E
la ragazza aveva un filo d’argento sulla fronte
Bucava
l’aria con due occhi perduti all’orizzonte
Giocò
le carte con un mezzo sorriso
Dio lo sa cosa aveva in mano
Puntò con una maschera in viso
La sua bellezza e il suo destino
(La ragazza col filo d'argento, Roberto Vecchioni)
Sul Monte Cinto
Era nata
Artemide
E t'han chiamata così
Cynthia
Nata a Sparta
E l'Alamana, testimone
Ha
visto i Greci scandire
Con le armi
La tua nascita
E avresti dovuto crescere così
Come Artemide
Ma
il tuo sogno
Atene
Era lontano
Non leggevano i tuoi libri
I briganti del Taigeto
Li aiutavi a rialzarsi
E si tenevano la mano
Non capivano
Il tuo mondo
I desideri che esprimevi
I
sospiri chiaroscuri
Della tua filosofia
E rivedevi, poi, la notte
Dietro all'ombra dell'Acropoli
Il sorriso beffardo d'un fratello
Che sentendosi tradito se n'è andato
E t'ha lasciato sul confine del paese
A cancellare con le lacrime
Dal cuore
Le figure della geometria euclidea
Le certezze
Di una vita
E volevi studiare
Coi filosofi di Atene
Con le stelle
Che brillavan della luce
Del sapere
E non volevi
Stare in casa
Imprigionata dalle leggi
Dai cavilli
Di famiglia
Centenari fuorilegge
D'una Grecia
Che non esisteva più
Ti chiedevano
Di esser
Come loro
Di scordare
La Giustizia
E tu dicevi:
"La Giustizia della vita
La decido io
Per me"
L'hai trovato, quel coraggio
T'accusavano d'oltraggio
Ti chiamavano "codarda"
Ma la forza di sorridere
Ce l'avevi ancora, tu
"E se un giorno lo rivedo,
Lo perdono, quel fratello
Lui era il Sole
E io la Luna
Lui era Apollo
E io Artemide
E forse è giusto
E' giusto così
M'ha tirato una freccia nel cuore
Ma
io avevo
La faretra
E sono riuscita, forse
A fare
Come Artemide"
E sorridi a quel fratello
Tieni strette le tue frecce
E poi conficcale nella terra
Nei pregiudizi degli altri
Nella città della guerra
Ci sarà la pace
Quando tornerai