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Autore: Heloissa_    25/07/2011    0 recensioni
Questa storia ha inizio poco prima del quarto anno di Harry Potter ad Hogwarts.
E' la storia di una giovane strega dalla mente brillante e dall’indole espansiva, e degli eventi che rivoluzioneranno per sempre la sua vita.
L’inaspettato ritorno alla Scuola di Magia e Stregoneria tre anni dopo aver conseguito il diploma, l'ingresso nell'Ordine della Fenice, un nuovo inizio, lo scoprire – come pochi coraggiosi sono capaci di fare – che l’apparenza non è tutto. E che è meglio rinunciare a farsi piacere qualcuno, piuttosto che provare a cambiarlo.
Dal Capitolo 20:
“Hai paura?” Ninfadora la guardò tra il comprensivo e l’indignato. “Ti ha minacciata, non è vero? Silente sarà dalla tua, non preoccuparti! Aspetta che lo vengano a sapere tutti gli altri… Non potrà più uscire di casa, schifoso molestatore…”
“Ma che paura!” proruppe un po’ piccata. Ninfadora avrebbe dovuto saperlo che se qualcuno avesse cercato di fare certe cose con lei non sarebbe probabilmente restato nulla da mandare ad Azkaban!
Guardò poi per un attimo l’amica di sottecchi, prese un gran respiro e si decise a continuare.
“No è che… Cioè… Quando è successo per la seconda volta… Una settimana dopo, quasi… Io ho ricambiato il bacio, quella volta, porca miseria!”
“E’ successo di nuovo? Come ha potuto, quel…”. Ninfadora si bloccò, senza riuscire a finire l’imprecazione. Aveva realizzato l’ultima parte della frase appena detta da Miranda. Spalancò gli occhi più che poté, sembravano quasi quelli della Cooman.
Poi cominciò a ridere. Non era molto convinta ma ce la metteva tutta a far finta di divertirsi come non mai. “Sei sempre tu eh! Mi fai morire, guarda… Ah ah ah… Ci vediamo talmente poco, ultimamente, che quasi ci ho perso l’abitudine, ai tuoi scherzi! Ah ah…”
“Non sto scherzando” disse Miranda sorridendo debolmente e arrossendo, se possibile, ancora di più.
“Tu non stai…?”
“No”
“Non scherzi!?” chiese ancora, stavolta con tono quasi supplichevole.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 2 – Ancora una sorpresa e duro lavoro



 
Mentre Ninfadora sfogliava distrattamente la Gazzetta del Profeta, Miranda ruppe una seconda busta e si mise a leggere la pergamena che conteneva, scritta in due metà distinte e con due calligrafie diverse. Era di…
“Ah!” esclamò divertita “Non ci posso credere! Non ci posso assolutamente credere! Indovina chi torna da queste parti?”.
Ninfadora chiuse con uno scatto il giornale. “Chi?”
Miranda le passò la lettera e quella, come aveva fatto lei pochi istanti prima, la lesse tutta d’un fiato, per poi prorompere in un “nooooooo!” di sorpresa. “Bill e Charlie! E’ da una vita che non li rivediamo!”.
Curiosamente, Miranda aveva pensato ad uno dei loro fratelli non troppi minuti prima. Bill e Charlie Weasley avevano frequentato Hogwarts, come loro, ma quando le due ragazze erano al primo anno, i due erano già rispettivamente al quarto e al secondo. Essendo entrambi Grifondoro, erano stati grandi amici di Miranda, in particolare Charlie, con il quale aveva solamente un anno di differenza. Tuttavia, conoscevano anche Ninfadora. Avevano saputo da una lettera di Miranda del giorno prima che ora avrebbe alloggiato dall’amica per un po’ e così avevano aggiunto un amichevole saluto anche per lei, concludendo con un tipico “e facci sapere di che colore ha i capelli adesso!”.
Miranda, infatti, non aveva mai smesso di tenersi in contatto con loro via gufo da quando se n’erano andati da Hogwarts, ma erano un paio d’anni che non li rivedeva di persona a causa dei loro impieghi: Bill lavorava per la Gringott in Egitto e Charlie in Romania, con i draghi. Nella lettera comunicavano tutti felici che avevano ottenuto entrambi il permesso di passare con la loro famiglia  tutto Agosto e Settembre, anche in vista della Coppa del Mondo di Quidditch.
“Ah già, quella!” sospirò Miranda.
“Come, non sei contenta di andarci, e anche gratis? Io avrei fatto carte false, ma col cavolo che Ludo mi ha dato i biglietti!” fece di rimando Ninfadora, amareggiata.
“Beh se è per questo non li avrebbe mai dati nemmeno a me, figurati!” rispose lei “Ci vado solo perché in quel momento sono in servizio, capirai, tutti quei maghi insieme per un evento del genere, il Ministero è pazzo di paura che i babbani possano accorgersi di qualcosa... Non gli do torto, per carità, infatti già mi sento male solo a pensare a quanto lavoro avrò da fare quella notte. Alcuni dei miei colleghi sono riusciti a farsi infilare nei turni delle sere prima. Comodi, loro! Devono solamente soprassedere all’insediamento nelle varie aree da campeggio! Ma io sono in servizio per l’intero giorno della Coppa, vuoi mettere? Sono già disperata all’idea di dover tenere a bada migliaia di maghi e streghe fuori di sé dall’eccitazione”. Fece una pausa per accarezzare il gufo e addentare il suo toast. “Perlomeno, dopo la scarsa paga che mi danno e il gran lavoro che abbiamo da fare, in compenso potrò vedermi la partita! Aaaah… Ci pensi? Irlanda contro Bulgaria! E sono pure in tribuna, come membro del Ministero! Cavolo, non avrei mai sperato di…” si interruppe, notando lo scoramento di Ninfadora. Entrambe adoravano il Quidditch, erano state giocatrici delle loro squadre a Hogwarts, Miranda cacciatrice e Ninfadora portiere. A dir la verità quest'ultima aveva provato anche come battitrice, ma i Tassorosso si erano accorti molto presto di quanto fosse poco prudente darle una mazza in mano.
Un provvidenziale, grosso orologio a cucù attirò l’attenzione di Miranda. “Forza, dobbiamo andare o faremo tardi!”.
Continuando a chiacchierare sulla posta ricevuta quella mattina, si infilarono i mantelli ed uscirono di casa.
Entrarono insieme al Ministero ma si divisero quasi subito, i loro uffici erano molto distanti. Mentre Miranda si dirigeva di buon umore verso il suo, incontrò Arhur Weasley. Conosceva Arthur molto bene, non solo lavorava in un ufficio vicinissimo al suo, ma lei era stata invitata più volte alla Tana, dimora degli Weasley, per passare qualche settimana delle vacanze estive con Charlie. Era sicura di piacere al signor Weasley, e non solo per la sua personalità gioviale: avere un padre babbano aveva fatto di lei una grande esperta di oggetti che all’uomo facevano letteralmente andare su di giri.
“Allora, te l’hanno detto?” fece venendole incontro, tutto emozionato.
“Ma certo! Sono così contenta! Ho letto che anche voi avete tutti un posto in tribuna, saremo insieme!”
“Già! Non è meraviglioso? Ah ecco, appunto, volevo chiederti… Noi abbiamo una tenda abbastanza spaziosa, non è un granchè, certo, ce l’hanno prestata… Però se vuoi c’è spazio anche per te, passeremo il pomeriggio lì!”
“No, la ringrazio, signor Weasley, ma io sono in servizio!” . Miranda lo guardò con una complice aria di rassegnazione. Sapevano entrambi quanto sarebbe stato stancante dover lavorare proprio quel giorno per il suo Dipartimento.
“Oh… Beh” riprese Weasley, che non aveva intenzione di demordere “allora ti andrebbe di venire a cena la sera prima? Ci siamo davvero tutti, e ci sono anche due compagni di Ron! Uno è Harry Potter! Sai, è un grande amico di mio figlio!” aggiunse tutto fiero.
“Io non saprei, signor Weasley, sarete già così tanti, non vorrei disturb…” la ragazza si dovette bloccare perché l’uomo, davanti a lei, la stava guardando come se stesse dicendo che mangiare un Vermicolo era meglio di una bella partita a Quidditch.
“E va bene” concluse allora lei, felicemente rassegnata.
“Perfetto! Allora ci vediamo la sera prima della partita, sai come arrivare alla Tana!”. Fece per andarsene e Miranda poteva già vedere il retro della sua testa quasi completamente pelata, fatta eccezione per qualche sporadico capello rosso fuoco. Però si voltò e aggiunse “Dimenticavo, invece, so che forse ci si rivedrà anche…” si bloccò, l’aria di chi voleva rimangiarsi tutto. Forse pensava di aver detto troppo. Ma troppo di cosa?
Prima che Miranda potesse intercettare di nuovo il suo sguardo, fece un cenno di saluto e sparì dalla parte opposta del corridoio. Mentre la ragazza raggiungeva il suo ufficio, dal quale si sentivano già provenire voci concitate, non riusciva a togliersi dalla testa che l’esitazione del signor Weasley e la lettera di Silente fossero, in qualche modo, collegati.
Raggiunta la porta dell’ufficio del Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, bussò. La discussione si interruppe per un attimo e un ometto tarchiato dai capelli cortissimi e biondi venne ad aprire.
“Harris” salutò cortese Miranda. Il suo collega, un cinquantenne alla mano, le stava simpatico. Era praticamente l’unico, in quell’ufficio.
“Oh sei tu… Vieni” la introdusse dentro. Compton, il loro capo, era in piedi al centro del grande tavolo che usavano sia per fare riunioni che come unica, grande scrivania. C’è da dire che il suo Dipartimento, a parte le relazioni scritte, agiva più tempo fuori che dentro il Ministero, e usava le bacchette molto più che le piume e le pergamene.
Compton aveva una stazza piazzata e una barba folta, e quella mattina non era di buon umore. Miranda pensò tra sé di avercelo visto una volta, di buon umore. Forse.
“Dove sono gli altri?” chiese, vedendo che a parte lei, Compton ed Harris non c’era nessuno.
“Se non ci sono ci sarà un motivo no?” sbottò il suo capo, in cagnesco. Miranda lo ignorò, odiava le prepotenze, ma ci era abituata e non aveva voglia di attaccare una lite. L’aveva fatto spesso, però, ed era un miracolo avere ancora il posto.
“Comunque, sono nello Yorkshire, il solito mago minorenne che si diverte col suo legnetto a combinare casini e rovinarci la giornata. Spero che venga espulso, almeno” sbuffò sbrigativamente rivolto alla ragazza, per tutta risposta. Figurarsi, come se Silente fosse stato tanto stupido da espellere un adolescente perché aveva fatto scoppiare il gatto.
“In ogni caso” continuò “ho mandato stamattina presto la convocazione per questo caso agli altri e non a voi due, perché dobbiamo cominciare ad organizzarci per la Coppa del Mondo”. Miranda e il signor Harris si guardarono e sorrisero rassegnati. La ragazza non sapeva ancora con chi avrebbe svolto il terribile turno la giornata della partita, ma ora aveva capito chi era stato incastrato. Come sempre, la più giovane e il più bonaccione dell’ufficio. Quanto odiava Compton e i suoi colleghi approfittatori.
La Coppa del Mondo si sarebbe svolta solamente a fine Agosto, perciò mancavano ancora due mesi, ma alla fine della giornata lei ed Harris avevano già stabilito le fasi più importanti del loro turno di lavoro, sotto la supervisione acida del signor Compton. Alle sette di sera, finalmente, con solamente una pausa pranzo ed una caffè nel pomeriggio, quest’ultimo decise che era ragionevole tornare a casa. L’ufficio era ormai vuoto, per quel giorno sembrava che nessuno avesse più intenzione di far prodezze e creare caos in presenza di babbani. Perciò, i loro colleghi erano usciti da più di un’ora, lanciando al loro indirizzo occhiatine insopportabili che facevano chiaramente capire che si sarebbero venduti il gufo piuttosto che prendere il loro posto.
Miranda salutò stancamente Harris e il signor Compton e si avviò verso l’uscita. Nell’ascensore che trasportava i dipendenti su e giù per il Ministero non incontrò anima viva. Non si stupì, quelli del loro ufficio uscivano quasi sempre per ultimi. Senza contare le numerosissime chiamate di emergenza fuori dall’orario di lavoro.
Tornando, Miranda si chiese perché il loro stipendio fosse così misero, visto e considerato quanto avevano da fare ogni santissimo giorno.
Si consolò pensando che almeno poteva lavorare con quello che le riusciva meglio e le piaceva di più, ovvero gli incantesimi, e che avrebbe visto completamente gratis, dalla tribuna, la Coppa del Mondo.
Ninfadora era già a casa da molto tempo. Era vero ciò che aveva detto quella mattina, a colazione: ultimamente gli Auror non avevano molto da fare, Black sembrava scomparso nel nulla per la seconda volta e nessun altro criminale era in giro da tempo. L’aria annoiata dell’amica le disse che, da parte sua, non riteneva del tutto una fortuna tutto questo. Ma lei sapeva che non faceva sul serio e che, come tutto il mondo magico, avrebbe considerato una disgrazia tra le più grandi il ritorno di certi maghi oscuri, o, peggio, di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato in persona.








Note dell'autrice

Ho deciso di dedicare questo secondo capitolo a descrivere la vita di Miranda com'è prima di quel qualcosa che la rivoluzionerà in maniera radicale. Siamo ancora proprio agli inizi!
Spero vogliate continuare a leggere e, magari, a recensire!
Per ora, ringrazio di cuore le persone che hanno aggiunto questa storia tra quelle che seguono e Lady__Joo per aver scritto la prima recensione: anche se per ora non posso dirti se la tua supposizione sia giusta o sbagliata ;) - sennò mi tolgo tutto il divertimento (per la serie: "si diverte con poco") xD - mi ha fatto molto ma molto piacere!
Alla prossima!

 
   
 
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