Premessa
Sono felice che già tre seguitrici del Primo Volume si siano gettate a capofitto dentro questa storia!! Sono davvero così brava? (Dal pubblico si sente un secco "NO!!") O__O Come non detto... Vabbè, ribadisco che questa fic è dedicata alla fantasticissima Kitsune-chan che (anche se non lo vuole ammettere) è bravissimissima nelle arti grafiche ^^ Ecco qui il logo che ha fatto per questa fic
E senza nessun altro indugio vi auguro una buona lettura ^^
Capitolo 2 - Per Lei
Certo che
però
era davvero bello...
Ah, vedi
un po di stare zitta!
Sì,
ma non gli
hai nemmeno detto grazie...
E basta un
po! È tutta la mattina
che non fai altro che parlare di quel tizio!!
Sì,
ma non sai
nemmeno il suo nome....
“Devon
tenne lo sguardo fisso
davanti a sé mentre...”
E non ti
sei
nemmeno presentata....
Anra serrò le mani intorno
alle due metà del libro, arricciandone un po le
pagine, stufa di quella continua vocina fastidiosa che osava ancora
chiamare
“Coscienza” invece di
“Costernazione”, oppure più
semplicemente “Rottura di
scatole”. Focalizzò ogni grammo della sua
attenzione sulla riga che stava
cercando di leggere da più di dieci minuti.
“Devon
tenne lo
sguardo fisso davanti a sé mentre la ragazza gli passava una
mano sulla spalla.
Sapeva che voleva solo ammaliarlo per convincerlo a rivelarle qualche
segreto.
Decise di rimanere immobile, quando...” Un lungo bastoncino verde
strisciò
in mezzo alle parole. Anra lo seguì con lo sguardo,
scoprendo un bocciolo di
rosa gialla. Prese il fiore tra le dita e lo rimirò
corrugando la fronte, chiedendosi
come fosse
arrivato lì. “È per lei,
signorina,” disse una voce profonda a pochi centimetri
dal suo orecchio.
Anra scattò di lato,
spaventata, cadendo giù dalla sedia e portando con
sé
la pila di libri alla sua destra. Sentì un uomo ridere ed
alzò lo sguardo,
ritrovandosi davanti il tizio del giorno prima. “Ma
è pazzo o cosa?!” gli urlò
ricevendo un infastidito “Ssshhhh!!” da parte delle
altre persone nella
biblioteca.
L’uomo soffocò la
sua risata riducendola ad un sorriso divertito mentre le
porgeva una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la fissò
arrossendo, indecisa se
prenderla oppure no.
“Avanti, non mi dica che
vuole rimanere lì per terra solo perché
è
arrabbiata con me,” disse l’uomo amareggiato, ma
sempre con il sorriso stampato
sul volto.
Infine l’accettò,
voltando di lato la testa in un gesto seccato. “No,
affatto. Ma trovo che lei dovrebbe imparare le buone
maniere.” L’uomo la tirò
su senza sforzo, come se fosse leggera come una piuma.
Una volta di nuovo in piedi, Anra si
diede una sistemata ai capelli rossi e
si piegò per raccogliere i libri caduti. Quando fece per
girarsi e rimetterli
sul tavolo sussultò per la sorpresa: si era ritrovata
esattamente davanti
all’uomo, estremamente vicini.
“Mi chiamo Rigel, ma
preferirei essere chiamato Ruby,” disse prendendole
delicatamente la pila di libri di mano. “E non
c’è necessità del
‘lei’.” Li
lasciò sul tavolo e ci poggiò sopra un gomito.
“Qual è il suo nome, invece?”
chiese con un sorriso sghembo.
La ragazza, che era rimasta incantata
dal bellissimo volto dell’uomo, ci
mise qualche secondo a realizzare che l’uomo le aveva fatto
una domanda.
“A-An-Anra!!” esclamò ridiventando rossa
come un pomodoro.
Lui sorrise di nuovo.
“Piacere di conoscerla.” Le porse una mano.
“Non
c’è bisogno del lei,” mugugnò
lei stringendogliela.
Improvvisamente Ruby la
tirò verso di sé. Anra si guardò
intorno per
assicurare che non li stesse guardando nessuno, imbarazzatissima. Poi
alzò gli
occhi sul volto dell’uomo e si calmò
immediatamente: la stava guardando con un
misto di dolcezza, malinconia e tristezza. “Mi aiuteresti,
per favore?” chiese
Ruby.
Lei annuì senza nemmeno
pensarci.
L’Antico mosse un braccio
per tirare fuori qualcosa. Il cuore della povera
Anra stava letteralmente impazzendo mentre la sua mente considerava la
possibilità di una confessione o di un anello di
fidanzamento in una scatoletta
nera di velluto... “Potresti dirmi dove va messo
questo?” Alzò il libro dalla
copertina nera che aveva preso il giorno prima.
Anra ci rimase di sasso.
Ruby rise strofinandosi il retro della
testa con l’altra mano. “Ieri mi hai
detto dove metterlo, ma col fatto che l’hai praticamente
urlato mentre correvi
via, non ho avuto il tempo di memorizzarlo!!”
Lei gli strappò bruscamente
il libro di mano e s’incamminò borbottando un
secco “Seguimi.”
“Sono dietro di
te,” rispose l’uomo seguendola allegramente.
***
Gettò uno sguardo dietro di
lei. Quell’uomo la stava seguendo obbediente
come un cagnolino mentre osservava impressionato gli scaffali pieni di
libri.
Ma chi accidenti era?! Aveva detto di chiamarsi Rigel, ma doveva
chiamarlo
Ruby. Da come la maglietta nera era tirata sulle sue spalle e sul suo
petto poteva
intuire quanto fosse scolpito il suo fisico, quindi era meglio non fare
mosse
affrettate altrimenti gli sarebbero voluti due secondi per sbatterla al
muro e
rompergli tutte le ossa. La cosa che più la colpiva
però erano gli occhi: in
tutta la sua vita non aveva mai visto un essere umano
dall’iride color
ametista. E non aveva mai visto così tanta tristezza
condensata in un solo
paio.
“Conosci gli
Antichi?” chiese ad un tratto Ruby senza distogliere lo
sguardo dagli scaffali.
Anra sussultò per lo
spavento e tornò a guardare la strada di fronte a
sé.
“Beh, s-sì, ho letto qualcosa a
riguardo...” L’altro stette in silenzio e lei
capì che stava aspettando di sentire cosa sapeva.
“Da quello che ho capito, gli
Antichi sono essere disumani che mirano unicamente a conquistare il
mondo
distruggendo la Marina. Sono spietati, sanguinari e violenti, ma la
cosa che
più mi spaventa è il fatto che siano
così difficili da ammazzare. Infatti, a
quanto pare, si possono uccidere solo se un unico punto sul loro corpo
viene
centrato, e questo punto è nascosto alla vista. Dai rapporti
della Marina che
sono riuscita a leggere, sono davvero dei mostri senza alcun controllo,
devoti
solo a squarta--“ Si fermò quando notò
che ormai solo i suoi passi battevano
sul parquet. Si voltò e vide Ruby, fermo, in mezzo allo
stretto corridoio, che
la fissava intensamente con quegl’occhi così
magnetici.
“Credi davvero a quello che
hai appena detto?” le chiese. Il suo sguardo
non era carico di rabbia, ma la metteva comunque a disagio.
Spostò nervosamente il peso
da un piede all’altro mentre cercava di
sostenere il suo sguardo. “A che cos’altro dovrei
credere? Le parole stampate
non mentono mai, e di certo non puoi essere tu a contestarle.”
“Dammi una
possibilità.” La sua voce era tremendamente
determinata.
“Per fare cosa?”
ribatté cautamente Anra. Oddio,
questo mi vuole violentare, per caso?
“Per farti ricredere in
tutto.”
La ragazza rimase qualche secondo in
silenzio, stupita dalla decisione che
aveva sentito tra le sue parole. Abbassò lo sguardo sul
libro che teneva
stretto al petto. La Via Delle Ombre.
Una via che portava alla scoperta di cose nascoste. Sorrise, un sorriso
di
sfida, ed alzò la testa. “D’accordo.
Vediamo cosa sai fare.” A vedersi non
sembrava un tipo combattivo, ma in realtà adorava le sfide.
Ruby rilassò le spalle e
sorrise. Lei arrossì all’istante alla vista della
dolcezza e del calore di quel sorriso. Si girò di scatto e
prese a marciare
verso la sezione giusta, seguita dall’uomo che credeva di
saperne di più dei
libri.
In fondo,
non è
poi così male.
***
“Ecco... qui...”
disse Anra allungandosi ed alzandosi sulle punte per
rimettere il libro al suo posto sullo scaffale. Si voltò e
fece per
allontanarsi ma fu bloccata dal corpo di Ruby. Tese un braccio vicino
al suo
orecchio sinistro poggiando il palmo aperto della mano sul legno dello
scaffale,
tagliandole ogni via di fuga. Si avvicinò in modo
impressionante a lei con quel
magnifico mezzo sorriso stampato sul volto. La ragazza si
sentì andare più a
fuoco di una supernova e si appiattì più che
poteva contro la libreria. Ruby
prese fiato e dischiuse la bocca. Anra chiuse gli occhi strizzandoli
con tutta
la forza che aveva. Ecco, ora mi
bacia...!!!
“Mettiti un paio di
pantaloni e portati una felpa,” le sussurrò vicino
all’orecchio. “Solo per lei, la aspetto stanotte
alle pendici del bosco a Nord
da qui per farle ricredere su tutto.”
Detto ciò si allontanò, le diede le spalle e se
ne andò. “Ah, e grazie per aver
rimesso il libro a posto per me,” le disse senza voltarsi
alzando una mano in
segno di saluto.
Anra lo fissò allontanarsi
con quell’andatura sinuosa e rilassata prima di
afflosciarsi a terra con il cuore che le batteva a mille.
Poggiò la schiena
contro la libreria per sostenersi. Prese un lungo respiro e
guardò il soffitto,
combattuta.
***
Ruby, ma
che
accidenti ti passa per la testa?!
“Non lo so.”
Ti rendi
conto
che lei è un umana?!!
La stanza era completamente buia e
silenziosa. Si era seduto su una delle
poltrone ad attendere il calar della notte.
“Sì, ma
è semplicemente identica a lei.”
Lamia era
un
altro discorso: lei era un Mezzo Antico. E poi lei è morta.
Vedi di mettertelo
bene in testa.
“Quello lo so. Sono passati
esattamente 7294 anni, 5 mesi e 13 giorni dalla
sua morte.”
Ecco.
Quindi vedi
di dimenticarti di quest’altra ragazza. Sei venuto qui per
dimenticare tutto.
Le risate di alcuni bambini che
giocavano sulla strada bagnati dalla luce
rossiccia del sole al tramonto raggiunsero le sue orecchie. Poi una
voce di
donna urlò qualche rimprovero e i bambini brontolarono
annoiati e rattristati.
Gli vennero in mente tutte quelle volte che Aqua si lamentava, come
quei
marmocchi, dei divieti che spesso era costretto ad imporle per la sua
salute,
ma che puntualmente non rispettava. Strinse il pugno fino a farsi
sbiancare le
nocche. Un sorriso di lei e la rabbia subito svaniva. Un sorriso e la
paura si
dissolveva. Un sorriso e il dolore spariva. L’aveva imparato
dalla cugina che
bisognava cercare di sorridere sempre, anche nelle situazioni
più terribili. Ed
ogni volta che ne aveva bisogno, lui si rivolgeva sempre alla sua
Aqua-chan, il
suo punto di riferimento. Ma ora che anche quel sorriso se
n’era andato senza
poter fare ritorno?
Sono morte
entrambe. E di certo non ti aiuterà piangerti addosso. Tanto
meno consolarti su
quest’altra ragazza.
“Non la sto usando per
consolarmi.”
E allora
cosa?!
“È qualcosa di
più.”
Hahahahaha!!
"Qualcosa di più", dici te!! Ma non farmi ridere! Nemmeno la
conosci! E sentiamo,
cosa saresti disposto a fare per lei? Ti ricordo che sei stato
soprannominato
“Mietitore” perché calpestavi i tuoi
compagni ogni qualvolta la Marina riusciva
a rintracciarti. Con la tua Falce mietevi una strada densa di
tradimento, morte
e sfiducia. Hai persino ucciso tua zia per i tuoi scopi!
Finchè non è arrivata
Aqua. È stato solo grazie a lei se sei riuscito ad appendere
al muro la tua
Falce ed usarla solo quando strettamente necessario. Ma ora
è morta. Lei non c’è più,
e non c’è nemmeno Lamia.
Sei di nuovo il tuo vecchio te. Fammi ridere un altro po: cosa saresti
disposto
a fare per questa donna?
“Tutto. Sono
disposto a tutto per lei. Sento che sono pronto a fare di
tutto per lei. Solo per lei.”