Paring:
direi troppi… ehm…
Rating: NC-17 per questo capitolo u___u (era ora ndSaya)
Note: nuovi personaggi freschi freschi che vanno ad aggiungersi
alla già lunga lista!^__^ Clark e Morgan sono gestiti da Saya, Jonathan
e Mark sono gestiti da Arual mentre il piccolo Will da Miyu! (ehi! io non sono
piccolo!è___é NdWill offeso)
Le autrici: AMS è composto da tre ragazze - Arual, Miyu
e Saya
Just Love Life
di Arual - Miyu - Saya (AMS)
Capitolo 6
Il cielo era coperto
di nuvole, ma non sembrava una giornata di pioggia. Nel Collegio St. Gregorius
Institute era appena finita la lezione e i ragazzi iniziarono ad uscire dalle
classi chiacchierando tra di loro. Quando un ragazzo dal fisico abbastanza gracile
e dagli occhi grandi si girò sentendosi chiamare da un altro ragazzo
un po’ più basso con i capelli bicolore e un sorrisone sulle labbra.
”Jonathan stasera usciamo, andiamo in un posto che ti piacerà sicuramente!”
Il ragazzo spostò i libri da un braccio all’altro e fissò l’amico,
che senza farsi troppi problemi gli passò il braccio sulla spalla e sorrise
ampiamente rispondendo:
”Beh e sicuramente non posso rifiutare questo invito…”
”Eh no, infondo sono io ad invitarti, il tuo migliore amico… no?”
”Mm.. ok ok ho capito lo dirò a Louis... però come mi devo vestire?“
Il ragazzo dai capelli bicolore sembrò pensare per un attimo, mentre
i due continuavano a camminare… Jonathan con il suo passo elegante.
”Ne troppo sportivo, ma nemmeno troppo elegante.”
In quel momento fulminò dei ragazzi che erano passati vicini a loro e
guardavano Jonathan in un modo troppo malizioso. Non li sopportava, e ancora
meno sopportava la persona che ha fatto si che Jonathan avesse una reputazione
del genere. Invece il ragazzo in questione non sembrava nemmeno notare queigli
sguardi, ormai ci aveva fatto l’abitudine, sia agli sguardi, che alla rabbia
del suo migliore amico verso di loro.
”Ho capito, qualcosa di normale se così si può dire…”
”Si… ti vengo a prendere io? O mi vieni a prendere tu con Louis?”
”Come preferisci, io non ho nessun problema.”
”Sarà meglio che allora mi vieni a prendere tu, non vorrei privare di
certo i miei di un loro prezioso servitore…”
E per l’ennesima volta fulminò con lo sguardo dei ragazzi che passavano,
non li sopportava per niente, ma come si permettevano… nel momento in cui il
suo sguardo li raggiungeva si zittirono e impallidirono, conoscendo bene il
carattere irascibile di Morgan Darling… bastava poco per farlo andare su tutte
le furie… e ancora meno quando si trattava del suo protetto Jonathan Von Stiler:
”Allora non ti preoccupare vengo io con Louis, non penso che abbia problemi....”
Dicendo questo si girò verso Morgan con lo sguardo di rimproverò
chiedendogli di ignorarli come faceva lui. Morgan sospirò, lanciando
un ultima occhiata verso di loro, decidendo che ci avrebbe parlato in privato
più tardi.
”Dai andiamo, se no facciamo tardi, dimmi solo a che ora stasera…”
”Alle 19, ti va bene?”
”Ma si cena in quel locale, o si fa prima a casa…”
”Si cena…”
Rispose il più basso con un sorriso dolcissimo sulle labbra…
”Va bene, allora avverto Louis di non preparare nulla…”
Rispondendo al sorriso del amico.
”Ci conto…”
Dicendo questo Morgan spinse Jonathan nella classe seguendolo, per imbruttire
l’intera classe, senza che l’amico lo notasse, che si andò a sedere al
suo solito posto e Morgan come al solito prese il proprio dietro di lui come
un cane da guardia osservando la classe che sembrava avere tante cose di meglio
da fare. Il professore entrò nella classe squadrando i ragazzi per poi
sedersi alla cattedra ed aprire il libro per iniziare la lezione. Jonathan aprì
il suo quaderno e inizio a scrivere quello che il professore dettava, mentre
Morgan si poggiò sulla sedia continuando ad osservare di nascosto virilmente
la classe, odiava quella scuola, l’avrebbe già cambiata se non fosse
stato per il suo migliore amico.
Il ragazzo dai
capelli bicolore stava in piedi di fronte ad una villa, con le mani nelle tasche
guardandosi in giro… suo padre era assente da casa da almeno tre giorni e al
ragazzo non importava granché che non ci fosse, anzi si sentiva più
libero, gli bastava sua madre che ogni volta che la vedeva cercava di fargli
conoscere qualche figlia di qualche sua amica ricca, mentre, quando presente,
suo padre cercava di fargli conoscere qualche figlio di qualche suo collega
per diventare amici e approfittarsene, odiava con tutto il cuore i suoi genitori
e i loro modi di fare… perso nel mondo dei suoi pensieri non notò una
macchina avvicinarsi, la quale si fermò e da dietro scese Jonathan sorridendo:
”Ciao…”
Morgan sorrise in ricambio:
”Ciao…”
”Allora dove si trova questo bel posto dove mi vuoi portare?”
Il ragazzo si avvicinò all’altro prendendolo per braccio trascinandolo
dentro la macchina, per Morgan ormai Jonathan era come un fratello minore che
doveva proteggere. Si accomodarono, poi Morgan guardò Louis, ancora tenendo
la mano di Jonathan, che continuava a scrutarselo.
”Portaci al Red Sun.”
Louis annuì e rimise la macchina in moto.
”Come desidera signorino…”
”Sei grande…”
Poi si girò verso Jonathan.
”Il proprietario e’ un mio amico… un uomo molto a modo… devi sapere come prenderlo…”
Jonathan sorrise, non distogliendo la mano da quella di Morgan.
”Oh ma sul serio? Non vedo l’ora di conoscerlo.”
”Hai fatto i compiti?”
E Jonathan non poté fare altro che sorridere.
”Si… te li devo passare domani?”
”No… cioè solo quelli di mate…ho litigato di nuovo con mia madre… e non
sono riuscito a finirli…”
Jonathan che conosceva ormai bene la situazione famigliare del amico, cambiò
completamente espressione, la quale diventò triste e al quanto preoccupata.
”Mi dispiace Morgan…”
”Nah… non ti preoccupare, ormai ci sono abituato… mi trattano così da
quando sono nato.”
”Si però, mi dispiace lo stesso…”
Disse il ragazzo con una delle sue espressioni più innocenti e tristi,
e così Morgan non resistette ad abbracciarlo e cercare di consolarlo,
anche se sarebbe dovuto essere lui quello consolato…
”Su, non sono triste io, e lo fai tu?”
Chiese divertito Morgan:
”…Lo sai che mi dispiace… e poi sei un mio amico no?”
”Certo… e spero di essere il migliore…”
”Allora è normale che io mi preoccupi…”
Morgan sorrise, poi guardò fuori dalla macchina e disse:
”Louis ferma qui, possiamo entrare da qui comodamente…”
L’uomo fermò la macchina di fronte al locale, facendo scendere i due.
”Vieni con noi Louis?”
”No signorino…io non vengo, verrò a prendervi quando mi chiamate – guardando
Jonathan- cercate di non fare tardi… domani avete scuola.”
Al che rispose Morgan:
”Si, si… andiamo Jona…”
Dicendo così riprese la mano dell’amico trascinandoselo dentro salutando
con un cenno i buttafuori che risposerò al saluto.
I due entrarono nel corridoio e Jonathan si guardò curioso in giro, quando
Morgan sorrise ancora di più trascinandosi di nuovo l’amico dietro a
se.
”Clark!”
L’uomo alzò lo sguardo, aveva appena finito di parlare con uno dei dipendenti
e sorrise leggermente vedendo Darling venirgli incontro assieme ad un ragazzo
molto carino. Quando Morgan si avvicinò abbastanza si alzò sulle
punte dei piedi dando un leggero bacio casto sulle labbra dell’uomo poi sorrise.
”Ti devo presentare il mio migliore amico…”
Clark annuì guardando verso il ragazzo che Morgan teneva per mano, e
gli porse la propria.
”Clark Summers, piacere…”
Jonathan sorrise cordialmente ricambiando il gesto.
”Piacere mio, Jonathan Von Stiler.”
Clark guardò verso Morgan.
”Vi fermate a cena presumo.”
”Si, e vogliamo le cose migliori Clay…” disse facendo un occhiolino.
”Lasciate fare a me…”
Rispose Clark e li accompagnò verso il ristorante che faceva parte del
complesso Red Sun. Jonathan che era per la prima volta che veniva lì,
si guardava con curiosità introno, non seguendo i discorsi dell’amico
con Summers… il suo sguardo accarezzava le mura tappezzate con un rosso scuro,
che era ornato con decorazioni d’orate a forma di sole. Su di esse erano appese
varie opere di artisti famosi. Un’altra cosa che notò il ragazzo era
che la maggior parte dei presenti era di sesso maschile, oltre a questo quasi
tutti erano di una bellezza superiore. Clark lo guardò e sorrise.
”Non e’ ancora orario, i primi clienti inizieranno ad arrivare tra un ora o
due…”
Jonathan annuì continuando a guardarsi introno, quando entrarono nell’ala
destinata al ristorante:
”E le corse?”
Chiese curioso Morgan guardando Clark.
”Sabato tieniti libero, ai tuoi di che dormi fuori… la corsa sarà tardi.”
Morgan annuì, continuando a tenere Jonathan per mano, il quale li guardava
al quanto confuso, poi il ragazzo dai capelli bicolore spostò una sedia
facendo prima sedere l’amico per poi sedersi di fronte con un sorriso.
”Allora ti piace qui?”
”Si, sono contento che mi ci hai portato, e’ molto bello…”
Senza che se ne accorgesse Clark iniziò ad osservarlo più attentamente,
per capire come mai Morgan era così protettivo verso di lui. Si, il ragazzo
gli aveva già parlato di Jonathan e di tutto quello che era successo,
e adesso che l’aveva visto, dava ragione a Morgan, che non si poteva non volerlo
proteggere quando si vedeva quel faccino così dolce e con quei suoi modi
così educati, eh si… poi alzò lo sguardo notando che uno dei suoi
dipendenti aveva bisogno di lui, così si alzò.
”Torno subito.”
Dicendo questo fece un leggero inchino verso i due al quale i due ragazzi risposero.
”Datemi dieci minuti e sono da voi.”
Si girò sui tacchi, mentre i suoi capelli lungi legati in una coda gli
accarezzavano la schiena. Si avvicinò ad un ragazzo abbastanza basso
dai capelli rossi e un drago tatuato sulla guancia. Morgan tornò a guardare
Jonathan.
”Allora?”
”Allora cosa?”
”Cosa ordiniamo? Tanto conoscendo Clay, so che oggi offre la casa.”
”Oh, ma non mi sembra giusto.”
Morgan fece un ghigno leggero.
”Potrebbe offendersi, sai? – fece un segno con la testa verso le cucine – quando
di finisce parlare con Hiro, dirà sicuramente a quelli in cucina che
devono darci la roba migliore…”
”Ma mi sento un po’ in imbarazzo per questo…”
”Naaaaah, Clark sembra severo ma e' un uomo a posto e poi è il propietario
se lo può permettere.“
”Capisco... comunque semmai dopo ne riparliamo... pero ora non so che ordinare
tu che mi consigli? ...del pesce?“
Morgan lo fissò per qualche secondo, poi si perse per qualche attimo
nel menu, mentre Jonathan continuava a fissarlo.
”Sai che non lo so... qui cucinano talmente bene che è buono tutto.“
”Ecco cosi mi metti in difficolta peggiori....“
Dicendo così guardò sconsolato con un broncio finto il menu, facendo
sorridere teneramente Morgan.
”Su su Jona... non fare cosi'”
”Allora… che prendiamo?”
Chiese Jonathan alzano lo sguardo:
”Sai che mica lo so... prendiamo cose diverse e assaggiamo uno dal altro?“
”Si cosi mi piace la cosa... allora io prendo qualcosa con il pesce ...stasera
ne ho voglia... “
”Va bene… allora io prendo qualcosa con la carne…”
Jonathan guardò la lista del cibo offerto.
”Ok...- scorrse la lista - ... mm.. mi ispira cernia con crema di limone...
“
”Io voglio assaggiare la carne di vitello all'ananas.“
I due si guadarono sorridendo, quando ritornò Clark:
”Avete deciso?”
”Si…”
Ed in quel momento Jonathan notò il colore particolare dei occhi di Clark,
quando incontrò il suo sguardo… erano… viola… l’uomo gli sorrise e poi
alzò la mano richiamando il cameriere che arrivò subito. Il ragazzo
tirò fuori il blocchetto guardandoli e i due ordinarono quello che avevano
deciso, infine il cameriere fece un leggero inchino andando in cucina a far
preparare le ordinazioni. Clark si sedette annuendo.
”Ottima scelta ragazzi…”
”Grazie…”
”Ah sai com'è siamo bravi a scegliere cose buone noi... “
Clark, al quanto divertito scosse la testa.
”Sempre il solito tu, eh Mou?”
Jonathan li guardò ingenuamente, senza capire di cosa stessero parlando.
Intanto Clark cambiò discorso.
”Che mi raccontate di bello ragazzi, spero che tu non abbia fatto di nuovo a
botte a scuola .“ chiese guardando infine Morgan, il quale lo guardo malissimo.
”Mmm... che io sappia no... o almeno spero.“
Anche lui guardando Morgan.
”Ma che avete, mica faccio sempre a botte io... “
Clark sorrise, mentre Jonathan continuava a guardarlo, come se lo stesse studiando,
quando si trattava di queste cose, Morgan normalmente gli nascondeva quello
che succedeva, sapeva della sua situazione estremamente pesante nella famiglia,
e sapeva, che Morgan era molto irrascibile, e se qualcosa non gli andava bene
lo diceva anche a suon di cazzotti, non che voleva cambiarlo, ma aveva paura
che potesse succedergli qualcosa di brutto se continuava così, infondo
era il suo migliore amico, il primo che voleva essergli amico e non per… scosse
leggermente la testa, non voleva pensarci… doveva divertirsi, era uscito con
Morgan per divertirsi non per ripensare al passato.
”Tutto bene Jona?”
Il ragazzo si scosse dai suoi pensieri e sorrise annuendo a Morgan, in quel
momento arrivò il cameriere portando la loro cena.
Morgan guardò i piatti e sorrise compiaciuto.
“Si tutto bene e poi semba tutto ottimo“
Rispose il ragazzo dai capelli rossastri ritornato a sorridere mentre guardava
anche lui i piatti appena portati.
“Vi lascio mangiare, sbrigo le ultime cose... e poi preparo la sala di là...
ti va di suonare Mou?“
Annuncio Clark al ragazzo più piccolo.
“Se tu fai compania a Jonathan... “
“Con vero piacere... “
Jonathan guardò Clark sorridendogli gentilmente.
“Sempre che non abbia altri inpegni“
“No, mi piace ascoltare Morgan al piano... allora a dopo...“
Dicendo questo si allontanò dai i due.
“Mangiamo?”
“Si... mi sembra tutto invitante“
“Buon apetito allora“
Morgan iniziò a mangiare.
“Anche a te“ disse Jonathan imitando l'amico e iniziando ad assaggiare le pietanze
davanti a sé con compostezza come gli è stato insegnato sin dalla
tenera età.
“Te l'ho detto che e' ottimo, vuoi un po' del vitello?
“Mm.. si un pochino si...“
Morgan gli passò il piatto e Jonathan ne prese un pezzetto e lo mangiò
però sporcandosi con la salsa il mento senza neppure accorgersene, a
quel gesto l'amico sorrise e si sporse a pulirlo affettuosamente con un tovagliolo
“Grazie.“ disse sorridente per quel gesto mentre gli ripassava il piatto.
“Molto buono anche questo.“
“Com'è il tuo? “ chiese Morgan
“Provalo no?“
Passandogli il piatto davanti a lui. Clark li stava osservando da lontano e
sorrise per poi andare per i fatti suoi, avendo promesso a Morgan di far compagnia
a Jonathan... non poteva non mentenerla e poi Jonathan gli piaceva per quello
che l'aveva conoscuto.
Morgan prese un assaggio del pesce.
“Mhm... buono anche il tuo....anche se io odio il pesce“
Jonathan sgranò gli occhi mentre lo guardava.
“E perche' non me lo hai detto subito!!!! Non ti avrei fatto mangiare cose che
non ti piacciono...cattivo!!!“ disse molto dispiaciuto.
“Ma Jona tu avevi voglia di pesce...che c'è di male... “
“......ma.... ma che centra se non ti piace non te lo avrei fatto mangiare“
“Volevo assaggiarlo che c'è di male?“
Affermò Morgan tranquillo al che Jonathan scosse la testa mentre l'amico
lo fissava con lo sguardo dolce.
“Sei tremendo...mi vizi troppo se fai così... “
Sospirò Jonathan per poi sorridere di nuovo come era solito fare.
“Tu dici? A me non sembra che ti vizio... rimani sempre lo stesso... “
“Si che lo fai .... “
“Ma quando mai....su finiamo di mangiare, che poi io mi devo esibire“
Jonathan scosse la testa leggermente:
”Ok lasciamo perdere ... è una battaglia persa la mia... ”
Mettendosi un altro pezzo del pesce in bocca.
”Non capisco di cosa parli caro Jonathan… ne vuoi ancora di carne?” chiese con
sorriso innocente fissando l’amico.
”No, mangiala tu… io finisco il pesce…”
Alzò lo sguardo dal suo piatto, fissando il suo sguardo in quello del
altro ragazzo.
”Tu fai finta di non capire caro Morgan.”
Il sedicenne dai capelli bicolore fece un sorrisino strano.
”Va bene se lo dici tu tesoro…”
Jonathan sorrise divertito, mentre Morgan aveva distolto lo sguardo e iniziò
a mangiare con fretta, senza perdere educazione, qualcosa al che ormai era abituato,
essendo un nobile, se voleva alzarsi dal tavolo doveva finire tutto, e a lui
non piaceva stare seduto assieme ai suo genitori… Anche l’altro ragazzo si dedico
alla sua cena, ma lentamente… gustando ogni pezzo che metteva in bocca. Morgan
si poggiò sullo schienale con il bicchiere di vino in mano osservandolo,
aspettando che finisse di mangiare… Jonathan prese il bicchiere d’acqua vicino
al suo piatto finendo anche quello, per infine poggiare tutto come richiedeva
il codice dell’educazione a tavola. Morgan si alzò.
”Andiamo?”
”Certo, sono pronto... ”
Darling come al solito prese l’amico per la mano, facendo capire ai presenti
che non dovevano avvicinarsi… e si diresse verso la sala bar, mentre Jonathan
lo seguiva tranquillo sorridendo. Appena entrati nel locale Clark gli venne
incontro.
”Clark ti lascio Jonathan, lo devi proteggere…”
L’uomo sorrise guardandolo, mentre il ragazzo salutò l’amico dirigendosi
verso il palco, al che Summers fece accomodare Jonathan nel posto riservato,
appartato, ma da dove si vedeva bene il palco. Il giovane seguì con lo
sguardo per un attimo il ragazzo dai capelli bicolore e poi si sedette con compostezza
nel posto a lui indicato, mentre il proprietario del Night si sedette vicino
a lui.
”Mangiato bene?”
Chiese quasi con curiosità l’uomo, già pronto ad andare a sgridare
i cuochi della sua alta cucina. Jonathan sorrise.
”Oh, tutto molto buono, la devo ringraziare…”
L’uomo sorrise.
”Puoi darmi del tu… infondo sei il migliore amico di Mou.”
Il giovane arrossì leggermente.
”Oh… va bene, cercherò di farlo…”
L’uomo dai capelli lungi si mise comodo sulla sedia vicino a Jonathan e chiese
curioso.
”Come vi siete conosciuti? Se non è una cosa personale… sembrate una
coppia molto affiatata.”
”Hanno trasferito Morgan nella mia classe…”
”Ah si… quella volta che aveva picchiato il professore…”
Jonathan sorrise ma continuò.
”E beh diciamo che la cosa è andata gradualmente salendo fino a diventare
amici… e poi devo dire che Morgan è il mio salvatore…”
Sorridendo dolcemente… al che Clark non riuscì a resistere.
”Lo devi amare molto…”
Jonathan lo fissò sorpreso.
”Veramente Morgan è l’unico amico che ho, non lo amo… forse hai frainteso
le mie parole…”
Mentre l’imbarazzo si impossessò di lui. Il giovane proprietario appoggiò
il mento sulla mano guardandolo intensamente.
”Allora mi scuso… eppure… mi sembravate innamorati al tavolo, sarà che
è la prima volta che vedo Morgan così gentile nei confronti di
qualcuno.”
In quel momento si sentì l’applauso perché sul palco arrivo Morgan
facendo un inchino per poi sedersi composto al pianoforte.
”Glielo dico sempre che mi vizia…- intanto si girò a guardare Morgan-
… però siamo solo amici sul serio, e sono contento di questo…”
La musica iniziò a pervadere la sala… una musica al quanto sofferta e
piena di solitudine con tocchi di felicità e di emozione oltre che di
adrenalina per tornare di nuovo malinconica. Clark la ascoltò contemplando
il ragazzo al pianoforte per poi commentare.
”Dev’essere l’ultimo pezzo che ha scritto… compone come sente la sua vita… ormai
mi sono abituato a sentire i suoi sentimenti che non fa vedere, ma che traspaiono
tramite ogni brano che scrive…”
Jonathan osservava con interesse l’amico con un sorriso dolce mentre rispose
all’uomo.
”Spero molto che un giorno scompaia questa malinconia dalle sue note…”
”Già, ma ultimamente ci sono anche tocchi di felicità.”
E si girò a fissare il suo interlocutore che sorrise leggermente.
”Beh sono felice per lui, ma vorrei che fossero di più i momenti felici
nella sua vita.”
Summers si girò di nuovo verso il pianista.
”Suoni anche tu?”
”No, purtroppo non sono bravo in questa arte.”
Tornò a guardare l’uomo, che a stavolta si girò a fissarlo:
”E in che cosa sei bravo?”
Facendo sorridere solare il ragazzo.
”Nella scherma, faccio parte di un club… e poi… no basta.”
”Anche io uso le armi bianche… non faccio scherma, ma direi che sono bravo…
sei sicuro che non c’è altro?”
”Che bello anche a me piacciono le spade, comunque si io non vado bene in altro…”
”Sicuramente sei bravo anche in altre cose allora…e visto che ti piacciono le
spade dovrai tornare a vedere la mia collezione di spade…” disse sorridendo
il proprietario del Red Sun.
”Mm… non saprei dirlo io… comunque verrei più che volentieri a vederle,
sono un grande appassionato…”
”Ho anche una collezione di fioretti…”
A quelle parole al giovane Von Stiler si illuminarono gli occhi.
”Ma che bello… la invidio proprio…”
Summers sorrise (ho capito il gioco di Clark… e cmq Jona caro un giorno saranno
anche i tuoi quei fioretti u.u ndSaya).
”Significa che dovrai per forza venire a vederli alla mia residenza… Morgan
sarà sicuramente felice di accompagnarti.”
Jonathan lo fissò un po’ preoccupato.
”Ma non crede che le stiamo dando troppo disturbo?”
”Per niente, tanto con Morgan ho una corsa questo weekend… così vieni
anche tu e dormirete da me.”
”…siete così gentile anche con me…”
Clark sorrise sorseggiando dal suo bicchiere e dopo rispose:
”Ogni amico di Morgan è amico mio… se ti tratta con riguardo è
perché sei una persona speciale…”
Il giovane gli risorrise amichevolmente.
”Grazie signor Clark, non so che altro dire..”
”Ma per me è un piacere Jonathan…”
I suoi occhi vagavano dal ragazzo seduto accanto a lui a quello che stava suonando
una musica meravigliosa che faceva ballare molte coppie.
“Solo a guardarlo non si direbbe mai che è un artista… non credi?”
Jonathan ridacchiò leggermente.
”Beh… forse ma la prima impressione non è sempre quella vera…” rispose
guardando Clark mentre lo sguardo perdeva un po’ d’intensità.
”Direi di si… nemmeno per me si direbbe che sono il proprietario di un posto
del genere…”
Sorrise maliziosamente fissando il ragazzo, mentre Jonathan lo fissò
e fece una risatina divertita.
”Ma non dite così signor Clark.”
”Però ormai è da dodici anni che è di mia proprietà…
e quanto vedi sta andando a gonfie vele…”
”Si e devo dire che qui si sta veramente bene… c’è nell’aria qualcosa
che rilassa le persone…”
”E dev’essere così… questo è un posto dove la gente viene a rilassarsi
senza problemi… le persone che sono razziste non sono benvenute qui…”
Von Stiler annuì.
”Capisco… ed è bello così..” sorrise sincero…al che Clark gli
fece un occhiolino.
”Diciamo un piccolo paradiso per le coppie clandestine…”
”Beh è bello che fate tutto ciò…”
Clark si appoggiò contro lo schienale fissando Morgan mentre parlava
a Jonathan.
”La verità è che è iniziato tutto con una casa di appuntamenti
gestita dal mio defunto zio…”
Tornò a fissare il ragazzo seduto vicino a lui.
”E io ho aggiunto l’hotel, il ristorante ed il club.”
”…c’è anche l’hotel??”
Jonathan sembrò rimasto sorpreso dalla scoperta.
”Eh…si… il mio ufficio è al ultimo piano… però tutto il palazzo
dietro è Hotel… sia a ore che non…”
Summers dicendo questo sorrise pensano a tutti i sacrifici che aveva dovuto
fare per creare questo posto…
”Oh… non immaginavo che fosse così grande…”
”Se vuoi, mentre Morgan si esibisce ti faccio vedere l’intera Red Sun…”
Lo fissò con sguardo intenso (non farlo =_= non so come descriverla ndSaya
zitta devo fare colpo su Jona ndClark), al ragazzo si illuminarono leggermente
gli occhi.
”… ma beh… sono sempre a disturbarla… non vorrei continuare anche su questo…”
”Non mi disturbi affatto, se no, non te l’avrei…”
”Beh allora veramente un girò mi farebbe piacere farlo…”
Clark si alzò offrendo il braccio a Jonathan, mentre quest’ultimo gli
sorrise un po’ imbarazzato ma accettò la sua offerta prendendolo a braccetto.
”Sarà un piacere…”
”Grazie…”
Clark si diresse con passo sicuro nel corridoio, elegante e decorato con gusto,
dal quale si arrivava alla reception dell’hotel… quando il ragazzo si guardò
introno notò che c’era un entrata apposita per esso oltre che l’ambiente
era molto rilassante, oltre che rispecchiava un vecchio ed elegante stile di
ornamento… mentre i colori che prevalevano erano il rosso e l’oro…Jonathan osservava
con curiosità il posto tenendo sempre Summers a braccetto, il quale passando
vicino agli impiegati veniva salutato con rispetto.
”Vedi… questo è l’hotel.”
Il giovane guardava la gente sorridendo finché non gli passò per
la mente che avrebbero comodamente potuto pensare che era lì per altro
insieme al proprietario e divenne rosso in viso per rispondere con un leggero
tremore nella voce.
”Vedo… molto bello…”
Clark sorrise soddisfatto e fiero che il posto piacesse a Jonathan al che si
diresse verso l’ascensore entrandoci assieme al ragazzo, premendo il bottone
dell’ultimo piano.
”Ti faccio vedere anche il mio ufficio.”
Il giovane alzò lo sguardo fissandolo per un attimo, e Summers non riuscì
a non sorridergli, si guardarono così per un lungo momento, gli occhi
viola di Clark si persero nell’osservare quelli di Jonathan, in quel momento
non sapeva cosa pensare, erano talmente innocenti quegli occhi che non riusciva
a far stare ferme le immagini che gli si presentavano nella sua mente… non riusciva
a capire, perché gli bruciava quasi dove la mano del ragazzo veniva in
contatto con il suo braccio, perché aveva voglia di poggiare la propria
su quella più piccola per vedere se era veramente così calda…
e toccare quelle dita sottili…ormai era perso nei suoi pensieri… ed intanto…Jonathan
era rimasto un attimo incantato da quei due occhi così magnetici , Clark
era molto piu’ grande di lui ma in fondo con lui si sentiva bene e tenere stretto
a lui il suo braccio lo faceva sentire protetto, nulla che gli mettesse quel
senso di pericolo o disgusto che aveva con i suoi campagni di scuola, era stato
gentilissimo per tutta la sera lo aveva trattato anche troppo bene…non era abituato
a tutta quella genitilezza se non a quella di Morgan naturalmente… poi un suono
non li avvertì che erano al capolinea. Quando la porta si aprì
mostrò che la porta era diretta in un bellissimo ed elegante ufficio.
Il giovane indugiò un secondo a guardarsi in giro, mentre l’uomo gli
fece segno di entrare.
”Entra pure…”
”Grazie…”
Von Stiler entrò tornando ad assumere il suo comportamento educato e
rispettoso... mentre i suoi occhi vagavano per l'ufficio abbastanza grande che
comprendeva anche un divano, una televisione oltre alla scrivania grande dietro
la quale c'era una poltrona di pelle nera e di fronte ad essa c'erano due sedie...
ma la cosa che colpì di più il ragazzo erano le vetrate che coprivano
completamente il dietro... e da lì si vedeva un bel pezzo della città
illuminata di notte... si girò di nuovo verso il propietario del posto
sorridendo.
”Beh è davvero molto grande…”
Clark si accese intanto una sigaretta.
”E’ molto rilassante stare la sera qui e guardare fuori…”
Jonathan a quelle parole si rigirò verso le finestre.
”Si mi sa anche a me…”
E anche Summers seguì il suo esempio.
”Da qui si vedono sia l’entrata al club che dell’hotel…”
”Posso guardare?”
”Certo… e me lo chiedi pure…” rispose l’uomo con un sorriso sulle labbra scuotendo
leggermente la testa, capendo veramente perché Morgan con lui si comportava
da mamma chioccia (ce sarai ndMor ma è vero con jona sei una mamma chioccia
ndSaya)…
”Beh si… e comunque grazie…” dicendo così si avvicinò alla finestra,
poggiò una mano sul vetro sorridendo felice… e abbracciò la città
con lo sguardo, mai aveva visto Londra da quell’altezza… era bellissima era
da molto che non si sentiva così rilassato se non quando era sulla pedana
con il fioretto in mano e nessuno poteva intimorirlo, ed ora vedere la città
di notte era incantevole e la presenza di Clark nella stessa stranza non lo
intimoriva per nulla anzi c’era un non so che nell’aria che lo distendeva, riuscendo
a fidarsi di lui senza nessun problema infatti era anche salito nel suo ufficio
senza problemi… Intanto Clark si era appoggiato alla sua scrivania, il suo sguardo
attento sul ragazzo, lo scrutava… c’era qualcosa in lui che lo attirava come
una calamita… ma non sapeva cosa… era un bel ragazzo, e per uno che aveva passato
tutti quei problemi a scuola si reggeva bene, sapeva nascondere le sue debolezze,
proprio come gli diceva Morgan, ma non era tempo per lui per chiedere questa
cosa, si erano conosciuti solo quella sera… non voleva spaventarlo… voleva seriamente
diventargli amico… sorrise a sé stesso, aveva un debole per i ragazzi
maltrattati… anche Morgan l’aveva trovato qualche anno fa mezzo fradicio che
cercava di non farsi notare e gli era diventato subito amico… non amava ricordarsi
del suo passato… ma era quello a spingerlo a voler proteggere i due sedicenni…
”Ti piace?”
Jonathan continuò a guardare fuori con gli occhi luminosi.
”E’ la cosa più bella che abbia mai visto…”
Clark spense la sigaretta sorridendo di nuovo…
”Si… concordo… e’ uno spettacolo mozza fiato…”
Il giovane si girò verso Clark con un sorriso molto dolce, facendolo
rimanere per un attimo in silenzio… in quel momento all’uomo il ragazzo parve
un angelo…
”Sono contento che ti piaccia…”
”Sono felice che tu abbia voluto mostrarmela…”
Summers sorrise più a se stesso che altro.
”Sei sempre il benvenuto al Red Sun… anche quando non vieni con Mou.”
”Grazie… sul serio… è bello che mi tratti così gentilmente…”
”Mhm…”
L’uomo guardò di nuovo fuori, mentre anche Jonathan seguì il suo
esempio perdendosi nei propri pensieri riflettendo a quella bellissima serata,
era andato tutto così bene e conoscere Clark era stato davvero interessante…
gli piaceva e sapeva che di lui si sarebbe potuto fidare come di Morgan… e in
quel momento si ricordo’ del amico che avevano lasciato giù nella sala
senza avvertirlo che si sarebbero allontanati… chissà cosa avrebbe detto
e pensato …
Clark intanto si sedette alla scrivania continuando ad osservarlo mentre si
accese un’altra sigaretta… si il ragazzo era molto bello, era naturale che molti
lo desiderassero… ma non gli andava giù nemmeno prima di conoscerlo che
potessero trattarlo in quel modo… e ancora meno adesso che l’aveva conosciuto…
era felice che il ragazzo avesse preservato la sua innocenza e purezza… Jonathan
si girò di scatto come se l’avesse punto qualcosa.
”Oh… non pensi che forse Morgan si sia accorto della nostra assenza? Non vorrei
che si preoccupasse…”
Summers sorrise prendendo il telefono.
”Darling ha finito di suonare? Si… lo mandi nel mio ufficio… grazie…”
L’uomo si girò verso il ragazzo.
”Ecco, adesso arriverà…”
”Grazie di nuovo…”
Jonathan tornò a guardarsi introno mentre si avvicinò alla scrivania
dove era seduto Clark… ammirando la grande stanza… qualche minuto più
tardi, le porte dell’ascensore si aprirono ed arrivò con le mani in tasca
il ragazzo dai capelli bicolore sorridendo.
”Vi ho annoiato a tal punto che ve ne siete andati?” chiese quasi divertito,
facendo scuotere la testa a Clark.
”Oh, no scusa… solo che la mia curiosità ha preso il sopravvento… scusa…”
Facendo si che Morgan si avvicinasse a Jonathan passandogli il braccio sulla
sua spalla.
”Non ti preoccupare… in fondo il Red Sun è bello, non puoi non visitarlo…
tu mi puoi sentire suonare quando ne hai voglia…”
Jonathan si lasciò abbracciare dal migliore amico con un sorriso.
”Ok, allora me lo prometti che suonerai per me…”
”Promesso – intanto si girò verso Clark – quand’è la prossima
corsa?”
”Questo weekend… tanto i tuoi nemmeno notano se non ci sei… rimarrai da me come
sempre no?”
Morgan sorrise a trentadue denti annuendo contento.
”Certo capo…”
Jonathan per un attimo guardò Clark per poi tornare a fissare Morgan.
”Porti anche me?”
Il ragazzo dai capelli bicolore lo fissò quasi sorpreso.
”Vuoi venire a vedere?”
”… è lo stesso, verrò un’altra volta…”
Qui si intromise il moro dai lungi capelli.
”Jonathan se vuoi venire sei il benvenuto, visto che viene con noi anche Hiro…
stai con lui durante la corsa mentre io e Mou siamo in macchina…”
”Sai che tu non mi dai mai fastidio…”
Jonathan a queste parole sorrise.
”Se… se posso verrei… volentieri…”
”Allora va bene…”
Sorridendogli di rimando, mentre Clark annuì soddisfatto…
”Comunque è tardi… andiamo a casa Jona?” chiese Morgan fissando l’amico.
”Si…si, chi sa cosa dirà Louis se facciamo ancora più tardi…”
Intanto sentendo quel discorso Clark aveva guardato l’orologio ed infatti ormai
era l’una passata così si alzò.
”Vi accompagno giù…”
Morgan lo fissò divertito.
”Oh, fai il cavaliere, eh?”
Jonathan lo guardò di nuovo imbarazzato.
”Ma non si deve disturbare…”
”Non è un disturbo…” mentre passò la mano tra i capelli di Morgan
spettinandoli amichevolmente.
”Capisco…”
Intanto Morgan prese per il braccio Jonathan trascinandolo con se verso l’ascensore…
”Andiamo…”
Naturalmente il ragazzo meno energetico si lasciò portare dietro, mentre
Clark al quanto divertito li seguì nell’ascensore… dove Morgan parlò
e gli altri due lo ascoltavano… a molti sarebbe sembrato solo un chiacchierone…
ma il ragazzo dai capelli bicolore aveva dimostrato ad entrambi più volte
che anche se indossava quella maschera da giullare dentro nascondeva una personalità
molto più matura di quanto dovrebbe essere un diciassettenne…
Appena scesero dall’ascensore arrivarono a chiamare il proprietario… il quale
si girò verso i due.
”Beh ragazzi, io devo lavorare… ci vediamo venerdì sera allora…” disse
con un sorriso.
”Arrivederci e grazie per la magnifica serata…” disse Von Stiler con un sorriso,
mentre Clark gli rispose con un leggero inchino.
”A presto…”
”Ciao Clay…”
”Ciao Mou…”
E con queste parole Clark lasciò i due andando a vedere che cosa c’era
che non andava… appena scomparso dalla loro visuale Morgan tornò a fissare
Jonathan.
”Allora?”
”Cosa?”
”Ti sei divertito? Anche se ho lavorato stasera?
”Oh si mi è piaciuto, il locale è molto bello e mi sono trovato
bene con Clark…è gentilissimo…”
Morgan sorrise annuendo.
”Si, lo è… molto… andiamo adesso?”
”Si…”
”Sono contento che ti sei divertito…”
”Grazie Morgan, solo merito tuo…”
Darling sorrise felice e quando uscirono dal portone principale Louis era già
li ad aspettarli… e i due salirono in macchina… appoggiandosi l’uno sull’altro…rilassandosi…
ripensando alla serata…
*************************************************
Quella sera il
Bad Boyz era abbastanza tranquillo, non c’era la solita folla di gente fuori
che aspettava di entrare ed il parcheggio non era neppure gremito fino all’eccesso
come capitava durante il fine settimana.
I tavolini metallici disposti per la sala erano occupati per più della
metà ma l’ambiente era calmo e rilassante, non confusionale e frenetico
come al solito…il palco era illuminato ed un paio di ragazzi stavano finendo
di sistemare la loro roba ed imballarla per poterla portare via…infatti la loro
esibizione dal vivo era appena terminata ed aveva riscosso un notevole successo
nella piccola folla che li aveva ascoltati. Tra tutti, quello che aveva apprezzato
di più la loro musica era un ragazzino seduto ad un tavolo in fondo al
locare…avrà avuto circa diciannove anni anche se di aspetto ne poteva
dimostrare qualcuno in meno…portava dei capelli neri leggermente lunghi ma non
abbastanza da poter essere raccolti in un mini codino, i suoi occhi erano di
un brillante azzurro che fissavano attentamente quello che lo circondava…non
era molto alto ed aveva un fisico magro e snello.
Era da un po’ che stava giocherellando distrattamente con un bicchiere ormai
vuoto ma non aveva voluto alzarsi prima per andare a prendere qualcos’altro
per non perdersi l’esibizione di quello che era uno dei suoi gruppi preferiti.
Ora che era finita, però, aveva tutto il tempo che voleva per andare
ad ordinare il suo nuovo drink.
Così si avviò verso il bancone del bar, avvolto nei suoi jeans
chiari a vita bassa e nella maglietta blu elettrico molto attillata e corta,
che lasciava intravedere la parte inferiore di un tatuaggio posizionato attorno
all’ombelico. Una volta lì cercò di attirare l’attenzione del
barista, un ragazzo alto sempre sorridente e dai capelli neri.
“Scusami....mi potresti fare una birra piccola?”
Il barista lo fissò con uno dei suoi sorrisi più cordiali.
“Certo arriva subito bel faccino...” prendendo un bicchiere ed iniziando a riempirlo.
“Grazie” rispose appoggiando i gomiti al bancone in attesa di essere servito.
Intanto, un altro ragazzo che se ne stava in piedi poco distante a lui, si era
voltato nella sua direzione e lo stava studiando con un’attenzione forse eccessiva
per un semplice sconosciuto. Questo ragazzo indossava una camicia bianca lasciata
sbottonata per metà e con le maniche arrotolate, un paio di pantaloni
neri piuttosto larghi ed una polsiera nera al braccio destro...era molto alto
e muscoloso, aveva degli strani capelli rosso/arancio che erano sistemati a
formare una piccola cresta al centro della testa…ed i suoi penetranti occhi
neri lo stavano fissando con insistenza…questo perché era più
che convinto di conoscere quel ragazzino che era appena arrivato al bancone
ma non ricordava assolutamente dove lo aveva incontrato prima.
Sentendosi osservare così insistentemente il moretto si voltò
nella sua direzione e quando lo vide un sorriso gli si dipinse sulle labbra…lui,
al contrario del rosso, si ricordava fin troppo bene chi era.
“Ehi ciao…”
“…ciao…” mormorò riscuotendosi un attimo dalla sua contemplazione.
“E’ da un po’ che non ti vedo più passare al nostro negozio” disse con
assoluta tranquillità.
“Ecco chi sei…il commesso del negozio di dischi…mi sembrava di conoscerti…”
“Già…io in carne ed ossa…” disse continuando a sorridere a quello che
sapeva essere uno dei loro clienti più affezionati, anche se provò
un lieve dispiacere per non essere stato riconosciuto subito…ma in fondo era
anche giusto, non avevano mai avuto l’occasione di parlare spesso assieme, se
non per cose riguardanti la musica ed i dischi mentre erano alla cassa.
“Beh, sì, è da un po’ che non passo…”
Il barista intanto, che era stato trattenuto da altri clienti, finalmente tornò
dai due con la birra del ragazzino in mano.
“Che c'è Mark, credevi che fosse uno di quelli che ti sei fatto da ubriaco
ed ora non te lo ricordavi più?” lo punzecchiò sorridendo.
Mark si girò a guardarlo in cagnesco mentre il moretto arrossiva leggermente
a quella affermazione.
“Che cazzo dici! Mai fatte cose del genere!”
Il barista ridacchiò.
“Ma dai, non ci credi neppure te.... e poi devi ammettere che questo splendido
ragazzo è proprio il tuo tipo.... guarda che bel visino che ha...”
Il ragazzo in questione arrossì ancora di più.
“Steve! – con tono autoritario – Falla finita!”
“E dai non fare il solito brontolone come sempre.... io scherzavo lo sai” disse
appoggiando sorridente la birra sul bancone, che il moretto prese con un “grazie”.
“Comunque senti bel giovane, io sono Steve Foster non che il migliore amico
di Mark – porgendogli la mano – e tu?”
Mark lo fissò con un sopracciglio alzato.
“Da quando tutte queste confidenze? Migliore amico, mai stato….”
Steve ignorò completamente le parole del rosso e strinse la mano del
ragazzo quando questi gliela offrì sorridendo.
“William Barkley”
Steve sorrise contento e poi lanciò un’occhiataccia all’amico.
“Che fai brontolone tu non ti presenti?”
“Mark... Mark McGranth....” disse porgendo anche lui la mano che fu stretta
qualche attimo dopo.
“Piacere…” rispose soddisfatto di essere riuscito a sapere il suo nome dopo
tanto tempo che desiderava conoscerlo ma non aveva mai avuto l’occasione di
chiederglielo “Vengo spesso a sentire il tuo gruppo suonare....sei bravo…”
“Ecco vedi, è il tuo unico fan cerca di trattarlo bene se no perdi anche
questo!” intervenne Steve….Mark infatti era il bassista del gruppo che aveva
appena suonato in quel locale.
“Te ne vuoi andare... non hai altri clienti da servire??????”
“Ecco, se fai così perderai anche il tuo unico amico....”
“Eh basta....”
“Ma siete sempre così?” chiese William ridacchiando al loro battibecco.
“Beh si, siamo l'attrazione maggiore del pub!” rispose con un sorriso divertito
il barista.
“Ma falla finita.....” ringhiò per l’ennesima volta Mark.
William ridacchiò ancora e poi si limitò a sorridere, concentrando
la sua attenzione sul rosso.
“Beh...visto che ti ho qui....e che è da un pò che non passi in
negozio...ti dico che sono arrivati parecchi nuovi dischi se ti può interessare...”
disse cercando di sviare il discorso prima che Steve rischiasse il linciaggio
da parte dell’amico.
“Ah davvero allora dovrei davvero passare....” rispose abbozzando il primo sorriso
della serata…il tutto sotto lo sguardo attento del barista che li stava fissando
con interesse.
“Passa quando vuoi...tanto gli orari li sai e sai dove trovarci..”
“Mmh... aspetta .. forse domani prima di entrare a lavoro faccio un salto da
voi..”
“Bene.....tanto io lavoro lì tutta settimana a tempo fisso...quindi ci
becchiamo di sicuro…”
Steve dopo averli fissati per un po’, sorride leggermente e decide finalmente
di congedarsi.
“ok.. ok... vado a lavorare tanto nessuno mi ascolta stasera....” allontanandosi
con un cenno della mano, che fu ricambiato da William…Mark si limitò
a lanciargli un’occhiata prima di tornare al ragazzo che gli stava di fronte.
“Hai finito di suonare per sta sera?” gli chiese poi all’improvviso il moretto.
“Si, per stasera si.... ci risaremo tra qualche settimana... comunque davvero
vieni spesso a vederci?”
“Certo....a me piace venire a sentire i complessi nei locali...e voi siete davvero
bravi.”
“Beh grazie, anche da parte degli altri... ne saranno davvero felici.”
“Beh...ve li meritate un pò di complimenti” sorrise.
“Ce la caviamo…”
“Senti....che ne dici di venirti a sedere al mio tavolo se hai finito per sta
sera? Stare qui in piedi non è il massimo..” chiese sperando sinceramente
che accettasse la sua offerta.
“Oh si certo ....- prendendo il suo bicchiere in mano - fammi strada!”
William sorrise contento e prendendo la sua birra si diresse verso il tavolo
che aveva occupato, sedendosi nuovamente sulla sedia mentre Mark prese posto
accanto a lui.
“Beh dimmi, come ci hai scoperti?” chiese in fine il rosso.
“Mah....te l'ho detto....a me piace venire a sentire i complessi...e così
un giorno sono venuto a sentirvi incuriosito e mi siete piaciuti..”
Era la verità…li aveva scoperti per puro caso durante le sue serate in
giro per i pub…ed era stata un’enorme e piacevole sorpresa scoprire che Mark,
il cliente che aspettava ansiosamente che varcasse la porta del negozio, faceva
parte di quel gruppo…da quel momento aveva fatto in modo di non perdersi neppure
una delle loro esibizioni. Steve aveva ragione, era uno dei loro fan più
accaniti….in particolar modo di un certo componente di quella band.
“Beh certe volte il caso da delle belle sorprese....” disse con fare distratto
Mark mentre studiava il corpo di William…ed il suo sguardo cadde sul piccolo
pezzo di pelle lasciato scoperto dalla maglietta e quindi sul tatuaggio attorno
all’ombelico. Il moretto notò la cosa e sorrise.
“Ti piacciono i tatuaggi?”
“Beh si... ne ho tre... comunque il tuo...beh mi sembra davvero interessante…”
tornando a fissarlo in volto.
“Tu trovi? A me piace molto..”
William abbassò lo sguardo sul suo ventre e poi, senza pensarci troppo,
sollevò la maglietta per permettere all’altro ragazzo di vedere il tatuaggio
nella sua interezza. Mark sembrò studiarlo con molto interesse…e non
solo quello...aveva ragione Steve era proprio il tipo di ragazzo che gli piaceva…
“Oh si è davvero molto bello.....” senza staccare mai gli occhi dall’intricato
ed elegante tribale che marchiava quella pelle candida.
“Grazie...io me ne sono innamorato appena l'ho visto!”
“Eh si, ha una forma molto particolare....”
“Già…” lasciando scivolare nuovamente la maglietta sulla sua pelle, per
quanto potesse coprirlo, il tutto sotto lo sguardo attento di Mark, che nel
vedere nascondere quel ventre piatto sembrò rimanerne parecchio deluso…così,
per distrarsi ritornò a bere il contenuto del suo bicchiere.
“Beh ... vuoi vedere uno dei miei?”
“Certo! Se a te non scoccia ovviamente…”
“Ma che, tanto è uno facile da vedere.....” e con questo si girò
dando le spalle a William e scostando il colletto della camicia gli permise
di vedere un bel sole a tribale inciso alla base del suo collo.
“Bello!” rispose il ragazzino fissandolo interessato.
“Questo è il primo che mi sono fatto”
“Mi piace...e poi lì dove lo hai fatto sta bene…”
“Beh io non lo vedo molto però ti credo” disse voltandosi nuovamente
verso di lui.
William rise leggermente.
“Beh...lo avrai pur visto prima di fartelo fare no?”
“Oh certo, l'ho anche scelto con cura!”
“E l'hai scelto bene direi.”
“Si mi piaceva perché non è il solito sole….l'ho trovato un pò
più particolare”
“Già...concordo...” sorseggiando la sua birra….si stava trovando davvero
a suo agio a parlare con Mark…gli piaceva….ma questo lo sapeva già da
prima, solo ora ne aveva avuto una maggiore certezza.
“Comunque anche per il tuo hai scelto il posto adatto....”
“Eh si!”
William sorrise soddisfatto e si passò le dita sul tatuaggio con gesti
lenti e sensuali…almeno così li trovò Mark che fu rapito da quei
movimenti e si ritrovò inconsciamente a leccarsi le labbra ormai diventate
secche…non era certo se quel ragazzino lo stava tentando di proposito oppure
era totalmente ignaro dell’effetto che stava provocando in lui. In realtà
nei gesti di Will non c’era alcuna intenzionalità…stava semplicemente
“coccolando” quel tatuaggio che si era fatto utilizzando il suo primo stipendio,
due anni fa…tatuaggio di cui andava molto fiero, era stata un’enorme soddisfazione
per lui poterlo fare perché lo aveva desiderato per tanto tempo.
William alla fine allontanò la mano dal ventre tornando a fissare il
rosso, che si era portato il proprio bicchiere alle labbra scoprendolo così
vuoto….sul suo volto comparve un’espressione accigliata a quella rivelazione.
“Cavolo è gia finita.....”
“Vuoi un goccio della mia?” chiese spingendo verso di lui il suo bicchiere ancora
pieno per metà.
“...beh solo un sorso... poi ne prendo un altro.....”
“Bevi senza problemi”
Mark allora prese il bicchiere ed assaporò una bella sorsata di quel
liquido ambrato, del quale una piccola gocciolina fuggiasca gli scivolò
dalle labbra, continuando la sua corsa lungo la sua mascella. William si ritrovò
a fissare quella gocciolina con eccessiva attenzione ed a desiderare di poterla
leccare via con la propria lingua….quel pensiero lo fece arrossire leggermente
per la vergogna…fortunatamente riuscì a riprendersi prima che il compagno
si staccasse dal boccale con espressione estremamente soddisfatta.
Il moretto gli sorrise quando gli restituì la birra.
“Scusa, penso di avertene presa troppa... però ci voleva proprio....”
“Non ti preoccupare....è già il secondo bicchiere che bevo...così
non rischio di esagerare”
“Ma no, non mi sembra giusto....te ne offro un’altra io, tanto mi è rivenuta
sete.....” disse chiamando al volo una cameriera per nome, come se la conoscesse
personalmente…e probabilmente era così.
“D'accordo...come vuoi…grazie..”
“E di che! Mi stai facendo compagnia mi sembra il minimo…” ed intanto stava
ordinando due birre bionde di un tipo particolare alla cameriera, che preso
l’ordine se ne andò verso il bancone a riferirlo.
“Beh...questo dovrei dirlo io visto che ero quello solo...” disse sorridendo
gentilmente al ragazzo.
“Se è per quello anche io…gli altri sono andati via quasi subito....”
“Capisco...allora ci stiamo tenendo compagnia a vicenda…” sorrise maggiormente.
La cameriera torno pochi istanti dopo con le loro ordinazioni, un vero tempo
da record…ma forse perché il locale non era poi molto affollato….depositò
le due birre sul tavolo e Mark le disse di mettere tutto sul suo conto, al che
la ragazza sorrise e se ne andò, lasciandoli di nuovo soli.
“Mark...sei sicuro di volermela offrire? La posso benissimo pagare io...” domandò
il moretto un po’ titubante.
“Ma no, non ti preoccupare ho lo sconto...” sorrise passandogli il proprio boccale,
che William accettò.
“D'accordo....grazie allora....”
“E di che, nessuno problema....” iniziando a sorseggiare la bevanda.
William per prima cosa finì in due sorsate la birra rimasta nel suo bicchiere,
poi si attaccò a quella che gli aveva offerto l’altro ragazzo.
“Beh ti piace?” chiese Mark fissandolo con un sorriso.
“Molto, è buona davvero...” rispose leccandosi un baffetto di schiuma
che gli era rimasto attaccato alle labbra, suscitando nuovamente l’attenzione
del rosso, che seguì quel sensuale movimento con interesse.
“Hai buon gusto in fatto di birre”
Mark fu costretto a tornare con i piedi per terra ed a porre fine alle sue fantasticherie
per seguire il discorso.
“Beh ne bevo molta... ormai sono un veterano per quanto riguarda la birra...”
William rise.
“Ora capisco tutto”
“Ehi! Comunque non pensare male... non sono un ubriacone come ha detto Steve...
voglio precisare!”
“Si si tranquillo....non avevo pensato nulla del genere..” lo rassicurò
con un sorriso.
“Ah meno male... perchè Steve esagera sempre...”
“Siete una coppia divertente...vi conoscete da tanto?”
“Beh adesso da qualche anno... comunque siamo divertenti solo perchè
lui fa battute su di me....” continuando a bere.
“...effettivamente è vero....non penso che sia molto piacevole per te..”
ridacchiando.
“Vebbè ci si fa il callo ... lo so che non lo fa con cattiveria... cioè
certe volte non lo fa....”
Mark sorrise, con il volto un po’ arrossato per il caldo e la birra, e Will
rise di nuovo.
“Beh, pensandoci potremmo fare un numero di comici invece di uno di musica la
prossima volta....”
“Io preferisco la vostra musica...anche se i vostri dibattiti sono divertenti
devo ammetterlo”
“Meno male che preferisci la musica, non mi ci vedo a fare il comico tutta la
vita....”
“Neanche io…e poi sarebbe un grave torto al mondo della musica se smettessi
di suonare....” sorrise con sincerità…a lui piacevano davvero molto le
loro canzoni….gli trasmettevano una bella dose di energia e di emozioni forti,
lo tranquillizzavano in certo senso….gli facevano dimenticare tutto il resto
per un po’.
Mark lo fissò colpito e divertito allo stesso tempo.
“Ehi che fai? Se mi lusinghi così tanto poi mi monto la testa….” scherzò.
“Ma il mio è un semplice e modesto commento di fan...comunque se vuoi
rettifico....per ME sarebbe un gran dispiacere se smettessi di suonare…così
va meglio?”
“Mmmh... così suona diverso... però è piacevole sentirlo
dire...”
“Hai detto tu che non vuoi che ti monti la testa, così ho parlato solo
per me....e comunque ho detto solo la verità…”
“Beh grazie.... comunque spero solo che non ci sopravvaluti troppo, anche noi
abbiamo alti e bassi...”
“Come tutti lo so...non vi sopravvaluto tranquilli...”
Mark sorrise bevendo la sua birra.
“Ecco bravo…cosi mi piaci..”
Per alcuni istanti tra i due cadde un piacevole silenzio dove i due si fissarono
e continuarono a bere le loro bevande…sembravano stare bene com’erano, l’uno
in compagnia dell’altro, anche senza dire una parola. Poi la conversazione fu
reinstaurata.
“E’ strano che nonostante ci siamo visti spesso in negozio non abbiamo mai conversato
così...” disse alla fine William con un sorriso…non si era proprio trattenuto
dal fare quell’osservazione, soprattutto perché voleva sapere se anche
per l’altro ragazzo era piacevole stare in sua compagnia come lo era per lui…ma
forse erano i suoi sentimenti a rendere tutto più bello.
“Beh ... davvero che strano.... forse perchè non essendo in ambiente
lavorativo ci sentiamo più liberi......”
“Forse hai ragione...anche se il mio capo non mi sta mai tanto col fiato sul
collo...comunque sono felice di questa bella chiacchierata…”
“Anche io”
Il moretto sorrise contento a quelle parole che sembravano espresse con sincerità
e sorseggiò un po’ il suo bicchiere che ormai era mezzo vuoto…notando
che quello di Mark invece era quasi del tutto vuoto.
“Non ti vorrai fare un altro giro vero?”
“Perchè no.. la notte è ancora giovane!” sorrise.
“Si vede che reggi bene l'alcool tu...”
“Per ora anche tu...comunque lo fai anche tu un altro giro.... tanto offro io…”
“Non so…non vorrei approfittare troppo di te Mark – sorrise - ...e poi non so
se dovrei, se esagero domani mi tocca andare a lavoro cotto come una pera…”
“Di me non te ne approfitti stanne certo e per il lavoro c'hai anche tutto il
tempo per smaltirla ...dai non ti preoccupare, mica ti faccio ubriacare di brutto!”
sorrise con fare da tentatore esperto.
“Mmmhh...vabbè.....dai....ma se mi fai ubriacare è colpa tua....e
non provare a dimenticarmi dopo la sbronza!” ribatte facendogli l’occhiolino.
“Ehi! Te l'ho detto non credere a quello che dice Steve....”
William ridacchiò finendo il suo bicchiere come Mark.
“Si lo so....”
“Bravo”
Mark richiamò la cameriera ed ordinò un altro giro della stessa
birra mentre Will si allungò sinuosamente sulla sedia, alzando le braccia
e stiracchiandosi per bene…questo gesto portò la sua magliettina a sollevarsi,
lasciando nuovamente scoperto ed in bella mostra il tatuaggio.
L’attenzione del rosso, com’era da aspettarsi, fu di nuovo catalizzata dall’intricato
disegno di quel tribale…e se anche il moretto riabbassò le braccia, la
maglietta rimase dov’era, permettendogli così di ammirarlo a lungo.
In quel silenzio comparve per la quarta volta la cameriera con le loro ordinazioni
e poi si defilò come prima a fare il suo lavoro altrove.
“Ehi comunque se non la vuoi nessun problema, non ti voglio costringere a berla...”
“Non ti preoccupare...anche io l'alcool lo reggo discretamente...” sorrise per
tranquillizzarlo.
“Se devo essere sincero con quel visino che hai non si direbbe proprio....”
lo punzecchiò.
“Beh...il mio è un viso come tanti....” protestò.
“Non è vero, non è come tanti....” disse con voce convinta.
“E che cosa avrebbe di diverso dagli altri?” chiese con espressione curiosa.
Mark allora si mosse, mise una mano sotto il viso del moretto e glielo sollevò
per poterlo fissare meglio, studiando il rossore che gli tingeva le gote, i
lineamenti…tastando la morbidezza della sua pelle…e mentre faceva ciò
si sporse leggermente verso di lui. William lo fissò con espressione
sorpresa per il suo gesto ma una volta che si ritrovò davanti il volto
del rosso, il suo cervello cominciò a perdere qualche colpo.
“Beh.... hai dei lineamenti molto morbidi... e non spigolosi....”
“E poi?..che altro?” disse senza muoversi di un millimetro, quasi avesse paura
che quel momento si infrangesse da un momento all’altro.
“Mmh…i tuoi occhi sono di un bellissimo azzurro e hanno un taglio molto particolare.....
e le labbra ...hanno un aspetto così morbido e carnoso....sembrano formare
un disegno....” continuò, trattenendo a stento le mani che non desideravano
far altro che toccarle…e non solo le mani.
Will intanto era completamente perso nella profondità di quegli occhi
neri che lo avevano stregato fin dentro l’anima.
“..ah si?” fu tutto ciò che riuscì a dire.
“Si hai un viso davvero .... come dire dolce....”
“Ah...beh...grazie....ma anche il tuo viso è davvero molto bello....mi
piace....” mormorò.
“Il mio? Ma non ha nulla di particolare... sul serio..”
“Invece io lo trovo bello...interessante....” ammise con un lieve sorriso…ora
era il tempo di ricambiare il favore se il suo cervello cominciava a collaborare
di nuovo.
“E cosa avrebbe di interessante?” sorrise a sua volta curioso.
“Beh....trovo interessante il colore dei tuoi capelli…rosso brillante...ispira
calore...e poi i tuoi occhi scuri...sono così profondi...”
Tutto ciò lo aveva detto sempre senza staccare gli occhi di dosso a Mark,
non ce la faceva…era come una calamita che lo attirava a sé…non sapeva
resistergli…e l’altro lo sorprese per la seconda volta con i suoi gesti. Si
sporse ulteriormente verso di lui e gli posò un bacio su una guancia,
per poi sussurrargli direttamente nell’orecchio e farlo così rabbrividire.
“Allora...grazie”
“Figurati....grazie a te..” rispose con espressione un po’ inebetita.
Mark si avvicinò ulteriormente a Will, sporgendosi dalla sedia ed avvicinandolo
a sua volta a sé, ed iniziò ad accarezzargli il collo con tocchi
leggeri come ali di farfalla. Il moretto si stava piano piano sciogliendo a
tutte quelle attenzioni….il bassista aveva uno strano e potente effetto su di
lui.
“Mmh... anche il tuo collo mi piace....”
“...davvero?”
“Si, è morbido…” continuando ad accarezzarlo.
William si ritrovò inconsciamente a socchiudere gli occhi a quei tocchi,
come un gatto che faceva le fusa, lasciando fare a Mark tutto ciò che
desiderava con lui…ormai era in sua assoluta balia….ed il rossino sembrò
notare il totale abbandono che esprimeva il suo volto, la completa fiducia che
riponeva nelle sue mani…così fece scivolare le sue dita sulla pelle morbida
e scoperta dei fianchi e lo abbracciò leggermente, senza mai attirarlo
a sé del tutto…con l’altra mano afferrò la sua birra e ne assaporò
un bel sorso per farsi passare l’improvvisa sete che gli era venuta. William
assunse un colorito più rosso quando si sentì abbracciare, seppur
lievemente, ma non si mosse.
“Ne vuoi un anche te?” gli chiese con un sorrisino mentre continuava a sfiorargli
la pelle.
“Non mi dispiacerebbe....” mormorò.
“Bene... tieni pure..” disse passandogli il bicchiere…il ragazzino ringraziò
prendendolo e bevette con soddisfazione…leccandosi poi, come tocco finale, quelle
labbra che erano diventate improvvisamente secche ed allungando nuovamente la
birra a Mark. Quest’ultimo aveva osservato la scena con sguardo attento e si
era sporto verso di lui con espressione che tratteneva a stendo il desiderio
che provava.
“Sono curioso di assaggiare una cosa....” sussurrò molto vicino al suo
volto.
“....cosa?”
Mark non rispose a parole ma glielo mostrò con i fatti…imitò i
suoi gesti e gli leccò sinuosamente le labbra….sorrise.
“Mmh.. volevo sentire se la birra era più dolce.....”
“...e come ti è sembrata?” chiese il moretto in una specie di trance.
A quella domanda Mark fece finta di pensarci un po’ prima di rispondere.
“Mmmm......beh per dare un giudizio più autentico dovrei riassaggiare
per più tempo....”
“Beh....perchè non dare la possibilità a questo estimatore di
dare un giudizio più...completo...” abbozzando un sorriso cosparso da
una vena di malizia.
“Lo prendo come un invito stuzzicante....” disse prima di rifiondarsi sulle
sue labbra e leccarle nuovamente, questa volta esercitando una pressione maggiore
e chiedendo al compagno libero accesso alla sua bocca…accesso che Will non esitò
a donargli. Schiuse le labbra e Mark se lo avvicinò a sé maggiormente,
baciandolo in modo più profondo e passionale.
Il moretto fece scivolare una delle sue braccia attorno al suo collo per reggersi
a lui ed evitare di finire per terra, visto che era stato portato sull’orlo
della sedia, e cercò di scivolare sulle sue ginocchia per avere una posizione
più comoda. Mark lo accolse volentieri continuando il bacio con sempre
più passione e permettendo al compagno di aggrapparsi a lui anche con
l’altro braccio.
Quasi non poteva credere di star baciando per davvero il ragazzo che perseguitava
spesso i suoi sogni…la fortuna quel giorno girava davvero dalla sua parte….fino
a quella sera non sapeva neppure che Mark preferiva i ragazzi alle ragazze,
ci aveva solo segretamente sperato.
Il bacio continuava sempre piu’ passionale mentre Mark giocava sensualamente
con la lingua del piu’ piccolo, lo teneva stretto un po’ a sé quel corpicino
più esile del suo ma molto sensuale, lo aveva gia’ notato quando era
andato al negozio dove lavorava, perché era proprio il genere di ragazzo
che gli piaceva, ma non si era mai spinto piu’ di tanto con lui forse perché
non gli piaceva il fatto di abbordare qualcuno mentre lavorava… ma adesso, beh,
era diverso nel locale…l’aria tra loro due sembrava molto piu’ confidenziale
e Will sembrava davvero un tipo interessante e poi era davero carino quando
arrossiva …
Alla fine il rossino dovette staccarsi dal ragazzo per permettere ad entrambi
di riprendere fiato ma la sua espressione sembrava molto soddisfatta.
“Il sapore è ottimo…” disse continuando ad accarezzargli i fianchi.
“Mmhh....mi fa piacere.....” rispose fissandolo intensamente con un sorriso
sulle labbra.
“Anche a me....”
Con la mano libera Mark prese nuovamente il bicchiere per bere…William non gli
staccò gli occhi di dosso, osservando come quella bocca si muoveva contro
quella superficie in vetro e trovava piacere nell’assaporare quel liquido dal
gusto forte ed un po’ amaro.
“Ehi non dirmi che ne vuoi ancora” chiese il rossino staccandosi dal bicchiere.
Il ragazzino, che era rimasto incantato a fissarlo, ci mise un po’ a comprendere
le sue parole.
“Eh? Cosa scusa?”
“Ti ho chiesto se volevi ancora birra?”
“Ah….si grazie…” e con questo il moretto ne prese una nuova sorsata.
Mark intanto si accorse che l’ora si era fatta un po’ tarda e che forse non
era il caso di trattenersi ancora al locale....anche se questo non significava
che si dovessero per forza salutare.
“Forse non dovevo offrirtene così tanta... in fondo domani lavori....”
“Ma no...non ti preoccupare...te l'ho detto che l'alcool lo reggo bene....”
“Mmh.. capito capito.... comunque finito questo ce ne andiamo da qui – scendendo
a baciargli il collo – se ne hai voglia...”
“Certo...” mormorò in risposta reclinando il capo di lato per lasciargli
campo libero.
“Vuoi andare da qualche parte in particolare tu?” sussurrato un po’ contro l’orecchio…
non se la doveva far scappare una preda del genere…
“No....non ho preferenze a riguardo...dove vuoi tu va bene...”
“Mm…sicuro di volermi dare così libera scelta?” chiese con un mezzo sorriso.
“Si…”
“Se sei così sicuro ti porto con me....dimmi con che mezzo sei ... vuoi
che ti porti io?”
“Ero venuto in moto.....tu che proponi di fare?”
“Anche io sono in moto... che ne dici di prendere il caso e di venire con me?
La passiamo dopo a prendere la tua.”
“D'accordo...per me va bene....”
“Ok allora andiamo”
Mark aspettò che Will gli scivolasse giù dalle gambe e poi si
alzò a sua volta…entrambi indossarono i loro giubbini e poi si diressero
diressero verso l’uscita, con Mark che avvolse le spalle del compagno con un
suo braccio. Quest’ultimo fu contento del gesto e si concesse il lusso di appoggiare
il capo contro di lui mentre li guidava verso la sua moto per recuperare il
suo casco. Una volta preso tornarono alla moto del bassista.
“Bene, aspetta che mi preparo e si va!” disse indossando a sua volta il casco
e salendo per avviarla “Vieni monta pure....e ricordati di tenerti stretto a
me....”
Non c’era alcun bisogno di dirlo…Will montò dietro di lui e gli avvolse
la vita con le sue braccia in una presa forte ma non opprimente, che gli permetteva
di far aderire i loro corpi e di sentire il suo calore attraverso i giubbini…era
una posizione alquanto piacevole. Poi gli diede l’ok a partire e Mark accelerò
sgommando e partendo per una meta a lui sconosciuta.
Mentre il rosso li guidava a velocità folle per le strade di Londra,
i pensieri di Will si soffermarono sul suo comportamento della serata. Non era
da lui fare così lo svenevole ed il provocatore, anche se molte cose
le aveva fatte involontariamente…solitamente era un tipo un po’ più tranquillo,
che non si lasciava andare in quel modo con una persona che conosceva appena…ma
in quel momento a lui non interessava. A lui piaceva Mark…gli piaceva davvero
molto e da parecchio tempo….era sempre stato in attesa che varcasse la soglia
del loro negozio così da poterlo vedere e scambiare con lui un paio di
parole, seppur strettamente relative a musica e dischi…diciamo che il suo era
stato una specie di colpo di fulmine….si sentiva un po’ tanto ragazzina alla
sua prima cotta (non che si fosse innamorato molte volte prima di incontrare
il bel bassista) ma era andata così.
Ed ora aveva finalmente realizzato il suo sogno…lo aveva conosciuto di persona
ed aveva trascorso una piacevolissima serata in sua compagnia….e la serata non
era ancora finita….oh, sapeva bene che cosa voleva Mark da lui…non era così
ingenuo. Aveva visto il desiderio nei suoi occhi, lo stesso desiderio che provava
lui per il rosso…se fossero andati a letto insieme ne sarebbe stato felice,
anche se si sarebbe rivelata un’avventura di una sola notte…ne sarebbe valsa
la pena.
In questo caso almeno era lui a decidere cosa fare, era consapevole dei pro
e dei contro della situazione…delle conseguenze…e le accettava…non avrebbe commesso
l’errore di farsi di nuovo illudere ed ingannare come era successo la prima
volta.
Mark continuava la sua corsa verso la casa sentendo il moro dietro di sé,
non aspettava altro… forse era stato troppo inpulsivo con lui, era stata tutta
l’eccitazione che aveva provato con lui in quel bacio a fargli fare quella proposta
però non si aspettava certo che avrebbe accettato così volentieri
di entrare nella tana del lupo dandogli così il libero spazio di agire…
beh era sorpreso… si ma una sorpresa al quanto gradita, tra poco avrebbe approfondito
di piu’ la conoscenza con lui… e il moretto non sembrava dispiacerne…
Finalmente i due, dopo una ventina di minuti in moto, arrivarono ad un palazzino
di quattro piani e lì Mark fermò la moto.
“Bene siamo arrivati!”
William scese dalla moto e si levò il casco.
“Dove siamo?”
“Beh in un posto più tranquillo.....”
“Questo lo vedo...” sorridendo.
Mark spense la moto e si levò a sua volta il casco scendendo a raggiungere
il compagno con un sorriso.
“Spero che non ti diapiaccia ......”
“No affatto..”
“Ne son contento....” e con questo gli si avvicinò maggiormente e gli
sfiorò le labbra con un bacio.
William gli circondò il collo con un braccio per stringersi all’altro
ragazzo mentre rispondeva al bacio e poco dopo si sentì avvolgere la
vita da un braccio di Mark che iniziò ad approfondire maggiormente il
contatto.
“Mh…forse è meglio se saliamo…” mormorò il rosso staccandosi appena
dalle sue labbra.
“Si..direi di si...” rispose con sguardo un po’ perso.
Mark sorrise in modo un po’ strano e sempre tenendolo stretto per la vita si
avviò all’interno dell’edificio…presero l’ascensore e si fermarono al
secondo piano, dove il ragazzo iniziò a frugare nella tasca dei pantaloni
in cerca delle chiavi del suo appartamento. Una volta aperto permise a Will
di entrare per primo ed il moretto si trovò davanti un normalissimo salotto,
nel quale stava un grosso divano bianco, alcuni tavolinetti bassi, un mobile
enorme contro la parete munito di televisore al plasma, stereo ed altre cose.
Studiò tutto con la massima attenzione e poi si voltò verso Mark
sorridendo.
“Bel posto...davvero......”
“Beh non è nulla di particolare....” disse appoggiando il casco ad un
mobiletto vicino alla porta, dove vi appese anche la giacca…imitato poco dopo
da Will.
“A me piace....”
“E’ un posto tranquillo....ci si sta bene in due....” mormorò.
“Trovo anche io...” rispose fissandolo con intensità.
“Però si puo fare anche di meglio...”
Il bassista non perse tempo e spinse il ragazzino contro la parete, chinandosi
subito a baciarlo mentre le sue dita iniziarono a vagare sulla pelle scoperta
del ventre, cercando di aumentare il contatto. Will intanto rispose al bacio
e gli abbracciò il collo stringendosi a lui, lasciandosi andare ad un
gioco sensuale di lingue…il tutto gli fece quasi mancare le forze dall’eccitazione
e fu per questo che si separò dalle sue labbra giusto il tempo per sussurrargli
alcune parole.
“..che ne dici di entrare per bene?” ansimò.
“Certo, andiamo un pò sul divano…” sussurrò leccandogli il collo
e spingendolo all’interno del suo appartamento fino a condurlo al divano. Lì
si sedette e lo trascinò giù con sé, obbligandolo a sedersi
in braccio a lui. Will fu contento della sistemazione e gli si accomodò
sopra per bene, con un sorriso sulle labbra.
“Allora che mi dici Will, ti stai divertendo?” chiese continuando ad accarezzargli
il fianco.
“Si molto....e tu?”
“Certo non si vede?” tornando a leccargli anche il collo.
Will rise leggermente e l’attimo dopo il suo corpo fu attraversato da un piccolo
brivido di piacere.
“Direi di si...” sussurrò.
“Mmh... ecco meno male”
Mark risalì con la lingua su per il collo fino a giungere al suo orecchio,
dove si divertì a mordicchiargli il lobo, strappando così lievi
gemiti a quelle dolci labbra. Le sue mani un po’ alla volta si fecero più
audaci ed iniziarono ad intrufolarsi sotto la sua maglietta per avere più
pelle da toccare.
Il rossino tornò poi alla sua bocca, che prese a baciare con passione
coinvolgendo nuovamente le loro lingue in una danza sensuale mentre Will si
stringeva forte a lui e gli accarezzava la schiena, ricambiando il gesto con
altrettanta passione. Quando una mano curiosa arrivò al suo capezzolo
e prese a stuzzicarlo con le dita, gemette leggermente e si inarcò contro
quel tocco per aumentare il contatto.
Mark sorrise e si staccò dalle sue labbra per riprendere fiato mentre
continuava quella dolce tortura sul suo petto.
“A…ah….” gemette ora liberamente Will, in quale iniziò subito a mordicchiarsi
un labbro per zittire eventuali altri mugolii.
“No non lo fare” lo bloccò Mark posandogli un dito sulle labbra per fargliele
aprire “..mi piaceva sentire la tua voce” e nello stesso momento stuzzicò
maggiormente un capezzolo.
“mmhh....M..ark...”
“Si will…ti piace?” baciandogli il mento.
“Si....”
Il rossino sistemò meglio Will su di sé, allargandogli le gambe
così che fosse perfettamente a cavalcioni su di lui e fece aderire i
loro bacini, mentre le sue mani esploravano sempre più curiose il suo
petto.
“Will... questa maglietta mi da noia posso levarla?”
“Certo che puoi...” fu la sua risposta appena sussurrata.
“Bene…” e con questo prese i bordi della maglietta e gliela sollevò,
lasciandolo così in pochi attimi a petto nudo.
Ora che non c’erano più impedimenti ne allo sguardo ne al tatto iniziò
a passare liberamente le mani sul suo corpo, soffermandosi ad accarezzare il
tatuaggio che lo aveva tanto affascinato prima mentre gli mordicchiava l’attaccatura
del collo alla spalla. Le dita scesero poi a trafficare con i bottoni dei pantaloni
ed iniziarono ad aprirli…la sua bocca intanto si era abbassata per intrattenersi
con i suoi capezzoli, facendo gemere Will di piacere sotto quelle stimolazioni
mentre si dava da fare anche lui nel tentativo di liberare Mark dalla camicia.
Il bassista lo aiutò nel suo lavoro, scostandosi da lui quel tanto che
bastava per far scivolare l’indumento dalle sue spalle e gettarlo dove capitava
sul pavimento del salotto, poi tornò ai suoi pantaloni, ormai slacciati,
e senza dire nulla vi intrufolò dentro una delle sue mani, andando a
sfiorare la sua virilità attraverso la stoffa degli slip.
Will si lasciò sfuggire un gemito più consistente a quel tocco
e si strinse a lui maggiormente, appoggiando la testa sulla sua spalla mentre
i movimenti di quella mano si facevano più insistenti. Notò anche
il secondo dei tre tatuaggi di cui gli aveva partato Mark, un leone in procinto
di attaccare sulla spalla destra….ma quello non era il momento adatto per perdersi
in complimenti e contemplazioni.
“..ah...M..ark..” mugola flebilmente contro il suo orecchio.
“Mi piace sentirmi chiamare con questo tono”
“Mmmhhh...se continui così..c..credo che me lo..sentirai fare spesso..ahh...”
“Proprio quello che voglio” sussurrò mordicchiandogli un lobo mentre
la sua mano cercava di oltrepassare anche l’ultima barriera che lo divideva
dal toccarlo intimamente…così si fece largo nei suoi slip ed andò
a massaggiare il suo sesso senza più alcun ostacolo.
Will gemette e si sentì invadere da un’ondata di piacere che non aveva
mai provato prima di allora. Mark aumentò lentamente la velocità,
facendo impazzire un po’ alla volta il compagno ed attingendo ai dolci sussurri
che sfuggivano da quelle tenera labbra. Il moretto mosse il bacino contro quel
tocco cercando sensazioni ancora maggiori mentre nascondeva il viso nell’incavo
della sua spalla per zittirsi un po’.
“Will... lasciati andare.... perchè ti vuoi trattenere?” chiese appoggiando
l’altra mano sul suo fondoschiena ed aumentando ancora il ritmo del suo massaggio.
“Ah..io..io...M..ark...” mugolò inarcandosi contro di lui.
“Tu?” lo incoraggiò a continuare ma Will non era più in grado
di rispondere, troppo preso com’era dalle meravigliose sensazioni che stava
provando in quel momento grazie a Mark. Non gli ci volle molto per raggiungere
il culmine del piacere, bastarono ancora un paio di veloci movimenti di quella
mano per fargli riversare la sua essenza su di essa.
Il rossino sorrise soddisfatto e lo attirò dolcemente a sé per
baciarlo…Will si aggrappò a lui ancora scosso per l’orgasmo appena raggiunto
e rispose al bacio con passione….dopo un po’ i due si dovettero separare e Mark
gli sorrise, togliendo la mano da dentro i suoi pantaloni.
“Come stai William?”
“Bene…” rispose l’altro con il viso leggermente arrossato ed il respiro affannato.
“Perfetto.... perchè sinceramente non voglio fermarmi adesso....” gli
sussurrò accarezzandogli languidamente la vita.
“Neanche io....”
Will arrossì un po’ imbarazzato e Mark sorrise andandogli a baciare il
volto.
“Aiutami a levarti i pantaloni.....”
A quelle parole William si sollevò sulle ginocchia e permise al compagno
di abbassare sia i pantaloni che gli slip, poi alzando una gamba alla volta
riuscì a farli scivolare del tutto a terra, rimanendo così completamente
nudo in braccio a Mark. Quest’ultimo lo studiò con sguardo famelico mentre
le sue mani perquisivano il suo corpo con minuziosa attenzione.
Il ragazzino non era abituato ad essere fissato e toccato con un tale desiderio
e si ritrovò incosciamente a fremere…Mark sorrise dolcemente e gli afferrò
le mani, appoggiandosele al petto.
“Will... non avere paura…”
“Io non ho paura....” mormorò accarezzandolo con tocchi leggeri.
“Allora perchè non ti lasci andare?” appoggiando le mani sulla sua schiena
ed avvicinandolo a sé.
Will lo fissò alcuni istanti prima di rispondere.
“Allora...aiutami tu a lasciarmi andare...” sussurrò appoggiando la testa
contro la sua spalla ed esplorando il suo petto largo e muscoloso.
“Credevo che lo stessi già facendo ... non sembra anche a te?” chiese
sorridendo e baciandogli il collo mentre le sue mani scivolavano fino al suo
fondoschiena.
“Mmmhh...si....mi sembra un buon..inizio....”
“Va bene allora continuo....”
Il bassista iniziò a mordicchiare ogni centimetro di pelle che gli capitava
a tiro, le sue dita intanto si erano intrufolate tra i suoi glutei ed erano
andate a stuzzicare la pizzola apertura che vi era celata in mezzo. Il moretto
mugulò dolcemente e si strinse a lui.
“Lasciati andare... ricordatelo…” sussurrò cominciando ad esercitare
una lieve pressione contro quell’anello muscolare ma senza penetrarlo ancora.
“Questa....è solo la seconda..volta...per me Mark..quindi permettimi
di essere un pò...nervoso...ok?” ansima, resistendo alla tentazzione
di mordicchiarsi un labbro.
A quelle parole Mark si sentì gelare sul posto, allontanò subito
le dita dalla sua apertura e lo scostò leggermente da sé per poterlo
fissare in volto… non ci voleva credere…allora era davvero un lupo malefico
che si era buttato su quel ragazzino dagli occhi azzuri che lo aveva stregato
e eccitato in pochi attimi con il suo corpo sensuale e snello senza riuscire
a pensare ad altro che volerlo, fino a quando non aveva sentito da quella voce
quelle parole….
“..... stai scherzando vero?”
Will lo fissò con espressione confusa…non capiva perché avesse
smesso tutto così all’improvviso.
“Eh....no...perchè?”
“No cioè....mi sento un animale.....” e lasciò cadere la testa
contro la sua spalla e ci si sentiva sul serio...
“..e perchè mai?” chiese sempre più perplesso.
“... come perchè?... ti ho portato qui con l'unico scopo di, beh, hai
capito.... io non credevo che .... cioè non credo che tu la tua seconda
volta te la voglia giocare con un tipo come me....che se ne stava solo approfittando…”
disse sempre con il volto premuto contro la sua spalla mentre le sue mani gli
accarezzavano la schiena.
William sorrise dolcemente alla sua preoccupazione ed affondò il viso
tra i suoi capelli, abbracciandolo forte. Le sue convinzioni su Mark si erano
rivelate esatte…era davvero un ragazzo straordinario…così dolce e premuroso
nonostante lo conoscesse da poco…se ci fosse stato qualcun altro al suo posto
non si sarebbe fatto tanti problemi, ne avrebbe approfittato e basta, senza
neppure dare peso alle sue parole. Invece lui no…era disposto a fermarsi per
lui, nonostante sentisse chiaramente la sua eccitazione attraverso i suoi pantaloni.
“Tu non hai fatto niente che io non volessi....sarò giovane ed inesperto
ma non sono stupido...sapevo a cosa andavo incontro venendo qui e lo volevo…lo
voglio ancora...” cercò di tranquillizzarlo “E poi ti assicuro che la
mia prima volta è stata sprecata...non questa serata con te...”
“Beh non so ... mi sento comunque ingiusto con te... sei sicuro di voler continuare?
... in verità non sono stato molto carino... ti sono subito saltato addosso....”
“E ti sembra che io mi sia tirato in dietro?”
Si allontanò dai suoi capelli e lo fissò con un sorriso dolce.
“Beh no... però... forse sono stato troppo esigente....” continuando
ad esprimere il suo senso di colpa per essersi comportato così selvaggiamente.
“Non sei stato esigente...hai fatto tutto nel modo giusto...ti da così
fastidio che io sia così..inesperto?” chiese alla fine William, temendo
che il centro di tutta quella questione fosse il fatto che lui non era abbastanza
bravo a letto da poterlo soddisfare a dovere e che, forse, adesso non provava
più alcun interesse per lui.
“Ehi, mica è quello il problema! Non mi dispiacerebbe affatto farti da
insegnante ... ed insegnarti tanti bei giochini che penso ti potrebbero piacere”
lo studiò con sguardo colmo di malizia “Ma devi essere sicuro di volerlo
fare con una persona che…beh…conosci da poco…”
“Beh....il fatto che sia completamente nudo, a casa tua, sulle tue ginocchia...che
idea ti trasmette?” abbozzando un sorriso.
“Direi che a me piace come idea...- allungandosi un pò per catturare
le labbra in bacio a fior di pelle - .... se vado troppo veloce basta che lo
dici…”
“D'accordo......tu però continua...” lo incitò con un sussurro,
gli mancavano i suoi tocchi sul suo corpo.
“Mai farsi ripetere una cosa del genere” e con questo una delle sue mani tornò
al suo fondoschiena e con le dita riprese a stuzzicare la sua apertura, tenendo
lo sguardo puntanto sul volto del ragazzo che stringeva tra le braccia per controllare
ogni sua espressione.
Will socchiuse gli occhi e tornò e gemere dolcemente a quella stimolazione,
che proseguì a lungo in quel modo senza evolversi, fino a quando non
si decise a muovere il bacino per incoraggiarlo ad andare oltre. Così
Mark infilò il primo dito nel suo corpo con estrema delicatezza ed il
moretto non provò alcun fastidio a quella intrusione…il dito iniziò
lentamente a muoversi ed i suoi movimenti furono assecondati dal suo bacino…solo
quando il bassista lo ritenne abbastanza rilassato ne introdusse un secondo.
Quando lo sentì farsi strada nel suo corpo, Will si irrigidì alcuni
istanti ma poi tornò a rilassarsi ed a cospargere di piccoli baci il
collo.
“Mi piace sentirmi toccare da te…” sussurrò mordicchiandogli a sua volta
il collo mentre il ritmo delle sue dita sembrò aumentare….il corpo del
moretto viene attraversato da continui brividi di piacere.
“aa..ah...” anismò.
Mark sorrise compiaciutò e continuò a lungo nella stassa maniera.
“Di...p-più Ma..rk....” mormorò con il respiro affannato.
Il rossino aggiunse anche il terzo dito ed iniziò a muoverlo assieme
agli altri due.
“Will... così va bene o vuoi ancora di più?” sussurrò con
molta malizia nella voce.
“Mmhh....a..ncora...” mordicchiandogli il lobo dell’orecchio.
“Mmm..... ancora?... e cosa vorresti?”
Ormai anche la voce di Mark stava diventando più affannata.
“..te...- e gli da un morsetto un pò più forte mentre con una
mano scende lungo il petto fino a sfiorargli i pantaloni - ma...hai t..troppi
vestiti..addosso...”
Mark si lecca le labbra con evidente desiderio e le sue dita continuano a muoversi
dentro di lui senza dargli alcuna tregua.
“Allora aiutami a toglierli...”
William gemette mentre con mano tremante e goffa iniziò a sbottonargli
i pantaloni…ma solo con un piccolo aiuto da parte di Mark riuscì a sfilarglieli
del tutto assieme alla biancheria intima. Così anche lui potè
ammirare il corpo nudo e perfetto del compagno ed accarezzare il suo sesso eretto,
strappaando finalmente anche a lui qualche gemito.
“M..ark...ti pre..go....” lo spupplicò con espressione disperata.
“Verrai accontentato subito piccolo”
Il bassista sfilò lentamente le dita dal suo corpo e le appoggiò
sui suoi fianchi per aiutarlo a posizionarsi sulla sua erezione.
“Ora rilassati il più possibile…” sussurrò abbassandolo un po’
alla volta su di lui, penetrandolo.
Will provò un forte dolore a quell’invasione e si morse un labbro per
cercare di resistere fino in fondo…si irrigidì un po’ ma non emise un
lamento fino a quando non sentì il compagno completamente dentro il suo
corpo.
“Non ti preoccupare tra poco passerà tutto.” lo rassicurò dolcemente
Mark accarezzandogli il volto…il moretto abbozzò un sorriso aprendo gli
occhi, che erano lucidi per le lacrime trattenute, per fissarlo e respirando
in modo affannato.
“Lo so…” mormorò prima di sporgersi in avanti e sfiorare le sue labbra
con le proprie.
Mark continuò ad accarezzarlo lentamente per farlo tranquillizzare e
rilassare, restando perfettamente immobile in modo da dargli il tempo di abituarsi
alla sua presenza, e quando ritenne che fosse pronto iniziò a muoversi
un poco.
Will si inarcò contro di lui gemendo a metà strada tra il dolore
ed il piacere, ma spinta dopo spinta il dolore se ne andò definitivamente
e rimase solamente il piacere, che crebbe con l’aumentare della velocità
delle penetrazioni…in quel momento prese ad assecondarlo alla perfezione.
Il ritmo divenne più serrato, Mark riusciva a trattenere a stento l’eccitazione
che provava nel possedere quel corpo perfetto e Will ormai non era in grado
di farl altro che mormorare come un mantra il suo nome, tra un bacio e l’altro.
Ad un certo punto il rossino decise di marciarlo come suo in un modo diverso
da quello che stava facendo e gli lasciò a ricordo del loro atto un bel
succhiotto sul collo, mentre lo possedeva con spinte forti e decise.
“aaaahhh....M..ark.....” urlò il moretto in preda all’estasi.
“Sei bellissimo così…” sussurrò Mark accarezzandogli il volto
e poi le labbra.
William prese quel dito tra i denti ed iniziò a mordicchiarlo con espressione
lussuriosa mentre fissava intensamente il compagno, quasi stesse cercando di
chiedergli di più. Mark gli lasciò il dito per alcuni minuti ma
poi decise di accontentare le esigenze di entrambi ed appoggiando entrambe le
mani sui suoi fianchi, prese a possederlo con ferocia. Il ragazzino sotto quelle
stimolazioni non resistette a lungo e si svuotò per la seconda volta
tra i loro ventri…seguito pochi attimi dopo da Mark che riversò la sua
essenza nel suo corpo.
William si accasciò esausto contro il petto del rossino ed appoggiò
la testa sulla sua spalla, nel frattempo quest’ultimo scivolò fuori da
quell’antro caldo ed iniziò ad accarezzargli i capelli alla base del
collo.
“Ehi piccolo come stai?” sussurrò posandogli alcuni baci sul collo.
“Mhh…bene….” fu tutto ciò che riuscì a dire…in realtà quell’esperienza
era stata favolosa, aveva superato ogni sua aspettativa, ma vista la sua inesperienza
non doveva essere molto difficile sorprenderlo…ciò non toglieva però
che gli era piaciuto oltre ogni limite…ed era stato merito di Mark e della sua
dolcezza….decisamente non si sarebbe mai pentito di aver fatto l’amore con lui….o
solo sesso che fosse.
“Non mi dici altro?” lo punzecchia un po’ per scostarlo dalla sua spalla per
fissarlo in volto…Will lo accontenta e si sposta leggermente sorridendo.
“..che ti pacerebbe sentire?”
“Beh...quello che vuoi tu....” baciandogli il viso.
“Mmhh....è stato bellissimo...” mormorò socchiudendo un po’ gli
occhi a quei tocchi.
“Non avevo dubbi….la tua vocina me ne dava la conferma…” sorrise.
Will arrosì un po’ a quell’affermazione ma lo fissò contento accoccolandosi
poi contro di lui come un cucciolo.
“Sei stato tu a dirmi che non mi dovevo trattenere...”
“Infatti hai fatto benissimo .... mi faceva eccitare ancora di più…”
sussurrò con malizia a pochi millimetri dalle sue labbra.
“Bene...ne sono felice...”
Mark alla fine approfittò di quella vicinanza per baciarlo ancora e mettersi
a giocare con la sua lingua. Le sue mani vagarono sulla sua schiena e disegnarono
la linea della sua colonna vertebrale e Will fremette a quel tocco.
Una volta separatisi si leccò inconsciamente le labbra ed apri gli occhi
per fissarlo in volto mentre l’attenzione dell’altro era stata attratta da quel
sensuale movimento.
“Mmmhh....e adesso?” chiese facendo le fusa come un gatto.
“Andiamo di là ... qui dopo un pò diventa scomodo.... che ne dici,
ti va bene?” leccandogli un po’ il collo.
“Si....mi va benissimo...”
“Ok ...allora dammi una mano per alzarmi....”
William scivolò lentamente dalle sue gambe ed attese che anche Mark si
alzasse, poi quest’ultimo lo prese per mano e lo condusse nella sua stanza incuranti
della propria nudità, dove lo fece entrare per primo. La camera da letto,
al contrario di quello che si potrebbe aspettare da una persona come Mark, era
molto sobria…nella parete laterale aveva un lungo armadio bianco a 5 ante ed
un cassettone, nella parete difronte si trovava un bel lettone matrimoniale
affiancato sul lato destro da una enorme porta finestre che da sul terrazzo.
Non c'era nulla di particolare a parte qualche rivista di musica qua e là
ed un basso appoggiato accanto alla porta.
Il moretto si guardò attorno curioso e poi sorrise in direzione di Mark.
“Mi piace...”
Il ragazzo lo fissò leggermente sorpreso.
“Ma se non c'è nulla particolare…”
“E solo perchè non c'è nulla non mi dovrebbe piacere?”
“...beh è una stanza come un'altra”
“E a me piace...” disse avvicinandosi al letto e buttandoglisi sopra.
Mark sorrise e lo raggiunse qualche istante dopo mettendosi accanto a lui.
“Ne sono felice”
Will ruzzolò sul materasso fino a voltarsi nella sua direzione, usando
un braccio come cuscino.
“Allora stai piu comodi qui?” chiese indugiando a fissare quel corpicino seducente
al suo fianco.
“Molto più comodo.... – stiracchiandosi languidamente – ed anche tu penso…”
“Certo…” disse prima di passargli una mano dietro al collo ed attirarselo più
vicino.
Will si accoccolò mentro contro di lui, facendo aderire i loro corpi,
e Mark iniziò subito ad accarezzargli i fianchi e le coscie mentre prese
a baciargli anche il collo. Il moretto mugolò dolcemente e chiuse gli
occhi, lasciandosi andare a quelle piacevoli sensazioni.
“Il mio istinto animale sta prendendo di nuovo il sopravento .... ma con una
preda come te è difficile riuscire a fermarsi…” sussurrò tra un
bacio e l’altro.
“Mmmhh....ma io sono felice di essere la preda di un bel cacciatore come te...”
“Allora non mi fermero'...”
Con questo risalì lungo il collo con le labbra ed andò a catturare
le sue in un bacio molto passionale…la sua mano scivolò fino al suo inguine
cominciando ad accarezzarlo e strappando a Will alcuni mugolii di piacere che
si persero nelle loro bocche.
Il moretto si sentì lentamente spingere con la schiena contro il materrasso
ed istintivamente portò le braccia attorno al collo del compagno per
abbracciarlo ed allargò le gambe per permettergli di sdraiarsi su di
lui completamente. Mark non se lo fece ripetere due volte e si adagiò
sopra il suo corpo, facendo entrare in contatto le loro virilità.
“a..ahh...Mar..k..” gemette staccandosi dalla sua bocca.
Mark tornò a baciargli il collo mentre cercò di fargli piegare
un ginocchio in modo da avvolgere la gamba attorno alla sua vita…la sua mano
continuava a stimolare il sesso del ragazzo, facendolo gemere ed inarcare contro
di lui in preda al desiderio.
William invocò il nome del compagno e cercò di attirarlo a sé
per avere un altro bacio, cosa che non gli fu negata, il tutto mentre il rossino
cercava di posizionarsi meglio tra le sue gambe. Poi lo penetrò dolcemente.
Will si mosse contro di lui per accoglierlo completamente nel suo corpo e gli
allacciò entrambe le gambe attorno alla vita. Mark aumentò un
po’ alla volta il ritmo delle sue spinte, uscendo quasi del tutto da quell’antro
caldo per poi riaffondare in lui in un unico deciso colpo. Continuò a
lungo in quel modo, cercando di donare al ragazzo più giovane il maggior
piacere possibile…quest’ultimo infatti continuava a sussurrare frasi sconnesse
e senza senso, travolto com’era dalle sensazioni…tutto quello che riusciva a
fare era muovere il bacino per assecondarlo, fino a quando non riuscì
più a resistere e si svuotò tra i loro ventri, mordendo allo stesso
tempo la spalla di Mark.
Allo stesso tempo anche il bassista lo marchiò per la seconda volta con
il suo seme….poi, sentento il compagno accasciarsi esausto sul letto, scivolò
il più delicatamente possibile fuori da lui e gli sorrise tra il dolce
ed il divertito.
“Ehi Will…avevi fame per caso?”
Il ragazzino lo fissò imbarazzato e posò un piccolo bacio sulla
spalla lesa…si era lasciato andare decisamente troppo.
“Scusami...non era mia intenzione farlo...ti ho fatto male?”
“Ma che, solo non mi aspettavo che questo bel fanciullo potesse essere così
vorace .... e poi ti ho fatto pure io un bel succhiotto...”
“Beh.....allora siamo pari...e poi io non sono vorace...”
“Mm... ma guarda che non lo dicevo mica in senzo dispregiativo....” accarezzandogli
il volto.
“Lo avevo capito...”
“Non avevo dubbi” ridacchiando.
In quel momento il moretto si lasciò sfuggire uno sbadiglio e solo allora
si rese conto veramente di quanto era stanco…in fondo era stato tutto il giorno
al lavoro, poi al locare ed ora doveva essere parecchio tardi. Mark sorrise
con espressione tenera vedendolo così assonnato e gli accarezzò
di nuovo il volto con un tocco leggero.
“Beh Will ... mi sa che si è fatto tardino ... - sbadigliando anche lui
- Questa serata è stata molto bella ma forse è l'ora di dormire
... se no domani come andremo a lavoro?” disse togliendosi da sopra di lui e
sdraiandoglisi a fianco, avvolgendolo subito dopo un un caldo abbraccio.
“Mmmhhh....hai ragione....però Mark posso chiederti un favore? Visto
che sono appiedato mi accompagneresti tu a lavoro domani mattina?” chiese con
un sorriso mentre appoggiava la testa sul suo petto.
“Si si .. nessun problema ....” recuperando con una mano le lenzuola per coprire
entrambi.
“Grazie mille....” fu la sua flebile risposta mentre il sonno prendeva possesso
del suo corpo.
“E di cosa....”
“..di un pò tutto.....”
“Non c'è bisogno che mi ringrazi...”
Will si strinse maggiormente a lui nello stato di incoscienza in cui era sprofondato…Mark
rimase sveglio ancora qualche minuto a fissarlo, prima di lasciarsi andare anche
lui ad un buon meritato riposo.
Fine capitolo 6
Morgan: hai visto,
ci siamo divertiti... non sei contento? *guardando Jona*
Jon: si è vero * mentre guarda clark con sorriso dolce*
Clark: ... *fissando Jona intensamente*
Gabriele: Il mio Steveeeeeee
Saya: ... che c'entri tu con questo capitolo? O_O
Mark: si tienitelo pure quel deficiente di amico che ho è_é
Arual: si intanto aveva ragione... era il tuo tipo e ti sei comportato da animale...
Miyu: concordo pienamente =___=
Will: *______* Mark....*circondato dai cuoricini*
Miyu: è un caso perso.... -________-;;;;;;;