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Autore: DotBoo    22/07/2011    3 recensioni
Scorpius/Lily sono ad Hogwarts da un paio di anni. Non si sono mai degnati di tanta attenzione, nonostante i genitori fossero nemici ai tempi della scuola.
Ma qualcosa sta per cambiare e il tutto non ha un'aria esattamente rose e fiori.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Lily/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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IX
~ E’ tutta colpa della luna

 
Quando si avvicina troppo alla terra, fa impazzire tutti diceva William Shakespeare. E probabilmente, quella luna che piano si stava facendo alta e più luminosa nel cielo sarebbe stata la causa di conseguenze inimmaginabili quella notte, che sembrava avesse una certa fretta nell’arrivare.
Le cugine grifondoro, nel seguire il prefetto serpeverde si tenevano quei trenta – quaranta metri dietro di lui ed appena uscite dal castello, si erano nascoste sotto il mantello dell’invisibilità onde evitare di farsi scoprire prima d’aver raggiunto un punto strategico.
Secondo Rose, avrebbero dovuto fare tutto nel limite massimo concesso loro, cioè entro la ritirata al castello. Da quando erano uscite dal castello, Lily si era resa conto che portare la cugina stava solo infastidendo il suo scopo. Prima di tutto, le aveva fatto portare tutto ciò che poteva tornare utile: amuleti, il mantello etereo, la bacchetta ma poi, continuava a dire che avrebbero dovuto accelerare e che avrebbero potuto bloccare Scorpius già tempo.
Attraversarono il grande parco di Hogwarts che piano stava diventando più buio. Ci andava un attimo dal tramonto alla notte, o questo era quello che credeva Lily. Ogni volta che s’era messa a guardare il tramonto le sembrava che il sole sparisse velocissimo dietro i monti che circondavano la radura su cui si erigeva Hogwarts.
Scorpius, aveva aumentato il passo e quando le due capirono la direzione che aveva preso si guardarono stranite.
Di li a poco, si ritrovarono di fronte alla foresta proibita. Probabilmente, nessuna di loro era mai stata così vicina se non per le lezioni di cura..
Lily si tolse il mantello e di conseguenza, lo fece cadere anche dalla figura della cugina. Rose guardava dritto davanti a se.
«Non avrai intenzione di entrarci?» domandò quasi inorridita
«Perché no?» chiese Lily riportando l’attenzione verso le file di alberi.
«Lily è la foresta poibita!» sbottò la cugina «se è proibita, un motivo ci sarà!»
Lily alzò gli occhi al cielo «Senti, io vado. Ci sono troppe cose che voglio sapere, tu fai cosa vuoi..» e prese a camminare incerta da quella parte.
Rose rimase ad osservare la cugina allontanarsi per un po’, poi, scossa da un brivido e da un senso di colpa a lasciarla andare da sola, si mosse a sua volta in quella direzione.
«Aspettami!» esclamò cercando di camminare rapida per raggiungere l’altra che si trovava in leggero vantaggio.
«SSht!» mugolò Lily battendo un piede a terra. «smettila di fare casino» disse in un sussurro.
Rose la raggiunse e l’espressione che aveva in volto era davvero terrorizzata.
«Dammi il tuo mantello, Lily» aveva detto «…lo sai che ho paura anche delle lumache.»
La rossa più piccola, senza troppe storie, slacciò il mantello che portava legato in vita e lo diede alla cugina.
«Grifondoro, si..la casata dei coraggiosi diceva il cappello» sussurrò abbozzando un sorriso. Ovviamente scherzava, ed ovviamente la sua era più una battuta per sdrammatizzare.
«Dove dobbiamo andare ora?» chiese la più grande. Lily si guardò attorno. Quella pausa imprevista, il buio e la fitta vegetazione furono complici di Scorpius facendogli guadagnare un discreto vantaggio sulle due.
«Di qua…» ne sembrava convinta e prese a camminare verso l’interno. Non era sicura avrebbero trovato di nuovo la via d’uscita né se valeva tanto la pena.
Ma ormai erano li, e non poteva tornare indietro. Camminava qualche passo davanti l’intimorita Rose che non perdeva occasione per consigliare una ritirata all’ultima. Lily non ascoltò, aveva detto che se voleva, poteva proseguire da sola e non capiva perché lei continuasse a venirle dietro.
Camminarono per un po’, e man mano che avanzavano nella foresta, avevano la sensazione di avere mille e più occhi addosso. Rose aveva proposto di usare l’incantesimo che rivela le persone ma Lily, le aveva fatto presente che era meglio non farlo perché avrebbero potuto scoprire cose che era meglio non sapere. Intanto il nome “proibita” cominciava ad avere un senso.
Non sapevano esattamente quanto e per quanto avessero camminato, né quanto distanti fossero dal margine di uscita.
Si erano solo rese conto che ciò che c’era lì davanti era una sorta di mini radura che si stagliava  in mezzo agli alberi e che i raggi della luna penetravano più forti.
Rose fece per parlare ma Lily l’ammutolì prendendola per un braccio e tirandola dietro un cespuglio.
Davanti a loro, in mezzo alla radura videro qualcosa di insolito. Scorpius Malfoy seduto senza camicia e con un aspetto che nulla faceva credere loro stesse bene.
Le cugine si guardarono più volte perplesse ed incredule. Non parlavano perché avevano paura di farsi sentire, ma per un istante i loro sguardi sembravano chiedersi la stessa cosa e cioè, se ciò che c’era lì davanti era reale.
Rose gattonò piano fino ad arrivare vicino a Lily. Fece fatica, perché il mantello etereo a volte la faceva sprofondare di poco nel terreno.
«Cosa ci fa li?» aveva chiesto con aria sospetta.
«E io come faccio a saperlo?» domandò la ragazza quasi infastidita da quella domanda.
«Ma perché hai voluto seguirlo allora?» domandò di nuovo l’altra.
«Perché dovevo…» si limitò a dire Lily.
«D’accordo, ma chiederglielo un’altra volta?» Lily stava per rispondere che aveva già perso abbastanza tempo ma nel farlo, si voltò nuovamente a controllare il serpeverde. Un’altra fitta alla testa, proprio come la sera nei sotterranei, fece capolino sulle sue tempie rapida e si trattenne appena in tempo dallo strillare.
«Cosa c’è?» chiese Rose.
«Nulla..»
«Bene, ora cosa hai intenzione di fare?»
«Ma dev’esserci sempre un piano dietro? Non lo so…»
Ma mentre loro stavano formulando congetture su come attirare la sua attenzione, Scorpius era finito per terra ed aveva cominciato ad urlare dal dolore. O questo sembrò.
Entrambe portarono l’attenzione sul ragazzo ed entrambe videro ciò che stava accadendo. Rimasero perplesse e confuse e Lily, più coraggiosa e più preoccupata della cugina uscì fuori dal cespuglio senza troppe paranoie e si fiondò in direzione di lui.
«Malfoy..tutto apposto?» chiese leggermente intimorita.
Scorpius era per terra e solo ora sul suo viso, poteva notare una smorfia di sofferenza. Sembrava che ogni osso del suo corpo venisse preso e piegato. Rotto.
Lily continuò ad avanzare verso di lui nonostante la cugina, rimasta dietro il cespuglio, stesse facendo di tutto per attirare la sua attenzione.
Ma Lily era stata catturata da tutto ciò. Ebbe un sussulto al cuore quando gli occhi di Malfoy divennero ambrati e la guardarono.
«Potter» disse poi lui, con fatica.
«Vattene stupida Potter…» ordinò sofferente.
«Metti in salvo la tua pelle, sciocca…» le parole sembravano divenire sempre più difficili da pronunciare. Ma ciò che stava accadendo davanti agli occhi di Lily era troppo, e non riusciva a muoversi di lì per la paura.
Malfoy si stava distruggendo per assumere una nuova struttura fisica decisamente più inquietante, decisamente più pericolosa.
Quando anche Rose si rese conto di cosa stava succedendo, cominciò ad urlare cercando di portare via Lily da lì. Ma quello che ottenne fu far indietreggiare la cugina di qualche passo quando ormai era troppo tardi.
Nel giro di un paio di minuti, Scorpius aveva lasciato il posto ad una creatura che tutto aveva meno che l’aria di essere innocente.
Lily si ritrovò ad essere ad appena cinque metri da ciò che fino a quel momento aveva visto solamente sui libri.
Un lupo mannaro era fermo lì in piedi e stava osservando e studiando ciò che lo circondava come se fosse rimasto addormentato chissà da quando fino a quel momento. Poteva essere alto poco meno di due metri ed avere la massa muscolare di un culturista ai primi esordi. Gli occhi ambra, che Lily aveva già incontrato altre volte e che ora cominciava a ricordare piano piano. Gli artigli enormi e le zanne che non avevano l’aria di voler risparmiare nessuno. Il manto era di un grigio perlato. Sarebbe potuto essere un esemplare meraviglioso se non avesse avuto quell’aria così assassina addosso.
Lily rimase immobile, non tanto per sua volontà ma perché credeva sarebbe morta d’infarto prima che il lupo l’avesse caricata. Rose, aveva cominciato a piangere dimenticando completamente di essere coperta dal mantello etereo che la rendeva intangibile.
Il lupo, stava tastando l’aria in giro e lo si poteva denotare dal movimento delle narici.
Sarebbe potuto essere un attimo più lungo quello, se non fosse che Rose appena ripresasi dallo shock iniziale, iniziò a correre urlando verso chissà che direzione. Il lupo che ancora sembrava in una circostanza di adattamento all’ambiente scagliò prima uno sguardo verso Lily e poi verso la parte in cui era andata Rose.
Non ebbe nemmeno il tempo di dire niente, la più piccola, perché il lupo era partito in quarta e non sembrava volersi fermare fino a che non avesse atterrato la sua vittima.
Lily faceva fatica a stare dietro ai due, e Rose dall’altra parte stava lanciando incantesimo dietro incantesimo per cercare di rallentare il suo possibile killer.
Più volte riuscì a colpirlo ma sembrava che niente potesse fermarlo. Lily ad un tratto non riuscì più a correre e dovette fermarsi per riprendere fiato. Per quanto potesse essere preoccupata per la cugina, si era resa conto che fintanto che il mantello le fosse rimasto addosso, non avrebbe subito conseguenze. Anzi, ad un tratto pensò che la scelta del lupo, di seguire Rose, fosse stata ottimale e che avrebbe dovuto approfittarne per salvare se stessa.
Tornare verso il castello non le sembrava saggio, avrebbe rischiato di tirarsi dietro qualcosa che una volta la non si sarebbe fermato davanti al nulla. Per di più, aveva completamente perso il senso dell’orientamento e non sarebbe riuscita a capire da che parte andarsene troppo facilmente.
Ora persino la foresta sembrava meno tetra. L’idea di sapere che in giro ci fosse un mannaro la terrorizzava molto di più che pensare al luogo in se.
Corse per un po’ in una direzione qualsiasi, quella opposta a dove pensava fosse finito Malfoy con la cugina. E fece una fatica assurda a trovare un posto decente dove nascondersi. Potevano essere passati una ventina di minuti prima che trovasse due rocce abbastanza grandi tra cui infilarsi. Avrebbe solo dovuto aspettare il mattino, arrivata a quel punto ma non era facile, soprattutto per com’era lei. Non sapeva niente di sua cugina, non sapeva nemmeno niente del lupo e da li la visuale era limitata. I rumori tutt’intorno poi creavano un senso d’angoscia infinito. Passarono un paio di ore, forse due tre e giurò a se stessa di essersi persino addormentata in questo lasso di tempo così breve. Ma fu un rumore sinistro a svegliarla e farle scoppiare il cuore. La prima cosa che vide fu un occhio rosso che la scrutava dalla fessura usata per infilarsi li in mezzo. Attorno a quest’occhio poi cominciarono piano piano ad apparire un muso e una zampa che spingeva in sua direzione, che provava ad afferrarla. L’odore di sangue che aveva addosso quella bestia la stava nauseando e tra la paura e il senso di essere in trappola le venne da vomitare.
Il lupo cominciò a tirare spallate violente contro i massi. Pareva non voler rinunciare a quel bocconcino chiuso lì in mezzo e fu quando le pietre cominciarono a dar segni di cedimento che Lily si sentì finita. Qualsiasi cosa avesse fatto, l’avrebbe raggiunta e rimanere immobile avrebbe solo ritardato quello che ormai era impossibile non avvenisse. Con la poca lucidità che le rimaneva, afferrò la bacchetta e scagliò un Conjuntivictus addosso al mostro. Era troppo poco concentrata perché le riuscisse alla perfezione, e difatti, il lupo indietreggiò ma dopo un paio di minuti era di nuovo li reclamare la sua preda con un occhio sbarrato e lacrimante.
Dopo una serie di profondi respiri, la grifondoro decise di tentare il tutto e per tutto. Uscì veloce dall’altra parte dei due massi e cominciò a correre. Sarebbe durata quel che sarebbe durata, si era detta, ma rimanere la avrebbe solo allungato l’agonia.
Il lupo che ora la stava seguendo non era Malfoy, era un altro. Aveva la pelliccia nera e nonostante fosse meno grosso, era più alto ed aveva le zampe posteriori più lunghe.
Usò la strategia usata dalla cugina, lanciando ogni sorta d’incantesimo utile le venisse in mente. Corse per dieci, forse quindici metri ma poi, visto la terribile irregolarità del terreno, inciampò e prima che potesse rialzarsi, il mannaro le fu addosso.
Cominciò a piangere, singhiozzando ed urlò quando questo con una delle zampe le graffiò il fianco destro per tenera ferma a terra.
La stava annusando. Sentiva il fiato della bestia sul viso ma aveva chiuso gli occhi perché non voleva vedere. La saliva che le colava addosso. Il tempo sembrava essersi fermato ma questo le diede modo di ricordare. L’avere quella bestia addosso, il forte trauma, le fece ricordare ogni cosa. Malfoy, la notte nello spogliatoio, la ragazza al campo da Quidditch. Ricordi che da un momento all’altro sarebbero tornati ad eclissarsi scomparendo questa volta con lei per sempre.
Aveva il cuore che le batteva velocissimo e urlò nuovamente di dolore quando il lupo piantò le sue fauci nella spalla. Le parve di sentire le zanne trapassarle la clavicola ed uscire dall’altra parte. Non aveva mai provato tanto dolore tutto assieme e faceva talmente male che avrebbe continuato ad urlare ma non le usciva la voce.
Quello che successe dopo fu tutto molto confuso. Sentì il lupo tenerla salda per un po’ e trascinarla via da li. Quando staccò le zanne per avventarle un altro morso però, non arrivò nulla. Il lupo dal manto grigio, si era scagliato su quello dal manto nero ed aveva cominciato a lottarci come per difendere la grifondoro ma Lily, non si accorse di niente. Di li a poco, tra la perdita di sangue, lo spavento e la confusione perse i sensi.
Il mattino dopo, fu sorpresa quando riaprì gli occhi ma ancora più sorpresa quando vide affianco a se la figura del biondo serpeverde. Era sveglio e la stava osservando seduto in silenzio.
Lei sobbalzò per lo spavento, perché non si aspettava niente del genere ma nel farlo, qualcosa alla spalla le fece malissimo.
Abbassò di poco gli occhi per guardare cosa fosse ma Scorpius le proibì di farlo.
«Sei proprio sciocca Potter» asserì con tono severo.
Lily non rispose «Rose?» domandò ricordandosi della cugina.
«Credo sia tornata al castello…»
Scorpius non aveva un bell’aspetto per niente. E sembrava debole, troppo. «Io sono tornato qui, a toglierti Teddy da dosso, credo…» continuò.
«Ted Lupin?» chiese perplessa.
«E chi se no?» domandò scocciato «Quello non te lo sei di certo fatta da sola, e ora, stupida Potter» disse alzandosi da terra «andiamo da madama Chips prima che la tua vita si rovini per sempre. »
Lui zoppicava e ci misero più tempo del previsto a tornare al castello, anche per la posizione in cui erano. Fortunatamente era appena l’albeggiare non avrebbero rischiato di trovare chissà quali occhi indiscreti in giro.
Durante il tragitto Scorpius spiegò a Lily tutto quello che era successo, del fatto che non sapesse perché Ted era lì e che lui stava ancora inseguendo la cugina quando si era reso conto di ciò che stava accadendo a lei. Era stato il suo istinto animale, attirato dall’odore di lei, a portato la per difenderla. Le disse anche che il morso di Ted probabilmente era ancora recuperabile e che madama Chips avrebbe potuto conoscere qualcuno dei metodi per curare un morso di mannaro.
«Fa male?» domandò Lily osservando il biondo.
«Ti ci abituerai» mentì spudoratamente lui.
Era passato un mese da quella notte nella foresta e la grifondoro si stava preparando ad affrontare la sua prima trasformazione. Non è che l’infermiera non fosse riuscita a trovare qualcosa è che Lily aveva proprio disertato il controllo.
«Ma ci riconosceremo?» domandò poi
«Credo di si, dopotutto...siamo i cuccioli dello stesso capobranco, l’odore è quello» spiego Scorpius.
«Ho paura» proferì lei quando cominciarono ad avviarsi più profondamente nella foresta.
«Taci Potter» disse lui e prima di raggiungere la radura la fermò e la baciò con la stessa intensità del bacio nello spogliatoio. Lily arrossì.
«Devi ancora farci l’abitudine, eh?» domandò sorridendo strafottente. E poi riprese a camminare.
«Aspettami...» concluse lei raggiungendolo.
Scomparvero inghiottiti dalla vegetazione e dalla notte, pronti a rendersi schiavi della luna che brillava tonda e alta nel cielo.
  
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