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Autore: GioEchelon    27/07/2011    6 recensioni
Non so perchè ho scritto questa cosa.
Forse solo semplicemente perchè avevo voglia di scrivere...Comunque non mi convince,quindi non mi aspetto niente...
E' una Frerard,ovviamente,e insomma avevo voglia di scrivere di un Gee alcolizzato...
Detto ciò,arrivederci e divertitevi.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VII Capitolo

 

 

 

 

 

 

VII Capitolo

 

 

Could I? Shoul I?

 

Si sentiva terribilmente in colpa. Si sentiva un verme schifoso. Ma non riusciva a prendere la decisione di tornare indietro, mentre guidava per le strade di Los Angeles, diretto verso quell’hotel.

Aveva lasciato casa sua, aveva lasciato sua moglie a letto, aveva lasciato tutto per andare da lui, da Frank. Si sentiva un mostro, ma nello stesso tempo si sentiva euforico e felice per ciò che stava facendo. Frank lo rendeva felice, anche Lyn-z lo rendeva felice, ma Frank era Frank.

Quando arrivò in hotel passò senza problemi perché alla reception non c’era nessuno, salì fino al quinto piano, e si diresse verso la camera, col cuore che batteva a mille. Sensi di colpa e euforia si mescolavano nella sua testa e stava per impazzire, mentre bussava tre volte sul legno lucido e chiaro della porta, con quel 507 scritto in falso oro.

Si sentiva morire, stava per scappare via a gambe levate, proprio come un vigliacco, e lo avrebbe fatto davvero, se solo non avesse avuto le gambe rigide e incapaci di compiere un qualsiasi tipo di movimento.

Ma quando vide Frank sorridergli come solo lui sapeva fare, allora tutto sembrò essere più facile. Tutto era sparito. Anche sua moglie era scomparsa. Nella sua mente c’erano solo Frank e il suo sorriso. E la sua voce che gli parlava, e lui non stava capendo esattamente ciò che gli stava dicendo, ma si limitava a sorridere a sua volta e ad annuire quando pensava ce ne fosse bisogno.

“Gee, mi stai ascoltando?” chiese il più piccolo, con una risatina mentre richiudeva la porta.

“Ah..Hm..Si scusa mi ero..perso un secondo. Dicevi?” scosse la testa per riprendersi e si rese conto di aver fatto una grandissima figura di merda. Poi deglutì e si guardò in giro. C’era un casino. Ma era ovvio, in quella camera Frank Iero ci era stato per due giorni, e sicuramente per lui erano stati due giorni d’inferno, quindi non si era preoccupato di mettere a posto e di mettere la roba sporca in valigia.

“Dicevo che puoi anche sederti, non occorre che tu stia lì impalato…” disse Frank ridendo sonoramente. Ah quanto gli era mancata la sua risata…Non lo sentiva ridere in questo modo da almeno un secolo. Sospirò, come se fosse la cosa più bella del mondo, e si sedette sul bordo del letto, mentre Frank si avvicinava al frigo bar e prendeva due pepsi. Gliene porse una e si sedette accanto a lui, mentre apriva la sua e Gerard faceva lo stesso.

Ne prese un sorso e lo guardò con quei suoi occhioni dalle mille sfumature nocciola, e anche verdi. Aveva sempre amato gli occhi di quel nanetto, erano così adorabili e amabili, e anche quelli gli erano mancati come l’aria che respirava. E se ne rendeva conto solo adesso.

“Non ti costringerò a fare assolutamente nulla Gee, volevo solo stare un po’ con te, e sono felice che tu sia venuto” disse il più piccolo dopo un lungo e intenso gioco di sguardi, in cui Gerard cercava di scappare dal suo in tutti i modi che conosceva, senza successo.

“Anche io sono felice di poter stare un po’ con te…Ti devo mille spiegazioni…E mi sembra doveroso farlo…Ti ho fatto male…” disse il più grande, bevendo un sorso di pepsi per bagnarsi le labbra.

Frank scosse la testa “Gerard…Eri instabile, stavi male. Ti capisco…Avrei solo gradito che mi avvisassi, che mi mandassi un messaggio, una e-mail, mi facessi una chiamata per dirmi ‘ehi sto bene, non sono morto, ho solo bisogno di tempo’. Mi sarei messo l’anima in pace” disse, e Gerard si sentì terribilmente in colpa. Inutile dire che Frank aveva ragione da vendere.

“Hai ragione, mi dispiace” disse lui, con tono davvero dispiaciuto. Ma Frank sorrideva. Sorrideva come se fosse tutto a posto. Sorrideva come se lui non avesse fatto nulla.

“Ti amo, Gee. Questo lo sai, e lo hai sempre saputo. Quindi non posso fare a meno di perdonarti. Se tu sei felice così, allora sono felice per te” quelle parole lo lasciarono spiazzato. Davvero. Non si aspettava di sentirle dopo tutto quello che gli aveva detto il giorno prima, e anche qualche ora prima di quel momento.

“Sono felice se tu sei con me, Frank” lo disse senza nemmeno pensarci, le parole uscirono dalla sua bocca senza che riuscisse a fermarle. Il più piccolo sorrise e alzò le spalle.

“Sono qui, finché vorrai”

E poi la mente di Gerard si svuotò completamente nel sentirgli pronunciare quelle parole. E lentamente si avvicinò alle sue labbra, per baciarlo, come prima, come sempre. Come avrebbe voluto quando non c’era. Tutto adesso aveva un senso, mentre Frank lasciava cadere la lattina a terra, incurante del fatto che il liquido scura stava inzuppando la moquette, e mentre gli metteva le mani sotto la maglietta. Quella era una bella sensazione, una bellissima sensazione…

Le mani di Frank, come le aveva sempre sognate e come le aveva sempre desiderate da quando lo aveva lasciato, adesso erano proprio lì, e stavano lavorando per bene mentre lui faceva lo stesso, spogliando il più piccolo, sentendo i suoi sospiri pieni di desiderio e sentendosi sempre più eccitato. E quella notte sarebbe stata indimenticabile, avrebbe voluto che non finisse mai.

 

 

Si stava ancora chiedendo cosa era quel suono fastidioso e insistente che lo disturbava e che proveniva da qualche punto indefinito della stanza. Aprì gli occhi, per cercare di ricordare dov’era, anche se ne era sicuro. E non fu nemmeno sorpreso di trovare Gerard accanto a lui che lo stringeva come se non volesse farlo muovere. E non era sorpreso di certo nel vedere che sia lui che il compagno fossero nudi. Ma quel suono era proprio fastidioso. Fece un verso infastidito e si spostò piano per non svegliare Gerard e andò alla ricerca dell’oggetto rumoroso.

Lo trovò nella tasca dei pantaloni di Gee e sgranò gli occhi. Porca puttana.

Ritornò bruscamente alla realtà. Quella realtà in cui Gerard era sposato e lui era il suo amante. Perché si, aveva fatto sesso con lui la sua notte di nozze. Bello. Bellissimo.

Cazzo.

Si passò una mano sul viso e premette il tasto di risposta.

“Uhm..Si?” disse senza sapere bene cosa dire, ma insomma non voleva svegliare Gerard, era così bello, sembrava un bambino mentre dormiva, era tranquillo. L’ultima volta che aveva dormito con lui aveva passato la notte in bianco perché il più grande continuava a svegliarsi urlando per gli incubi. Quindi era come se avesse davvero bisogno di dormire, anche se possibilmente ormai dormiva così da anni.

“Frank?!” logico che la voce della moglie dell’uomo che amava fosse sorpresa. “Dov’è Gerard?” era anche preoccupata. Cazzo.

“E’ appena andato…A pagare il conto” buttò lì la prima cosa che gli venne in mente.

“Il conto?”

Sapeva di essere pessimo come bugiardo quando era sotto pressione. “Si, il conto Ly-z cara. Stamattina mi sono svegliato presto e l’ho chiamato per chiedergli se gli andava di andare a fare colazione…Visto che domani torno a Belleville…E ha lasciato il cellulare sul tavolo.”

“Oh, ma certo, dovevo immaginarlo” sembrò più tranquilla e Frank si sentiva sempre più uno schifo. Davvero incredibilmente uno schifo.

“Già, uhm…Dieci minuti e siamo subito da te” disse, mentre sentiva Gerard rigirarsi nel letto. Riattaccò senza darle il tempo di rispondere o annuire o acconsentire e buttò il telefono sulla moquette, mettendosi in piedi e correndo da Gerard.

“Tua moglie ha appena chiamato!” a quelle parole il più grande sembrò rendersi conto di ciò che stava succedendo e scattò a sedersi.

“Lyn-z?! Cosa?!”

“Si Gerard!! Ha chiamato e le ho risposto, per non peggiorare la situazione. Ascolta, abbiamo dieci minuti. Le ho detto che siamo andati a fare colazione perché domani torno a Belleville, ora muoviti e vestiti prima che ti uccida!” lo scaraventò giù dal letto e gli porse i vestiti, non sapeva quali boxer aveva preso, ma faceva lo stesso.

Si vestì in fretta mentre anche Gerard faceva lo stesso con sguardo assonnato e incredibilmente bello. Era mezzo rincoglionito, ma era adorabile. Sospirò innamorato e si mise la maglietta, trascinando Gerard in bagno.

Si lavarono insieme la faccia e quando Gerard fu meno addormentato di così si diressero verso la porta. Ma il più grande lo fermò e lo fece voltare verso di lui.

“Grazie” disse semplicemente, guardandolo negli occhi. Frank stava per replicare ma lui non gliene diede modo, avvicinandosi alle sue labbra, per baciarlo con dolcezza e amore. Tantissimo amore, più del solito. Frank sorrise contro le sue labbra. In un qualche modo questo gioco era parecchio eccitante. Gli piaceva fare l’amante, per ora. Probabilmente col tempo si sarebbe stufato, ma per adesso andava benissimo così.

“Si, Gerard…Ma se perdiamo tempo tua moglie richiamerà” disse ridacchiando, tirandogli le labbra con i denti, per poi staccarsi e trascinarlo fuori, verso la macchina, ridendo.

 

 

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Uhm…Fa schifo. Lo so che fa schifo. Però boh.

Mi fa davvero schifo. Talmente tanto che nemmeno lo rileggo xD

Much love.

Gì <3

   
 
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