Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: BeliveInAngels    26/07/2011    1 recensioni
[...]-TONY!!!- la voce del capo mi arrivò come un sussurro in confronto al boato che fece la pistola di Haswari, non appena lasciò che il dito tirasse verso di sè il grilletto. Incrociai anche lo sguardo di Gibbs. Li guardai mentre inchiodavano, alzando le pistole. Urlavano, ma non li sentivo. McGee sparò, anche Kate. Io ero in mezzo ad un conflitto a fuoco e l'unica cosa che sentivo era un dolore alla schiena che mi faceva tremare le gambe. Caddi a terra, nel silenzio più assoluto. Sbattei con violenza sull'asfalto, cercando di capire cosa stesse succedendo intorno a me.
[...]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Paralysis'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Titolo: Paralysis
Autore: BeliveInAngels
Genere: Slash, Non per stomaci delicati (anche se alla fine gli stomaci delicati non esistono più, si sono estinti XD)
Coppia: Gibbs/DiNozzo
Narrazione: 1^ persona (DiNozzo)




* * * * *



_.-*THE SNIPER*-._



Non avevo dormito per niente, nemmeno per scherzo. Avevo pensato tutta la notte a quello che era successo, a quello che avevo detto e, soprattutto, a quello che avevo provato. Sensazioni così meravigliosamente inquietanti che mi avevano portato a rotolarmi nel letto per ore, senza riuscire a prendere sonno. Camminai trascinando i piedi fino alla mia posizione e mi sciolsi sulla sedia, aggrappandomi e scalandola, che ostacolo insormontabile!!!

Accesi il computer e mi feci i complimenti da solo per essere il primo arrivato del mio turno. Battei le mani a me stesso per auto convincermi che ero un bravo agente... In realtà non avevo dormito per cui ora in più o in meno a letto non faceva alcuna differenza.

-Tony!!!- esclamò Kate arrivando in fretta senza guardarmi.

-Ciao Kate, dormito bene?-

-Sì, ho dormito. Preparati perchè arriva Gibbs con gli agenti del Mossad.- nel frattempo anche McGee era arrivato e si era accasciato stanco sulla sedia.

-Oh che fortuna!!! McSveltezzaGee!!! Sei arrivato giusto in tempo!- esultai guardando l'orologio.

-Sì, giusto in tempo per vedere le scenate di Gibbs.- fece Kate fingendo di lavorare, lanciandomi occhiate inquiete mentre il malumore di Gibbs ci investiva come uno tsunami, prima ancora che arrivasse.

-Ok, sentite la cappa nera?- domandai alzando un sopracciglio mentre le porte si aprivano e Gibbs sfrecciava come un razzo di fronte alle scrivanie senza guardarci, senza salutare, sbattendo una busta sopra al mio tavolo, una sopra al suo e avanzando fino all'infinito e oltre. Io, Kate e McGee ci guardammo increduli mentre sentivamo lui parlare al telefono. Parlare... urlare più che altro.

-Che è quella roba?- domandò Kate sporgendosi.

-Fatti i fatti tuoi!- esclamai portandomi la busta al petto. Era già stata aperta ma l'indirizzo scritto sopra non era il mio, ma quello del capo. Avevo già qualche idea su cosa poteva contenere, ma per evitare strane sorprese mi alzai.

-Dove vai?- io le tirai la lingua e mi avviai verso il bagno- Infame!!!- mi urlò sottovoce stringendo i denti. Entrai nel bagno e, posandomi al lavandino, aprii la busta, prendendone il contenuto. Erano foto, mie e di Gibbs, in servizio e in tutti gli scatti, sopra alla mia faccia c'era un'enorme X fatta con l'indelebile nero. Le sfogliai sentendo crescere dentro di me una strana angoscia. Era per quello che Gibbs era furioso? Ero curioso di vedere cosa c'era dentro la busta che aveva 'posato con poca grazia' sulla sua scrivania. Infilai le foto nella busta e uscii, incrociando, per sfortuna epocale, Gibbs che, probabilmente, stava a andando alla scrivania.

-Capo?-

-Dobbiamo parlare.-

-Sì, lo penso anche io.-

-Hai visto il contenuto della busta?- mi domandò. Io alzai la mano mostrando cosa tenevo tra le dita- Perfetto. Le hai viste.-

-Sì.-

-Ho portato le foto ad Abby. Entro stasera ci dirà se sono vere o false.- sperai con tutto il cuore che fossero dei fotomontaggi fatti da un maestro altrimenti non sarei più riuscito a guardare Gibbs in faccia.

-Perfetto.-

-Ora vado a parlare con gli agenti del Mossad, tu vai da Ducky. Voglio sulla mia scrivania il rapporto dell'autopsia di Nelson. Vedi di non fare stupidaggini, DiNozzo.- e si incamminò. Io rimasi qualche secondo interdetto, ma alla fine avanzai fino all'ascensore e attesi di arrivare in sala autopsie. Entrai prendendo un gran respiro.

-C'è sempre un profumo ottimo qui.- Ducky alzò gli occhi dal bancone.

-Sai DiNozzo? Qui ci stanno cadaveri, non fioristi laboriosi.-

-Mmmm, ottima battuta.-

-Cosa ti serve questa volta? Il foglio della Smith non mi è ancora tornato indietro.-

-Vero, scusa, poi te lo riporto. Mi serve il resoconto di Nelson.-

-Oh, fantastico! Una delle autopsie più divertenti con cui abbia mai avuto a che fare.-

-Cioè?-

-E' stato divertente perchè era tutto fuori posto! Un'impresa! Meraviglioso! Come quella volta in vacanza a Seattle...-

-Ok Ducky, limitati a darmi il foglio. Non ho tempo per le storielle della tua vita.-

-D'accordo, d'accordo!- mi passò il foglio e mi allontanai, salutandolo con la mano. Tornai alla mia scrivania e mi lanciai sulla sedia, facendo un giro su me stesso.

-Allora? Cosa c'era nella busta?- mi domandò Kate curiosa mentre anche McGee si voltava a guardarmi.

-Dentro la busta? Beh, c'era la segreta ricetta dei biscotti segreti della nonna segreta di Gibbs. Tutto troppo segreto per essere detto al mondo.-

-Sei un idiota.-

-Grazie! Ora lasciami lavorare, che ho da fare.- iniziai a scrivere, per filo e per segno, tutto quello che c'era scritto sul foglio- “Scott Stewart Nelson, nato il 24/2/1953 ad Elgin, Illinois, è morto il 19/11/2007. Il suo cadavere è stato rinvenuto, alla scuola elementare di Park View, mutilato. Le parti del corpo (gli arti) sono state svuotate e riempite di organi interni. Il ventre è stato trovato completamente imbottito di ovatta.... ma che orrore... io tutte queste cose non le trovo meravigliose anzi, fa abbastanza schifo...- mi sentii colpire alla nuca e mi voltai. Gibbs era posato con i gomiti sul bancone alle mie spalle e mi aveva tirato un pacchetto di crakers. Maledetto- Ho quasi finito capo.-

-Ti conviene. Devi accompagnarmi in un posto.-

-No, ti prego. Ma perchè sempre io?!- lui fece spallucce, rimanendo comunque molto serio in viso.

-Perchè sei il meno reattivo. Dovrò tenerti sveglio in qualche modo.-



(http://www.youtube.com/watch?v=vhPJvP8qqAg) ascoltate questa canzone (sarà questa che DiNozzo avrà ascoltato alla mattina XD)



-E ti pareva che se la cavava così...- mi alzai e lui mi tirò le chiavi. Buon segno, avrei guidato io!!!- corsi all'ascensore e mi fiondai dentro in scivolata, sorpassando Gibbs che trattenne a stento un sorriso. Premette il pulsante- Prima o poi useremo le scale!-

-Tu forse.-

-Sì capo, proprio io!- muovevo la testa a ritmo di un allegro motivetto che mi aveva messo in testa una canzone che avevan dato alla radio quella mattina.

-No comment.- disse lui lasciandosi andare in un sorriso.

-Dove andiamo?-

-Stiamo andando di nuovo alla scuola di Park View. Hanno trovato qualcos'altro che potrebbe interessarci.-

-Ah si? Non vedo l'ora.- gemetti ricordandomi della testa. Per me era stato un trauma. Muovendomi a tempo, uscii ballando dall'ascensore, scatenando in Gibbs una risatina di sconforto. Camminammo fino ad uscire dal parcheggio coperto- Dove hai parcheggiato?-

-Lì. Avevo voglia di camminare.- avanzando, vidi che qualcosa luccicava sopra al tetto di un palazzone di fronte alla sede dell'NCIS. Kate si affacciò alla finestra.

-TONY!!! DORMIENTE!!! HAI DIMENTICATO QUESTI!!!- e lasciò scivolare gli occhiali!

-SE CADEVANO TI UCCIDEVO!!!- urlai afferrandoli al volo per MIRACOLO!!!

-TONTO!- urlò McGee.

-TORNATE A LAVORARE!!!- li rimproverò Gibbs avvicinandosi alla macchina. Mi infilai gli occhiali e aprii le braccia.

-Non sono un gran figo?- domandai sorridendo a Gibbs che si posò contro la macchina incrociando le braccia.

-Sì DiNozzo, ora sali.-

-D'accordo!!!- la mia attenzione fu attirata nuovamente da quel luccichio sopra al palazzo. Strinsi leggermente gli occhi. Pure contro sole, quindi capivo poco niente. Mi voltai verso l'automobile e non appena infilai la chiave nella toppa, sentii un suono assordante, rimbombare per tutta la strada. Abbassai lo sguardo, notando che il mio finestrino era completamente macchiato di sangue. Ci misi una frazione di secondo a capire che il sangue sul vetro era il mio. Non sentivo particolare dolore, più che altro un grande affanno che non mi lasciava respirare. Portai una mano al collo. Sentii che la mia mano si bagnava e guardandola capii: sangue. Caddi a terra, boccheggiando.

-TONY!!!- Gibbs fu subito su di me e mi posò una mano sul collo, spingendo con forza. Mi sentii soffocare, non riuscivo a prendere fiato- KATE!- urlò. La vidi affacciarsi al finestrone. Quello che successe dopo non lo ricordo, ero probabilmente troppo confuso per capire. L'unica cosa che mi era fin troppo chiara era che mi avevano sparato, accidenti a loro, mi avevano pure colpito. Spalancai la bocca, afferrando l'avambraccio di Gibbs.

-I...ai...- rantolai qualcosa, era l'unica cosa che riuscivo a fare.

-STA ZITTO, IDIOTA!- strinsi con forza il suo braccio, cercando di farlo avvicinare a me. Volevo dirgli quello che avevo visto.



. . .



Gli occhi di Tony, lentamente, cominciarono a girarsi all'indietro. McGee li raggiunse in poco tempo.

-CAPO!!!-

-L'ambulanza McGee...-

-L'hanno chiamata, sarà qui a momenti!!! Che è successo?-

-Secondo te? Gli hanno sparato!- Gibbs si guardò introno, gli occhi di ghiaccio spalancati per la rabbia. Nel frattempo, intorno a Tony si erano raggruppati alcuni colleghi che volevano supportare il compagno ferito e, quando l'ambulanza si fermò accanto a loro e scesero i paramedici, Jethro sperò che non fosse troppo tardi- Colpo di arma da fuoco al collo. L'hanno colpito di striscio!!!-

-Se siamo fortunati se la caverà con poco...- disse uno dei paramedici dopo aver esaminato la ferita. Prese il ragazzo per le spalle e lo caricarono sulla barella- Faremo il possibile.-

-Ne sono sicuro...- sussurrò Gibbs salendo in ambulanza- Tornate a lavorare.- fece a tutti- McGee... fai delle ricerche... voglio che trovi chi ha fatto questo.-

-Capo... da dove comincio?- domandò perplesso e scosso McGee, non sapendo effettivamente da dove iniziare.

-Fai tu... inizia da dove vuoi... voglio il responsabile... e lo voglio vivo.-

-D'accordo capo...- l'ambulanza partì, lasciando solo McGee in parcheggio, che si guardava attorno grattandosi la nuca- Dai Tim... qui serve un'idea...-




. . .



Cercai di girarmi, ma avevo male ovunque. I muscoli rispondevano come un telefono occupato. Aprii pigramente un occhio, sbadigliando e gemendo per il dolore. Sospirai tamburellando le dita sul letto. Richiusi l'occhio. Ero stanchissimo. Avevo combattuto contro un carrarmato? E chi si ricordava quello che era successo?! Quanto tempo ero lì? Come ci ero arrivato? Dovevo dire qualcosa a Gibbs... ma cosa? E dov'era? Ero solo? Non lo ero? Ero morto? In coma? Sognavo? Presi un gran respiro e mi toccai il collo. Ero fasciato dal mento fino alle spalle. Riuscivo malapena a respirare. Mandare giù la saliva mi procurava delle fitte atroci che mi facevano tendere ogni muscolo del corpo.

-Sei sveglio?- voltai di scatto la testa, maledicendo il gesto- Dovresti far piano.-

-Dovrei...- gemetti sottovoce.

-Come ti senti?-

-A pezzi, capo, a pezzi.-

-E' giusto che sia così, ti hanno sparato in parcheggio.-

-Oh... Quando? Da quanto sono qui?-

-Sei qui da un giorno neanche.-

-Oh beh...-

-Ti sei svegliato praticamente subito.-

-Mi hanno operato?-

-Hanno dovuto sistemare qualcosa che era stato lacerato e ti hanno ricucito.-

-Ecco perchè tira così tanto.- sussurrai posandomi una mano sulla benda. Guardai la flebo infilata sul dorso- E questa? Da quanto è qui?-

-Da un po'.-

-D'accordo. Quando esco?-

-Quando ti sarai ripreso, no? Nel frattempo McGee e Kate stanno cercando il bastardo.-

-Oh... e io? Che posso fare?-

-Stare a letto tranquillo, senza fare il fenomeno.-

-Ma mi annoio.-

-Tony...- sussurrò sedendosi- non so se ti rendi conto di quello che è successo...-

-Dovrei?-

-Ti... hanno... sparato...-

-Sì, ho capito.-

-Ah ok, perfetto. Mezz'ora fa mi ha telefonato McGee. Hanno trovato il proiettile conficcato sul muro della sede.-

-Ah si? Era carino almeno?-

-Era minuscolo.-

-Minuscolo?-

-Già. Probabilmente sparato da un fucile piuttosto piccolo.-

-Perchè non sono morto? Era un cecchino?-

-Sì, ma a quanto pare molto inesperto.-

-Perchè mi ha mancato?-

-Se non la smetti di fare domande ti ammazzo io.-

-Non fare l'apprensivo capo! Dopotutto hanno sparato A ME, avrò anche il sacrosanto diritto di sapere, no?-

-Se sapessimo ti riferirei, ma abbiamo ben poche tracce.-

-Sopra al palazzo di fronte... ho visto brillare qualcosa.-

-Doveva essere il mirino. Il sole voleva avvisarti.- disse alzando un angolo della bocca.

-Perchè non ho collegato subito che poteva essere un cecchino?-

-Perchè dormi, DiNozzo.-

-Io? Dormo?! Ma se sono il più sveglio di tutti!-

-Vedo!- annuì lui lasciandosi andare contro lo schienale.

-Vabbè, ho capito. Rimarrò qui per l'eternità.-

-Finché non troviamo il responsabile. Poi potrai uscire.-

-Ah... e...- mi venne in mente un'altra domanda, ma ero veramente in imbarazzo a chiederglielo- … le... le foto?-

-Le foto?-

-Abby...-

-Ah.- lui allora sorrise e tirò fuori dalla giacca una busta e me la sbatté sulla testa.

-Il referto?-

-Leggi.- era serio mentre attendeva che aprissi la busta. Tirai fuori il foglio e iniziai a scorrere con gli occhi su di esso. Passai alcuni minuti in silenzio. Improvvisamente lasciai che la mia testa affondasse sul cuscino. Avevo il batticuore e sospirai, chiudendo gli occhi, nemmeno sapendo il perchè- Soddisfatto?-

-Mh?-

-Ti soddisfa il risultato?- alzò un sopracciglio e quello che disse dopo, mi sconvolse, non mi sarei mai aspettato quella frase- Ti aspettavi un altro responso?- era severo e mi inquietava leggermente. Il 'bip bip' dell'elettrocardiogramma si fece più veloce, per cui non potei nascondere la tachicardia che mi era presa in quel momento.

-No, mi aspettavo questo.-

-Te l'avevo detto che non sarebbe successo nulla. E' stato difficile combattere contro le CONTUINUE battutine di Abby, però alla fine son riuscito a prendere questo dannato foglio e portartelo. Almeno ora starai tranquillo.- io sospirai.

-Sì, carriera salvata.-

-Giusto.- disse secco mollandomi una mappa leggera sulla nuca.



. . .



Entrai in scivolata in ufficio.

-Buongiorno!!!-

-Ommiodio!!!- esclamò Kate abbracciandomi- Sei vivo!-

-e ci mancherebbe! Pensavi morissi?!- domandai facendo finta di stupirmi, spalancando la bocca.

-No, stupido!- disse lei mollandomi una manata sulla pancia.

-Guarda quanti fiori!- constatai mentre raggiungendo la mia scrivania, scambiandola per una fioriera.

-Posso vedere i punti?!- mi chiese McGee dandomi un colpo sulla fronte con la mano.

-C'è il cerotto, quindi no!-

-Dai!-

-No, non mi rompere.-

-Gibbs sa che sei qui?-

-Sì, lo so.- disse secco lui entrando in ufficio.

-Riusciremo un giorno a vederti entrare con un bel sorrisone in faccia, capo?- lui si voltò verso di noi, senza fermarsi.

-No.- e si allontanò.

-In questi giorni è scorbutico che metà basta.-

-E' il mestiere del capo.- dissi guardandolo mentre entrava in ascensore.

-Essere scorbutico?-

-Quello non è “essere scorbutico”... è “fare il capo”.-

-Se lo dici tu, Tony... non so che idea tu abbia di capo!- esclamò Kate tornando a sedersi.

-Ho le mie idee.- le risposi facendo spallucce e spingendo McGee che oppose resistenza. Io tolsi le mani e lui cadde a terra come una carpa. Scoppiai a ridere mentre lui, rosso in viso, si alzava e mi veniva vicino.

-Infame.- sibilò. Io continuai a ridere fino a quando non iniziarono ad uscirmi le lacrime.

-HAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! SEI UN PIVELLO!!! SONO GLI SCHERZI PIU' VECCHI DEL MONDO!!!- lui, da rosso, passò al blu, poi si sedette, offeso, massaggiandosi il fondo schiena.

-E voi sareste degli agenti?- domandò con un sopracciglio alzato l'agente David, la tizia del Mossad.

-Non si vede?- feci io sorridendo.

-Siete infantili.-

-Pffffffff. Ci godiamo la vita. Piacere... Tony...- dissi suadente allungando una mano verso di lei che si limitò a guardarla come se fosse una bistecca cruda dall'aspetto orribile.

-Ziva.-

-Bel nome.-

-Il tuo no. Avete visto per caso il mio collega?-

-Na.- risposi incrociando le braccia. Lei si sedette sulla mia scrivania- Ehi, invasione della proprietà privata!!!-

-Proprietà privata? Ma fammi un piacere...- mi voltai verso McGee.

-Questa mi sta già qui.-

-Ti ho sentito, sai?!-

-DiNozzo!- mi voltai. Gibbs mi fece cenno con un dito di alzarmi e seguirlo. Io tirai la lingua alla ragazza che avevo di fronte e corsi verso di lui.

-Dimmi capo.-

-Hanno portato a Ducky un nuovo cadavere.-

-Un altro?-

-Sì, pare sia il collega di David.-

-Lei lo sa?-

-No. Devo andare a prendere il referto delle analisi, per poterle dare la notizia.-

-Lo sapevo che sarebbe morto!-

-Come?- lui si voltò verso di me.

-No, dico... appena l'ho visto ho pensato subito che era uno che aveva vita breve.- lui non disse nulla, si limitò ad espirare con il naso.

-Avevo dato la sicurezza che sarebbero stati al sicuro.- sibilò stringendo i pugni mentre camminava spedito.

-Non è colpa tua capo.-

-Ah no? Sono stato assente per quattro giorni, DiNozzo.-

-Quattro giorni?-

-Quattro giorni.- decisi di non indagare. Tutti i giorni, da quando ero tornato dall'ospedale era venuto a trovarmi, ma non pensavo che avesse addirittura 'saltato' il lavoro- Quelli del Mossad non saranno felici.-

-Beh, speriamo che non sia lui.-

-Speriamo...- arrivammo da Ducky- Ciao Ducky, allora?-

-ciao Jethro, le analisi e i responsi li ha Abby.-

-Strada per nulla.- disse secco lui, uscendo rabbioso.

-Che ha?-

-Lascia perdere Ducky, è un brutto momento.- e seguii il mio capo che era davvero, ma davvero furibondo. Si sentiva responsabile per la morte di un agente a cui aveva assicurato la totale protezione. Doveva essere moralmente a pezzi, ma quello che faceva vedere era solo una rabbia quasi senza limiti. Una cosa però cominciava a passarmi in testa come un flash. Ogni volta che aveva un problema o doveva affrontare una situazione difficile mi chiamava, come per avermi al suo fianco. Sembrava quasi che volesse avere un appoggio morale ogni volta che qualcuno gli dava una notizia. Magari ero io che mi sopravvalutavo, ma a me sembrava così. Mi sentivo un po' il “cuscino di Gibbs”, l'individuo capace di farlo atterrare sul morbido anche da una caduta particolarmente rovinosa. Sicuramente era solo una mia 'fantasia', ma a volte mi piaceva vederla così, mi piaceva sentirmi, in un certo senso, importante per qualcuno. Poi, ovviamente, era solo il mio punto di vista. Forse voleva semplicemente insegnarmi che il mondo fa schifo e l'unico modo per farmelo capire era vedere come veniva trattato in certe situazioni. Voleva insegnarmi a combattere, mostrandomi come lui riuscisse a rialzarsi anche dopo un dramma.

Lo raggiunsi correndo.

-Capo?-

-Che vuoi, DiNozzo?-

-Puoi fermarti un attimo?-

-Ti sembra che abbia tempo? TI SEMBRA CHE ABBIA TEMPO?- urlò lui senza guardarmi. La sua voce era ferma, sicura, rabbiosa. Era un fascio di nervi, una bomba che rischiava di esplodere. Doveva essere davvero difficile fare il suo mestiere. Era il capo di una squadra che spesso gli dava problemi, per esempio io che ero una mina con le gambe, e non passava giorno che non ricevesse cattive notizie e lui, come capo, doveva avvisare, in caso di morti, le famiglie, i parenti, gli amici o, in questo caso, l'intelligence israeliana che non avrebbe preso per nulla bene il fatto che un loro agente era passato a miglior vita. A volte... mi faceva... tristezza...

-Sì, hai tempo!- feci afferrandolo saldamente per un polso. Strizzai gli occhi quando si girò di scatto, temendo che mi affibbiasse un pugno sul naso. Aprii un occhio, vendendo che stavo ancora tutto intero. Stringevo il suo polso così forte che, secondo me, gli facevo pure male. I suoi occhi erano sbarrati per l'ira- C'è... tempo.- sussurrai mollandolo, sperando che non ripartisse a razzo. Infatti lui rimase immobile. Respirava velocemente e stringeva i pugni. Le labbra serrate e le pupille minuscole puntate sulle mie- Per favore, calmati.- gli dissi secco, cercando di essere autoritario. Non volevo certo mancargli di rispetto, ma mi sembrava un pazzo. Ultimamente gliene erano successe di tutti i colori: la morte di Nelson, l'arrivo del Mossad, il cecchino che mi aveva sparato e ora la morte di Shell. Rimasi parecchio tempo a guardarlo negli occhi, cercando di infondergli quanta più calma possibile. Lui sospirò a fondo chiudendo gli occhi. Chissà a cosa stava pensando...




_.-*READ MORE...*-._



   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: BeliveInAngels