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Autore: Veronique.    21/07/2011    1 recensioni
Un amore forse impossibile, un amore nato presto..un amore che ha ancora possibilità di nascere. Chi lo sa. Chi sa cosa succederà tra George e Fleur, nessuno lo sa.
{premetto che è decisamente OOC v.v XD ma spero vi piaccia comunque}
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Fleur Delacour, George Weasley, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nulla sarebbe andato storto

Nulla sarebbe andato storto.

Aveva provato e riprovato quelle parole ogni giorno, davanti allo specchio.

“Potrei andare io da lei, ormai so che devi dirle” lo prendeva in giro Fred ogni giorno.

E rideva, almeno quello riusciva a scaricare la tensione. In quei giorni non si riconosceva, di solito rideva e scherzava spesso, ma da quando aveva visto Fleur non sembrava nemmeno lui. Era strano, ecco.

Perfino Hermione l’aveva fermato un giorno stupita di non aver ricevuto la sua dose giornaliera di scherzi. Scherzando disse “potrei farci l’abitudine sai? A sperare che gli scherzi finiscano” sorrise, per poi andare via, verso Harry e Ron.

Lui scosse la testa e proseguì la sua camminata. Verso una meta ancora indefinita.

In quei giorni camminava spesso, camminare gli schiariva le idee. Camminare lo aiutava a pensare.

E la vide, con i gomiti appoggiati al muretto che dava sull’orizzonte. Era bellissima, i capelli argentei le accarezzavano il volto, gli occhi blu erano persi nel sole del tramonto e avevano qualche sfumatura verde smeraldo.

Sembrava una musa, una di quelle ragazze che esistevano solamente nei quadri di Hogwarts. E invece lei era reale, era li.

“Guarda che ti piace così tanto solamente perché ha del sangue Veela che le scorre nelle vene” gli dissero un giorno, ma a lui non importava. Era sicuro di essersi innamorato di quella ragazza, era certo che non fosse tutto merito del sangue che scorreva nelle sue vene.

Le andò incontro e le si mise accanto “ehi” esordì sorridendo, guardando anche lui il tramonto. Lei volse lo sguardo verso il ragazzo e sorrise, poi tornò a guardare il sole che si colorava di arancio, donando al cielo diverse sfumature.

“Ehi” rispose poco dopo, sorridendo. Le sue amiche giurarono che non sorrise mai più così, mai. Iniziarono a parlare, a ridere come l’ultima volta e il tempo sembrò fermarsi.

Non c’era nessuno in giro, strano per quella scuola, forse erano tutti ad una partita o chissà che altro.

L’unico pensiero nella testa di George era stare li con quella ragazza, con Fleur. E per lei era lo stesso, anche se non l’aveva ancora ammesso a se stessa.

“Senti Fleur..” sussurrò poco dopo lui, preso da chissà quale coraggio “io-io dovrei dirti una cosa. Non so nemmeno perché lo sto facendo, è tremendamente stupido” disse sempre con gli occhi sul cielo che aveva assunto sfumature rosa “ma ecco..credo di..” fece un respiro profondo “credo di provare qualcosa per te..” concluse in fretta.

L’aveva provato tante volte, eppure in quel momento non era per niente sicuro di ciò che aveva appena detto o fatto. Non aveva provato la sua reazione alla reazione di Fleur però.

Se avesse detto di no che avrebbe fatto? Come avrebbe reagito? Non lo sapeva, sarebbe andato via, con un falso sorriso sul volto, avrebbe finto che andava tutto bene, mentre dentro moriva.

Se avesse detto di si invece? L’avrebbe baciata? Stretta a se?

Forse.

Sapeva solo che tutti quei pensieri l’avevano distratto dalla realtà e probabilmente lei era sparita, era già andata via lasciandogli una risposta che lui non aveva sentito. Molto probabile.

Miseriaccia! pensò tra se e se. Non doveva distrarsi ancora. Si voltò, appoggiando la schiena al muretto e la guardò, per la prima volta dopo che aveva fatto quella specie di confessione, pronto ad affrontare il suo..destino.

 

“George..” sussurrò lei poco dopo, con quell’adorabile accento francese che la distingueva dalle altre ragazze “ecco..tu-tu” fece un’altra pausa. Non sapeva come rispondere. Sapeva di provare qualcosa per quel ragazzo, ne era certa. Però non era pronta, non era pronta a sentirsi amata.

Aveva paura, paura di soffrire sapendo che da li a poco il torneo sarebbe finito, lei sarebbe partita allontanandosi dal ragazzo che molto probabilmente amava.

Ma si sentiva terribilmente male all’idea di dire no. Non voleva dire no, anzi, non sapeva cosa fare.

Era confusa.

“anche tu mi piaci..” rispose poco dopo, con un lieve sussurro, quasi inconsapevole di aver pronunciato quelle parole.

Sul volto di George comparve un sorriso, finalmente si riconosceva. Non ne poteva più di essere di cattivo umore, agitato.

“Però..non possiamo, vorrei ma..” ecco, quel ma. C’era sempre un “ma” in tutte le discussioni. E non prometteva mai niente di buono.

Ma?”

Ma non possiamo, non sappiamo come finirà.”

“Proviamoci” insistette lui, era disposto a lottare e non voleva rinunciare alla persona che amava.

“Tra poco partirò, dovrò tornare in Francia. Lo sai anche tu..” sussurrò lei poco convinta. Delle volte era troppo razionale e non sopportava questo lato di se.

Voleva buttarsi in quella storia, lo voleva davvero. Ma odiava la distanza, non sopportava che potessero esistere così tanti kilometri che potessero separarli.

“Mio..mio fratello potrebbe trovarti un lavoro, potresti stare qui..” propose lui poco dopo.

Bill, il fratello maggiore di George, lavorava alla Gringott in quel periodo e cercava qualcuno che lo potesse aiutare nelle commissioni.

“Sono sicuro che ti accetterebbe sicuramente, posso provare se vuoi..” disse guardandola negli occhi blu “non dire di no, per favore..” e dopo aver pronunciato quelle parole la abbracciò.

La strinse a se, sperando che lei non lo respingesse. Aveva sognato quel momento da così tanto tempo, che anche in quel momento non gli pareva reale.

 

Quell’abbraccio inatteso, sognato e ora divenuto realtà. Fleur strinse George in un abbraccio dolce, un abbraccio che desiderava tanto.

Poteva fare come aveva proposto, lavorare in Inghilterra. Migliorare il suo inglese e stare vicino a lui.

Si, poteva farlo “va bene” sussurrò in quell’abbraccio “possiamo provarci, verrò qui appena finirà la scuola, un solo mese” concluse sorridendo radiosa.

Sciolse quell’abbraccio e lo salutò con un cenno della mano, fece qualche passò e tornò indietro “aspetta” sorrise e gli diede un dolce bacio sulla guancia.

Voleva fare le cose con calma, non aveva fretta e non voleva pressioni.

Si allontanò e si diresse verso la sala che era stata dedicata alla sua scuola.

 

George rimase li, con il sorriso stampato sulle labbra, incapace di muoversi o pensare. Quel bacio, le sue parole, tutto quello l’aveva lasciato impietrito. Altro che magia, quella ragazza lo stregava ogni volta con un semplice sorriso.

Rientrò nella sala comune di Grifondoro dove ad accoglierlo trovò suo fratello Fred, che puntualmente lo prese in giro “Ehi!” ridacchiò andandogli incontro “devo dedurre che è andata bene”.

George annuì, ancora distratto dall’accaduto. Non riusciva a parlare da tanto era felice.

“Senti, pensavo di usare queste caccabombe alla prossima lezione di Piton, ci stai? Almeno movimentiamo quel mortorio” propose ridendo, ma rinunciò ad una risposta non appena il gemello sparì all’improvviso “l’amour” urlò prendendolo in giro.

Senza rendersene conto George salì nei dormitori e si mise nel letto.

Era esausto, non dormiva da giorni ormai a causa dell’ansia che quel pomeriggio era sparita.

Entrambi si addormentarono con l’immagine di quel pomeriggio impressa nella mente. Un’immagine che non sarebbe mai sparita, un’immagine che sarebbe rimasta in un angolo delle loro mente e del loro cuore.

La data della partenza si avvicinava, così come si avvicinava quella dell’ultima prova, quella finale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualche giorno dopo…

Fleur e George iniziarono a vedersi più spesso, a passare del tempo insieme per “conoscersi meglio” come diceva Ron prendendoli in giro.

Per George il fratello era solo geloso del fatto che Fleur preferisse passare del tempo assieme a lui, ma non gli importava.

Per lui contava passare del tempo con quella ragazza, che praticamente era diventata la sua ragazza.

 

“Pronta per l’ultima prova?” le chiese un pomeriggio, il giorno prima della prova finale “dicono sarà durissima, peggio delle altre, ma non so di cosa si tratti sinceramente” disse giocando con una ciocca dei capelli argentei di lei.

“Un labirinto” rispose “almeno, così ho sentito dire..non ce la farò mai..” sbuffò lei.

“Non dirlo nemmeno, sappiamo entrambi che sei brava e che ce la farai. Sei forte Fleur” la incoraggiò dolcemente.

Eppure lei non si sentiva pronta, aveva paura di quella prova. Aveva paura di perdere se stessa.

   
 
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