Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Red S i n n e r    24/07/2011    3 recensioni
L’abbracciò stretta, sorridendo tranquilla e sentì Sango sospirare contro il suo collo. “Promettimelo” le disse piano, “promettimi che saremo amiche per sempre.”
Sango la guardò negli occhi, sorridendo complice, “Te lo prometto,” disse, accarezzandole il volto, “saremo amiche per sempre,” la gentile brezza della sera le fece rabbrividire e ne risero, insieme.
E non c’era niente di sbagliato.
Naraku/Kikyou(1); Sesshoumaru/Kagome(1); Miroku/InuYasha; Sango/Kagome (1) [...]
!Crack pairing, linguaggio volgare.
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku, Sesshoumaru
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

And the shadows of the day will embrace the world in grey

Gentle breeze_ All the things she says running through my head, 
running through my head
.
[Sango/Kagome]

______________________________________________________________________

If I'm asking for help it's only because 
Being with you has opened my eyes 
Could I ever believe such a perfect surprise?

“Sei sicura che non ci sia quel pervertito di Miroku, in giro?” Sango assottigliò gli occhi, scrutando le ombre tra gli alberi con sguardo assassino.
Kagome agitò la mano benevola, “E’ andato via con InuYasha e Shippo” rassicurò l’amica con tranquillità, “sono andati a cercare un’altra fonte d’acqua calda, di certo non vorranno che succeda di nuovo quel è successo la scorsa volta!” Asserì convinta Kagome, stringendo il pugno rabbiosa.
L’aria della sera era piacevole e portava con sé una brezza tiepida e profumata, la primavera era arrivata col suo carico di profumi e fiori dalle corolle profumate e le ragazze, stanche dal tanto peregrinare, avevano accolto con gioia l’idea di farsi un meraviglioso bagno ristoratore.

Avevano scoperto la fonte d’acqua calda per caso e ne avevano reclamato subito il possesso, come poter fare altrimenti? Kagome, per ovviare qualsiasi tipo di situazione spiacevole, aveva suggerito caldamente ad InuYasha di portare Miroku e Shippo con sé, alla ricerca di una fonte d’acqua calda diversa dalla loro e sicuramente molto lontana. 
Il tutto si era concluso con un paio di strepiti da parte di InuYasha, lamenti convulsi da parte di Miroku e un deciso “Osuwari!” da parte di Kagome. I due erano stati visti allontanarsi, con Shippo alle calcagna, verso lidi più appartati, diciamo così.
L’ultima volta che si era presentata un’occasione del genere, Miroku - e chi altri sennò? – si era appostato dietro i cespugli selvatici per poter osservare in tutta tranquillità le forme generose e benevole della divina Kagome e della dolce Sango, per ritrovarsi in seguito l’Hiraikotsu in testa e i timpani perforati da urla inumane. InuYasha, a onor del vero, in tutto ciò non c’entrava poi molto, ma Kagome, infuriata come non mai, aveva deciso che dargli un paio di “osuwari” non sarebbe poi stata una così cattiva idea.
Le due ragazze sorridendo rilassate entrarono in acqua sospirando di piacere al calore e alla nebbiolina di condensa che le abbracciava, quasi.

L’Hiraikotsu giaceva dimenticato sul bordo roccioso di quella pozza d’acqua naturale accanto all’arco e alle frecce di Kagome. Almeno per una volta potevano dimenticare la loro missione ed essere semplicemente due ragazze.

Ridacchiarono tranquille nel silenzio della sera, con il cielo che si faceva sempre più scuro, Sango aveva gli occhi chiusi ed era appoggiata al bordo roccioso, tranquilla, i capelli bagnati le ricadevano sul petto, inusualmente sciolti.

“Sango” la richiamò l’altra ragazza, “Sango, cosa credi di fare una volta che sarà tutto finito?” Kagome sembrava stranamente ansiosa, attorcigliava una ciocca di capelli attorno all’indice e non la guardava in volto.

Sango la guardò perplessa, “Be’, Kagome, lo sai. Spero di liberare Kohaku una volta per tutte e uccidere Naraku.”

“Sì, questo lo sapevo” replicò Kagome con un breve sorriso, “ma mi chiedevo… dopo tutto questo, tu te ne andrai, vero?” si attorcigliò di nuovo una ciocca di capelli intorno all’indice, non la guardava e la nebbiolina impalpabile e calda era una sorta di muro, tra di loro.

“Sì, me ne andrò.” Le diede ragione Sango, risoluta.

“Mi mancherai tanto.” Sussurrò Kagome piano, “Tanto. Tu sei stata la mia sola vera amica da due anni a questa parte e…” si morse un labbro, a disagio.

Non sapeva esattamente cosa le passava per la testa, né perché si sentisse così a disagio – insomma, era Sango, quella! – ma l’idea che se ne potesse andare, le faceva rimpiangere di essere così vicino alla fine di tutto, alla resa dei conti.

Sango era stata la sua unica amica, molto più di Eri e Ayumi, e con lei aveva parlato di tutto, riso e pianto. Lei era stata il suo unico punto fermo quando InuYasha correva da Kikyo, la spalla su cui piangere e la propria ancora sicura.

Inconsapevolmente, l’aveva sempre ammirata per la sua forza, e un po’ anche per la sua bellezza, e sapere che di lì a pochi mesi – giorni, forse – se ne sarebbe andata, la destabilizzava nel profondo.

“Mi mancherai” ripeté con la voce tremante, stavolta guardandola negli occhi, la guardò anche Sango con le guance rosse per il calore e Kagome non poté frenarsi dal pensare che era bella. Bella come lei non sarebbe mai stata, con i capelli lunghi e morbidi a lambirle la schiena, liscia e forte al tempo stesso.

Senza nemmeno che se ne accorgesse – colpa della nebbiolina perché, no, lei non stava piangendo – Sango fu davanti a lei e l’abbracciò stretta, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.

“Saremo sempre amiche” replicò con forza, ma anche la sua voce tremava un po’, “Sempre.”

Anche Kagome l’abbracciò, stringendola per i fianchi sottili, un po’ goffa e impacciata, i loro seni si schiacciarono e i suoi capezzoli si inturgidirono per il freddo – sì, era sicuramente il freddo.

Sango iniziò ad accarezzarle la schiena con movimenti concentrici e gentili e Kagome singhiozzò un po’, le lacrime  che si mischiavano con l’acqua calda.

Kagome strinse più forte i fianchi dell’amica e dopo poco smise di piangere, senza però lasciarla: appoggiò la testa sulla sua spalla e tirò su col naso ancora una volta.

Sango non aveva smesso di carezzarle la schiena e i suoi movimenti concentrici ora la imbarazzavano un po’, i loro seni erano ancora pressati tra di loro e tutto quello che Kagome riusciva a pensare è che non si era sentita mai così al sicuro in vita sua.

La mano di Sango scese più in basso, quasi fino a raggiungere le sue natiche in una carezza leggera e forse distratta, ma Kagome trattenne a stento un gemito, c’era l’odore di Sango intorno a lei ed era buono e familiare.

Il suo abbraccio era diverso da quelli che raramente le aveva dato InuYasha: quelli erano goffi e protettivi e lui sapeva di vento e bosco, Sango invece l’abbracciava con sicurezza e affetto e il suo odore era buono, anche se non sapeva di vento e non era un po’ pungente. Forse era tutta la sua sicurezza, quella che InuYasha non aveva mai avuto con lei, a farla sentire così bene.

“Sango…” sussurrò contro il suo collo, “ti voglio bene,” disse e voltò appena la testa per guardarla, lo fece anche Sango e per caso le loro labbra si sfiorarono in una carezza leggera, data dalla troppa vicinanza.

Arrossirono entrambe, ma non si spostarono, si guardarono negli occhi e poi Sango sorrise, di quel suo sorriso dolce che scaldava gli occhi.

“Anche io,” disse e le loro labbra si sfiorarono ancora, e ancora. Sango le prese il volto tra le mani e le accarezzò le labbra con le proprie, trovandole umide e arrendevoli. Kagome strinse gli occhi con forza, imbarazzata e confusa, ma non si allontanò e non riuscì nemmeno a pensare che fosse sbagliato, perché non lo era. Niente di così bello poteva essere sbagliato, era impossibile.

In una carezza leggera, Kagome le sfiorò la schiena e poi le spalle affondando le mani nei suoi capelli umidi e scuri, trovandoli morbidi come aveva sempre immaginato.

Sango strinse con i denti il suo labbro, ma piano, con una delicatezza che forse solo una donna poteva avere e sentì Kagome gemere per la prima volta. La strinse di più e i loro seni vennero di nuovo a contatto, con più forza, i loro capezzoli turgidi si scontrarono di nuovo e un brivido le fece tremare entrambe –  Kagome non pensò più che fosse per il freddo della sera perché, ormai, sentiva tanto caldo.

Si staccarono lentamente dal bacio e si guardarono negli occhi, entrambi liquidi, poi sorrisero e Kagome si avvicinò di nuovo, in una carezza ancora leggera, ma meno indecisa. Le loro lingue vennero a contatto e Sango mugolò nella sua bocca.

La cacciatrice non aveva mai baciato Miroku, ma era quasi certa che con lui non sarebbe stato lo stesso. Con Kagome era… morbido, non trovava altre parole, e l’affetto che la legava a lei era diverso, molto diverso rispetto alla gelosia imbarazzata e un po’ possessiva che la legava al monaco.

Con Kagome non aveva paura di essere lasciata indietro, come invece succedeva con Miroku,  non aveva paura di essere la seconda scelta. Sango si fidava di lei, perché Kagome c’era sempre stata, perché  Kagome era la sua migliore amica e quindi era giusto.

Doveva essere giusto.

L’abbracciò stretta e la baciò ancora, le sfiorò piano il volto, le guance, e quando si staccò da lei la trovò sorridente e con un po’ di rossore a colorarle le guance e gli zigomi.

Nemmeno Kagome aveva mai baciato InuYasha ed anche lei sapeva – ne era sicura – che non sarebbe stato lo stesso. InuYasha l’aveva lasciata sola tante volte per correre dietro ad un fantasma, e Sango c’era stata sempre, perché Sango era sicura della loro amicizia e Kagome vi era rifugiata sempre. Sango era la sua preziosa amica, e lo sarebbe stata sempre.

L’abbracciò stretta, sorridendo tranquilla e sentì Sango sospirare contro il suo collo. “Promettimelo” le disse piano, “promettimi che saremo amiche per sempre.”

Sango la guardò negli occhi, sorridendo complice, “Te lo prometto,” disse, accarezzandole il volto, “saremo amiche per sempre,” la gentile brezza della sera le fece rabbrividire e ne risero, insieme.

E non c’era niente di sbagliato.

 

_____________________________________

Salve! Visto che non mi sono dimenticata di questa raccolta?
Ritornerò sicuramente su questa coppia, per ampliarla e spiegarla di più, rendendola credibile. Il titolo è tratto dall’omonima canzone delle T.a.T.u, e io ho poco altro da dire.
È una piccola flash, senza pretese, ma spero sia piaciuta e che io sia rimasta IC.
Adesso lavorerò sulla Miroku/InuYasha, magari come spin off di questa. *LOL*
A presto!

Red.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Red S i n n e r