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Autore: Nami88    21/07/2011    2 recensioni
Avete presente quando guardate il cielo, magari la notte di San Lorenzo, e vedete una stella cadente? Sicuramente avrete espresso un desiderio almeno una volta nella vostra vita e magari non è mai accaduto nulla o magari sì......Questa storia vi insegnerà a fare attenzione a cosa desiderate e soprattutto al modo in cui lo chiedete ^_^
E come disse il mio amico Oscar Wild: "La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha".
Nota: ALCUNI DEI PERSONAGGI UTILIZZATI PER QUESTA FANFICTION NON SONO DI MIA PROPRIETÀ MA VENGONO UTILIZZATI NEL RISPETTO DEL PROPRIETARIO E DEI RELATIVI COPYRIGHTS. ALTRI SONO INVENTATI E L'INTERA STORIA E' ORIGINALE, E FRUTTO DELLA FANTASIA.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parti in viola solo gli interventi di Robin, Zoe e Coral

Alcuni anni fa, molto prima che tu nascessi e che il tuoi genitori sapessero addirittura di volersi bene, e molto prima che Zoe si unisse a noi, la nostra ciurma fu coinvolta in un evento del tutto strambo e particolare. La storia inizia così:


« Zoro è il mio turno di allenamento! »
« E da quando ci sono i turni? »
« Sono il capitano »
« E allora? La palestra è praticamente mia. E’ per me che l’ha costruita Franky »
« E’ la mia nave! E la palestra sta dentro alla mia nave!  »
« Finiscila Rubber, mi stai facendo perdere tempo! Da quando hai deciso che ti devi allenare?! Non hai mai mosso un dito! »
« Faccio quello-----che---mi pare-----sulla-----mia-------naveeee!! Molla il----bilanciere! »
« Mollalo---tu----il----bilanciere!!! »
Purtroppo, il tuo papà scivolò sul suo stesso asciugamano che, facendo a tira-e-molla con Rubber, era caduto a terra. Rubber, maldestro com’è, non riuscì a mantenere il bilanciere (hai presente con che razza di attrezzi si allena tuo padre) – sorrise Robin – Fatto sta, che la tragedia iniziò a prendere vita.
« Reggilo Rubber! »
« Non----ce----la----faccioooo! E’ troppo----pesanteee!!! Ma come----diavolo----fai---ad----allenarti con questo---affare?!?!? »
« Te l’avevo detto che non eri in grado! »
« Non è----vero!!! »
« Sì che lo è babbeo che non sei altro!!! Arrivo! Ti aiuto io – ma Zoro non fece in tempo a raggiungere Rubber, oltretutto il mare era abbastanza agitato e un cavallone improvviso sbilanciò la nave facendo perdere del tutto l’equilibro al capitano  – Oh no! Attenzione di sotto! »
« Che cosa?! Che cos’è questo fischio?! »
Franky stava sistemando il pennone della nave per l’annuale ciclo di manutenzione ed era sospeso a mezz’aria su di un seggiolino sorretto da un paio di cime e una carrucola.
« Franky attento! Quassù! » gridò Zoro.
« Eh?! »
Franky alzò lo sguardo e vide il gigantesco bilanciere finirgli addosso.
« Spostati Franky! »
« Ma siete impazziti?! »
Fortunatamente fece in tempo a spostarsi dandosi una spinta laterale e aggrappandosi al pennone, ma nel farlo urtò il barattolo di vernice protettiva trasparente che stava utilizzando per rivestire l’albero. Il barattolo cadde a terra alla velocità della luce insieme al bilanciere.

« Oh no! - esclamò Coral – E poi cosa successe?! »
« Beh…ecco…successe che sotto, sul ponte, c’era la tua mamma intenta a prendere il sole! » sorrise Robin.

« Nami! Attenta! »
« Eh? Che vuoi Franky? Mi sto rilassando! » disse con noncuranza.
« Sciocca spostati da lì! »
Nami, esattamente come aveva fatto Franky poco prima, alzò confusa lo sguardo verso l’alto: in un primo momento impietrita dalla paura non riuscì a muovere un muscolo poi, agile come una gazzella, riuscì a reagire ed evitò prontamente il bilanciere. Per fortuna, aggiungerei! Infatti il peso cadde a pochi centimetri dal lettino prendisole creando una voragine sul ponte. Purtroppo, la tua mamma si era incantata ad osservare il gigantesco buco e probabilmente stava giù friggendo e preparando la sfuriata verso il colpevole, così si era dimenticata che non solo il bilanciere stava cadendo dall’alto…

« Il barattolo di vernice! » esclamò Zoe mettendosi una mano sulla bocca.
« Precisamente! »

Il barattolo di vernice cadde in testa a Nami centrandola in pieno, purtroppo e per fortuna dalla parte aperta: il danno peggiore risultò essere che si ritrovò in un bagno di vernice…non era poi così grave confrontata all’idea di un barattolo di vernice dritto sulla fronte che cadeva da ventri metri di altezza. Almeno in quel modo si era attutito il colpo. Avrebbe potuto farle molto male ma conosciamo Nami, era più preoccupata per tutta la vernice che le era finita addosso.
« C-CHE COS’È QUESTA ROBA?!?!?!? »
Franky la raggiunse in fretta.
« V-vernice protettiva » balbettò Franky pronto a prendere ciò che gli spettava da Nami.
« VERNICE?? VERNICEEEE?!??!  »
Poco dopo arrivarono anche Zoro e Rubber a complicare la situazione. Zoro visibilmente teso e sul chi-va-là, pronto ad una bella tirata di orecchie. Rubber completamente indifferente come suo solito. A Rubber bisogno riconoscere una notevole faccia di bronzo.
« CHISSÀ PERCHÉ HO IL PRESENTIMENTO CHE VOI DUE CENTRIATE IN QUESTA STORIA, NON È COSÌ?!?!?!? » gridò tua madre su tutte le furie.
« E’ stata colpa di Zoro: io volevo il peso per allenarmi e lui non me lo voleva dare, poi è scivolato sull’asciugamano e il peso è caduto giù » disse Rubber d’un fiato prima che Zoro potesse incolparlo.
« Che cosa?! Ma come ti permetti?! Il peso l’avevi in mano tu stupido! » si difese Zoro.
« FINITELA IDIOTI!!! NON VI SOPPORTO PIÙ! E GUARDATE LA NAVE CHE DISASTRO!!! CI SERVIRANNO UN SACCO DI SOLDI PER RIPARARLA!!!! »
Infine anche il resto della ciurma arrivò attirata dalle urla di Nami.
« Ragazzi che succede? Perché la mia adorata Nami urla così? »
« Ehi ma cosa è successo qui?! Cos’è questa voragine sul ponte?!?! » osservò Chopper circuendola con aria allibita.
« Zoro e Rubber ne hanno combinata una delle loro. Sicuramente » asserì Usop.
« Veramente io non ho fatto niente! » ringhiò di nuovo tuo padre.
« Stammi bene a sentire Zoro – Nami gli si avvicinò puntando il dito – Perché non fai altro che combinare guai e creare danni?! Non potresti semplicemente stare fermo o renderti utile?! No! Devi per forza, sempre e in continuazione fare della confusione! Ne ho proprio abbastanza! Ne ho piene le scatole! »
« Ma se quando sto fermo mi dici di muovermi! »
« FAI LO SPIRITOSO?!?! »
« No, sono serissimo. Guarda il lato positivo – sorrise Zoro sarcastico – la vernice è trasparente »
Tua madre non gradì il sarcasmo.
« MI PRENDI IN GIROOOOO?!?!?!? »
« Calma Nami non agitarti, vieni ti aiuto a levarla tesoro mio! »
« Tieni---giù---quelle---mani! Lasciami andare Sanji! Mollami! Non mi toccare!! »
Cominciò a gridare, sembrava impazzita. Sul serio. E pensare che tante volte l’avevo vista adirata ma mai come quella volta…

« Fin qui è tutto normale – osservò Zoe pensando ad alta voce – è quasi normale amministrazione, ma dov’è la fregatura? »
« Ci stavo per l’appunto arrivando! » sorrise Robin.

Improvvisamente Nami cominciò a grattarsi.
« Nami, perché ti gratti? » chiese Chopper confuso.
« Non lo so, ho prurito dappertutto! »
Si grattava sempre di più e con maggiore insistenza.
« Nami basta, ti stai graffiando mia adorata! La tua meravigliosa pelle vellutata finirà con il rovinarsi »
« Non ce la faccio! Non posso resistere!! »
« Qualcosa non va! Nami sei tutta rossa! » disse Usop osservandola meglio.
Ed era vero, sembrava una fragola, rossa e piena di pustolette. Non un bello spettacolo credetemi, ma non dirle che te l’ho detto!

« Oh no! – esclamò Chopper – E’ una reazione allergica alla vernice! Ne sono sicuro! »
« Non preoccuparti Chopper, va tutto bene! Io…io…sto bene! – continuando a sfregarsi - Aiuto che prurito! »
« Stai bene eh? A me non sembra proprio »
Nami si grattava freneticamente e in alcuni punti sembrava stesse sanguinando, seppur molto lievemente s’intende.
« Avanti vieni in infermeria con me, ti stai gonfiando »
« C-COSA?! GONFIANDO?!?! NOOO, DIMMI CHE NON E’ VERO »
« Sembri una zampogna… » disse Zoro.
Altra mossa falsa. Tuo padre non è esattamente quella che si definisce una persona “furba” o che ci tiene alla propria vita.
« Cos’hai detto?! Ti faccio vedere io com’è una zampogna dopo che ti avrò pestato! »
Nami cominciò a dimenarsi come un verme attaccato all’amo, ci vollero Chopper trasformato e Franky per tenerla ferma.
« Tienila Chopper – disse Franky – Ti aiuto io a portarla in infermeria! »
Nami scalpitava e urlava, mentre il rossore e il gonfiore diventavano sempre più evidenti.
« Tu che mi pesti? Questa devo ancora vederla »
« Ti strozzo!!! Brutto stupido! Lasciatemi andare!!! »
Finalmente Franky e Chopper la portarono dentro.
« Sei proprio un idiota spadaccino. Possibile che tu non riesca a fare o a dire mai niente di buono?! »
Zoro alzò le spalle e tornò in palestra.
« E ora che si fa con questo buco? »
« Che vuoi che si faccia? Lo ripariamo…domani quando arriviamo a Stardust Place vado a prendere delle assi nuove. Povera Sunny »
Personalmente, credo che per una volta Nami volesse solo sentirsi chiedere scusa.

« Ma non è stata colpa di papà… » osservò Coral.
« Vallo a spiegare a tua mamma se ne hai il coraggio! »
« Certo, papà non è molto delicato… » disse pensosa la bambina.
Zoe sorrise. « Mi piace questa storia! Continua Robin! »
Zoe e Coral si accoccolarono ancora un po’ sul lettone. Coral era abbracciata a Zoe, con la quale aveva un ottimo rapporto, nonostante tutto erano molto diverse: se Coral veniva definita come un rinoceronte, Zoe era certamente l’opposto. La più delicata delle farfalle. Silenziosa, timida ma non chiusa, fragile, da proteggere ad ogni costo ma spavalda e coraggiosa. Le bambine avevano più o meno 8 anni di differenza, eppure si trovavano bene. Spesso Zoe prendeva con sé Coral per pettinarla o farle provare qualche vestito. Coral poi era così buffa e simpatica che Zoe si divertiva un mondo a passare il tempo con lei. Dire che fossero come sorelle era troppo ma sicuramente il legame che le univa era speciale. Sanji aveva cresciuto Zoe con tutto l’amore possibile; non era l’amore di un padre e nemmeno l’amore di un fratello maggiore (molto maggiore), ma si poteva dire che Zoe fosse cresciuta con lui. L’aveva fatta diventare una cuoca provetta e la trattava come la sua principessa, come una bambola da conservare in una teca di vetro. Zoe era una signorina di classe in tutto e per tutto. Nel vestire, nel parlare, nel comportarsi e Sanji andava molto fiero di lei. Non l’aveva mai lasciata sola un minuto, proprio come aveva promesso nel momento in cui l’avevano accolta sulla nave.  
La giornata di Zoe cominciava con la lezione di cucina durante la quale preparava o meglio aiutava Sanji a preparare la colazione per la ciurma. Seguivano poi 3 ore di lezione al mattino, lezioni tenute da Robin che andavano dalla storia, alla mitologia, alle lingue antiche, alla geografia, alla matematica e così via. Considerata la notevole differenza di età tra le bambine, Robin era costretta a tenere delle lezioni adatte all’età della più grande e non sempre erano semplici. Robin infatti era un’insegnante intransigente e severa. Nonostante questo, Coral riusciva a seguirle alla perfezione e grazie ad esse alla sola età di cinque anni era giù molto più sveglia dei coetanei. Finita la lezione di Robin, Coral andava a lezione di violino da Brook per un’ora e Zoe andava in cucina dove cominciavano i preparativi per il pranzo. Quando Sanji non richiedeva il suo aiuto, spesso prendeva la canna da pesca e si metteva a pescare. Finito il pranzo, c’era l’immancabile pisolino pomeridiano (tutta la ciurma sembrava gradirlo molto) della durata di un paio d’ore. Il pomeriggio riprendeva per Coral con l’addestramento da cecchino per un’ora, per Zoe con la lettura di qualche libro dotto. Un’ora di pausa-gioco per entrambe e poi di nuovo al lavoro. Zoe si allenava con Sanji e Coral passava un po’ di tempo a prendere lezioni da Nami, lezioni di economia e cartografia. Ed ecco di nuovo il momento della cena. Finita questa, la giornata era finita per tutti e potevano finalmente rilassarsi. Tutti eccetto Coral e Zoro che dovevano allenarsi.
L’allenamento di Zoe era duro, ma teneva in forma anche Sanji il quale (finalmente dopo diversi anni) cominciava a rientrare in battaglia a fianco dei compagni, poiché Zoe non aveva più bisogno d eccessiva protezione. I poteri di Zoe infatti si erano molto sviluppati e, come previsto, le sue dimensioni di drago nella forma animale completa erano raddoppiate. Aveva imparato a controllare il fuoco, sembrava le venisse molto spontaneo e naturale; ogni tanto usciva casualmente qualche attacco d’acqua o di ghiaccio e raramente addirittura l’elettricità…Non sapeva ancora come richiamarli e da dove provenissero ma l’allenamento serviva appunto per migliore. La veggenza invece si era sviluppata più di ogni altra cosa: le visioni era sempre più accurate e precise. Fortunatamente le occasioni in cui la doveva usare erano rare, significava che non c’erano problemi gravi o pericoli in vista.
Occasionalmente, Sanji le permetteva di partecipare a piccole faide con pirati da strapazzo che valevano poco o niente. Gente che non avrebbe potuto (nemmeno volendolo) fare del male ad una mosca, che attaccava briga con le persone sbagliate. Giusto per farsi le ossa. Anche Coral desiderava tanto partecipare e non perdeva occasione per cercare di sgattaiolare via e unirsi ai combattimenti. Puntualmente Nami la trovava e gliele cantava sonoramente.
   
 
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