, poi riprese la sua marcia.
«A-a-al castello» proseguì lei senza troppi giri di parole. Prima si levava da quella situazione, prima sarebbe stata meglio.
«Al castello» incalzò lui «lo stesso castello che ormai ha già chiuso i portoni perché, come ben sai, l’orario estivo entra in vigore solo dopo metà aprile?» domandò con una vena di sarcasmo. Si fermò di nuovo, questa volta, di fronte a lei. Incrociò le braccia al petto e rimase a guardarla.
«Si Potter, se quello che stai pensando è “Oh mio dio sono incastrata con un mostro tutta la notte”, la risposta è si» non sembrava volersi muovere da li davanti. Dal canto suo, lei non riusciva a collaborare.
«E la mia faccia è qui» canzonò poi «non li per terra. Pazzesco…» continuò. «mi baci, ma non riesci nemmeno a guardarmi in faccia, pff.» aggiunse e lo fece con l’intento di metterla ancora un po’ in imbarazzo.
Lily sembrava essere la vittima di un Pietrificus. Malfoy rimase ad aspettare una qualsiasi reazione, minima, un paio d’istanti.
«Che diavolo ci trovo in te, lo sa solo lui» aggiunse poi congedandosi e scomparendo nella stanza dove prima l’aveva aggredita. La c’erano più panchine su cui stendersi. Il pavimento non era poi così comodo soprattutto visto le temperature che raggiungeva durante la notte. Sicuramente in qualche armadio avrebbe trovato qualcosa con cui coprirsi. Negli spogliatoi si poteva trovare davvero di tutto.
Scorpius aveva il vizio di parlare di quell’io animale che risvegliava il suo istinto come se fosse una terza persona. Come se durante i momenti di frenesia, fosse un individuo diverso a comandare il suo corpo. In un certo senso era così. La sua parte irrazionale sopprimeva quella razionale dei ragionamenti e delle congetture e lasciava spazio all’inconscio, alla natura dei suoi istinti. Tra questi istinti c’era anche quello di desiderare Lily Luna Potter.
Non se ne capacitava. In normali circostanze, lui non avrebbe mai perso del tempo dietro a lei e difatti i cinque anni precedenti erano trascorsi senza che vi fosse chissà quale rapporto se non semplice conoscenza di volto e nome.
Non che fosse brutta, solamente non era il suo tipo ideale ed era una Potter. Nonostante questo, non riusciva a resisterle. Il suo odore era riconoscibile tra quello di un milione di fiori diversi. Sapeva sempre dov’era perché quel profumo lo inebriava.
Come lo faceva sentire patetico tutto ciò. Di certo non avrebbe avuto bei ricordi del suo ultimo anno scolastico. Aveva contratto forse la peggiore delle maledizioni e provava un’attrazione irresistibile per una Potter.
Tutta questa situazione, di Lily si intende, aveva creato un conflitto interiore nel serpeverde che sembrava ingestibile. Si rendeva conto che quando era in se, non provava nulla per lei. L’indifferenza era la stessa che si ha per un estraneo. Ma quando lei parlava, o le stava troppo lontana, qualcosa dentro di lui si allertava contro la sua volontà.
Aveva recuperato un paio di coperte. Puzzavano come quelle dell’infermeria ma era meglio di niente. Nonostante si fosse spostato nella stanza dove c’erano più panchine, aveva preferito sistemarsi ugualmente a terra per una questione di spazi.
Non aveva idea di cosa stesse facendo l’altra, né se si fosse tolta da dove l’aveva lasciata.
Fu lei a dare risposta alle sue domande poco dopo, quando dopo essersi “scongelata” senza dire nulla, aveva preso a camminare diretta verso la porta.
«Dove stai andando?» domandò lui con fare inquisitorio. Lily non rispose.
«Potter, sono pur sempre un prefetto. Ti ho fatto una domanda.» aggiunse con tono più minaccioso.
Si blocco la rosa, poco prima di raggiungere la porta.
«Secondo te? Fuori, tutto è meglio di qui.»
«Tu credi?» domandò con tono saccente lui. «Ragazzina, non essere sciocca. Tu non sai cosa c’è la fuori durante la notte.»
Lily era perfettamente conscia del fatto che Scorpius avesse ragione. Dopotutto, lei, non era mai rimasta fuori dal cortile durante le ore di buio e le sue scappatelle avvenivano all’interno del castello. Rimase di nuovo impalata, in piedi davanti alla porta per dieci minuti buoni.
Malfoy la osservava in silenzio da quell’angolo buio e lei sentiva i suoi occhi addosso. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Potevano essere le dieci al massimo ma tutto quello che aveva vissuto oggi, era stato fonte di uno sforzo incredibile. Si spostò poi, dirigendosi verso la panchina più vicina ed accomodandosi sopra.
Scorpius non parlò e lei nemmeno. Non aveva la minima voglia di incrociare il suo sguardo e questo per evitare di affrontare il discorso. Se si fosse addormentata, sarebbe arrivato subito il mattino e avrebbe potuto lasciare quel posto che era diventato la sua trappola. Ma se lui avesse fatto qualcosa di strano?
Rimasero così per un’ora, forse meno. Il tempo sembrava non finire e se da una parte l’idea di dormire l’allettava, l’ansia e il senso di angoscia che avevano pervaso anche il più piccolo dei suoi capillari non le permettevano di fare nulla che non fissare quel punto li davanti.
«Potter, vieni a prenderti una coperta. Non ho voglia di sentire anche per il tuo eventuale ibernamento.» fu nuovamente lui a interrompere il silenzio «Già le sentirò per quella» aggiunse in un sussurro.
Lily ci mise un po’ prima di decidere cosa fare. Sapeva di non voler subire altre aggressioni e meno lui parlava, più lei stava tranquilla così, con calma, si alzò e si diresse la dove giaceva lui.
Gli si avvicinò con cautela, nemmeno stesse per raggiungere un pacco pronto a esplodere. Sembrava normale, come sempre d’aspetto ma ora quell’alone che tempo prima lei aveva notato era più che evidente. Arrivata vicina, girò lo sguardo altrove ed allungò il braccio sinistro. Sentì il tessuto ruvido atterrare sulla sua mano e lo strinse ma quando fece per allontanarsi qualcosa aveva afferrato il suo polso.
«Guardami» le aveva intimato lui.
Se persino Potter lo trovava mostruoso, che cosa avrebbero detto suo e suo nonno? Chi gli sarebbe rimasto fedele? Solo lei, l’infermiera e la preside conoscevano il suo cruccio. Non serviva disse alla rossa di tenerlo segreto, la trovava sciocca ma non esattamente stupida.
Lily non si girò ed anzi, sbuffò quando vide di non poter andare altrove.
«Guardami ti ho detto» ripeté lui calcando il tono. Gli sarebbe bastato strattonarla un po’ più forte per piegarla alla sua volontà ma era una cosa che doveva fare da sola. Per conto suo, Scorpius, strinse la presa attorno al polso.
La grifondoro alzò agli occhi al cielo, e rassegnata, si voltò di nuovo verso lui. Senza che servisse ricevere ulteriori ordini, s’inginocchio a terra. Fu solo quando posò la coperta e guardò lui in volto che questo le mollò il polso.
Dall’ora di cena, quella era la prima volta che incrociava lo sguardo del biondo. Le sembrava uno sguardo insostenibile e non avrebbe continuato, se non gli fosse stata così vicina. Arrossì, lievemente, ma il buio riuscì a coprirlo.
Era una cosa intensa, pesante da sopportare. Lui non parlava, la guardava e basta.
«Cosa c’è?» domandò con la solita indifferenza.
«N-niente…» rispose mentendo.
«Sei pessima, Potter» commentò «davvero, non sei in capace neanche a mentire.»
Una ventata di calore pervase nuovamente il suo viso. Ne vedeva appena i lineamenti, un po’ meglio da quando le iridi si erano abituate al buio, ma a colpirla  erano quegli occhi che parevano due fanali.
Vide la mano di lui, allungarsi e posarsi sulla propria guancia destra. La sentiva, calda come non aveva immaginato, come non ricordava. Le volte precedenti era stato tutto molto più animalesco, ma al sentire Scorpius, era un altro. Non capiva cosa intendesse ma nell’esatto momento in cui il palmo di Malfoy si era poggiato sulla sua pelle, aveva smesso di chiederselo.
L’indice era scivolato leggero, andando a disegnare un piccolo percorso non più lungo di due centimetri. Non aveva idea di cosa stesse pensando Scorpius, ma non tardò a scoprirlo. Si ritrovò di li a poco con le labbra di lui poggiate sulle proprie. Di nuovo. Ma era diverso. Era tutto più calmo, tutto più umano. Si sentì più in imbarazzo delle altre volte e non ebbe nemmeno il tempo di vivere quel bacio che già era finito.
Gli occhi erano ancora puntati sul suo viso quando le riapparve davanti. Fu di nuovo silenzio. Questa volta fu lei ad interromperlo.
«Perché?» domandò appena con un filo di voce.
«Perché tanto, domani, non ricorderai nulla» l’espressione che portava sul viso non si modificò minimamente ma il tono della voce le sembrò leggermente più coinvolto e meno duro del solito.
 
 

**Fine Prima Parte**

  
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