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Autore: HarryJo    21/07/2011    7 recensioni
Lucius Malfoy camminava molto lentamente, quel mattino.
La testa china, i lunghi capelli biondi gli ricadevano sulle spalle, e non portava nessun espressione che in qualche modo ricordasse la persona che era prima.
La guerra era finita da qualche settimana ormai, e il Mondo Magico stava cercando di recuperare la stabilità e la tranquillità che aveva preceduto il ritorno di Voldemort.
Kingsley Shacklebolt era diventato il nuovo Ministro e stava facendo un lavoro eccellente.
Parte del suo incarico prevedeva il rintracciare e condannare i Mangiamorte che avevano partecipato alla guerra, che avevano ucciso, torturato, spaventato le famiglie magiche.
E, Lucius Malfoy lo sapeva benissimo, lui era parte di questi.

Terza classificata al City contest di _Alchimista_@ e Bellis.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nick (sia del Forum che del sito se sono diversi) : Erica Weasley (forum), HarryJo (efp)

NdA: Questa fic parla dell’assoluzione di Lucius, dopo la guerra. La Rowling ha confermato che tra Lucius e Harry c’è stato un accordo per il quale, grazie all’aiuto di Narcissa nella foresta, Harry avrebbe garantito per Lucius per cercare di non farlo arrestare. Ho immaginato che Azkaban, dopo essere stata distrutta, fosse stata sostituita con la prigione di Nurmengard, che è molto più sicura e meno terrificante. Beh, non credo d’aver altro da dire… Ah sì, mi sono inventata i nomi per i nuovi Sottosegretario Anziano del Ministro (dubito che la Umbridge torni ancora) e per il Direttore dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia (Amelia Bones muore nel settimo libro). Basta, au revoir, buona lettura!

 

 

 

Un’altra occasione

 

 

Lucius Malfoy camminava molto lentamente, quel mattino.

La testa china, i lunghi capelli biondi gli ricadevano sulle spalle, e non portava nessun espressione che in qualche modo ricordasse la persona che era prima.

La guerra era finita da qualche settimana ormai, e il Mondo Magico stava cercando di recuperare la stabilità e la tranquillità che aveva preceduto il ritorno di Voldemort.

Kingsley Shacklebolt era diventato il nuovo Ministro e stava facendo un lavoro eccellente.

Parte del suo incarico prevedeva il rintracciare e condannare i Mangiamorte che avevano partecipato alla guerra, che avevano ucciso, torturato, spaventato le famiglie magiche.

E, Lucius Malfoy lo sapeva benissimo, lui era parte di questi.

In quel momento solo un sentimento lo avvolgeva: la paura.

Paura di essere condannato, di entrare a Nurmengard e di passare il resto della sua vita lì.

Paura di non rivedere più la sua famiglia. Quella mattina si era svegliato presto ed era uscito di casa senza salutare nessuno. Non avrebbe sopportato l’idea di un addio.

Paura di continuare a camminare verso un punto ben preciso della strada; perché non scappare? Perché non rifugiarsi da qualche parte, nascondersi, vivere da rifugiato?

Dopotutto la sua vita non era mai stata molto meglio di quella di un profugo.

Ma qualcosa, forse l’orgoglio, lo fece continuare per quella strada, pronto ad accogliere il suo destino.

Nella strada si intravedevano degli edifici, alcuni uffici ed un pub. Proprio lì vicino era situata una vecchia cabina telefonica rossa, all’apparenza semplice e fuori servizio. Lucius entrò, sospirando a lungo, e digitò con esitazione cinque numeri, ripetendoli ad alta voce, come per farsi coraggio.

« Sei… due… quattro… quattro… due… ».

Appena tolse il dito dall’ultimo numero una fredda voce femminile risuonò in tutta la cabina.

« Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore, indicate il vostro nome ed il motivo della visita ».

Lucius deglutì.

« Sono Lucius Malfoy, e sono qui per un’udienza giudiziaria » disse, con la voce più roca che mai.

« Grazie » rispose la voce. « Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla sul vestito ».

Uno scatto e un tintinnio risuonarono, ed una spilla quadrata d’argento scivolò nel contenitore del resto delle monete. Portava una scritta: “Lucius Malfoy, Udienza Giudiziaria”.

Mentre la fissava nel suo mantello, la voce femminile continuò: « Il visitatore del Ministero ha l’obbligo di sottoporsi a perquisizione e di presentare la bacchetta perché sia registrata al banco della sorveglianza, all’estremità dell’Atrium ».

Nel frattempo la cabina stava scendendo sempre più velocemente, nel sottosuolo, e dopo qualche secondo la porta della cabina si spalancò, e la voce femminile disse: « Il Ministero della Magia vi augura una buona giornata ».

Lucius non riuscì a non pensare che quella sarebbe stata tutto fuorché una bella giornata.

Passò dalla scrivania che portava la scritta Sorveglianza velocemente, e disse solo: « Non ho la bacchetta ».

Il mago seduto dietro la scrivania lo guardò per un momento, e, riconoscendolo, non fece altre domande.

In quel posto, dove una volta tutti lo rispettavano e quasi lo temevano, ora era semplicemente diventato un Mangiamorte. Un’etichetta che non sarebbe mai riuscita a togliere, e che l’avrebbe condannato a rinunciare per sempre alla sua libertà di lì a pochi momenti.

C’era una speranza, di fondo a tutta quella paura, che però continuava a pervaderlo. E quella speranza portava il nome di quello che una volta era stato il suo più grande pericolo.

Harry Potter.

Gli sembrava assurdo da credere, ma quel ragazzino gli aveva promesso che avrebbe garantito per lui, per non farlo arrestare. A quanto pare Narcissa lo aveva salvato, nella foresta, dicendo al Signore Oscuro che era morto, quando in realtà il suo cuore batteva più forte che mai.

Forse, il gesto di sua moglie, così ingenuo e disinteressato, gli avrebbe salvato la vita.

Ma la sua paura continuava a ripetergli che quelle erano state solo parole, e che per l’eroe del Mondo Magico lui non era nessuno. Probabilmente s’era già dimenticato di lui.

Si diresse molto lentamente verso l’ascensore, schiacciando il pulsante per il Decimo Livello, riportante alle aule giudiziarie. Il cuore pompava sempre più forte dentro di lui e la paura non lo abbandonava.

Ripensava a quel momento in cui si era unito al Signore Oscuro. Era orgoglioso, allora, di poter far parte di quella ristretta cerchia di persone chiamate Mangiamorte, ma col tempo si era pentito.

Non tanto perché aveva cambiato idea – lui e i Mezzosangue non avrebbero mai avuto un sentimento di amicizia – ma perché aveva cominciato ad aver paura, per lui, per la sua famiglia.

Paura di perdere.

« Decimo livello » sentenziò una voce all’interno dell’ascensore, aprendo le porte.

Con un gesto lungo un’eternità, uscì e si avviò alla sua aula.

Deglutì forte e si preparò al peggio.

 

 

 

« Udienza del diciannove giugno » annunciò Shacklebolt al resto del Wizengamot, e uno dei ragazzi Weasley alla sua destra cominciò subito a prendere appunti, « per l’accusa di essere un Mangiamorte, di aver preso parte alla Battaglia di Hogwarts dalla parte del Signore Oscuro.

 « Inquisitori: Kingsley Shacklebolt, Ministro della Magia; Julia McKinnon, Direttore dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia; Alexis Lockheart, Sottosegretario Anziano del Ministro. Scrivano della Corte: Percy Weasley. Testimone per la Difesa: Harry James Potter ».

Quel nome fu una breccia nel cuore di Lucius. Potter era lì, seduto tra quella miriade di persone, in veste di Difesa. L’avrebbe aiutato.

Forse, oltre quel solco di paura, c’era ancora tanta speranza.

« Le accuse – continuò il Ministro – sono le seguenti:

« Che consapevolmente, deliberatamente e in piena conoscenza della gravità delle sue azioni, l’imputato si è schierato dalla parte di coloro che servivano Lord Voldemort, combattendo al suo fianco fino al giorno della disfatta.

« Lei è Lucius Malfoy e vive a Malfoy Manor, vero? » gli chiese.

Il cuore di Lucius sobbalzò.

« Sì » rispose.

« Lei faceva parte di coloro che si facevano definire come Mangiamorte? »

« Sì » deglutì.

« Si è schierato con Lord Voldemort durante la Battaglia, e nei mesi precedenti? »

È inutile mentire, si disse, sanno la verità meglio di me.

« Sì ».

« Sebbene fosse cosciente della gravità della sua scelta? »

« Sì » mentì. No, in realtà non ne era mai stato del tutto cosciente.

« E ha torturato, ucciso, minacciato persone come il resto dei suoi compagni? »

Ormai era finita. Aveva ammesso ogni cosa.

Avrebbe detto addio a Narcissa, e a Draco, il suo unico figlio.

La voce gli si spezzò in gola.

« Ho io qualcosa da dire » intervenne una voce giovane, che avrebbe riconosciuto ovunque.

Il ragazzo voleva mantenere la sua promessa, ma non aveva capito che ormai era tutto inutile?

« Non credo che gli uomini compiano il male perché la loro mente vi sia portata per natura. » iniziò. « Noi conosciamo ciò che è meglio, e ne siamo consapevoli, ma non lo mettiamo in pratica, alcuni per pigrizia, altri perché antepongono al bene qualche altro piacere ».

Harry guardò a lungo Lucius, come per dirgli qualcosa, ma non c’erano abbastanza parole, nemmeno in uno sguardo, per dire tutto quello che si doveva.

« Non nego il fatto che quello che ha fatto quest’uomo sia qualcosa di orribile, ma ha cercato di redimersi. Alla fine, si è pentito, e nel farlo mi ha salvato la vita, e mi ha dato l’occasione di uccidere Voldemort per porre fine al suo regime » disse, pacatamente. « Sono convinto che lui stesso vi potrà affermare quanto era più importante la salvezza della sua famiglia, che la gloria del Signore Oscuro. Solo una volta era felice di esser schierato dalla sua parte, perché gli concedeva degli agi non indifferenti. Ma lui ha avuto il coraggio di schierarsi dalla parte giusta, alla fine ».

Il discorso fu seguito da un solo grande silenzio. Ognuno ragionava tra sé sul da farsi, su quanto potevano valere certe parole.

Lucius aveva paura, ma quelle parole gli avevano creato un po’ di conforto nel suo cuore. Avrebbe accettato il suo destino, sapendo comunque di non aver sbagliato fino alla fine.

« Quanti sono per l’assoluzione dell’imputato da tutte le accuse? » chiese la flebile voce di Julia McKinnon.

Lucius alzò gli occhi, ormai lucidi. Le mani erano innumerevoli. E finalmente, dentro di lui, dopo tanto tempo, sentì un sentimento avvolgerlo: la gioia.

« Quanti sono per la condanna? » domandò Madama McKinnon.

Solo dodici mani alzarono la mano.

Shacklebolt fece un rapido calcolo e annunciò con un sorriso: « Molto bene. Assolto da tutte le accuse ».

La vita gli si apriva di nuovo davanti.

Gli era stata concessa la possibilità di far vedere a tutti che, nonostante tutto, c’era anche del buono dentro di lui. Sarebbe riuscito a tornare a casa.

Guardò Potter intensamente. Voleva ringraziarlo, ma non ne sarebbe mai stato capace.

Ma Harry capì, sorrise brevemente ed uscì dall’aula. Harry Potter era davvero l’eroe del Mondo Magico.

Gli era stata concessa un’altra occasione, per la sua famiglia, per lui.

E questa volta non l’avrebbe sprecata.

 

 

 

 

 

 

Terza classificata al City Contest:

 

̴ Un’altra occasione – EricaWeasley

Giudizio di _Alchimista_@

• Grammatica e sintassi 9.5/10
• Caratterizzazione dei personaggi 10/10
• Uso del pacchetto 9.5/10
• Uso della citazione 5/5
• Originalità 10/10
• Stile 9/10
• Gradimento personale 14/15
• Canzone 0/1
Per un totale di 67/71

Accidenti! La tua grammatica stava andando a gonfie vele fino a che non ti sei incagliata su un imperfetto che ha barbaramente ucciso un congiuntivo! Vabbè, per il resto è tutto a posto (anche la punteggiatura *-*). Caratterizzazione ottima! Ho apprezzato tanto Lucius (strano a dirsi per me), che Harry (ancora più strano!) L’uso del pacchetto è stato buono.. non perfetto – ma in effetti con cabina non so quanto meglio si sarebbe potuto fare… La citazione è messa al posto giusto nel momento giusto, i miei complimenti e anche l’originalità ha il massimo, considerato il momento da te descritto! Lo stile ha un punteggio alto perché è scorrevole e piacevole da leggere; stesso per il gradimento: è davvero un ottimo lavoro! Complimenti!

Giudizio di Bellis
• Grammatica e sintassi 7/10
• Caratterizzazione dei personaggi 8/10
• Uso del pacchetto 10/10
• Uso della citazione 4/5
• Originalità 10/10
• Stile 8/10
• Gradimento personale 14/15
• Canzone 0/1
TOTALE 61/71
Per iniziare, ti faccio i miei complimenti: trovo che l'associazione "cabina telefonica + Lucius = Ministero" sia brillante. Non so se ci avrei pensato, al tuo posto. Poi, debbo dirti in tutta sincerità che mi è piaciuto il modo in cui hai caratterizzato Lucius e hai descritto il suo pentimento. In prima istanza, non mi sono trovata d'accordo con l'interpretazione data della sua personalità: trovavo improbabile che una persona di natura tanto malvagia potesse riuscire a rendersi veramente conto della turpitudine delle proprie azioni. Tuttavia, alla luce di una recente rilettura de I Doni della Morte e della scena successiva al termine della Battaglia per Hogwarts, mi sono dovuta ricredere. Ci può stare (che è sempre una mia opinione, ma, Cielo, me l'hai fatta cambiare!). Così come trovo molto adatto il discorso di Harry, che rimane sempre di poche parole, ma efficace in ciò che dice, perché le sue sono parole di un eroe puro e dalla parte del Bene fino alla fine. Ti faccio notare una piccola pecca. Non so se fosse voluta, questa costruzione del periodo un pochino forzata...
Alla fine, si è pentito, e nel farlo mi ha salvato la vita, e mi ha dato l’occasione di uccidere Voldemort per porre fine al suo regime.
Sarebbe stato meglio così, sbaglio?
Alla fine, si è pentito: nel farlo mi ha salvato la vita e mi ha dato l’occasione di uccidere Voldemort per porre fine al suo regime.
Quest'altra frase è, invece, decisamente errata.
Sono convinto che lui stesso vi potrà affermare quanto era più importante la salvezza della sua famiglia, che la gloria del Signore Oscuro. Solo una volta era felice di esser schierato dalla sua parte, perché gli concedeva degli agi non indifferenti.
L'unica cosa veramente scorretta è l'uso del verbo essere nella prima riga. Però entrambi i periodi, secondo me, avrebbero potuto essere riformulati meglio.
Sono convinto che lui stesso vi potrà affermare quanto più importante fosse la salvezza della sua famiglia piuttosto che la gloria del Signore Oscuro. Solo all'inizio egli era felice di esser schierato dalla sua parte, perché gli concedeva degli agi non indifferenti.
Tuttavia :-) A parte queste piccolezze, davvero un ottimo lavoro. Un brano introspettivo, educativo, profondo ed in tema. Complimenti!

TOTALE COMPLESSIVO 128/142

   
 
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