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Autore: Daisy Potter    24/03/2006    9 recensioni
Sana, Akito e i loro amici partono per una gita di una settimana. Cosa succederà?! Leggete e recensite ^_^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Capitolo 7.

 

“Akito??!”

È il grido incredulo di Fuka a riscuotere il ragazzo, che immediatamente si accorge di ciò che ha fatto. Sposta lo sguardo su quello di Sana, che a qualche metro da lui sta cercando di convincersi che ciò che vede non è vero. Vi trova stupore, incredulità, dolore, frustrazione, ma soprattutto rabbia. Un’ira che la ragazza gli riversa addosso silenziosamente, solo con gli occhi, che lentamente si offuscano di lacrime, prima di chiudersi e di interrompere il contatto con quelli di lui, lucidi per l’alcool e consapevoli della sua colpa, dispiaciuti e imploranti perdono. Sana, senza una parola, lasciando sfuggire dalle labbra solo un singhiozzo, esce di corsa dal locale. Akito si affretta a seguirla, lasciando Marika stupita.

“Be’?? Che diavolo succede?” chiede la ragazza bionda agli altri rimasti al tavolo.

“Come, non lo sai?!” chiede Hisae incredula.

“Che cosa??”

Sana e Akito stanno insieme! Tu hai appena baciato il suo ragazzo!” esclama Fuka arrabbiata. Marika ammutolisce.

“N-non lo sapevo …” mormora.

“Be’, ora lo sai!” continua Fuka, sempre in tono adirato. “Quindi gira al largo, bella! Lasciali in pace!” e si alza dal tavolo prendendo la sua roba e uscendo in cerca dei suoi amici. Gli altri fanno lo stesso, lasciando la bionda da sola al tavolo del locale. Quando tutti se ne sono andati, sulle sue labbra compare un misterioso, leggero sorriso, mentre raccoglie da terra il cellulare di Sana che è passato inosservato agli altri ragazzi …

 

Sana! Sana aspetta!” Akito cerca invano di fermare la ragazza, che qualche metro più avanti sta correndo lontano da lui. Per fortuna lui è più veloce, e in poco tempo riesce a raggiungerla e a bloccarla.

“Stammi a sentire, Sana!”

“NO!” gli grida lei. “Marika, eh?! La bella bionda dagli occhi azzurri!! È per questo che non ti sei lamentato del fatto che sono rimasta per più di mezz’ora nel negozio, eh?! E non mi avevi detto di averla conosciuta! Perché?! Be’, ormai è ovvio … Stasera potevi rimanere nell’albergo e invitarla in camera tua invece che uscire insieme a noi! Almeno mi avresti risparmiato questa bella sorpresa! Ma ovviamente non ti importava che lo scoprissi, no? Tanto a te cosa importa dei miei sentimenti?! Ti basta portarmi a letto, come volevi fare anche questa sera, e appena ti dico di no vai a cercarti un’altra bambolina che ci stia! Sei proprio uguale a tutti gli altri, sei solo un …”

“Smettila, Sana! Ascoltami!” cerca disperatamente di spiegarle la situazione. “Non è come pensi! Io non …”

“Puoi risparmiarti le tue inutili scuse, Hayama. Tanto abbiamo chiuso! Vai pure a farti quella là, dato che ci tieni tanto che non ti preoccupi nemmeno che io possa vedervi!”

“Ma, Sana …” Akito ha la testa che scoppia a causa del gin, ma prova a riordinare le idee confuse e a parlare alla ragazza. “Guardami: sono ubriaco! Avevi ragione, non avrei dovuto bere così tanto! Ma è solo per questo che l’ho baciata! E poi non era nemmeno un bacio, ci siamo appena sfiorati!”

“Ah, certo! Appena sfiorati! E se non arrivavo cosa succedeva?! Eh?! Non me lo sai dire? O non me lo vuoi dire?? Non preoccuparti, tanto ormai non mi importa più se baci un’altra ragazza! Te l’ho detto, con me hai chiuso!”

Un bacio però soffoca le sue ultime parole. Non riuscendo ad esprimersi a parole, Akito si è avvicinato rapidamente a Sana cercando di trasmettere in quel bacio tutto il suo amore e la sua sincerità. È un bacio lungo e intenso, al termine del quale fissa in quelli della ragazza i suoi occhi profondi. Sana ne rimane rapita, come dal bacio, e per un attimo rimane in silenzio.

“Ti prego, credimi. Ero solo ubriaco. Quella Marika nemmeno la conosco! Io ti amo, Sana. Non ti tradirei mai … ti prego, credimi” ripete.

Le lacrime di rabbia e delusione si arrestano lentamente e Sana riacquista parzialmente il controllo di sé.

“Come faccio a essere sicura che non lo rifarai?” mormora.

“Devi solo fidarti di me. E credere nel mio amore … Ti prego … Non voglio perderti!”

Forse è la tenerezza delle sue parole, forse è il tono con cui ha pronunciato l’ultima frase, ma Sana decide di credergli e si getta tra le sue braccia, pronte ad accoglierla.

“Ti prego, Aky, non farlo mai più!” gli sussurra. “Non potrei stare senza di te!”

“Neanch’io, Sana …” dice lui mentre le accarezza i capelli. “Neanch’io …”

Le rivolge un tenero sorriso, poi si prendono per mano e si avviano verso l’albergo, mentre i loro amici, che li hanno raggiunti, si uniscono a loro. Quando arrivano, si salutano e ognuno va nella propria stanza, tranne Sana e Akito che rimangono in corridoio.

“Allora, vieni da me?” chiede il ragazzo malizioso baciandola. “Possiamo scacciare Sasaki e Gomi, le ragazze li faranno entrare nella loro stanza, così staremo da soli …”

Sana però lo interrompe.

“No, Aky. Stasera no” dice. Il ragazzo la guarda intensamente.

“Sei ancora arrabbiata?” le chiede a bassa voce, pronto a farsi perdonare ancora, ma per fortuna la ragazza scuote la testa.

“No, non è per quello. So che non volevi ferirmi. Però …”
“Cosa c’è?”

“Non mi sento bene …” gli spiega Sana, portandosi una mano alla fronte. Akito le si avvicina preoccupato.

“Dev’essere lo stress della serata. Andiamo a prendere un po’ d’acqua …  e fa per prenderla per mano, ma lei lo ferma.

“No, aspetta … credo che … sto per svenire …” e mormorato ciò si accascia contro il ragazzo, che fa appena in tempo a sorreggerla prima che cada a terra. Spaventato, la prende in braccio e la porta nella camera delle ragazze.

“Arriviamo! Chi è?!” chiede Fuka, andando alla porta dopo aver sentito bussare energicamente. Quando l’apre, rimane a bocca aperta nel vedere Akito con in braccio la sua amica priva di sensi.

Cos’è successo?!” esclama, mentre lo lascia passare. Lui stende Sana sul suo letto e la copre con una coperta, rispondendo:

“Non lo so … stavamo parlando e ad un tratto ha detto di non sentirsi tanto bene ed è svenuta. Ma probabilmente è solo stressata per l’intensa serata.”

“Sì, è probabile” conferma Aya, toccando la fronte dell’amica e constatando che non ha la febbre. “Domani, dopo una bella dormita, starà meglio. Non preoccuparti, Hayama”

Il ragazzo, rassicurato, posa un bacio sulla guancia a Sana, che dorme sotto la coperta, e dopo aver dato la buonanotte alle ragazze e un’ultima occhiata a Sana, torna nella sua stanza. Gomi e Tsuyoshi, stanchi morti e un po’ brilli, si sono già addormentati, crollati dal sonno appena si sono buttati sul letto e ancora vestiti. Akito, ancora più ubriaco di loro, con la testa che sembra scoppiargli, si sveste e va in bagno a rinfrescarsi il viso prima di infilarsi tra le calde lenzuola del letto. Lascia scorrere le gocce d’acqua ghiacciata sulla sua pelle, mentre fissa nello specchio il riflesso dei suoi occhi che gli restituisce uno sguardo freddo e penetrante.

Come ho potuto essere così stupido?? si chiede. Stavo per perdere Sana, la mia Sana! Non me lo sarei mai perdonato! Frena a stento l’impulso di infrangere con un pugno quell’immagine di se stesso che ha di fronte. Dopo essersi calmato, torna di là. Sta per mettersi a letto, quando sente la suoneria di un cellulare squillare soffocata. Si accorge che è il suo, che ha dimenticato acceso in una tasca dei jeans. Lo estrae e guarda il display: c’è scritto “Piccola mia :-)”. Con un sorriso apre la comunicazione.

“Ehi, piccola, ti sei già svegliata?! Perché non vieni qui …? Ma … Sana … ora che ci penso, perché usi il cellulare?”

Dall’altro capo c’è un attimo di silenzio, prima che l’ultima voce che Akito avrebbe mai voluto sentire risponda:
“Non sono Sana … Sono io, Akito.”

È una voce di ragazza, calda e provocante.

“Chi sei?!” chiede Akito, pensando di conoscere già la risposta.

“Come, non mi riconosci?!” risponde la ragazza. “Sono Marika.”

“TU?! Che diavolo ci fai con il cellulare della mia ragazza?!”

“Ehi, calmati! L’ho solo raccolto dopo che stasera le è sfuggito di mano … ma se vuoi te lo restituisco …”

Il suo tono irrita il ragazzo.

“Perché non ci vediamo, domani?” continua.

“Stammi lontana, Marika! Non so che idea tu ti sia fatta, ma io sto con Sana!” Akito è arrabbiato con la ragazza, e sente che quella chiamata non promette nulla di buono.

Mmmh .. Nella vita si può sempre cambiare idea … comunque ci vediamo domani pomeriggio alle tre davanti allo stesso locale di stasera, va bene?”
“Scordatelo! Non voglio più rivederti!” esclama il ragazzo furioso, ma Marika ribatte.

“E non vuoi più recuperare il cellulare della tua ragazza?”

Akito si morde il labbro inferiore, nervoso. Ha ragione, non può lasciarle il telefono di Sana, deve andare a riprenderlo!

E va bene, alle tre. E sappi che dopo non voglio avere più niente a che fare con te!”

Detto questo, interrompe la chiamata riagganciando e lanciando furiosamente il cellulare sul comodino. Si infila nel letto, pensando che la fonte dei guai di quel giorno è stata proprio quella ragazza, e che non ha nessuna voglia di rivederla l’indomani. Si addormenta dopo un po’, cadendo in un sonno agitato.

 

La mattina seguente, la libertà del giorno prima è solo un ricordo: le visite sono iniziate di nuovo! Altri musei e antichi palazzi tolgono la felicità ai ragazzi, che si aggirano stravolti tra i vari monumenti o pezzi d’antiquariato. Come se non bastasse, Sana ancora non è in perfetta forma.

“Che hai, piccola?” le chiede Akito. “È tutta la mattina che ti vedo strana.”

“È che ho una nausea terribile! E pensare che ieri non ho bevuto poi così tanto …”
“Già, non come me …” mormora il ragazzo.

“Scusami, Aky, non volevo dire questo! Dimentichiamoci di questa storia, ok? Non voglio più sentire nominare Marika!” esclama Sana decisa. Akito abbassa lo sguardo: decisamente non è il caso di dirle che dovrà incontrarla quel pomeriggio. È meglio recuperare il cellulare e basta. Continuano le visite, poi per pranzo tornano all’albergo. Dopo un’oretta, Sana decide di andare in camera.

“Ragazze, non mi sento affatto bene. Ho un mal di pancia atroce e una nausea da paura … vado a riposarmi un po’” dice alle amiche.

“Veniamo anche noi, ti teniamo compagnia!” esclamano loro, e insieme salgono nella loro camera. Intanto Akito controlla l’orologio: le due e mezza. Tra mezz’ora deve trovarsi al locale. Decide di uscire e di avviarsi.

Intanto, nella stanza delle ragazze …

“Mamma mia, che nausea, raga’!” si lamenta Sana buttandosi sul letto. Aya, come la sera prima, le tocca la fronte.

“Eppure non hai la febbre!” dice. La ragazza sbuffa, poi si rannicchia su se stessa.

“E come se non bastasse ho pure mal di pancia!”

Improvvisamente Fuka si blocca a bocca aperta.

Sana …” inizia.

“Che c’è?” mugugna lei.

“Tu e Akito …?” fa dei segni eloquenti con la mano.

“Sì, e allora?!” esclama lei diventando rossa fino alla radice dei capelli.

“Non è che …” azzarda l’amica. Tutti gli sguardi sono puntati su di lei, che mormora velocemente in un sussurro: “Sei rimasta incinta?!”

Nella stanza cade un silenzio imbarazzato. Poi però Sana scoppia a ridere … ma è l’unica.

“Ma dai, Fuka!! Mi prendi in giro?!” esclama Sana. Tutti però sono serissimi.

“E perché? Scusa, hai la nausea, dolori all’addome, sei stata con Akito pochi giorni fa … fai due più due!” ribatte lei. Sana rimane per un attimo interdetta.

“Ma abbiamo preso ogni precauzione!”

Questa volta è Aya ad intervenire: “Non si è mai protetti al cento per cento, Sana. Può succedere!”

La ragazza sbianca. E se fosse vero?

“Comunque devi fare un test, così potrai scoprire la verità!” le dice Hisae.

“E poi, dovresti parlarne con Akito …” dice Aya.

È vero … Akito! Glielo deve dire.

“Ma se la prendesse male?!” esclama Sana preoccupata.

“Non puoi non dirglielo, Sana! Deve saperlo subito, anche se non fossi davvero incinta! È giusto nei suoi confronti.” dice con fermezza Fuka.

“Avete ragione …” ammette la ragazza. “È meglio se lo chiamo …”

Le altre annuiscono, e Sana si alza dal letto e prende la borsetta cercandovi il cellulare, ma non lo trova. Lo cerca in tutta la stanza, poi d’un tratto si ricorda:
“Cavolo, l’ho lasciato ieri sera al locale!” esclama. “Forse il proprietario l’ha trovato. Andiamo a vedere!” propone, e insieme alle sue amiche esce, diretta al locale.

  
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