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Autore: _StayStrong    21/07/2011    4 recensioni
"No, Joe, questo è semplicemente il modo in cui sono fatta. Non tutti hanno una famiglia come la tua, non tutti hanno la possibilità di vivere la vita dei loro sogni. Che tu ci creda o no, la mia vita ruota intorno solo ad una grande ciccatrice, che non si rimarginerà mai, è per questo che ho paura di tutto, persino di te"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Beatrice PdV

Un mese dopo la sua partenza ero distrutta, lui mi telefonava ogni volta che ne aveva tempo, a volte anche due volte al giorno, altre invece ne saltava uno. Faceva male stare lì, a chilometri di distanza.

“Tesoro, stai bene?” mi chiese mi madre mentre ero seduta fuori sul balcone, con in mano una tazza di thé e lo sguardo perso nel vuoto, si sedette vicino a me e mi mise una mano sulla gamba.

“Sto bene” risposi voltandomi verso di lei e sorridendole.

“Beatrice...”

“Sto bene”
ribadì, ricacciando indietro le lacrime, mentre giocavo con la tazza che avevo tra le mani, il calore se ne stava andando pian piano, e io non sapevo ancora cosa fare, anche il mio corpo lo diceva, rigettavo più di prima, mi dava fastidio tutto.

“Devi parlarne, Tesoro. Prova ad aprirti, ti farà bene” sospirai, non volevo piangere, non volevo far star male le persone intorno a me.

“Mamma, ti ricordi il giorno che papà se ne andò di casa?” le chiesi, era una domanda retorica, sapevo che ricordava, quel giorno ha cambiato la vita tanto a me quanto a lei “Io mi ricordo solo la sua schiena, non mi ricordo altro. Ci ha girato le spalle e se ne è andato. Tu passasti tutto il mese successivo, se non di più a piangere in camera tua e la nonna badava a me, continuava a dirmi che io non ne avevo colpa, io però non ci credevo”

“Non hai colpa di niente, Amore mio”
disse mia madre prendendomi per mano.

“Si mamma, ora lo so” dissi “Ma non riuscivo a capire perché ci aveva abbondano per un’altra famiglia, non eravamo abbastanza? Ho evitato l’abbandono per tanto tempo, è diventato il mio peggiore incubo” spostai la mano di riflesso sul ventre “Allora tu un giorno mi promettesti che tu non mi avrei mai abbandonata, e io ti promisi lo stesso...”

“Basta Bea, so dove vuoi arrivare”
disse mamma sorridendomi e facendomi una carezza “Questa è la tua vita, non puoi sentirti in colpa perché la vuoi vivere, hai tutto il diritto di farlo, senza pensare a me. Potresti andare anche al Polo, resterai sempre nel mio cuore e io nel tuo, andare via non vuol dire sempre abbandonare, Beatrice. Finché siamo insieme qui” disse mettendomi una mano vicino al cuore “Nulla potrà mai dividerci. Segui il tuo cuore, vai per la tua strada, io ho seguito la mia, è giusto che ora lo faccia tu, non mi stai abbandonando. Los Angeles poi è meravigliosa, potrei sempre venire a trovarti”
L’abbracciai, aveva detto le parole che mi volevo sentir dire, avevo solo bisogno di quello forse per convincermi ad andare per la mia strada, per la strada che mi conduceva a Joe.

“Ho una sorpresa per te” mi disse poi prendendomi per mano e trascina domi in cucina “E’ da parte di Joe, sono andata a prenderla io”

“Di cosa parli?”
chiesi, una volta in cucina capì, vidi una ragazza in piedi vicino al frigorifero, con un sorriso smagliante, i capelli scuri che le ricadevano leggeri sulle spalle, portai una mano alla bocca, e l’altra sul cuore, non ci potevo credere.

“Ho visto Joe un po’ giù e sono venuta a recuperarti dopo aver parlato un po’ anche con tua madre, sono sempre la sua migliore amica e voglio che lui sia felice, come lo sono io ora” disse Demi, Demetria Devonne Lovato, in carne e ossa, davanti a me. Corsi ad abbracciarla e lei rise.

“Non ci credo” dissi

“Credici, da ora in poi non ti libererai facilmente di me, potrei già aver organizzato un’uscita a quattro” mi disse sorridendo, io risi e guardai mia madre. Cosa avrei fatto senza di lei? Lei che era la mia ragione di vita, che mi aveva dato la vita e ora me la stava mettendo in mano un’altra volta, mi stava risorgendo le redini di tutto, mi stava insegnando a volare, cosa di cui ho sempre avuto paura.

“Parti, il prima possibile, poi stasera facciamo un test di gravidanza” disse, l’ultima parola mi sorprese, sbarrai gli occhi e mi misi a piangere, non so perché.

“Cosa?” chiesi, Demi mi mise una mano sulla schiena, come per farmi coraggio.

“Non penso sia più solo un fatto di nervosismo, c’è qualcosa di più” mi disse mamma sorridendo “Almeno, io spero che ci sia”

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“Joe, allora, che aspetti ad uscire? In Italia è notte, lasciala dormire” urlò Greg, il mio migliore amico, che era già sulla sua bici, gli avevo promesso una bella biciclettata per le vie di Los Angeles, come un po’ di tempo fa, quando avevamo ancora del tempo per noi stessi. Era il mio giorno di pausa, avrei voluto che Beatrice fosse li con me, tenere stabile un rapporto a distanza era più difficile di quanto pensassi.

Lei mi mancava.

Uscì di casa alle dieci di mattina, e rientrai alle sei di sera, sudato fradicio e con il fiatone, mi ero divertito ma era come se mi mancasse qualcosa. Come se dentro di me ci fosse un buco e non riuscivo a riempirlo. Mancava sempre quel poco per rendermi felice, la stessa sensazione che provavo quando avevo rotto con Demi era tornata ora che ero lontano dalla persona che amavo. Il problema era che non sono mai stato bravo in quel genere di rapporti, avevo sempre paura di fare un passo falso e finiva sempre con me che mandavo a puttane tutto.

Quando però entrai in casa trovai Demi seduta sul bracciolo del mio divano, la guardai stupito, era ritornata ad essere la mia migliore amica “Come hai fatto ad entrare?” le chiesi, se poteva entrare lei, chissà chi altro poteva provarci; giornalisti inclusi.

“Con le chiavi che tieni sempre sotto lo zerbino, sei poco furbo Joe” mi rispose lei facendomi penzolare davanti agli occhi la chiave di riserva, io risi e poi mi avvicinai, le diedi un bacio sulla guancia e le rubai le chiavi, lei mi fece una linguaccia.

“A cosa devo l’onore? Hai deciso di mangiare una pizza qui, come i vecchi tempi?” chiesi, lei scosse la testa, riconoscevo quell’espressione, era quella furba, aveva in mente qualcosa.

“No, qualcosa di molto meglio” disse trascinando per un po’ la prima o di molto.

“Vuoi andare al cinema? Tu madre si è decisa a volermi rivedere?” chiesi, lei scosse la testa ridendo “Vuoi andare a fare una passeggiata in spiaggia? Andiamo a mangiare fuori con Nick e la sua fidanzata?”

“Jonas, acqua, sei in un oceano, lontanissimo dalla meta”
disse girandosi verso la porta della cucina, fu in quel momento che la vidi, Demi si alzò allontanandosi per lasciarci il nostro spazio, sorrideva contenta.

Ma Bea, Bea era la cosa più bella che avessi mai potuto vedere in quel momento.

Aveva i capelli sciolti, tirati indietro solo da una treccia che faceva in modo che il resto dei capelli non le cadessero sul viso. Una maglietta di quelle della Disney che lei adorava tanto, con su paperina e un paio di leggins. Era raggiante, non l’avevo mai vista così felice come in quel momento.

Sorrideva, e in quel sorriso c’era il mio mondo. Restai imbambolato a guardarla per po’, poi le corsi in contro e la presi tra le braccia, la strinsi forte, non l’avrei mai più lasciata andare via. Avevo bisogno di lei vicino a me. La feci girare un po’, poi le presi il viso tra le mani, incominciai a baciarla, finché non sentì il mio fiato venire meno, il cuore stava impazzendo.

“Ti amo” le dissi con un filo di voce non appena le nostre bocche si staccarono.

“Anche io” disse posandomi la mano destra sul cuore, poi mi guardò sorridendo “Batte fortissimo, anche il mio è così” poi le scese una lacrima lungo il viso, il la catturai sul mio dito e la ribaciai.

“Non piangere, ora siamo insieme” dissi, ma continuava a sorridere, aveva qualcosa nel suo sguardo che era diverso, i suoi occhi sembravano sorridere da soli.

“Piango perché sono felice” mi rispose, le scostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le diedi un altro bacio, ero affamato di lei, non avevo mai provato un sentimento del genere, mai così forte.

“Resta” le dissi, senza pensarci due volte, volevo trovarla a casa ogni giorno dopo aver lavorato, volevo addormentarmi e svegliarmi con lei tra le braccia, volevo farle fare il giro del mondo, volevo che passassimo tutto il tempo possibile insieme.

Volevo presentarle finalmente tutta la mia famiglia, che di lei sapeva già tutto.

“Dipendo quanti posti hai in casa” mi rispose sorridendo, io risi.

“Perché? Quanta roba ti sei portata dietro?” le chiesi, fu lei a ridere in quel momento, poi mi prese la mano, che era rimasta sul suo viso e l’appoggiò sul suo ventre.

Non poteva essere.

Non poteva essere vero.

“Tu...” incominciai a dire, ero emozionato, era come se tutto quello che avevo intorno avesse preso a girare, le mie gambe divennero molli, mentre il mio cuore stava per esplodere.

“Noi, Joe” puntualizzò lei “Noi, aspettiamo un bambino”

La baciai, non sapevo che altro dire o fare.

Sarei diventato papà.



Angolo dell'autrice:
Non sono solita finire le storie in modi troppo sdolcinati, ma ormai sono nel periodo "buono" AHAH (:
Volevo RINGRAZIARVI,
ringraziare tutti coloro che hanno seguito la storia.

La mia PRIMIIIIISSIMA FF su EFP.
GRAZIEGRAZIEGRAZIEGRAZIE <3
A tutti e a quelle persone straordinarie (che non c'è bisogno di menzionare, loro sanno),
che ho avuto modo di conoscere qui.
GRAZIE! <3
Un bacione,
#StayStrong
  

 

  
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