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Autore: NipoteDellaLuna    21/07/2011    2 recensioni
Beh, ciao a tutti, sono Ludo. Ho deciso di scrivere una Eff perché molte volte, non posso dire ciò che provo, ciò che penso, e sopratutto quello che voglio, che desidero ardentemente. Questa storia, più o meno è basata sulla mia.. Diciamo, stravagante vita. Passo per passo, vi racconterò (in parte), perché sto scrivendo, vi spiegherò il perché è all’incirca basata sulla mia vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Remember.

 

Blair’s Pov. (Mother Chuck)

Continuavo a piangere, sembravo un’adolescente stata mollata dal ragazzo. Ma ora la causa per cui stavo piangendo era ben più grave. Mio figlio, il mio bambino, era da circa 3 ore in una sala operatoria. Mi strinsi più forte al braccio di mio marito, lo guardai. Rimasi un po’ spiazzata nel guardare il suo viso. Chuck Bass, il BadBoy dell’Upper East Side, piangeva. Erano lacrime di disperazione, come quelle che solcavano i visi, di quasi tutti i presenti in quella sala. Guardai Bella, quella ragazza mi assomigliava, più di quanto avessi mai potuto immaginare. Diciamo che era la mia “Nipotina”. Pensavo che il figlio di Nate e Serena, sarebbe stato biondissimo, come S. Ma invece no, non era così. Aveva i capelli di un colore stupendo, come di un Castano Dorato. Non erano biondi come quelli di Serena o Nate, ma non erano scuri come i miei. Erano come il miele un miele scuro, intenso. E gli occhi, la forma un po’ orientale, tendenti al verde/grigio.





 
E oltre all’aspetto fisico, che non rispecchiava quello dei genitori, avrei immaginato una bambina che correva come una scalmanata, da una parte all’altra della casa. Invece no, era una bambina seria e composta, e chi lo avrebbe mai immaginato. Erede del trono alla Constance Billard di Blair Cornelia Waldorf, aspirava anche lei alla potenza sociale, aveva preso dal Capitano e da Lily.  La guardai, i suo occhi verdastri erano inondati di lacrime. Anche lei aveva paura. Paura per la vita di mio figlio, il mio Chuck Bass.
Rimasi immobile a fissare un punto impreciso davanti a me, e poi un singhiozzo. Mi girai e vidi il viso di Chuck inondarsi di lacrime, lo strinsi forte a me. Non era cambiato di una virgola in questi 18 anni, a parte qualche ruga del tempo. Era sempre bellissimo, il viso angelico, ma che dietro nascondeva un vero diavolo. E ora quel viso perfetto veniva solcato da lacrime. Gli baciai la guancia, nel modo più dolce che potesse mai immaginare. “Andrà tutto bene.” Ma a quelle parole, la mia voce tremò. Si girò verso di me. “Qualunque cosa accada, io starò sempre con te. Perché Io ti Amo Blair Bass, sempre stato e sempre sarà. Noi possiamo vincere contro qualsiasi cosa, Noi siamo Chuck&Blair, Blair&Chuck.” Ascoltando quelle parole, mi sembrò di rivivere come un déjà vu. “Ti amo Chuck Bass.” Detto questo sprofondò le sue labbra nelle mie, mi erano mancate. Anche se erano solo poche ore che non le assaporavo. Mi staccai da lui. “Devo fare una cosa.” Sussurrai, gli baciai castamente le labbra e mi alzai. “Nate, dorme?” Dissi riferendomi a Bella che era immobile fra le sue braccia. “No, non sto dormendo.” Disse quella piccola donna fra le sue braccia, si scostò dal corpo del padre e si alzò. “Vieni, andiamo a fare una passeggiata.” Gli dissi tendendole la mano. La afferrò e uscimmo. Incominciammo a camminare per in giardinetto dell’ospedale. “Perché mi hai portata qui?” Chiese lei confusa, e abbastanza disorientata. Io sorrisi lievemente “Volevo raccontarti un po’ di cose.” Le si leggeva in viso che era davvero confusa, ora più di prima. Mi fece cenno di spigarmi meglio, e io incominciai a parlare. “Volevo raccontarti i miei ricordi, da quando e nato Chuck, la mi vita è ogni attimo più bella.” Mi fermai e mi sedetti su una panchina ai piedi di un pino. “Non fermarti.” Disse quella che prima era la mia dolce nipotina, e adesso una donna. Sorrisi e incominciai a narrare.
 


Più o meno 18 anni fa..

7 Dicembre 2011.

Eravamo sposati da appena 18 ore, orami non ero più Blair Waldorf, ma Blair Bass, suonava così bene. Strinsi la mano di Mio ‘Marito’ e scendemmo dal nostro Jet. Erano circa le 10:00 quando atterrammo sul suo Italiano. Firenze, queste era la nostra prima tappa. Avevamo deciso che la Toscana, sarebbe stata la prima di altre perfette mete.  Da quando 5 anni fa ero venuta in Italia, poi non ero più venuta. E pensavo che non ci sarei mai più venuta, ma adesso sembrava la cosa più ovvia del mondo. “Signora Bass, tutto okay?” Disse il mio adorato maritino. Risi. “E’ tutto perfetto Mister Bass!” Mi sorrise, uno di quei sorrisi che amavo. Affondai le labbra nelle sue, e quel bacio si trasformò in un bacio tutt’altro che casto. Salimmo in limousine “Ti amo Bass.” Io risi “Ti amo anch’io Bass-tardo. Dovrai ancora chiamarmi Bass per molto?” Ridemmo assieme. “Suona così bene, che ti chiamerò così per non so quanti anni!” Si chinò e mi baciò la pancia. “Ho un regalo per te, anzi per voi.”  Disse lui e aprì il suo bagaglio a mano, uscì una scatoletta verde acqua con un fiocco bianco. E la prima cosa che pensai fu: Tiffany&Co.




 
                               



Slacciò il fiocco e aprì la scatola. Fissai il contenuto, un fantastico sonaglio per bambini. Lo presi fra le mani, lo guardai attentamente, c’era un’incisione: “Al Degno Erede Bass. Papà.” Sorrisi mentre una lacrima di gioia mi solcava il viso, gli gettai le braccia al collo. “E’ stupendo, e tu sarai un padre Perfetto.”

  
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