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Autore: AllysonW    20/07/2011    2 recensioni
La storia di una giovane strega, raccontata dalle parole della protagonista, Evelyn, e delle persone che le hanno, in un modo o nell'altro, riempito la turbolenta l'esistenza.
- E' la mia prima storia. Spero sia di vostro gradimento. Buona lettura a chi la leggerà ;) -
..Ci terrei a spiegare il titolo della storia:
La rosa simboleggia la bellezza.
In questo caso, per Evelyn, la sua rosa è George.
Il "giardino d'inverno" simboleggia la sua vita (quella di Evelyn, appunto) che nel suo caso non è sempre esattamene felice. Basti pensare a tutte le situazioni difficili che ha vissuto nel corso di essa.. ecco perchè il giardino d'inverno, perchè simboleggia la vita fredda e senza colori (come spesso è stata) della nostra protagonista... l'unica cosa che le ha dato colore è proprio quella rosa.
__
«Wow! Ti sono cresciuti in fretta i capelli!» Gli dissi con un gran sorriso.
Erano stupendi. Lucenti e morbidi gli arrivavano quasi sulle spalle. Improvvisamente mi accorsi di adorarlo ancora di più con i suoi lunghi capelli color rame.
Anche se lo amavo comunque.. in qualunque modo li portasse.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Prologo -

Ho sempre trovato meraviglioso svegliarsi al mattino con quell’aria di primavera.
I caldi raggi del sole che entrano dalla finestra e si posano sul viso, e sentire il cinguettio degli uccellini appollaiati sul davanzale e sugli alberi.
Era il quattro agosto del 1989, quando per la prima volta andai a Diagon Alley con mia madre e le zie a comprare l’occorrente per la scuola.
Ne erano tutti così entusiasti. Nessuno di noi si aspettava che ricevessi la lettera di ammissione da Hogwarts, la scuola di Magia e Stregoneria più antica del nostro mondo; essendo nata da genitori babbani. Ed io più di tutti non l’avrei mai sperato, al contrario delle mie zie; due streghe eccezionali.
E’ lì che li vidi per la prima volta. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri.
Ero al Ghirigoro a comprare i libri, quando mi passò di fianco, urtandomi una spalla, un ragazzo apparentemente della mia stessa età, con i capelli rossi, e le guance coperte di lentiggini. Per qualche secondo ci fissammo, poi un altro ragazzo uguale a lui, lo chiamò: «Ehi George, vieni a vedere qui!»
George.. George.. ripetei il suo nome nella mia testa.
Poi vidi che si avvicinarono ad altre persone, che sicuramente dovevano essere altri membri della loro famiglia: Avevano tutti i capelli rossi. Un rosso brillante. Il più bello che avessi mai visto.
La gente con i capelli rossi mi colpiva sempre in modo particolare, non so perché, forse in fondo ho sempre desiderato averli io stessa. Per me, i miei capelli erano di un banale e scontato castano scuro.
L'unica cosa che mi piaceva di me stessa erano gli occhi. Mia madre ha sempre detto, che papà li aveva allo stesso modo: di un verde chiarissimo, contornati di un verde molto scuro. Lei diceva sempre con aria sognante, sicuramente pensando a mio padre “due occhi che t'incantano, due calamite, che se abbastanza a lungo guarderai, più staccartene, non potrai”. Probabilmente quella fu la prima cosa che la fece innamorare di lui.
Non ho davvero mai considerato mia mamma una semplice babbana, era molto più di questo.
Non era solo una donna meravigliosa ed una madre fantastica, lei aveva qualcosa di particolare rispetto alla gente comune. Dopo tutto chi ha detto che le persone non dotate di poteri magici, non abbiano nessuna particolare facoltà? Per lei non era stato di certo così.
Lei era in contatto col mondo. Sapeva con sicurezza che ero una femmina ancora prima che nascessi, già da quando si scoprì incinta. E sapeva che avrei avuto gli occhi verdi di mio padre.
Sentiva che soffrivo anche quando non lo dimostravo, sapendo con certezza chi era la causa del mio male. Vide mio padre quando morì, e spesso mi sembrava di sentirla parlare con lui, nella sua stanza. E non come fa qualunque persona che parla da sola con chi non c'è più, ma come se parlasse realmente con qualcuno, una persona in carne ed ossa.
Quando fui diventata più grande, all'età di 8 anni, capii davvero quello che riusciva a vedere e sentire lei. Perchè li sentivo anche io.
Ah si.. ho anche un secondo nome: Violet.
Violetta.. mi fa pensare alla primavera. Amo la primavera. Sarà anche per questo motivo che amo il viola. Ma non tanto il viola scuro, quello pesante,no.
Proprio un viola chiaro. Un violetto, appunto. Mia madre diceva che s'intonava con i miei capelli e con i miei occhi. Ma.. sinceramente non ho mai capito esattamente cosa volesse dire.

Ci sono sempre state alcune cose nel mio passato che non mi erano chiare, cose di cui mia madre era sicuramente a conoscenza, ma che mi ha sempre voluto celare.
Per un po' di tempo restai all'oscuro di questi fatti... almeno finché non andai ad Hogwarts; Perchè dopo tutto, essa c'era all'origine di tutto ciò che mi hanno sempre nascosto, tutto era cominciato da lì.

   
 
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