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Autore: Abirthofbrokendreams    26/07/2011    2 recensioni
Evelyn, una giornalista Echelon a Los Angeles. Jared e Shannon, finalmente a casa, si godono le vacanze. Cosa succederà quando le vite dei tre si incroceranno?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dal secondo capitolo son passati di nuovo due mesi. Mi odio per questo. Quando scrivo ci metto un sacco di tempo, perchè cambio un sacco di volte la storia, ci aggiungo cose, ne tolgo altre e mi prendo troppo tempo. Prometto che la prossima volta non vi faccio aspettare così tanto. Spero che questo capitolo vi piaccia e come sempre, un bacione a tutti.



We're still building and burning down love.

Sono andata a letto con Shannon Leto, e non riesco neanche a crederci. Stanotte è stata la più bella della mia vita e difficilmente riuscirò  a dimenticarla, anche se dovesse essere l’unica che passo con lui. Credo sia stato bene anche lui, dall’ espressione soddisfatta che ha mentre dorme. In questo momento è più bello di quanto si possa immaginare, con il sole che lo illumina come un angelo, l’immagine che gli si addice di meno. Shannon non lo è affatto a letto, e a me va bene così. Non so se sono una delle tante che ha passato la notte con lui, ma non mi importa. Probabilmente domani questo sarà solo un bel ricordo e io una delle tante ragazze nella sua infinita collezione. Ma non mi sorprenderebbe, perché da lui non mi aspetto niente.

***

Evelyn si alzò dal letto, lasciando Shannon che dormiva beatamente. Si infilò la prima cosa che trovò: una camicia azzurra sicuramente appartenente a Shannon, dato il profumo che emanava. Cercò la cucina, che non aveva avuto modo di vedere, e tentò di cucinare qualcosa. Rovistò in tutti i cassetti per cercare una benedetta caffettiera, ma invano.
“Non è che per caso stai cercando questa?” Shannon la spaventò posandole una mano sul fianco e con l’altra le sventolava davanti la caffettiera che si trovava sul ripiano dietro di lei, e che non aveva notato per la distrazione.
“Dio, Shannon.. mi hai spaventato.”
“Scusami, ma mi divertivo a guardarti affannata.. poi ho pensato che dovevo darti una mano.”
“Fammi capire.. sei rimasto tutto il tempo a guardarmi mentre trovavo quella maledetta cosa?”
“Esatto, da quando ti sei alzata.”
“Ma stavi dormendo!”
“Sbagliato. Ero più sveglio di te.”
“Che stronzo.”
“Ehi signorina, piano con le parole.” La ammonì Shannon mentre si avvicinava sorridendo ad Evelyn e le posava le labbra sulla guancia. Lei diventò improvvisamente rossa e per non farsi guardare abbassò la testa. Lui le sollevò il mento.
“Si può sapere che c’è? Ti dà fastidio che ti baci sulla guancia?”
“No, assolutamente. È che è tutto così.. strano. Un giorno sono in pausa pranzo dal lavoro, annoiata dalla mia solitudine e il giorno dopo sono con Shannon Leto, con la sua camicia addosso, nella sua cucina. è assurdo non trovi? Ed è ancora più assurdo che sia capitato a me! E so anche che domani sarà tutto finito, e probabilmente finirò per convincermi che è un sogno.”
“Evelyn, non so cosa succederà domani. Ma credimi, non era mia intenzione usarti per questa notte. So che quasi sicuramente questa è la mia fama, e non nego che l’ho fatto tante volte. Ma ti giuro, che se stanotte abbiamo fatto sesso, non è per puro piacere personale, o per capriccio. Non so cosa mi è preso ieri quando ti ho visto. Eri lì, sola, che sembravi così immersa nei tuoi pensieri. Non ce l’ho fatta a non avvicinarmi. Volevo conoscerti, voglio conoscerti. Non è stata solo una notte, mi credi?”
“Si, Shan, ti credo. Ma non vorrei illudermi. È successo troppe volte.”
“Non ti illuderò. Voglio solo approfondire questa conoscenza, ti va?”
“Beh, questo non devi neanche chiedermelo. Ho la possibilità di conoscere il mio batterista preferito, dovrei anche rifiutare?”
“Se poi quel batterista sono io, non c’è niente da discutere.”
“Esatto. Ma che modesto, oh.”
“Sono conosciuto per la mia modestia, è il mio secondo nome.”
“Credevo fosse Christopher.”
“Terzo, allora.”
Fecero colazione insieme, parlando delle loro vite, dei loro gusti, delle loro passioni e scoprirono di avere parecchie cose in comune. Evelyn dimenticò i pensieri negativi della discussione precedente e si fece guidare dal cuore. Si disse che Shannon non poteva essere così male come aveva creduto e decide di fidarsi. Si sarebbe fatta conoscere da lui e intanto avrebbe conosciuto il lato nascosto del batterista, quello che andava oltre la facciata pubblica.
“Beh, che ti va di fare oggi?” Chiese Shannon interrompendo i suoi pensieri.
“Diciamo che dovrei lavorare tutta la mattinata, ma il pomeriggio sono libera.”
“Oh, certo. Allora ti porto in un bel posto oggi pomeriggio, passo a prenderti io. A che ora finisci?”
“All’ora di pranzo.”
“Perfetto, pranzi con me allora?”
“Se ti fa piacere, si.” Evelyn gli sorrise.
“Certo che mi fa piacere.” Le fece l’occhiolino e andò a vestirsi. Evelyn fece altrettanto e indossò i vestiti del giorno precedente, poi prese le sue cose e salì in macchina con Shannon , che si offrì di accompagnarla a lavoro.
Passò una mattinata tranquilla, sistemò gli abbozzi per i suoi servizi, fece qualche ricerca e l’ora di pranzo non tardò ad arrivare.. Quando tutti furono andati via, uscì dall’ufficio e trovò Shannon puntualissimo ad aspettarla.
“Scusa se sono scesa un po’ più tardi, non volevo destare sospetti, ho preferito aspettare che se ne fossero andati tutti.”
“Figurati, nessun problema.” Disse lui tranquillo.
Salirono in macchina e Shannon la condusse in un ristorante nei pressi del Molo di Santa Monica, dal quale si poteva ammirare il mare. Mangiarono e parlarono del più e del meno, quando ebbero finito Shannon insistette per pagare il conto e la portò a passeggio sulla spiaggia.
“Ti piace molto questo posto, vero?”
“Si, da cosa l’hai capito?”
“Beh, ci siamo venuti due volte in due giorni.”
“Hai ragione, scusami, devo esserti sembrato monotono.”
“Ma no, affatto. Ha qualcosa di speciale questa spiaggia?”
“Quando ho troppe cose nella testa vengo qui, faccio una passeggiata  e libero un po’ la mente. Mi fa stare meglio.”
“Capisco. Per me è lo stesso con il posto dove ci siamo incontrati.”
“Oggi però è diverso: non c’è niente che mi preoccupa, eppure ti ci ho portato lo stesso. È come una calamita.”
“Fa niente. È rilassante stare qui, in effetti. C’è silenzio.”
“Proprio quello di cui ho bisogno ogni tanto. Sai com’è: tra la musica, le interviste e quel logorroico di mio fratello..” Shannon la guardò sorridendo, Evelyn fece lo stesso, ma in realtà il riferimento a Jared le aveva fatto tornare in mente il loro incontro, ricordo che scacciò perché sapeva che non aveva senso.
“Allora, hai detto che mi avresti portato in un bel posto oggi, di che si tratta?”
“Vedrai.” E così dicendo tornarono nuovamente in auto, fecero un po’ di strada e parcheggiarono davanti ad un edificio il cui ingresso era affiancato da quella che sembrava una vetrina, coperta però da giornali. Evelyn non lo riconobbe subito, ma appena Shannon la fece entrare, si rese conto di trovarsi al “The Hive” il luogo dove i ragazzi avevano registrato l’ultimo album e dove si intrattenevano quando erano a Los Angeles. La ragazza riconobbe le scritte sui muri che aveva visto in vari video. Sembrava non esserci nessuno, ma Shannon prese la mano di Evelyn e la condusse nella stanza che si trovava accanto all’ingresso.
“Ragazzi vi presento Evelyn, la ragazza di cui vi ho parlato.” Disse. Nella stanza c’erano Tomo, la sua neo sposa Vicki e Jared, la cui espressione erano un misto di stupore, incredulità e sorpresa.
“Piacere di conoscerti, Evelyn” dissero insieme i neo sposi. Jared invece, non sapeva cosa dire. Non sapeva se far sapere al fratello che la conosceva o fare finta di niente. Perciò preferì non dire nulla.
“Il piacere è mio.” Disse Evelyn sorridente. Guardò di sfuggita Jared, imbarazzata dalla sua presenza, sebbene fosse sicura che lui neanche se la ricordava. Invece Jared la ricordava eccome, anzi l’aveva pensata più di una volta in quei tre mesi. I ragazzi la fecero accomodare e le fecero qualche domanda sulla sua vita. Lei, persa la timidezza iniziale, iniziò a raccontare del suo lavoro, delle sue passioni e di come era diventata un’Echelon. Le offrirono da bere e lei accettò di buon grado. Tra un discorso e l’altro il tempo passò in fretta e si fece tardi.
“Vi ringrazio della chiacchierata, è stato un onore. Ora però, è meglio che vada , o non troverò più taxi a disposizione. Spero di rivedervi.” Disse salutando tutti.
“Aspetta Evelyn, ti accompagno io.” Si offrì Shannon.
Evelyn gli disse di non preoccuparsi ma lui insistette e lei accettò. Appena salirono in macchina, Shannon iniziò ad imprecare.
“Cazzo. La benzina.” Rientrò dicendo che gli era finito il carburante, borbottando tra sé e sé. I bicchieri di vodka che aveva bevuto precedentemente non aiutavano di certo il suo autocontrollo.
“Le do un passaggio io.” Disse inaspettatamente Jared.
“Prestami la tua auto, piuttosto.”
“Shan, sei mezzo ubriaco, è meglio se non guidi. Dammi retta, resta qui.” Jared riuscì a convincere il fratello e si fece seguire in macchina da Evelyn.
Appena entrati Jared le chiese dove si trovava casa sua, lei gli disse l’indirizzo e poi rimasero in silenzio, imbarazzati.
“Quando mio fratello ci ha parlato di te, non avevo capito che fossi tu.” Disse Jared.
“Allora ti ricordi?” Chiese Evelyn, sorpresa.
“Certo che mi ricordo, anche se sono passati tre mesi.”
Evelyn rimase in silenzio. Era sicura che lui non si sarebbe ricordato di lei, invece era il contrario.
“Come mai non mi hai più chiamato?” le chiese Jared.
“In realtà, il giorno dopo il nostro incontro ho perso il tuo biglietto.”
“Io credevo che non ti interessasse rivedermi. Nonostante questo però, ho setacciato tutti i giornali di Los Angeles e non trovandoti ho pensato che ti fossi trasferita di nuovo a Chicago, perciò mi sono arreso.”
Evelyn non volle chiedergli il perché di tanta insistenza nel volerla rivedere. Era quasi sicura di conoscere la risposta e aveva paura di averne la conferma. Non poteva rovinare tutto con Shannon.
“Ah eccoci. Siamo arrivati.”
“Quasi mi dispiace.” Disse Jared a bassa voce, pensando che lei non sentisse.
Si guardarono negli occhi, entrambi non sapevano cosa fare o cosa dire. In quel momento si ritrovarono come due poli opposti di una calamita che non possono far altro che unirsi, attratti l’uno dall’altro. Questo però durò non più di qualche intenso secondo, perché prima che le loro labbra potessero sfiorarsi si resero conto che non avrebbero potuto commettere quello sbaglio. Si allontanarono timidamente. Jared scese dalla macchina e le aprì la portiera sorridendo nervosamente, per nascondere l’imbarazzo; le porse la mano e l’aiuto a scendere.
Si trovarono nuovamente uno di fronte all’altra; indecisi su cosa fare, si strinsero in un abbraccio amichevole.
“Grazie del passaggio Jared, sei stato molto gentile.”
“Figurati, per così poco.” Disse lui. Sciolsero l’abbraccio e si guardarono.
“Buonanotte, allora.”
“Buonanotte Evelyn.”
Si allontanarono, Jared tornò in macchina, Evelyn cercò le chiavi e aprì la porta di casa. Si girò a guardarlo un’ultima volta. Lui era ancora lì, che aspettava che lei entrasse. La ragazza lo salutò con la mano e lui fece lo stesso. Evelyn si chiuse la porta alle spalle e sospirò, pensando che il suo ritorno a Los Angeles sarebbe stato molto più avventuroso del previsto.
 

 

  
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