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Autore: Saretta Potter    19/07/2011    3 recensioni
Albus Severus Potter non è uno come chiunque altro in Magnolia Crescent. Il ragazzino non lo sa, ma ben presto il destino lo assegnerà ad Hogwarts, la miglior Scuola di Magia e Stregoneria.
PS: Ragazzi, per favore, recensite!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Albus Severus Potter poteva sembrare un qualsiasi ragazzino considerato dal punto di vista fisico. Magro, anche troppo per la sua età, con dei bellissimi occhi verdi e capelli neri, si aggirava per la casa tenendo in mano una misteriosa mappa che aveva trovato nella soffitta quella stessa mattina. Era vuota, ma lo incuriosiva parecchio. Non sapeva cosa sentisse, ma ogni volta che la toccava avvertiva una strana sensazione, una sensazione che lo faceva rabbrividire.

Non era un caso, comunque, che, da sempre, il piccolo Potter veniva considerato dai vicini come strano, visto il suo carattere solitario. Di solito non usciva mai a giocare nel giardino assieme ai suoi “amici” vicini, che ormai avevano perso la sua fiducia. Anche loro, che avevano adottato lo stesso comportamento dei genitori, lo giudicavano come “anormale”, un termine che, stranamente, al ragazzo suonava bene. Non gli piaceva essere come chiunque in quel luogo, non voleva stare appiccicato alla televisione in ogni momento della giornata sorseggiando continuamente coca-cola, e una voce dentro di sé gli diceva di non prendere mai esempio dalle persone che lo circondavano. Così era la gente di quel luogo: pigra, presuntuosa, prepotente. Albus era davvero stanco di essere preso in giro ogni santo giorno, e ogni volta che gli impiccioni (così li chiamava lui) provavano a toccarlo, se ne tornava perfettamente tranquillo in casa, dalla madre. Ginny Weasley, così si chiamava. Nell'ultimo periodo, poi, Albus Severus se ne stava rinchiuso in camera ad osservare incantato quella vecchia pergamena. Gli piaceva il silenzio, adorava essere lasciato in pace a risolvere da solo i suoi misteri. Ne aveva risolte tante, di cose strane, ma con quella pergamena non ci riusciva.

Continuava a guardare, ma invano. Non capiva cosa potesse davvero essere. Ormai, lui stesso si sentiva diverso da tutti gli altri, esclusa la sua famiglia. Quando, poi, si stancò di non capire più niente, si avvicinò, silenzioso come sempre, a suo padre, il famoso Harry Potter, la fotocopia perfetta del ragazzino. Suo padre era un tipo strano, come lui, e, infatti, non appena vide la pergamena tra le mani del figlio, si incupì. Però non gli disse il solito “Buongiorno!” accompagnato da un bacio, ma un “Buon compleanno!”. Già. Il suo compleanno. Se ne era completamente dimenticato! Per la gente che circondava la casa n 4 di Privet Drive, la famiglia Potter era davvero stranissima. Persino il loro modo di festeggiare era divero dal normale: una semplice festa dentro casa senza amici. Ma ai fratelli piaceva così. Albus venne accolto dai fratelli (James Sirius, il maggiore, e Lily Luna, la minore di tutti e tre) e dai genitori con grande gioia. Sorrise alla sua famiglia, ma notò qualcosa di insolito nei festeggiamenti. “Già”, si disse. “In questo periodo è tutto strano!”. Aggrottò le sopracciglia. La cucina era addobbata con delle scritte tipo: “Tanti auguri, Maghetto!” e con dei simboli mai visti, dei simboli che gli davano la stessa sensazione della Mappa: erano degli Stendardi con quattro colori e quattro disegni. Nella parte rossa era disegnato un leone, nella parte blu un corvo, nella gialla un tasso, e nella verde un serpente, l'animale che più lo metteva a disagio. Al centro dell'immagine, spiccava una lettera di colore bianco: una H.

La cosa più strana, però, era una insolita lettera avvolta da una pergamena e piena di inchiostro verde stesa elegantemente sul tavolo.

Albus (soprannominato Al), sgranò gli occhi davanti a quella scena tanto bella ma tanto strana.

Come preso da una morsa di agitazione al petto, sentì vagamente delle parole che mai si era immaginato di sentir dire da suo padre: “Benvenuto nel mondo dei Maghi. Hogwarts ti aspetta.”

  
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