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Autore: skiblue    23/03/2006    3 recensioni
A Ronald Weasley piace Hermione Granger, è palese. Ma che succederebbe se Ron vedesse Hermione ed Harry insieme? Cosa dominerebbe nel suo cuore? Mi sono immedesimata anche in questo personaggio e pero che le mie supposizioni siano alquanto azzeccate
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi vergogno, ma…

Mi vergogno, ma…

Ronald Weasley camminava lungo il lago, aveva i pugni serrati, e un’espressione di collera dipinta sul volto solitamente sereno e allegro. Collera e rabbia che gli deformavano i lineamenti, si abbandonò sul terreno, la sabbia era morbida ed in parte attutì la caduta, non voleva piangere, non voleva e non poteva, eppure, in quel momento quello gli pareva l’unico modo per sfogare la propria ira.

Beh anche picchiarlo non sarebbe stata una brutta idea. Sentiva che dentro di se si stava combattendo una battaglia, una parte di sé, quella istintiva voleva correre al castello e spaccare la faccia al suo cosiddetto migliore amico, ma l’altra, quella più piccola ma più forte, gli ordinava di restare lì a prendere a calci i sassi e a sfogare la rabbia, e poi di tornare stampandosi in faccia un bel sorriso.

Sapeva quale parte avrebbe vinto alla fine, e gli pareva anche strano, lui non era mai stato un tipo riflessivo, non credeva di poterlo essere, eppure sapeva che non avrebbe preso a pugni Harry, anche se lo avrebbe voluto, non lo avrebbe fatto perché non avrebbe potuto sopportare di perderla definitivamente.

Lanciò un sasso nell’acqua e lo osservò andare a fondo, piano piano, e con tranquillità, lasciando come unica traccia del passaggio alcuni cerchi che si allargavano verso l’esterno, chiuse gli occhi, e rivide quella scena vivida come qualche ora prima.

Si morse il labbro superiore fino a farlo sanguinare, doveva dominare l’impulso di andare a pestare il suo migliore amico, del resto lui non lo doveva nemmeno sapere, non avrebbe dovuto essere in quel corridoio, non avrebbe dovuto vedere il modo con cui la ragazza che aveva scoperto di amare aveva premiato il capitano di Grifondoro per la vittoria. Doveva fare qualcosa, accidenti, non poteva restare su quel lago in eterno, non poteva restare lì per il semplice motivo che prima o poi lo sarebbero venuti a cercare, se no, chissà…

Un senso di oppressione si insinuò dentro di lui, si sentiva oppresso da quei sentimenti, già provati, ma mai con quella intensità, si sentiva male, come se un sasso gli si fosse depositato nello stomaco, come se improvvisamente avesse voglia di vomitare.

Era stufo, stufo di vedere Harry James Potter avere tutto, mentre lui non aveva mai nulla, stufo di complimentarsi falsamente col suo migliore amico, stufo di dovergli mentire, stufo di vedere tutte le cose che lui desiderava finire nelle mani del Prescelto. Non era giusto! Perché Potter aveva tutto, mentre lui, Ronald Weasley, nulla?

Quei pensieri vorticavano nella mente di Ron ad una velocità straordinaria, convincendolo sempre più a fondo che non era affatto corretto, che non era valido, gli parve di essere un bimbo geloso di un giocattolo che il suo migliore amico aveva, mentre lui no. Si pentì di quei pensieri, lei non era un giocattolo.

Serrò nuovamente gli occhi cercando di evocare un ricordo felice, un qualcosa che lo facesse sentire meglio, ma niente, quelle immagini che gli rodevano il fegato, continuavano a riaffiorargli dietro le palpebre.

Desiderava dimenticare, desiderava venirlo a sapere tramite loro, i suoi migliori amici, e non vedendolo, e poi chissà da quanto andava avanti.

Però ora era ingiusto, disse a se stesso, doveva essere stata la prima volta che accadeva, lo aveva capito dall’intensità del loro sguardo, dalla gentilezza con cui tutto era successo, dalla lentezza con cui lui le si era avvicinato.

Coraggiosamente Ronald Weasley tentava di trattenere le lacrime, ci riusciva a stento, trattenendo ogni goccia con forza, ma ogni lacrima trattenuta rievocava un attimo di quel pomeriggio.

Stava camminando nel corridoio, voleva parlare ad Hermione dirle quello che provava per lei, aveva voltato l’angolo, aveva ancora addosso la divisa, poi l’aveva vista. Non era sola.

Una lacrima silenziosa gli scivolò lungo il volto, ma Ron non se ne curò, del resto era solo,totalmente, o almeno in quel contesto.

C’era Harry con lei, erano vicini, troppo per parlare solamente, troppo per congratulandosi solamente, poi lui l’aveva spinta leggermente contro il muro, con tenerezza.

Ron tirò un altro pugno contro il vuoto, si vergognava di quei pensieri, ma non poteva farne a meno, stava male, veramente, perché lui poteva avere tutto ciò che lui aveva sempre sospirato. Semplicemente, perché Harry si e lui?

Le aveva detto qualcosa che l’aveva fatta arrossire e ridere al contempo, avevano riso, poi Harry le si era avvicinato lentamente, e lui? Lui che aveva fatto per impedirlo? Nulla era restato immobile, non riuscendo nemmeno a reagire.

Ron cercò di scacciare quei ricordi, di allontanarli da lui, bastava una volta, perché la sua mente gli riproponeva con insistenza quella scena che avrebbe tanto desiderato scordare?

Con dolcezza gli aveva posato le labbra sulle sue, li aveva visti scambiarsi quel bacio, con ardente passione, a tratti incorniciata da estrema dolcezza, un bacio desiderato e sospirato, un desiderio che avevano condiviso, un desiderio che per entrambi si avverava. E lui, lui faceva parte di quel disegno che i suoi amici avevano pensato?

Gli ritornò in mente quella domanda, con forza ed insistenza scavalcò le altre, con furia le mise da parte, ponendosi prima. Ron spalancò le sue iridi azzurre, cercando di trovare una risposta capace di soddisfarlo. Però sapeva che lui non era compreso, nell’universo di Harry James Potter e Hermione Jane Granger, lui non era previsto, o meglio non era previsto se non come l’amico allegro che si sarebbe congratulato con loro, pronto ad essere sempre lo stesso. Con rabbia Ronald si alzò in piedi, con altrettanta rabbia si tuffò nel lago, vestito, fece molte bracciate, facendo lavorare il corpo, per rendere alla mente impossibile proporgli nuovamente quelle immagini e le dolorose domande che ne derivavano.

Si vergognava di quello che pensava, ma non poteva impedirlo, come poteva dimenticare semplicemente? Harry sapeva che cosa lui provava per Hermione, eppure non si era certo fatto troppi problemi, d’un tratto non era più tanto sicuro di quale delle due parti avrebbe vinto. Inspirò ed espirò un paio di volte, concentrandosi su un unico obbiettivo, mantenere la calma. E poi doveva parlarne a Ginny. Una nuova ondata di rabbia gli risalì il corpo, e Ginny? Nemmeno lei era prevista, vero? Neppure a lei avevano pensato! Era insopportabile stare lì immobile, mentre, probabilmente la sua sorellina stava aspettando Harry per continuare a sostenerlo sebbene lui l’avesse lasciata, per proteggerla aveva detto, ma ora lui era l’unico a sapere il perché, doveva aprire gli occhi a sua sorella.

La domanda che da ore gli vorticava per la testa crebbe d’importanza. Lui aveva tutto, mentre lui, il caro amico su cui si può sempre fare affidamento, era solo e non aveva nulla. Odiò in quel momento Harry Potter.

Ma si ricompose, lui non poteva far più nulla, tranne vergognarsi di provare quei sentimenti. Con esasperante lentezza Ronald si voltò verso il cestello, la rabbia gli regnava in corpo, probabilmente avrebbe fatto a pugni, ma non gli importava, ormai nulla sarebbe stato lo stesso, ora non aveva nulla, né un migliore amico, né una persona da amare, però aveva la sua famiglia, e quella per molto gli sarebbe dovuta bastare.

Com’è? Beh ecco cosa immagino pensi Ron dopo aver visto Hermione baciarsi con Harry. Probabilmente adesso Ron andrebbe a picchiare Harry, ma doveva pensare prima, so che la prima impressione è: ma Ron si sarebbe buttato contro Harry e basta. Secondo me no. In sei libri Ron si è dimostrato anche un personaggio insicuro, non solo irruente e impulsivo. Io l’ho immaginato così. E spero che questo mio “lampo di pazzia” vi possa essere piaciuto.

Ehi, ora vi devo salutare.

Ski

  
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