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Autore: lollylove    22/07/2011    2 recensioni
Questa storia significa per me molte cose, spero che l'apprezziate e che la sentiate un pò anche vostra!Non sapevo se pubblicarla o meno, spero solo che vi piaccia...fatemi sapere cosa ne pensate (sia cose belle che brutte)!Un bacio....ah!Dimenticavo...questa storia parla di quell'Amore che si incontra una sola volta nella vita, quello che ti toglie il respiro, quello che ti tiene in vita...non racconta di persone ma di sentimenti!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati un paio di giorni ed io cercavo di convincermi sempre di più che quello che avevo provato era dovuto al mio stato d'animo di partenza, all'imbarazzo e per un po' ci ho anche creduto. Avevo già avuto una storia, se così si può definire, ma non avevo mai sentito niente di simile. Stavo bene con lui ma niente di più, forse è stato proprio questo il motivo della nostra rottura. Questa volta era diverso. Più cercavo di non pensarlo, più il ragazzo senza nome era il protagonista fisso dei miei pensieri. Proprio così, non conoscevo nemmeno il suo nome e già gli permettevo di impadronirsi della mia testa...che stupida! Quella sera avevamo deciso di andare a ballare, eravamo un gruppo numeroso, forse troppo per i miei gusti. Il viaggio mi aveva stremata e l'idea di chiudermi in una discoteca super affollata non era di certo in cima alla mia lista, poi, però, ho visto lui, il ragazzo senza nome, avvicinarsi ad una persona del mio gruppo, non sapevo se essere felice! Ho cercato in tutti i modi di non farmi notare, e poi perché? Non lo sapevo nemmeno io, probabilmente non si ricordava la mia faccia o peggio ancora la associava a quella di una maldestra degustatrice di gelati. Ero riuscita ad evitarlo, tra un drink e l'altro, per metà della serata, anche se ogni tanto con la coda dell'occhio seguivo i suoi movimenti che erano sempre gli stessi: cocktail con gli amici e “pizzico” con le ragazze. Non ero stata tutto il tempo a fissare lui; ho ballato, flirtato, scherzato con tanti ragazzi tra cui Luigi, un vero e proprio sbruffone! Abbiamo parlato forse dieci minuti, i più lunghi della mia vita, il 90 % delle parole che uscivano dalla sua bocca erano rivolte a se stesso, alla sua bellezza, al suo sex appeal...uno strazio! Ero andata in bagno alla ricerca di un po' di tranquillità, mi ero data una rinfrescata anche perché stranamente ero sola, nessuno che pomiciava o faceva sesso, nessuno che vomitava, dovevano essere i miei cinque minuti fortunati! Ad un certo punto ho sentito aprire la porta, forse avevo parlato troppo presto. Prima ancora di vedere chi si celava dietro la parete mi sono voltata di scatto in direzione di uno dei bagni e bang!!! Non poteva essere, era stato un fulmine ad attraversare la stanza con i lavandini, non poteva essere...ed infatti non era così...aprendo gli occhi ho notato subito un ragazzo con i capelli lunghi, probabilmente fumato più del solito che credeva di essere Dio, ma allora con chi mi ero scontrata io? Cazzo, questa doveva essere proprio sfortuna, il ragazzo senza nome! Ho alzato il viso e subito lui è esploso in una fragorosa risata.

“Dovremo incontrarci per sempre cosi? Qui c'è qualcosa che non quadra, o uno dei due è troppo maldestro oppure siamo destinati”.

Che vergogna, ogni singola parte del mio corpo in quel momento provava imbarazzo.

“Credo proprio di essere eccessivamente maldestra. Scusa”.

“Smettila di scusarti, non c'è motivo. Io mi chiamo Marco, piacere.”

“Filomena, cioè Flò.”

“Filomena o Flò?”

“Flò Flò.”

“Allora ciao Flò, ci si vede!”

Quelle sono state le ultime parole di quella sera, ora che avevo dato un nome al ragazzo gelato mi sentivo più tranquilla, quasi quasi era sparita pure quella strana sensazione.

Il giorno dopo sarebbe iniziato il torneo di calcetto quindi avevo deciso di non puntare la sveglia e di godermi la mattinata di sonno. La sera era fresca, perfetta per i giocatori, e come ogni anno facevo parte dell'organizzazione. Stavo morendo dalla fame, le partite di calcetto non possono iniziare alle 19:30 perché in questo modo non puoi mangiare prima e devi soffrire fino alla fine, meno male che in alcune giornate, come quella sera, si gioca solo due volte. Erano le sette e venti ed io già stavo preparando dei fogli dove registrare le varie squadre. Eccoli che arrivano, registro i primi cinque ragazzi e... “ciao Flò.”

Alzai lo sguardo, era Marco, ma non mi sentivo agitata, anzi ero felice di vederlo.

“Ehi, anche tu giochi a calcetto?”

“Già, ora vedrai che campione che sono.”

“Non ne dubito! Allora dimmi...di dove sei? Anno e luogo di nascita e poi dovresti dirmi il tuo cognome.”

“Se ti piaccio così tanto da voler sapere tutte queste cose potevi dirmelo subito”, mi ha detto facendo trapelare un lieve risolino.

“Devo mantenere un velo di mistero!” ho risposto ridendo. “In bocca al lupo”

“Grazie”

Che strano, aveva risposto grazie al posto di crepi il lupo.

Guardavo la partita con l'intento di notare qualche particolare nei suoi movimenti, nello stile, ma l'unica cosa che mi ha colpito era la strana mossa che faceva ogni qualvolta segnava. Non esultava, ne gridava o saltava, alzava il dito in alto accompagnando il gesto con lo sguardo mentre i compagni di squadra lo assalivano per festeggiare.

Non ho riflettuto molto sul perché di quel gesto, anche perché,a fine primo tempo sono stata rapita dalla sua bellezza statuaria. Come nelle grandi squadre, aveva sfilato la maglietta per metterla dietro la nuca; era sudatissimo, forse troppo, abbronzato al punto giusto, occhi e capelli scuri in tinta con una barbetta da far perdere la testa e piercing al sopracciglio super sexy. Speravo che in quei momenti nessuno scorgesse nel mio sguardo la vera natura dei miei pensieri. Finita la partita ero assolutamente convinta di non parlargli più, ma lui non era del mio stesso parere.

“Vieni con i ragazzi e Lucio a mangiare una pizza quando finisce questa partita?”

Lucio è il mio migliore amico, ci conosciamo da quando io avevo tre anni e lui sei, ormai è come mio fratello.

“Non saprei, è una serata tra ragazzi!” ho risposto titubante.

“Se fosse stato così non te l'avrei chiesto.” “E poi non dire che non hai fame che si vede lontano un chilometri che desideri una pizza super calorica!”

“Beccata, mi arrendo!”

“Brava Flò, ci divertiremo. Vado a fare la doccia così dopo posso stressarti un altro po'!”

Che gli stavo simpatica era fuor di dubbio, una simpatia diversa dalla mia però!In effetti non poteva essere altrimenti, lui è 'tanta roba', tanto talento, racchiusi in un'unica persona ed io per quanto mi sforzavo non ero come lui o come le ragazze da cui, probabilmente, era attratto. Avevo accettato il suo invito ma già me ne ero pentita...cosa avrei fatto tutta una sera con loro? Beh...ormai era tardi, dovevo cercare di essere spontanea e soprattutto dovevo eliminare l'immagine di Marco dalla mia testa se non come semplice amico. Ci siamo incamminati verso la pizzeria e già durante il tragitto stavo morendo dal ridere, non la smetteva di sparare cavolate ed indirizzava due battute su tre a me, non sapevo se esserne lusingata perché mi poneva al centro del discorso oppure offesa. In quel momento non ero nessuna delle due cose, più che altro ero cosciente del fatto che tra noi sarebbe potuta nascere una bella amicizia.

  
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