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Autore: KariAnn    19/07/2011    0 recensioni
Un guardia assassinata, una archeologa alle prese con un mistero e un affascinate poliziotto che l'aiuta riusciranno a scoprire il mistero dei papiri e a fermare il gruppo di assassini??
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 6:30 Biblioteca Classense Ravenna Il mattino seguente la dottoressa Eleonor Laner giunta di buon ora come era solita fare andò alla porto sul retro e busso, ma nessuno l’aprì, decise allora di andare alla porta principale ma era chiusa anche quella. Si girò e decise che era meglio andare prima a prendere dei caffè, se il padrone fosse giunto e li avrebbe trovati a dormire come due angioletti di certo non avrebbe avuto tanta misericordia per due angeli addormentati durante il turno di guardia, e soprattutto nel periodo in cui all’interno della biblioteca erano custoditi i papiri di Seti, presi in prestito dal museo egizio di Torino, infatti il mese prossimo si sarebbe tenuta una conferenza e lei stessa doveva presidiarla. Eleonor Laner si occupa di scavi egizi, era laureata in egittologia e specializzata nella codifica dei geroglifici. Ella aveva per caso scoperto una corrispondenza tra quei papiri e delle mappe a incisione che lei stessa aveva trovato in biblioteca. Eleonor era una donna molto intelligente e intuitiva, infatti aveva trovato subito un collegamento anche se tutti la scoraggiavano. Non c’erano che cinquanta metri di distanza tra la biblioteca e il bar, e lei amava camminare, a quell’ora non c’era anima viva e camminare tranquillamente senza che le strada fossero affollate, con il piacere dell’aria pulita del mattino era un piacere per chiunque amava quella sensazione di libertà. Arrivò subito e senza dover fare la fila ordinò tre caffé da portare, si avviò così di nuovo verso la biblioteca. Bussò ma questa volta non sentì silenzio anzi un piccolo rumore, credendo che uno delle guardie si stesse avvicinando bussò più forte, questa volta silenzio. Rimase così vicino alla porta continuando a bussare ma non ci fu nessun rumore che facesse pensare che si stava avvicinando qualcuno. Era passata un ora quando ormai arrivò il cambio del turno, Mario trovò Eleonor seduta affianco alla porta si affrettò ad andare verso di lei, pensando che le fosse successo qualcosa, ma per suo sollievo questa si ridestò dicendo subito che non era riuscita ad entrare poiché nessuno rispondeva, allora Mario disse < Non ti preoccupare porto sempre delle chiavi con me, nel caso succeda qualcosa>. Aprirono la porta , ma nel piccolo ufficio non c’era nessuno, Eleonor senza curarsene più del dovuto, visto che gli avevano fatto perdere un ora di lavoro, si avviò verso il suo ufficio salì le scale, girò a destra, ma con sua sorpresa trovò la porta aperta, subito penso che qualcosa non andava, era sicura di aver lasciato la porta chiusa. Spinse la porta e il suo urlò riecheggiò in tutto il museo vuoto, con un intensità tale che Mario corse all’impazzata per le scale e arrivando capì perfettamente cosa c’era che non andava. Egli aveva setacciato tutto il primo piano nel tentavo di trovare le due guardie e ora capiva perfettamente dove si erano cacciati. Per un intero minuto restarono tutti e due in silenzio, guardando l’orrendo spettacolo che si mostrava davanti ai loro occhi. Edgar era disteso sulla scrivania della signora Laner , non si poteva di certo dire che era in buone condizioni, la sua carne era completamente fatta a pezzi tanto da riuscir a riconoscere a stento le parti del suo corpo, mentre Luca era appeso a un cappio, con gli occhi iniettati di sangue e un lungo squarcio nella schiena. Sul suo petto c’era un biglietto Rosa con tutta la sua forza e cercando di non guardare in faccia l’uomo che per tanti anni aveva assistito al suo lavoro, prese il biglietto e tornò verso Mario, lo lesse a bassa voce e rimase ferma immobile, il suo respiro divenne affannoso, sbianco in volto, aveva appena la forza di reggersi in piedi, aveva scatenato un mostro assetato di potere, sapeva benissimo chi era stato a fare quel massacro, il suo migliore alunno Alan Write, alunno di origine americane che lei aveva sempre preferito e messo al corrente di tutti i suoi progetti, lo giudicava suo amico e suo consigliere questo lo capì da una sola e semplice frase: Solo noi siamo i costruttori del nostro destino, io, il grande mago, sono testimone di ciò, il destino di un uomo non è scritto su un rotolo di papiro, ma su quest’ultimo è scritta la sua storia, il grande fiume ne sarà testimone, io sono Lui, noi siamo Lui. Mario, spinto dalla curiosità, lo lesse ad alta voce, ma non riuscì a capire cosa fosse, chi fosse e cosa volesse dire. La polizia arrivò subito, così come il direttore e gran parte dei bibliotecari che curavano la loro sezione, tutti a controllare cosa mancava nei loro archivi. Il , non si poteva di certo dire che era in buone condizioni, la sua carne era completamente fatta a pezzi tanto da riuscir a riconoscere a stento le parti del suo corpo, mentre Luca era appeso a un cappio, con gli occhi iniettati di sangue e un lungo squarcio nella schiena. Sul suo petto c’era un biglietto, Eleonor con tutta la sua forza e cercando di non guardare in faccia l’uomo che per tanti anni aveva assistito al suo lavoro, prese il biglietto e tornò verso Mario, lo lesse a bassa voce e rimase ferma immobile, il suo respiro divenne affannoso, sbianco in volto, aveva appena la forza di reggersi in piedi, aveva scatenato un mostro assetato di potere, sapeva benissimo chi era stato a fare quel massacro, il suo migliore alunno Alan Write, alunno di origine americane che lei aveva sempre preferito e messo al corrente di tutti i suoi progetti, lo giudicava suo amico e suo consigliere questo lo capì da una sola e semplice frase: Solo noi siamo i costruttori del nostro destino, io, il grande mago, sono testimone di ciò, il destino di un uomo non è scritto su un rotolo di papiro, ma su quest’ultimo è scritta la sua storia, il grande fiume ne sarà testimone, io sono Lui, noi siamo Lui. Mario, spinto dalla curiosità, lo lesse ad alta voce, ma non riuscì a capire cosa fosse, chi fosse e cosa volesse dire. La polizia arrivò subito, così come il direttore e gran parte dei bibliotecari che curavano la loro sezione, tutti a controllare cosa mancava nei loro archivi. Il commissario andò spedito verso lo studio e senza curare di chi c’era iniziò a fare supposizioni. Non era un uomo da troppi convenevoli, anzi odiava il suo lavoro e non vedeva l’ora di tornarsene a casa, cercava sempre di chiudere i suoi casi il prima possibile. Non era di certo un bel uomo, anzi era bruttino, capelli scuri con riflessi bianchi, nonostante non fosse anziano, aveva i lineamenti calcati e un naso molto grande. Quando entrò nello studio i corpi erano stati rimossi, il commissario dopo aver esaminato la scena del crimine tornò nella sala di attesa all’entrare del museo e si sedette vicino la signora Laner < Ve l’ho già detto è lui, lui solo può aver scritto quella frase, stava con me quando l’ho tradotta, è l’ultima frase che sono riuscita a tradurre e lui era con me e ne era rimasto affascinato> questo furono le ultime parole di Eleonor, prima di alzarsi indignato, non riusciva a spiegarselo me era sicura, Alan aveva ucciso quelle persone ed era lui ad averle lasciato quel biglietto, qualunque scopo avesse. Eleonor tornò a casa non voleva sentire nessuno e non voleva palare con nessuno, ma a suo malgrado nella sua segreteria c’erano dieci messaggi e tutti di Giada, doveva richiamarla per forza. Giada era la sua migliore amica, donna intelligente e impulsiva, era responsabile di un museo piccolo che quasi nessuno conosceva la sua esistenza, era una geologa esperta del territorio egizio, da lei si era fatta aiutare nel suo lavoro ed ora doveva avvisarla che il lavoro di tre mesi era andato all’aria. La chiamò sul suo cellulare e la sua voce allegra e squillante le fece capire che non aveva visto il telegiornale, ormai la notizia si era diffusa in tutta Europa.< Ehi Giada come te la passi?> < Io? Beh io bene, piuttosto tu, e successo qualcosa? Pensavo che fossi scomparsa non riuscivo a trovarti da nessuna parte, ho provato anche a chiamare nello studio> < È proprio per questo che ti chiamo, il nostro lavoro e andato in fumo> < E invece sì, i due guardiani sono stati assassinati senza pietà e sono sicura di sapere chi è stato, dal mio studio è sparito tutto, i papiri, le ricerche, le traduzioni e persino il libro delle mappe insieme con i tuoi approfondimenti sui territori> < Oh! Ed ora? Hai detto alla polizia chi sia stato?> < Sì, ma non mi credono> < Ok…entrò domani sarò là> < No, ma non …> Eleonor non potè continuare la frase, Giada aveva già attaccato. Stanca come era decise di non richiamare, sapeva che Giada ci teneva quando lei a questo lavoro e non sarebbe mai riuscita a farle cambiare idea. Ormai erano le quattro di pomeriggio e il suo stomaco iniziava a lamentarsi, dopo aver visto i due corpi in quella condizione non era riuscita a pranzare e neanche i tentativi del suo capo erano andati a buon fine. Decise quindi che un panino e una insalata sarebbero stati l’ideale per il suo stomaco in subbuglio, ingurgitò tutto velocemente e straziata dalla stanchezza si adagiò sul letto doveva subito prese sonno. Roma, base dei servizi segreti Ore 16:30 Il dirigente Tomaso Ferraro, aveva convocato una riunione con tutti i suoi migliori agenti, aveva deciso che per questo missione serviva il suo miglior agente Tony Offer e la sua squadra, composta da Niccola Monti, esperto un tattiche militari e paramedico, Susy Cusano, esperta di spionaggio e Trok, un russo più muscoli che cervello. Tomaso pensava che sarebbe stato la squadra perfetta per questo tipo di indagine, la polizia ormai era corrotta e loro operavano di nascosto da tanto di quel tempo che ormai era diventata una società molto potente. Il dirigente si sedette a capotavola e li guardo uno per uno, Tony era alto e agile, il suo fisico non era né troppo magro e né troppo grosso, i suoi occhi verdi erano profondi, tanto profondi che ti ci puoi perdere dentro, i capelli neri e brizzolati facevano esaltare ancora di più gli occhi. Poi passò a Niccola, decisamente l’uomo di cui ti puoi fidare a occhi chiusi, questo aveva i capelli cortissimi e bruni, i suoi lineamenti erano leggeri, gli occhi color marrone si adattavano perfettamente alla sua carnagione scura. Susy era un donna di grande fascino, alta, snella, dai lunghi capelli color rame e dalla sguardo duro che i suoi occhi neri proponevano. Per ultimo c’era Trok, dai lineamenti calcati che incutevano terrore, dai capelli rasati a zero e gli occhi blu, era tutto muscoli, ma era la persona più docile che si potesse conoscere. Lo sguardo di Tommaso passò su tutti loro ed ebbe una nuova conferma che la sua scelta era esatta, loro erano veramente le persone adatte. <> Ferraro accese lo schermo dietro la sua scrivania e apparve la cartina dell’Italia e affianco la biblioteca Classense, << Questa mattina hanno rubato i papiri e le mappe che si trovavano al loro interno, e ho motivo di credere che in mezzo ci sia la sette dei Dragoni, il nostro informatore ci ha riferito che sulla lettera presa dalla signora Laner c’era il drago>>. Il drago era il simbolo dei Dragoni, associazione in vita dal grande impero romano, da allora i discendenti hanno cercato di appropriarsi di tutti i tesori e del potere, erano presenti in tutte le reti, le loro spie erano infiltrate in tutte le associazioni. I quattro agenti seguirono le immagini che scorrevono sullo schermo, nonostante ci fossero delle copie nelle loro cartelle. Quando Ferraro ebbe finito la riunione, Tony si mise subito a lavoro. Non era il tipo che perdeva tempo ed era sicuro che i Dragoni sarebbero subito andati aprendere la dottoressa Laner. Darhan Mongolia Ore 17:00 <<È tutto pronto per domani>> <> <>.
  
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