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Autore: RBlaine    19/07/2011    3 recensioni
Lei scosse il capo, irritata. Pur non lavorando lì da molto, aveva avuto a che fare con una quantità di clienti notevole, e non tutti simpatici.
Sapeva come trattarli, ma quel giorno probabilmente sarebbe semplicemente esplosa. Non oggi, santo cielo! Non oggi, fa troppo caldo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Haru no Oni


Faceva caldo, un maledetto caldo.
Temari trovava alquanto ironico avere caldo in una gelateria, ma era proprio per colpa dei macchinari di raffreddamento che dietro al bancone la temperatura era così alta.
Con tutta probabilità era andata a scegliersi il lavoro peggiore possibile, ma sfortunatamente anche il maggior retribuito. E dovendo badare a due fratelli un lavoretto estivo non poteva fare che comodo.
Sospirando, si appoggiò per un attimo alle mensole di legno dietro di lei, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa di fresco da bere. Ne aveva un bisogno tremendo al momento, ma il frigo era nella stanzetta sul retro e non c'era nessuno che potesse sostituirla: Matsuri era già andata via da un pezzo e Tayuya arrivava intorno alle due e un quarto.
Si leccò lentamente le labbra, cercando di inumidirle. Però, dopotutto, era l'una. E nessuno prende un gelato all'una. La gente pranza a quell'ora, o sta preparando il pasto, o sta per mangiarlo, o sta per cucinarlo. Sono tutti impegnati, all'una.
E comunque, non era come andarsene, era semplicemente sulla stanzetta sul retro; se fosse arrivato qualcuno, lo avrebbe sentito.
Fece per avviarsi verso la tendina di perline che separava i due ambienti, quando la porta tintinnò, e fu costretta a voltarsi verso il cliente appena entrato.
Era un ragazzo alto, castano, con l'espressione estremamente scocciata. - 'Giorno - biascicò, sedendosi al tavolo più vicino al bancone. Temari represse un moto di stizza e si allontanò dalla tendina. - Buongiorno - rispose, sistemandosi il cappellino igienico, completamente fradicio di sudore. - Desidera? -
- Un gelato - sbadigliò il ragazzo. Sembrava provato dal caldo quanto lei, se non di più.
Temari strinse la mandibola. - Si, l'avevo capito. - replicò, tranquillamente. - Intendevo quale gusto preferisce -
- Sarei potuto entrare semplicemente per un bicchier d'acqua, non le pare? -
Lei scosse il capo, irritata. Pur non lavorando lì da molto, aveva avuto a che fare con una quantità di clienti notevole, e non tutti simpatici. Sapeva come trattarli, ma quel giorno probabilmente sarebbe semplicemente esplosa. Non oggi, santo cielo! Non oggi, fa troppo caldo.
- Banana e cioccolato - le arrivò il borbottio dal tavolo. Il ragazzo si era sistemato in modo scomposto contro lo schienale della sedia, guardandola con occhi socchiusi.
Temari afferrò paletta e cono, prendendo una generosa porzione di gelato alla frutta, ma l'altro la fermò sventolando la mano.
- Nella coppetta, per favore. -
Lei alzò un sopracciglio, sorpresa. - Nella coppetta? - ripeté, derisoria senza poterselo impedire.
Il ragazzo evitò il suo sguardo e si passò una mano dietro la nuca, sfregando la pelle. - Il gelato dei coni deve essere mangiato in fretta, altrimenti si scioglie e gocciola. E' una seccatura. - sospirò, abbassando il braccio.
Temari non commentò e posò il cono, prendendo al suo posto una coppetta bianca. La riempì con i gusti che il ragazzo aveva richiesto e terminò infilandoci in equilibrio un cucchiaino di plastica.
- Ecco qui - Posò il piccolo contenitore sul bancone e batté il conto alla cassa.
- Non me lo porta? - domandò il ragazzo, con voce stanca.
Temari prese un respiro profondo. Odiava le persone pigre. Decisamente.
- Si, certo, arrivo. - Afferrò la coppetta e girò intorno al bancone, portando con se anche lo scontrino. - Tenga - disse, piazzando la vaschetta poco gentilmente in mano al ragazzo e poggiando lo scontrino sul tavolo. - Desidera anche un bicchier d'acqua? -
- No, grazie - borbottò lui, tirandosi su.
Temari gli voltò le spalle e ritornò dietro al bancone, tamburellando più silenziosamente possibile con le dita sulle mensole di legno.
Il ragazzo finì lo spuntino con calma, senza fretta. Temari pensava di non aver mai visto impiegare così tanto a mangiare un gelato.
Ne approfittò per sgattaiolare a bere una birra nella stanzetta sul retro; ne bevve qualche sorso, poi la lasciò aperta bel frigo. L'avrebbe finita più tardi, se fosse riuscita a impedire che Tayuya ci mettesse le mani sopra prima.
- Mi scusi? -
Temari avrebbe voluto strozzarlo. Le sarebbe piaciuto da morire, ma purtroppo era un cliente e la faceva guadagnare. Peccato.
Attraversò in fretta la stanzetta e spuntò di nuovo al bancone, avvicinandosi al ragazzo che aspettava con un gomito poggiato sulla superficie lucida.
- Sono 160 yen°, giusto? - disse, estraendo dal portafogli delle banconote e delle monete. - Siete cari -
- Facciamo un buon gelato - ribatté Temari, prendendo i soldi e depositandoli dentro la cassa.
- Aha. - Il ragazzo mise le mani in tasca e le fece un cenno con il capo. - Arrivederci. -
- Arrivederci -
Temari lo osservò mentre attraversava e lo seguì con lo sguardo finché non svoltò l'angolo. Poi emise un sospiro di sollievo e si tolse il cappellino per qualche momento.
Speriamo non torni pensò. Poi vide Tayuya sull'altro lato della strada e se ne andò a bere in santa pace la sua birra.


Anche quel giorno faceva maledettamente caldo, ed era ancora mattina. Temari non voleva pensare a come sarebbe stato verso le tre, o avrebbe mollato tutto, lavoro, stipendio e gelati gratis.
La tendina di perline si mosse e Matsuri emerse dalla stanzetta sul retro, priva di grembiule e cappellino.
- Temari-san, allora io vado. - salutò, sistemandosi la borsa a tracolla. - Salutatemi Gaara-kun° -
- Ciao -
Temari si concesse un sorriso. Conosceva Matsuri da quando era una bambina e abitava ancora nel loro palazzo, e a quanto si ricordava aveva da sempre avuto una cotta per Gaara. Poi si era trasferita, ma ogni tanto uscivano ancora a cenare tutti insieme come una volta, come quando loro erano ancora una famiglia disastrata con un tutore disastrato.
Con un sospiro, Temari finì di impilare ordinatamente le coppette e coni arrivati una mezz'ora prima, attenta a posizionarli dove non avrebbero potuto cadere. Nel mettere in cima alla torretta l'ultimo piccolo contenitore aggrottò le sopracciglia, ricordando all'improvviso quella giornata estenuante della settimana precedente, e quel ragazzo pigro e irritante. Fino al momento di fine turno le cose non avevano fatto che peggiorare: il frigo si era rotto, i clienti si erano lamentati per il caldo - come se fosse colpa loro, qualche idiota era entrato in un momento di confusione solo per andare in bagno ed era sgattaiolato via senza essere visto, dopo aver lasciato la toilette in condizioni pietose. E, tanto per concludere in bellezza, il loro affittuario era venuto a dire che aveva intenzione di alzare il prezzo dell'affitto del locale.
Temari non era tipo da lasciarsi suggestionare, ma per qualche ora le era balenata l'idea che quel ragazzo portasse sfortuna. Sfortuna nera.
- Hey -
Si riscosse, scuotendo appena il capo. Che sciocchezze. Alzò il volto verso il cliente per rispondere al saluto, ma, a quel punto, rimase impietrita.
Davanti a lei, l'espressione annoiata e i capelli dritti in testa, era mollemente ritto in piedi il ragazzo della settimana prima. Sembrava stanco esattamente come la volta precedente, di quella stanchezza prodotta dal fare assolutamente niente.
- Hey - ripeté, guardandola incerto. Poi sorrise e si appoggiò al bancone.
- Vorrei un gelato - disse, indicando il cibo sotto di loro.
Temari si riebbe di colpo e annuì, afferrando una coppetta. Si chiese se magari dopotutto un dio esistesse davvero, e se lei gli avesse fatto qualcosa in particolare.
Magari 'sta volta andrà un po' meglio.
Il ragazzo osservò i gusti protetti dal vetro, spostando lo sguardo da uno all'altro.
- Ah, che seccatura. - borbottò alla fine. - Scegli tu -
Temari fece una smorfia. - Scusi? - domandò, con voce scettica. Possibile che fosse talmente pigro da non riuscire a scegliersi il gelato?
- Ho detto: scegli tu. - Il ragazzo si allontanò dal bancone e si stravaccò su una sedia esattamente come la volta prima, restando a guardarla.
Temari scosse il capo e prese due gusti a caso, riempiendo la coppetta. Poi la portò al tavolo e rimase lì di fianco ad aspettare la reazione.
Il ragazzo assaggiò entrambi i gusti e spalancò gli occhi, sorpreso. - Limone e caffè? - domandò, piegando il collo verso l'alto per osservarla.
Temari fece spallucce e attese che lui le restituisse protestando la coppetta, ma il ragazzo abbassò il capo e prese un'altra cucchiaiata, borbottando qualcosa di simile a "che scocciatura".
Lo finì tutto. Temari rimase ad osservarlo dietro al bancone per l'intera operazione, allibita. Un conto era avere orgoglio, un conto era mangiare limone e caffè.
Ad un certo punto, quando mancava poco alle due, entrò un altro cliente. Era uno degli abituali, abitava lì vicino. - Buongiorno - salutò, educatamente. - Fa proprio caldo oggi, eh? -
- Decisamente. - Temari prese uno dei coni nuovi e indicò la crema. - Il solito, Tanaka-san°? -
- Si, grazie. -
Mentre era impegnata a posizionare il gelato nel punto giusto notò che l'uomo stava fissando con curiosità uno dei manifesti che ornavano le pareti della gelateria. Gli porse il gelato e gli gettò un'occhiata: era un verso di Kuroisiro° Zetsu, il suo poeta giapponese preferito.
- E' da molto che voglio chiederlo - esordì l'altro, indicandolo - Di chi è quella frase? -
Temari gli disse il nome, e lui parve sorpreso. - Come ci è finito qui? - domandò - Non è un verso da gelateria. Voglio dire, non c'entra molto con il resto del negozio -
- Il gestore ci ha chiesto di contribuire con qualcosa di nostro alla decorazione del locale - spiegò Temari - e io ho portato questo. -
- Non sapevo che ti piacesse. Da quale poesia è tratto? -
Lei aprì la bocca per rispondere, ma fu preceduta da un voce dietro la schiena del signor Tanaka. - Haru no Oni°. Una delle prime -
Entrambi si voltarono verso il ragazzo ancora seduto al tavolo, che fece spallucce. - Ogni tanto lo leggo -
- E ti piace? - domandò Temari, con voce provocatoria.
Lui scrollò il capo. - Seh. Non è male -
Temari cominciò a trovarlo leggermente più simpatico.


Stranamente, quel giorno non era poi così caldo. Nel parco la temperatura era piacevole, e Temari era comodamente seduta su uno dei muretti dell'orto botanico. Tokyo era praticamente priva di zone verdi, e così quando le era possibile veniva a godersene un po' da quelle parti.
Peccato che nessuno dei suoi amici fosse libero al momento: era il suo giorno libero, ed era un peccato passarlo da sola. Ma dopotutto, Temari non disprezzava la solitudine, e rilassarsi girellando tra le piante le sembrava un ottimo piano per passare il tempo.
Stiracchiandosi, si disse che quel venticello fresco era decisamente un toccasana dopo tutti quei giorni bollenti, ma all'improvviso il suo pugno chiuso cozzò contro qualcosa di duro e lei si voltò di scatto.
Accanto a lei, con le mani occupate e l'espressione dolorante, stava il Ragazzo dell'Una - o almeno era così che aveva preso a chiamarlo Tayuya dopo che per un paio di volte aveva fatto a cambio con lei d'orario. A quanto pare, l'aveva appena colpito in faccia.
- Sapevo che non eri un tipo dolce, ma non pensavo che arrivassi a essere violenta - borottò, porgendole una delle due cose gli occupavano le mani.
- Scusami, non ti avevo vist... oh, non mi conosci - ribatté Temari con un sorrisino, allungando una mano per prenderla. - Un gelato? - domandò, perplessa.
Il ragazzo scrollò le spalle. - Ho pensato di ripagarti per averti fatto stare lì al caldo - borbottò, sedendosi accanto a lei e massaggiandosi il mento. - E' stata una seccatura -
Temari lo guardò, sorpresa. - Grazie? - disse, non del tutto sicura.
- Lo fai sembrare una domanda. Ah, che pugno - Il ragazzo abbassò la mano e si stese all'indietro, sull'erba, mangiando il suo gelato in quella posizione secondo Temari estremamente scomoda.
- E' stato solo un colpetto. Non dirmi che ti metterai a frignare - ghignò lei, cominciando a leccare il suo prima che si sciogliesse.
- Mh - Stavolta lui aveva finito in fretta. Con un cenno delle testa indicò la sua maglietta. - Macchia -
- Oh, cazz... - Temari abbassò lo sguardo e cercò di pulirsi l'indumento con le dita, con scarso successo. Il ragazzo sorrise, facendo rimbalzare la coppetta vuota sul palmo aperto.
- Uno a zero per me. Fu mangia fu° -
- Non stiamo giocando - sbottò Temari, ritornando al gelato prima che combinasse altri danni. - E comunque, io sono piuttosto brava nello shogi°, non ti conviene sfidarmi. -
- Davvero? - Il ragazzo chiuse gli occhi. - Magari un giorno o l'altro potremmo fare una partita. -
- Potremmo. - Temari finì il gelato e lo lanciò verso il cestino lì vicino, centrandolo al primo colpo. - E chi dovrei battere? -
- Nara Shikamaru. Piacere -
- Sabaku Temari. Non sono sicura che sia un piacere. -



- Hey, papà! Come vi siete conosciuti tu e la mamma? -
- Oh, perché glielo hai chiesto, Shi? Ora dovremmo sorbirci una storia noiosissima. Che seccatura. -
- Avevo fame. Tutto qui. -


The Mendokuze - detto anche Banco Informazioni

°yen: moneta giapponese. Come prezzo è alto [diciamo che di solito per un gelato si spendono 100-150 yen], ma siamo a Tokyo, dove la vita costa cara. E poi loro lo fanno buono xD
°kun: particella che si mette dopo il nome di una persona che si conosce bene o che ci è molto cara. Quasi un vezzeggiativo.
°san: particella che si mette dopo il nome di una persona di elevatura più alta o che si rispetta, e con cui non si ha troppa confidenza. E' più formale.
°Kuroisiro: Nerobianco [kuroi=nero; siro=bianco]. E' un cognome inventato, ovviamente.
°Haru no Oni: "Oni di primavera" - è un titolo inventato. Oni è una figura mitologica giapponese, una specie di orco - più o meno, non esattamente.
°fu: pedone dello shogi
°shogi: gioco giapponese simile agli scacchi.

Se vi dico perché l'ho scritta, vi mettereste a ridere. O a tirarmi pomodori marci.
No, è che sarebbe per lo ShikaTema day, che era tipo un mese fa. Un po' in tirardo, eh? xD
[Ma visto, ragazze? Ce l'ho fatta *__* Non vi ho crudelmente tradite!]

Okay, passando alla storia:
E' uscita così, e non so che farci. Non tutto 'sto granché, ma amen [cioè, a me non piace per niente]
Comunque, Zetsu dovevo infilarcelo, da qualche parte xD
Ora non ho proprio tempo, ma poi passerò a dare più dettagli.

8D Dettagli!
E' una storia a broccolo, lo so. Non ho idea nemmeno del perché l'ho pubblicata, non mi piace per niente. Comunque, eccola qui.
Ah, i primi due che parlano, in fondo alla storia, sono gli ipotetici figli di Shikamaru e Temari. Il primo, più piccolo, è maschio, la seconda è femmina [roba superflua] Uhm, non so, non credo ci sia altro da dire. Se è poco chiaro, se trovate errori, se c'è un orrore verbale che fa inorridire, non esitate a dirmelo, per favore.
Thank you <3 'Sera a tutti!




  
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