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Autore: AngelSword    25/07/2011    5 recensioni
“Credi davvero a quello che hai appena detto?” le chiese. Il suo sguardo non era carico di rabbia, ma la metteva comunque a disagio.
Spostò nervosamente il peso da un piede all’altro mentre cercava di sostenere il suo sguardo. “A cos’altro dovrei credere? Le parole stampate non mentono mai, e di certo non puoi essere tu a contestarle.”
“Dammi una possibilità.” La sua voce era tremendamente determinata.
“Per fare cosa?” ribatté cautamente Anra.
“Per farti ricredere su tutto.”
Special dedicato alla mia sister Kitsune-chan, è ambientato subito dopo la fine del Volume I.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa

Sono felice che già tre seguitrici del Primo Volume si siano gettate a capofitto dentro questa storia!! Sono davvero così brava? (Dal pubblico si sente un secco "NO!!") O__O Come non detto... Vabbè, ribadisco che questa fic è dedicata alla fantasticissima Kitsune-chan che (anche se non lo vuole ammettere) è bravissimissima nelle arti grafiche ^^ Ecco qui il logo che ha fatto per questa fic

E senza nessun altro indugio vi auguro una buona lettura ^^

Capitolo 2 - Per Lei

Certo che però era davvero bello...

Ah, vedi un po di stare zitta!

Sì, ma non gli hai nemmeno detto grazie...

E basta un po! È tutta la mattina che non fai altro che parlare di quel tizio!!

Sì, ma non sai nemmeno il suo nome....

“Devon tenne lo sguardo fisso davanti a sé mentre...”

E non ti sei nemmeno presentata....

Anra serrò le mani intorno alle due metà del libro, arricciandone un po le pagine, stufa di quella continua vocina fastidiosa che osava ancora chiamare “Coscienza” invece di “Costernazione”, oppure più semplicemente “Rottura di scatole”. Focalizzò ogni grammo della sua attenzione sulla riga che stava cercando di leggere da più di dieci minuti.

“Devon tenne lo sguardo fisso davanti a sé mentre la ragazza gli passava una mano sulla spalla. Sapeva che voleva solo ammaliarlo per convincerlo a rivelarle qualche segreto. Decise di rimanere immobile, quando...” Un lungo bastoncino verde strisciò in mezzo alle parole. Anra lo seguì con lo sguardo, scoprendo un bocciolo di rosa gialla. Prese il fiore tra le dita e lo rimirò corrugando la fronte, chiedendosi come fosse arrivato lì. “È per lei, signorina,” disse una voce profonda a pochi centimetri dal suo orecchio.

Anra scattò di lato, spaventata, cadendo giù dalla sedia e portando con sé la pila di libri alla sua destra. Sentì un uomo ridere ed alzò lo sguardo, ritrovandosi davanti il tizio del giorno prima. “Ma è pazzo o cosa?!” gli urlò ricevendo un infastidito “Ssshhhh!!” da parte delle altre persone nella biblioteca.

L’uomo soffocò la sua risata riducendola ad un sorriso divertito mentre le porgeva una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la fissò arrossendo, indecisa se prenderla oppure no.

“Avanti, non mi dica che vuole rimanere lì per terra solo perché è arrabbiata con me,” disse l’uomo amareggiato, ma sempre con il sorriso stampato sul volto.

Infine l’accettò, voltando di lato la testa in un gesto seccato. “No, affatto. Ma trovo che lei dovrebbe imparare le buone maniere.” L’uomo la tirò su senza sforzo, come se fosse leggera come una piuma.

Una volta di nuovo in piedi, Anra si diede una sistemata ai capelli rossi e si piegò per raccogliere i libri caduti. Quando fece per girarsi e rimetterli sul tavolo sussultò per la sorpresa: si era ritrovata esattamente davanti all’uomo, estremamente vicini.

“Mi chiamo Rigel, ma preferirei essere chiamato Ruby,” disse prendendole delicatamente la pila di libri di mano. “E non c’è necessità del ‘lei’.” Li lasciò sul tavolo e ci poggiò sopra un gomito. “Qual è il suo nome, invece?” chiese con un sorriso sghembo.

La ragazza, che era rimasta incantata dal bellissimo volto dell’uomo, ci mise qualche secondo a realizzare che l’uomo le aveva fatto una domanda. “A-An-Anra!!” esclamò ridiventando rossa come un pomodoro.

Lui sorrise di nuovo. “Piacere di conoscerla.” Le porse una mano.

“Non c’è bisogno del lei,” mugugnò lei stringendogliela.

Improvvisamente Ruby la tirò verso di sé. Anra si guardò intorno per assicurare che non li stesse guardando nessuno, imbarazzatissima. Poi alzò gli occhi sul volto dell’uomo e si calmò immediatamente: la stava guardando con un misto di dolcezza, malinconia e tristezza. “Mi aiuteresti, per favore?” chiese Ruby.

Lei annuì senza nemmeno pensarci.

L’Antico mosse un braccio per tirare fuori qualcosa. Il cuore della povera Anra stava letteralmente impazzendo mentre la sua mente considerava la possibilità di una confessione o di un anello di fidanzamento in una scatoletta nera di velluto... “Potresti dirmi dove va messo questo?” Alzò il libro dalla copertina nera che aveva preso il giorno prima.

Anra ci rimase di sasso.

Ruby rise strofinandosi il retro della testa con l’altra mano. “Ieri mi hai detto dove metterlo, ma col fatto che l’hai praticamente urlato mentre correvi via, non ho avuto il tempo di memorizzarlo!!”

Lei gli strappò bruscamente il libro di mano e s’incamminò borbottando un secco “Seguimi.”

“Sono dietro di te,” rispose l’uomo seguendola allegramente.

***

Gettò uno sguardo dietro di lei. Quell’uomo la stava seguendo obbediente come un cagnolino mentre osservava impressionato gli scaffali pieni di libri. Ma chi accidenti era?! Aveva detto di chiamarsi Rigel, ma doveva chiamarlo Ruby. Da come la maglietta nera era tirata sulle sue spalle e sul suo petto poteva intuire quanto fosse scolpito il suo fisico, quindi era meglio non fare mosse affrettate altrimenti gli sarebbero voluti due secondi per sbatterla al muro e rompergli tutte le ossa. La cosa che più la colpiva però erano gli occhi: in tutta la sua vita non aveva mai visto un essere umano dall’iride color ametista. E non aveva mai visto così tanta tristezza condensata in un solo paio.

“Conosci gli Antichi?” chiese ad un tratto Ruby senza distogliere lo sguardo dagli scaffali.

Anra sussultò per lo spavento e tornò a guardare la strada di fronte a sé. “Beh, s-sì, ho letto qualcosa a riguardo...” L’altro stette in silenzio e lei capì che stava aspettando di sentire cosa sapeva. “Da quello che ho capito, gli Antichi sono essere disumani che mirano unicamente a conquistare il mondo distruggendo la Marina. Sono spietati, sanguinari e violenti, ma la cosa che più mi spaventa è il fatto che siano così difficili da ammazzare. Infatti, a quanto pare, si possono uccidere solo se un unico punto sul loro corpo viene centrato, e questo punto è nascosto alla vista. Dai rapporti della Marina che sono riuscita a leggere, sono davvero dei mostri senza alcun controllo, devoti solo a squarta--“ Si fermò quando notò che ormai solo i suoi passi battevano sul parquet. Si voltò e vide Ruby, fermo, in mezzo allo stretto corridoio, che la fissava intensamente con quegl’occhi così magnetici.

“Credi davvero a quello che hai appena detto?” le chiese. Il suo sguardo non era carico di rabbia, ma la metteva comunque a disagio.

Spostò nervosamente il peso da un piede all’altro mentre cercava di sostenere il suo sguardo. “A che cos’altro dovrei credere? Le parole stampate non mentono mai, e di certo non puoi essere tu a contestarle.”

“Dammi una possibilità.” La sua voce era tremendamente determinata.

“Per fare cosa?” ribatté cautamente Anra. Oddio, questo mi vuole violentare, per caso?

“Per farti ricredere in tutto.”

La ragazza rimase qualche secondo in silenzio, stupita dalla decisione che aveva sentito tra le sue parole. Abbassò lo sguardo sul libro che teneva stretto al petto. La Via Delle Ombre. Una via che portava alla scoperta di cose nascoste. Sorrise, un sorriso di sfida, ed alzò la testa. “D’accordo. Vediamo cosa sai fare.” A vedersi non sembrava un tipo combattivo, ma in realtà adorava le sfide.

Ruby rilassò le spalle e sorrise. Lei arrossì all’istante alla vista della dolcezza e del calore di quel sorriso. Si girò di scatto e prese a marciare verso la sezione giusta, seguita dall’uomo che credeva di saperne di più dei libri.

In fondo, non è poi così male.

***

“Ecco... qui...” disse Anra allungandosi ed alzandosi sulle punte per rimettere il libro al suo posto sullo scaffale. Si voltò e fece per allontanarsi ma fu bloccata dal corpo di Ruby. Tese un braccio vicino al suo orecchio sinistro poggiando il palmo aperto della mano sul legno dello scaffale, tagliandole ogni via di fuga. Si avvicinò in modo impressionante a lei con quel magnifico mezzo sorriso stampato sul volto. La ragazza si sentì andare più a fuoco di una supernova e si appiattì più che poteva contro la libreria. Ruby prese fiato e dischiuse la bocca. Anra chiuse gli occhi strizzandoli con tutta la forza che aveva. Ecco, ora mi bacia...!!!

“Mettiti un paio di pantaloni e portati una felpa,” le sussurrò vicino all’orecchio. “Solo per lei, la aspetto stanotte alle pendici del bosco a Nord da qui per farle ricredere su tutto.” Detto ciò si allontanò, le diede le spalle e se ne andò. “Ah, e grazie per aver rimesso il libro a posto per me,” le disse senza voltarsi alzando una mano in segno di saluto.

Anra lo fissò allontanarsi con quell’andatura sinuosa e rilassata prima di afflosciarsi a terra con il cuore che le batteva a mille. Poggiò la schiena contro la libreria per sostenersi. Prese un lungo respiro e guardò il soffitto, combattuta.

***

Ruby, ma che accidenti ti passa per la testa?!

“Non lo so.”

Ti rendi conto che lei è un umana?!!

La stanza era completamente buia e silenziosa. Si era seduto su una delle poltrone ad attendere il calar della notte.

“Sì, ma è semplicemente identica a lei.”

Lamia era un altro discorso: lei era un Mezzo Antico. E poi lei è morta. Vedi di mettertelo bene in testa.

“Quello lo so. Sono passati esattamente 7294 anni, 5 mesi e 13 giorni dalla sua morte.”

Ecco. Quindi vedi di dimenticarti di quest’altra ragazza. Sei venuto qui per dimenticare tutto.

Le risate di alcuni bambini che giocavano sulla strada bagnati dalla luce rossiccia del sole al tramonto raggiunsero le sue orecchie. Poi una voce di donna urlò qualche rimprovero e i bambini brontolarono annoiati e rattristati. Gli vennero in mente tutte quelle volte che Aqua si lamentava, come quei marmocchi, dei divieti che spesso era costretto ad imporle per la sua salute, ma che puntualmente non rispettava. Strinse il pugno fino a farsi sbiancare le nocche. Un sorriso di lei e la rabbia subito svaniva. Un sorriso e la paura si dissolveva. Un sorriso e il dolore spariva. L’aveva imparato dalla cugina che bisognava cercare di sorridere sempre, anche nelle situazioni più terribili. Ed ogni volta che ne aveva bisogno, lui si rivolgeva sempre alla sua Aqua-chan, il suo punto di riferimento. Ma ora che anche quel sorriso se n’era andato senza poter fare ritorno?

Sono morte entrambe. E di certo non ti aiuterà piangerti addosso. Tanto meno consolarti su quest’altra ragazza.

“Non la sto usando per consolarmi.”

E allora cosa?!

“È qualcosa di più.”

Hahahahaha!! "Qualcosa di più", dici te!! Ma non farmi ridere! Nemmeno la conosci! E sentiamo, cosa saresti disposto a fare per lei? Ti ricordo che sei stato soprannominato “Mietitore” perché calpestavi i tuoi compagni ogni qualvolta la Marina riusciva a rintracciarti. Con la tua Falce mietevi una strada densa di tradimento, morte e sfiducia. Hai persino ucciso tua zia per i tuoi scopi! Finchè non è arrivata Aqua. È stato solo grazie a lei se sei riuscito ad appendere al muro la tua Falce ed usarla solo quando strettamente necessario. Ma ora è morta. Lei non c’è più, e non c’è nemmeno Lamia. Sei di nuovo il tuo vecchio te. Fammi ridere un altro po: cosa saresti disposto a fare per questa donna?

“Tutto. Sono disposto a tutto per lei. Sento che sono pronto a fare di tutto per lei. Solo per lei.”

  
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