Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Erin_Prince    25/07/2011    9 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Buongiorno carissime!!!!!Ecco un nuovo capitolo...

Tantissimi grazie per le recensioni dello scorso capitolo, siete meravigliose!!! *___*

Diciamo che ora...Beh, i nostri due eroi si potranno godere un po' di tranquillità..che dite?Se la meritano, no?

Alla prossima e fatemi sapere le vostre preziosissime e graditissime opinioni!!!

Siete delle stelle!!!!

Un bacio

Erin.

 

 

CAPITOLO34

Ero in ritardo, tremendamente in ritardo. Ero talmente in ritardo che Eveline avrebbe potuto battermi e arrivare prima...Ed è tutto detto, visto il suo ritardo cronico! Mia madre mi avrebbe uccisa, fatta a pezzetti e data in pasto al gatto dei vicini ficcanaso. Quella sera sarebbe anche venuta mia sorella, viste le vacanze dalla sua missione. E io ero ancora al S. Mungo.

Jeffrey e la sua ciurma erano nella stanza di Piton...No, Severus da almeno mezz'ora, e io camminavo nel corridoio a tre metri da terra. Non riuscivo a credere che lui mi avesse detto quelle cose, ero totalmente imbambolata, e faceva un così strano effetto chiamarlo per nome, dargli del tu, parlargli da pari..Più che pari!

-Signorina Hale, le dovrei parlare..- Jeffrey uscì dalla porta verde, una mano stringeva una cartellina nera, l'altra torturava il ciuffo ribelle che gli ricadeva sugli occhi.

-Il paziente si è ripreso dal coma, ma è ancora molto debole, la ferita perde ancora sangue, deve stare qua ancora per qualche giorno. Una volta che potrà uscire, non dovrà fare nessuno sforzo, nessun movimento brusco, e non gli sarà consentito Smaterializzarsi. Potrebbe fargli molto male.-.

Mi guardò, come se temesse la mia reazione.

-Forse si sta chiedendo perché le sto dicendo tutte queste cose...Il paziente non ha nessuno, e sono giunto alla conclusione che lei è la persona più vicina a lui..-.

-Vada avanti..- dissi, sorridendo all'imbarazzo del Guaritore.

-Una volta uscito, ogni giorno dovrà essere medicato, servirebbe un'infermiera per la procedura, ma sono impegnate tutte in casi più gravi, i feriti e mutilati della guerra...-.

-Ci proverò.- dissi, anticipando la domanda.

-Molto bene, ora- disse, riacquistando il suo tono autoritario -Visto che il paziente è sveglio, le devo chiedere di rispettare gli orari delle visite, e oggi ha già sforato di un'ora.-.

Mi indicò l'uscita, ma non avevo intenzione di andarmene senza aver prima constatato, ancora meravigliosamente incredula, che Severus Piton provasse sul serio “qualcosa” per me.

Jeffrey acconsentì a farmi entrare ancora per qualche minuto nella stanza che per giorni era stata il mio rifugio.

Severus si voltò verso di me, l'ultimo raggio di sole lasciava la stanza.

-Jeffrey mi ha detto che devo venire solo negli orari di visita...- dissi, andando verso il letto.

Il suo sguardo impenetrabile mi squadrò.

-Me l'ha detto, ma credo che riuscirò a resistere..- disse, facendo un mezzo sorriso.

Sorrisi e gli strinsi una mano.

-E' tutto così strano..- dissi -Non avrei mai pensato...Ho temuto che potesse morire...-.

-Credo di non aver capito bene..-.

-Potessi..- posai le mie labbra sulle sue, non riuscivo a farne a meno. Era come se dovessi recuperare tutto il tempo perso.

-Devo andare, mia madre mi aspetta per la cena di compleanno..-.

-Oggi è il tuo compleanno, Hale?-.

-Si..-.

Severus guardò davanti a sé, nel vuoto.

-Cosa c'è?-.

-Fai diciotto anni, vero?-.

-Si..-.

-Ti è mai passata per la testa l'idea che fossi troppo vecchio per te?-.

-Nemmeno per un secondo.-.

-Ho vent'anni più di te!-.

-A me non importa, a te?-.

-Non c'è niente di più stupido nel credere che una persona sia troppo vecchia per un'altra.- disse, lapidario.

-Perchè ti fai dei problemi, allora?-.

-I tuoi potrebbero..-.

-Non c'è bisogno che lo sappiano, e poi, io sono felice così, a loro importa quello.-.

Lo salutai con un altro bacio e uscii dall'ospedale in fretta e furia.

Credetti di svegliarmi da un sogno, ma no, era tutto reale, e ciò che me lo fece capire una volta per tutte furono le urla di mia madre appena arrivata a casa.

-E' tutto il giorno che spignatto per te!E tu arrivi in ritardo!Ma non mi arrabbierò, ora fila a mettere in ordine le sedie, sono in soggiorno, tuo padre ha tirato giù quelle buone.-.

Filai in salotto, cinque sedie erano allineate contro il divano...Feci due calcoli: io, mia sorella, mio padre e mia madre.

-Mamma, scusa, ma chi viene a cena?-.

-Rose porta il suo fidanzato!- mi urlò lei dalla cucina.

Grandioso. I fidanzati di Rose erano tutti con la puzza sotto il naso, antipatici, scostanti, altezzosi e stupidi. Mia sorella se li cercava con il lanternino!

Salii velocemente in camera e mi cambiai. Mi guardai allo specchio e, come quasi tutte le sere, mi feci uno dei miei discorsi mentali di auto convincimento, o che servivano per ripassare ogni singolo momento della giornata.

Mi sedetti sulla sedia e guardai il mio viso riflesso: solcato dalle occhiaie, stanco, un po' pallido, ma segnato dal sorriso. Avessi potuto mi sarei messa a fare le capriole per aria, ma mi bastavano i baci di Severus per festeggiare, mi bastava il suo sorriso, mi bastava che anche lui provasse qualcosa per me. Che fosse amore era pretendere troppo, ma qualcosa di simile era più che accettabile! Ero sicura che non fosse un uomo espansivo nei sentimenti, e ciò che aveva fatto e detto quel giorno era qualcosa di spettacolare. Ero consapevole del fatto che non sarebbe mai cambiato, ma a me non importava, io ero innamorata del Severus scostante e acido!

-Rebecca!Rebecca!Spicciati!-.

Mia madre era talmente nervosa quella sera che mescolava inglese a italiano, e la cosa la rendeva leggermente buffa.

Scesi le scale quando mio padre stava salutando Rose e il suo fidanzato.

Mia sorella mi sorrise, radiosa.

-Rebecca!Vieni, ti presento Liam!Liam, mia sorella, Rebecca.-.

Voltai il viso verso questo Liam e mi venne un colpo. Oltre ad essere un gran figo, capelli neri e occhi azzurri, il fidanzato di mia sorella aveva su per giù la mia età.

-Piacere!- dissi, stringendogli la mano.

Lui mi sorrise.

Fu la cena più imbarazzante della mia vita. I miei (mio padre aveva ripreso a parlarmi poco prima di sederci a tavola) mi diedero il regalo quando mia madre portò la mia torta preferita in tavola, un tripudio di zucchero e burro. Una bomba che ogni tanto mi concedevo. Scartai la perfetta carta blu notte dal fiocco argentato, svelando una scatola dello stesso colore. La aprii e sorrisi. I miei mi avevano regalato una delicata cavigliera d'argento. Le adoravo, le mettevo ogni estate, ma erano sempre di stoffa. Quella aveva un piccolo ciondolino a forma di corvo, e due stelline, una blu e una argento. Li abbracciai.

-Avremo un annuncio da farvi..- disse Liam, guardandoci.

Mi voltai verso di loro, e vidi Rose sorridere come mai.

-Ci sposiamo!-.

Mio padre perdette l'uso della parola, mia madre saltò sulla sedia e urlò come un'indemoniata. Io quasi scoppiai a ridere.

Lei si sposava con uno che aveva praticamente la mia età, io “stavo” con uno che aveva il doppio dei miei anni.

Ovviamente ero felice per Rose, però la situazione era veramente paradossale!

Sgattaiolai in camera non appena mia sorella e mia madre si misero a parlare della data, dei preparativi, di tutto. Mio padre parlava con Liam, chiedendogli come facessero i cellulari a comunicare. David non avrebbe mai voluto che Rose sposasse uno più giovane di lei di quasi dieci anni, ma non avrebbe certo avuto il coraggio di impedirglielo.

L'ultima cosa che sentii mentre chiudevo la porta fu una possibile data per il grande giorno, la fine di settembre.

Mi appoggiai al legno bianco della porta, pensando al giorno seguente, all'orario delle visite all'ospedale, a Eveline che mi aspettava per cominciare a parlare della pasticceria. Fortunatamente avevamo già messo in ordine la casa, le nostre stanze erano perfette e nuove, la piccola cucina pulita e funzionante. Vivevo a tutti gli effetti con la mia amica.

-Rebecca!Posso entrare?-.

La voce di Rose mi raggiunse.

-Si certo, vieni futura sposa!- dissi sorridendo.

Mia sorella scoppiò in una risatina, attorcigliandosi una ciocca di capelli.

-Cosa ne pensi di Liam?-.

Esitai. Poi però le disse la verità.

-E' figo, ma ha solo vent'anni!-.

-Già, ma l'amore non ha età..-.

-Lo so...- dissi.

-Senti, papà mi ha parlato di quel giornale...E' sempre lui, il Preside?-.

-Si, si è svegliato oggi dal coma e..- la mia frase sfociò in un sorriso.

-E?-.

-E...avevi ragione, non era pietà!-.

Rose mi abbracciò saltandomi al collo. Sembrava che fossimo tornate bambine e avessimo vinto alla caccia al tesoro del quartiere.

-Te l'avevo detto!E lui quanti anni ha?-.

-Venti più di me..-.

-Sul serio?-.

-Si, ma...-.

-Non posso dire niente sull'età, ma sono felice per te!Sai quando uscirà dall'ospedale?-.

-No, le condizioni della ferita lo costringono a letto..Ma prima o poi uscirà..-.

-Papà era fuori di sé per quell'articolo, diceva che era un mezzo Mangiamorte..-.

-Si, ma è stato scagionato...E' un eroe ora..Ma raccontami di Liam!-.

Rose, con gli occhi che brillavano, mi disse che Liam, all'inizio, non era altro che un ragazzo incontrato ad una festa sulla spiaggia. Erano finiti a letto nel giro di un paio d'ore. Il mattino dopo, Rose aveva trovato Liam in cucina a preparare caffè. Gli uomini con cui andava mia sorella sparivano, lui no. Cominciarono ad uscire agli inizi di novembre, e poi la decisione finale verso la primavera.

-Quindi, era lui l'amore della tua vita, a Natale!- dissi.

-Che acuta!-.

Risi, mentre mi allacciavo il regalo dei miei alla caviglia destra.

-Mi spieghi perché il corvo?-.

-Corvonero..- dissi.

-E sarebbe?Ah si, la tua Casa..-.

-Già, e le stelline sono i colori.-.

Rose mi guardò.

-Al matrimonio...Se vuoi portare il tuo..Come lo definisci?Il tuo uomo, è invitato anche lui!-.

-Cosa?Ti rendi conto che papà morirebbe d'infarto?Quando Severus faceva il primo anno a Hogwarts lui faceva l'ultimo!-.

-Beh, prima o poi lo verrà a sapere..-.

Mi augurò la buonanotte e sparì nel corridoio. Guardai fuori dalla finestra, la luna argentata si stagliava nel cielo.

Per la prima volta dopo mesi, scivolai in un sonno sereno e privo di incubi.


 

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Erin_Prince