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Autore: redcokehobos    27/07/2011    13 recensioni
“Che c’è?” mi chiese, con fare innocente.
“Robert” dissi, cercando di reprimere la mia voglia di staccargli la testa “... mi spieghi perché il latte della bambina è marrone?”
“Beh, i biscotti per neonati sono finiti così ho messo quelli al caffè” mi spiegò “sai quelli che mi piacciono tanto, con le gocce di cioccolato...”
Sospirai, rassegnata. “Signore, perché l’hai fatto così idiota?”

Momenti di serenità in un roseo futuro Robsten: Robert e Kristen alle prese con la loro piccola Joy.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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È veramente, veramente breve. E stupida.
Ma mi sono divertita a scriverla.
Buona lettura!
 

 

Wake up in the morning

feeling like… fuck!

 

 

I raggi del sole mi riscaldano il viso.
Le onde del mare mi cullano in quella oasi di pace.
Il profumo della salsedine mi inonda le narici.
Il silenzio più assoluto intorno a me.
Niente pianti, niente grida, niente orari… niente di niente.
Solo la pace, la quiete.
Davanti a me, in lontananza, una meravigliosa spiaggia dorata.
Arriva un’onda leggermente più alta delle altre, lo yacht si muove un po’.
Poi tutto si rilassa ancora una volta in quell’angolo di paradiso.
Un’altra onda, un altro lieve movimento.
E poi un altro, leggermente più forte.
Ed uno ancora.
E ancora.
Apro gli occhi e…
 


Aprii piano gli occhi e…
Gemetti.

No, non c’era alcuna spiaggia. Era solo un sogno meraviglioso.
Eppure sotto di me qualcosa continuava a muoversi.
Non ero più sdraiata sullo yacht a prendere il sole, beata ma… mi trovavo nella mia camera da letto, al buio, sotto le lenzuola. Alzai la testa e mi guardai intorno, confusa e assonnata. Il materasso si muoveva e no, non lo stavo sognando. «Ma che ca-» mi interruppi quando capii da cosa provenisse tutto quel movimento. Con un lamento ributtai la testa sul cuscino, a peso morto. «Rob…»
«Mmm» mormorò, girandosi ancora. E facendo molleggiare il materasso, ancora. Mi stava venendo il mal di mare, si muoveva con l’eleganza di un elefante.
«’a piano» mi lamentai, cercando di riprendere sonno. Facendo esattamente il contrario di ciò che gli avevo chiesto, si girò ancora. «E dai…» Improvvisamente si fermò.  Forse aveva trovato la posizione giusta. Finalmente, sospirai mentalmente. 
Ero pronta a tornare nella mia oasi felice… Uno scossone. Di nuovo.
«Rob» piagnucolai, tenendo gli occhi serrati «Fai piano!» Ma il materasso si mosse ancora. E ancora. E ancora. Continuava a fare su e giù, sempre più forte, come se qualcuno ci stesse saltando sopra. Come se qualcuno…
Come se qualche cretino lo stesse facendo apposta!
Mi voltai di scatto, con sguardo omicida. Si stava divertendo un mondo, un sorriso da schiaffi stampato sul volto «La vuoi smettere?!»
«Buongiorno anche a te» mi rispose, trattenendo le risate. Scossi la testa, innervosita, chiusi gli occhi e mi ributtai sul cuscino. E il materasso si mosse di nuovo. Gli tirai un calcio sotto le lenzuola ma lui, in risposta, cominciò a saltellare ritmicamente. Un bambino, è un bambino! «Smettila!» piagnucolai, esasperata. Ma lui rideva a crepapelle. E quando cominciava a ridere, era contagioso. Non riuscii a rimanere seria, ma feci di tutto per nasconderglielo, cosa che non mi riusciva decisamente bene. Alzai la testa dal cuscino e lo guardai in cagnesco.
«Finiscila» lo rimproverai, trattenendo un sorriso. Alzò un sopracciglio, insolente.
«Altrimenti?» Mi scostai le coperte di dosso e gli saltai addosso, sedendomi sui suoi addominali, mentre lui tese le braccia per pararsi da un eventuale mio colpo. Gli levai le mani davanti, intrecciandole alle mie e abbassai il viso alla sua altezza.
«Altrimenti» cominciai, sensualmente minacciosa, portando le nostre mani sulla sua gola e facendo una lieve pressione «ti strozzo» conclusi, sfiorandogli leggermente le labbra con le mie. Tentò di alzare il viso per baciarmi ma mi allontanai di scatto, mordendomi  il labbro inferiore e guardandolo, vittoriosa.
«Kris, se avevi intenzione di far muovere il materasso in un altro modo» disse, ribaltando velocemente le posizioni e portandosi su di me «bastava dirlo senza fare tutto questo teatrino!» Lo guardai sbalordita.
«In realtà la mia unica intenzione era continuare a dormire e non svegliarmi mai più da quel meraviglioso sogno che stavo facendo…»
«Io c’ero?»
«No»
«Allora non poteva essere meraviglioso» concluse, cominciando a torturarmi con le labbra il collo. Ridacchiai, ma il mio sorriso si bloccò non appena la scia di baci cominciò a farsi strada sempre più giù: tra le clavicole, tra i seni, sul mio stomaco, al confine con…
«Rob» boccheggiai, infilandogli le mani tra i capelli «No-» ma lui continuò, fino ad arrivare nell’interno coscia, così vicino… Gemetti piano. Alzò gli occhi verso il mio viso.
«No, eh?» mi prese in giro. Piagnucolai, non poteva farmi impazzire in quel modo! Ripercorse al contrario il mio corpo, continuando a venerarlo con le sue labbra, che catturai tra le mie non appena furono alla mia altezza. Una sua mano scivolò verso il basso, cominciando a stuzzicare l’elastico dei mie slip.
«No… no…» protestai ansimando, ma non convincevo neanche me stessa, figuriamoci lui «Smettila...»
«Cambia disco, amore» mi suggerì, riappropriandosi delle mie labbra. Due dita fecero capolino oltre il confine, e non riuscii a trattenere un gemito di piacere, che lui soffocò con un bacio. «Sssh, fai piano!»
«E tu leva quella mano di lì!» lo rimproverai a mezza voce, esasperata. Le mosse ancora un po’, arrivando a sfiorare la mia parte sensibile. Spalancai la bocca, in un urlo muto.
«Sicura?» disse, infierendo ancor di più. Un altro grido, ma questa volta non riuscì a trattenermi. «Okay, basta» Non appena allontanò quella maledetta mano dal mio slip, tutto il mio corpo si rilassò, ma ormai il gioco era fatto. «Certo che la mattina sei piuttost-»
«Stai zitto e sbrigati, deficiente» lo rimproverai, assalendo le sue labbra.
«Agli ordini» ridacchiò sulle mie labbra. Le mie mani corsero a levargli la maglietta, così da poter ammirare e toccare quel fisico perfetto che si ritrovava, poi immersi le dita tra quei capelli che adoravo. Una sua mano dietro la mia schiena, l’altra sulla mia coscia, cercando di farsi spazio tra le mie gambe. Il suo corpo si muoveva su di me, il mio rispondeva a quel movimento, le nostre lingue si ricorrevano, i nostri bacini si scontravano, pronti uno all’altro, i gemiti e i sospiri rompevano il silenzio, e… 

«Mamma!»
Spalancammo gli occhi di colpo. Girammo il volto di scatto.
Joy.
E David.
Sulla porta.

Oh porc-
«AAAAH!» urlai, spingendo Rob lontano da me talmente forte che finì giù dal letto. Lo sguardo di Joy andò da me a suo padre, interdetta, per poi tornare di nuovo a me.
«Mamma, nano ti vuole» disse tranquillamente, mentre manteneva David dalle manine, in piedi davanti a lei. Erano entrambi nel loro pigiamino, mio figlio che mi guardava con il ciuccio in bocca nella sua tutina blu mentre lei aveva lo sguardo scocciato, come se il pianto di suo fratello l’avesse svegliata.
«Ehm… sì amore, arrivo…» tossicchiai, imbarazzata.
«Okay» borbottò ma prima di sparire nel corridoio guardò suo padre e disse «Papi, alzati da terra: il pavimento è freddo, ti prendi il raffreddore» Mi girai verso Rob e lo fulminai con lo sguardo.
«Ma il tuo è un vizio. LA SERA. CHIUDI. QUELLA CAZZO. DI PORTA» mormorai tra i denti.
«Ti giuro, l’ho chiusa ieri sera… sul serio… ho controllato prima di metterci a letto…» Scossi la testa e scesi dal letto. «Kris, davvero… ho controllato!» Lui era ancora per lì terra, che blaterava, mentre mi infilavo la maglietta che gli avevo levato di dosso prima. Lo scavalcai, ignorando le sue scuse e mormorando un «idiota». 
 

Ehm, ehm...
Devo commentare?
No, meglio di no. Tornerò con qualcosa di più sostanzioso, don’t worry.
Spero vi siate divertiti almeno un po’, poco poco.
Un bacio, bye!

  
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