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Autore: agatha    20/07/2011    1 recensioni
Cinderella è sempre stata la favola preferita di Maria. Può la sua vita ricalcare quella della protagonista? Se il destino le fa incontrare un moderno principe azzurro come Michael, su una Ferrari al posto di un cavallo bianco, tutto è possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo capitolo, ahimè non ho nessuno da ringraziare però, dalle visite, qualche anima pia che legge c'è. Non vi va di lasciare un commentino? 

Come sempre: Hope you'll like it!


Maria si avvicinò a Michael e, in silenzio, si incamminarono per uscire dall’ospedale.
Lei lo seguì non sapendo dove aveva parcheggiato e prima di salire in macchina fece per restituirgli la giacca.
“Grazie, ora non mi serve più”
Lui non fece nessun gesto per riprenderla e aprì la portiera.
“Tienila, fa piuttosto freddo stasera. Io ho la camicia con le maniche lunghe, tu invece sei a maniche corte. Me la ridarai più tardi”
Il suo tono di voce era stato brusco e, nonostante tutto, rimase ferita dal suo atteggiamento. Se la infilò. Sembrava quasi di essere abbracciata da lui.

“Non essere stupida, ormai lui è il passato. Non conta più niente”
Ma non era facile concentrarsi su questo mentre erano seduti, da soli, in macchina, vicini come non lo erano da molto tempo. Decise di guardare fuori dal finestrino per evitare la tentazione di osservare il suo viso, le sue mani. Sapeva, dal primo momento in cui l’aveva rivisto, che prima o poi avrebbero dovuto parlare di tutto quello che era successo. Quel momento era giunto e lei non sapeva se esserne sollevata, per scrivere finalmente la parola fine, oppure timorosa per lo stesso identico motivo.


Anche Isabel ed Alex erano saliti in macchina.
“Sono preoccupata per Maria”
“Un po’ anch’io, ma non credo che Michael sia tornato per farle del male”
“Non lo avrei mai creduto capace di fare quello che ha fatto, per cui ormai non sono più sicura di niente”
“Ho parlato con lui e l’ho visto diverso”
“Cioè?”
“E’ veramente innamorato di Maria, credo si sia reso conto averla ferita solo per paura di aprirsi. Lo sai com’è fatto Michael, non ha mai voluto legami stretti”
“Cosa succederà adesso fra loro?”
“Non lo so. Spero che riescano a risolvere tutti i malintesi che ci sono ancora in sospeso”
“Lo spero anch’io”
“Lo sapremo presto”


Michael stringeva il volante con le mani.
Era una tortura essere in macchina con lei e non poter allungare un braccio per toccarla o rivolgerle qualche frase scherzosa. Con la coda dell’occhio aveva visto che si era girata verso il finestrino, segno che non le andava di parlare con lui mentre erano in auto. Si sentiva nervoso e aveva la gola un po’ secca. Si fermò davanti ad un semaforo rosso e volse lo sguardo su di lei. Osservò il suo profilo, la piccola gobbetta del suo naso che tante volte aveva baciato, desiderando di farlo ancora. Il semaforo verde lo distolse da questi pensieri mentre cercava di concentrarsi sulla guida. In poco tempo raggiunse la sua via e parcheggiò.
Maria aprì la porta ed entrò seguita da Michael. Appena entrato lui si guardò intorno. Il suo sguardo si posò sulla piccola cucina, ricordando la mattina in cui si era intrufolato in casa per prepararle la colazione, l’espressione del suo viso quando l’aveva visto era stata unica. Senza accorgersi cominciò a ridere.
“Cosa c’è?”
“Scusa. Mi è venuta in mente la scena della mattina in cui sono venuto qui e mi sono messo a preparare il caffè. Quando sei entrata nella stanza mezza addormentata e mi hai trovato con le tazze in mano avevi una faccia che era tutto uno spettacolo”
“Non potevo certo immaginare che mi avevi rubato le chiavi di casa per venire a scroccare la colazione!”
“Non ho scroccato un bel niente, il mio voleva essere un gesto carino” rispose lui sedendosi.
“Divertendoti a mie spese però”
Anche Maria si era messa a ridere. Si erano scambiati le solite battute scherzose che avevano caratterizzato il loro rapporto, quasi come se gli ultimi quattro mesi non fossero mai passati. Di colpo invece tornarono ben presenti e lei si sentì colpita da questa consapevolezza. Riprese l’espressione seria e si sedette sul divano accanto a lui.


“Perché sei qui?”
“Ti ho accompagnato a casa”
“Non scherzare Michael. Mi sento molto stanca e non ho voglia di tanti giri di parole”
“Ok. Me ne vado allora”
Lui si alzò in piedi. Non era facile dare voce a tutti i pensieri che aveva in testa e l’atteggiamento scontroso di lei lo stava facendo innervosire di più. Si era risentito per il suo tono e la sua prima reazione era stata di offendersi e andarsene via.
“Certo, scappa pure. D’altronde è quello che sai fare meglio no?”
La schiena di lui si irrigidì nel sentire queste parole. Lentamente si voltò tornando sui suoi passi.
“E’ sleale quello che hai detto”
Maria sgranò gli occhi.
“Come hai detto? Sleale? Tu mi accusi di essere ingiusta?”
Anche lei si alzò in piedi cominciando a gesticolare e camminando intorno a lui.
“Hai una bella faccia tosta a venire qui e dirmi queste frasi. Te ne sei andato senza una parola, senza un ciao o un
grazie Maria nonostante tutto sono stato bene
“Ero molto arrabbiato in quel momento”
“Scusa, è vero. Cosa può contare quello che stavo provando io o come mi hai trattato? I sentimenti di Michael Guerin valgono sicuramente di più dei miei. Maria De Luca è solo una povera ragazza che hai raccattato per strada e che ha potuto conoscere la bella vita per qualche tempo. Probabilmente avrei dovuto ringraziarti e non lamentarmi per il trattamento ricevuto” sottolineò ironicamente.
“Adesso stai esagerando”
“Ecco che sbaglio ancora. Ho urtato la tua sensibilità?” continuò lei sullo stesso tono.
“Speravo di poter parlare civilmente” sottolineò Michael guardandola.
“Ti sei sbagliato”


Le mani di Maria tremavano, aveva riversato su di lui tutta l’amarezza dei quattro mesi passati. Si sentiva arrabbiata per il suo comportamento, per la tranquillità con cui si era ripresentato da lei. Anche Michael si sentiva furioso per la situazione che si era creata, ce l’aveva con se stesso perché era successo tutto per causa sua, anche la rabbia di Maria era colpa sua. Purtroppo si stava sfogando nel peggiore dei modi, aggredendola.
Si fronteggiarono con odio.
“Credo sia meglio che tu te ne vada adesso” concluse lei.
“Ho bisogno di parlarti”
“Non posso Michael, non ce la faccio a restare qui con te. Puoi capirlo?”
Lui scosse la testa, non poteva accettare che tutto si concludesse in questo modo.
Si avvicinò a lei, le imprigionò i polsi e la fece indietreggiare fino al muro bloccandola del tutto. Abbassò la testa cominciando a baciarla rudemente. Maria cercò di divincolarsi ma la sua stretta d’acciaio non le dava nessuna possibilità di scampo. Tenne le labbra serrate cercando di non rispondere al suo bacio ma, poco dopo, quando divenne molto più dolce non le fu possibile resistere. Schiuse la bocca permettendogli di entrare, di invaderla con la lingua e di cercare la sua. Gli passò le mani nei capelli domandandosi quando lui l’aveva lasciata libera.
Ma non era importante.
Contavano solo le emozioni di sentirsi nuovamente tra le sue braccia, di lasciarsi avvolgere dal suo calore, di assaporare i suoi baci che sapevano farle girare la testa e sentirsi amata.
La parola “amata” le si incastrò nel cuore come una pugnalata. Tolse le mani puntandole contro il suo petto, cercando di allontanarlo. Lui continuò per qualche secondo prima di cedere alla pressione di lei e lasciarla libera. La guardò negli occhi e vide calde lacrime spuntare e scendere rigandole le guance.
“Maria…”
“Ti prego vattene adesso. Ho bisogno di restare sola” lo implorò con un filo di voce.
Lui le passò entrambi i pollici sul viso, asciugandolo.
“Ok, me ne vado. Ma tu promettimi di calmarti e andare a letto a riposare”
Poi le posò un piccolo bacio sulla fronte e, con un grande sforzo, si scostò da lei e aprì la porta. Non girò lo sguardo indietro ma le disse un’ultima frase.

"Non è finita tra di noi"

  
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