E ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna
Per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
(Strada Facendo, Claudio Baglioni)
E ti chiamano ribelle
Più ribelle delle altre
Tu che porti i capelli sconvolti
E dici di essere amica di lui
Che è un po' poeta e un po' brigante
Un po' eroe e un po' disertore
Lui che chiamano "terrore"
Nelle carceri lontane
Lui che ha avuto un figlio per amore
Quell'amore che è finito
E che hai visto finire
Lui che s'è fatto chiamare "imbecille"
Per non farti soffrire
Ti hanno chiamata Dimokratìa
Per farti amare la libertà
Tu che sciogli i capelli nel sole
E sei più libera di chi t'ha dato quel nome
Ed il sole ti ha benedetta
Dal giorno in cui l'hai salutato
E ti segue come il canto degli uccelli
Che ti becchettano un poco le mani
E le briciole dei sogni di ieri
Le fanno volare lontano
E sei un sogno, tu, Dimokratìa
E sogni da quel 28 Novembre
Tu che per far sognare gli altri
Ti sei presa anche la febbre
E la febbre t'ha salvato
Quando gli altri stavano bene
Ma preferivano chiamarti folle
Pur di non darti ragione
Tu che hai raccolto quella benedetta lacrima
Che ti tremava tra le ciglia
Tu che pur di aprire gli occhi
Hai rischiato anche la famiglia
Tu, quella figlia un po' sgangherata
Divisa tra le lacrime di una madre
E l'infanzia distrutta di un fratello
Che non voleva imparare a sparare
E un fratello che ha sparato al suo cuore
Patroclo imprigionato nelle armi d'Achille
E dice di amare una donna
Che non riesce nemmeno a nominare
I tuoi fratelli troppo biondi
I cui occhi tanto verdi sono anche i tuoi
Gli occhi dei boschi di Sparta
Ma il Cielo, negli occhi, t'ha messo anche il grigio
Il grigio della polvere da sparo
E quel padre tanto fiero di te
Che ha rubato la felicità di troppe persone
Che dice sempre di volerti bene
Ma non sapevi che credergli avrebbe fatto così male
Tu che pregavi ai piedi di un Tempio
E sapevi che quegli Dei non esistevano più
Che non ti avrebbero ascoltata neanche loro
Che gli oracoli, ormai, non sapevano più niente
Parlavi loro come parlavi al mare
Imitando la schiuma delle onde
Sorridendo nel biancore della spiaggia
Bella come una conchiglia
Con i tuoi undici anni davanti a quel tempo
Che non sai se t'aspetterà
Vive ancora la tua terra
Vive ancora la tua Grecia
Figlia della città della guerra
Guarisci le nuvole dopo il temporale
E tu quasi lo raggiungi, sai, quel Cielo
Non meno in alto degli Dei
Sulla cima del Taigeto
E lo strappi da quel mondo
Lo nascondi e te ne vai
E muori un poco nel tramonto
Il sole greco è dentro di te
Socrate diceva: "conosci te stesso"
Ma tu oggi conosci anche il mondo
E l'oracolo stavolta sei tu
Dimokratìa
Note
E questa è per lei
Per la mia Cecilietta
Lei che è nata il 28 Novembre
Proprio come Tìa
Dimokratìa, Tìa, la biondina sciroccata, lo scricciolo greco di Sic Volvere Parcas.
Dimokratìa, i suoi sogni, i suoi undici anni, la sua libertà.
Per Ceci, Cecilia, bethpotter, l'altro scricciolo biondo di cui parla questa poesia.
Come direbbe, come direbbe Paul McCartney?
No words for my love.
Tutto qui.
Alla prossima ;)
Marty