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Autore: Elfa sognatrice    27/07/2011    5 recensioni
Tutto inizia da un incidente in auto. Billy Black e sua moglie muoiono l'unico che rimane in vita è il figlio di pochi mesi Jacob. Gli amici più cari della famiglia gli Swan prendono il figlio in affidamento che crescerà con Isabella come veri fratelli. Con l'arrivo a Forks dei Cullen la vita dei due si complica... E' un BellaxEdward...
Non sono brava con le presentazioni ma spero di avervi incuriosita
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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30° Capitolo : Because I love you

 

-Bells! Jake voleva sapere quando vai di ronda, perché domani vogliono organizzare una festa e tu non sei andata alla riunione - ops non mi ero resa conto che fossero già le nove di sera, la riunione delle otto me l'ero persa. -aspetta, ti passo tuo fratello -

-riesci ad andare adesso? - chiese Jacob con modi molto più gentili di Charlie, lo sapevo che papà non aveva ancora digerito che stavo con Edward.

-va bene - lo salutai. -devo andare, così almeno vi lascio tranquilli per un po' - dissi alzandomi.

-ti accompagno - disse Edward uscendo dalla porta con me.

-devo trasformarmi - cercando di spiegargli perché andavo verso il bosco e non salivo in auto.

-allora ti lascio - mormorò. Non pensavo di provare un senso di solitudine così forte anche solo sentendo nominare la sua mancanza. Però non potevo certo costringerlo a rimanere con me, mentre correvo nel bosco per qualche ora.

La sua mano percorse il mio volto, mi avvicinai e lui mi baciò. -non pensavo che mi piacesse così tanto! - rise lui. Sorrisi rimanendo tra le sue braccia. -voglio sempre baciarti - mormorava lui baciandomi i capelli.

-anche io- soffiai.

-Edward perché non vai a caccia? - urlò Alice.

Alzai la testa per guardarlo negli occhi. Effettivamente tendevano già al nero più che al caramello.

-forse potrei - mormorò pensieroso. - ti accompagno per un po', se non ti dispiace -

A me non creava alcun fastidio, anzi più tardi mi sarei separata, se proprio dovevo, da Edward  meglio era.

Il bosco era scuro e umido, ma mi sembrava il teatro perfetto per noi due, creature non umane che potevano vedere anche di notte la bellezza di quei vecchi grossi alberi.

Venni colpita da uno strano sentimenti, quasi di irrealtà. Non mi sembrava possibile che fossi proprio io quella ragazza che aveva alla vita il braccio di Edward, mi voltai come a sincerarmi che tutto fosse reale.

-Bella, piangi? - domandò preoccupato il vampiro, le sue mani che cercavano di asciugare le mie lacrime, che non sapevo neanche perché le stavo versando. Ora la situazione mi sembrava assurda, e risi. -Bella?- povero Edward, quanta confusione gli facevo provare, ma non sapevo neanche io che cosa mi prendeva.

Questa volta il bacio fu molto più esigente, come nella radura mi ritrovai a terra, il corpo di Edward che mi sovrastava, il respiro affrettato, il suo sapore sulle labbra. Sentivo il suo respiro, veloce quanto il mio, sul collo, che mi baciava.

Cercai di trattenere il gemito quando posò la sua mano fredda sul mio seno coperto dal tessuto leggero del vestito, ricordavo fin troppo bene come se ne era andato l'altra volta, e non volevo ripetere l'esperienza.

Le sue labbra erano dolci ma insistenti, la sua lingua gentile ma esigente. I suoi capelli erano setosi.

La sua bocca lasciò nuovamente la mia, lasciandomi a boccheggiare per riprendere fiato, scivolando giù lungo il collo fino alla scollatura dell'abito, i baci che aveva lasciato erano una scia infuocata. Le sue mani erano sui miei fianchi, una scese lungo la mia coscia fino alla pelle nuda, il vestito doveva essersi alzato un po' visto che prima mi arrivava al ginocchio.

Le mie mani scivolarono dai suoi capelli fino al collo della giaccia, dovevo sentire la sua pelle.

Sentii il rumore di strappo e vidi Edward a petto nudo davanti a me. Erano ora le mie labbra a percorrere i suoi pettorali definiti, come avevo sognato ogni volta che gli avevo visti.

Il suo gemito mi fece alzare gli occhi, senza staccarle le labbra dal suo capezzolo. -Bella- singhiozzò. Il mio nome pronunciato con quel tono, a voce roca, mi rese ancora più audace. Non provavo imbarazzo, non stavo pensando.

Le mie mani scesero lungo la schiena, gustandone la compattezza e la forza,disegnando figure casuali con le dita.

Le sue labbra tornarono insistenti sulle mie, che trovò dischiuse.

Ormai non sapevo più chi ero, o cosa stessi facendo. Era Edward, lo amavo e questo bastava.

La sua mano fredda scivolò sul mio corpo dal basso verso l'alto, per togliermi il vestito.

Sentii il calore salirmi in viso, il mio seno era esposto alla sua vista.

-Bella - mormorò ancora, alzai lo sguardo nei suoi occhi neri di passione.

Quando le sue labbra si chiusero sul mio capezzolo urlai il suo nome, tramante. Non credevo che il suo semplice bacio potesse farmi provare queste sensazioni.

-Bella - ripetè ancora con voce persino più roca, -cosa stiamo facendo?! - era sconvolto.

Aprii gli occhi che non mi ero neanche accorta di aver chiuso.

Come l'altra volta sentii che voleva allontanarsi, e lo liberai. Scoprendo di dover scogliere anche la presa delle mie gambe sui suoi fianchi.

L'imbarazzo per la posizione fece affluire sangue al mio volto, che doveva essere rosso fuoco, e lacrime minacciarono di uscire.

Che cosa c'era che non andava? Ero quasi certa che anche lui fosse coinvolto, ma forse mi sbagliavo, dopotutto ero una vergine inesperta. Chissà quanta esperienza aveva lui, forse proprio per quello che non andava mai oltre, perché ero sinceramente convinta che avremmo potuto fare l'amore poco prima.

Sentii che della stoffa si posava su di me, ma non aprii gli occhi.

-Bella - sentii mormorare con voce bassa e triste. Quel sentimento mi impose di controllare il motivo per cui Edward era afflitto.

-Bella. Perdonami. Non so cosa mi sia presto. Perdonami. - aveva  i capelli arruffati, forse perché glieli avevo scompigliati io o perché continuava a mettersi le mani nei capelli, la testa china ed era inginocchiato al mio fianco.

Non capiva cosa dovessi perdonargli.

Mi sedetti, sentii un peso sulle spalle, Edward mi aveva coperto con la sua giacca.

-cosa succede? Ho sbagliato qualcosa? - mormorai, cercando invano di trattenere le lacrime. Istintivamente volevo andarmene, scappare,  mi sentivo rifiutata, e infatti …

-no, non hai sbagliato nulla. Sono io… non riesco a controllarmi. Mi destabilizzi - sorrise un poco senza perdere la tristezza dagli occhi - perdonami -

-cosa devo perdonarti? - chiesi, non riuscivo proprio a capire il suo comportamento, sembrava quasi che  avesse appena compiuto un azione che meritava la morte.

-le libertà che mi sono preso - alzò lo sguardo, ancora scuro, sul mio viso - con te -

-non capisco. Ci amiamo, no? - dovevo chiederglielo, nonostante temessi una riposta negativa.

-certo che ti amo, Bella! - intervenne immediatamente, nei suoi occhi vedevo sincerità. Il solito orgoglio   mi riempì, come sempre mi sembrava impossibile che Edward, quel magnifico, perfetto immortale ricambiasse i miei sentimenti.

Sussultai, tornando alla realtà quando Edward prese le mie mani, che avevo appoggiare alle gambe.

Le strinse tra le sue , sembravano stranamente piccole rispetto alle sue lunghe dita da pianista.

-sposami - disse.

Il mondo sembrò fermarsi, non una foglia frusciava ne un animale si muoveva. Io lo fissavo senza capire. Lentamente le sue parole penetrarono nel mio cervello. Sembrava cavalleria, quella vecchia dei secoli passati. Baci, libertà, perdonare, sposarsi, 1901, finalmente collegai tutto.

Non sembrava, era cavalleria! Edward voleva sposarmi perché pensava di avermi compromessa!

L'ira questa volta non provai neanche a trattenerla, crebbe dentro di me come lava incandescente.

I pensieri di Jared invasero la mia mente, facendomi rendere conto che non ero sola nella foresta, e che mi ero trasformata.

-Si può litigare con il proprio imprinting? -  chiesi.

-si, ma poi si fa pace in pochissimo, non riesci a darti pace, ti assicuro - e accompagnò le sue spiegazioni con i primi incontri con Kim, che non aveva preso molto bene il fatto che erano legati da qualcosa di inscindibile come l'imprinting.

Dovevo ammettere che già in quel momento la rabbia dovuta alle parole di Edward stava diminuendo, soprattutto a causa dello sguardo perso nel vuoto, e pieno di pentimento che non riuscivo a smettere di  fissare.

-mi spiace Bella. Posso capire che non puoi perdonarmi, sono stato davvero privo di ritegno - mormorò . Davvero non aveva capito il motivo della mia ira? Credeva davvero che non potevo perdonarlo?

-perché hai litigato con Edward? -chiese Jared, che non sapeva che ero con il suddetto vampiro, visto che non vedeva i miei pensieri.

-mi ha chiesto di sposarlo perché si sente in colpa -  risposi.

-e per che cosa? -

-mi ha baciato - be' qualcosa di più dovevo ammettere.

-l'ho sempre detto che i vampiri sono strani forte. Vai a fare pace, e invitami al tuo matrimonio! - mi salutò trasformandosi.

-non te l'ho chiesto perché mi sento in colpa! - intervenne Edward affiancandomi, nonostante stessi correndo, era davvero veloce. -Ti amo Bella! Voglio passare il resto della mia esistenza con te - mi fermai - voglio avere dei figli con te -

Tornai umana all'istante.

Lo baciai, lo amavo. -si Edward, ti voglio sposare - gli dissi dopo. E lui sorrise, illuminando la foresta della sua felicità.

Si guardò attorno, continuando a tenermi stretta tra le sue braccia, il mio seno premuto contro il suo petto nudo, anche lui non si era rivestito.

-andiamo di qua. Trasformati, così non prendi freddo - aggiunse. Lo accontentai solo perché ero a disagio a stare nuda.

Guardare Edward ed ammirare il suo corpo mentre correva era molto interessante conclusi.

-siamo arrivati - non avevo degnato di uno sguardo la strada che avevamo fatto. Inspirai sperando di sentire qualche odore conosciuto, ma percepii solo quello dei Cullen e del bosco di Forks, quindi non eravamo troppo lontani. -l'ho sistemata poco dopo che siamo arrivati. Non puoi immaginare che fastidio sia quello di vivere con tre coppie, che non dormono mai -

La casetta di pietra era piccola, forse due stanze, aveva il tetto di paglia. Con lo scuro del bosco e la legna accatastata davanti era da fotografia.

-non c'è l'elettricità ma ho lasciato dei vestiti - spiegò aprendo la porta con una chiava presa da in mezzo alla catasta di legna: anche i vampiri nascondevano le chiavi!

Tornare umana sotto lo sguardo di Edward, consapevole di rimanere nuda era più difficile di quanto pensassi. Ma trovarmi accolta dalle sue braccia, ripagò le mie fatiche.

L'interno era buio, sentivo un folto tappeto sotto ai miei piedi, e l'aria era satura del profumo di Edward.

-Accendo il camino - mormorò allontanandosi da me. Strizzai gli occhi, era davvero troppo buio anche per la vista licantropa, riuscivo a vedere solo sagome.

Era una stanza unica, con il camino nel muro opposto all'entrata. C'era una cassapanca a destra con diversi libri sopra, un tavolino con un vecchio candelabro, e un grande letto matrimoniale di metallo decorato, che era appoggiato alla parete di sinistra.

-scaldo dell'acqua se vuoi lavarti - mi disse Edward dopo aver acceso anche le candele che non erano solo sul candelabro ma illuminavano anche una vecchia toilette con lo specchio, la brocca e il catino di ceramica decorata. Mi sembrava di essere tornata indietro nei tempi. Era forse quella la realtà di quando Edward era bambino?

-una delle ambientazioni che è persino più vecchia di me - rise lui, rispondendo alla mia domanda mentale - forse con la stessa distanza che abbiamo io e te. Nel 1800 le persone vivevano a lume di candela e si lavavano nel catino, nel ventesimo secolo sono nato io e tu ormai se  degli anni duemila - spiegò tornando vicino a me.

Non avevo voglia di allontanarmi da lui, ma sapevo di non essere molto pulita, dovevo almeno lavarmi le mani. Gli impedii però di scaldare l'acqua, tanto sarebbe stato fredda comunque per me.

-ho trovato questo - concluse offrendomi una canottiera a spalle larghe nera, mi sembrava più un indumento da Jacob che da Edward.

-L'ho comprata per fare un dispetto ad Alice. E l'ho nascosta qua perché non mi imponesse di metterla - spiegò, la indossai. Arrivava a metà coscia ed era sempre meglio di altro.

Mi sdraiai sul letto enorme che era rimasto il centro dei miei pensieri fin da quando l'avevo visto.

Il mio vampiro prese posto affianco a me, mi ci accoccolai contro, proprio come avevo fatto la notte prima nel mio letto.

-hai sonno? - chiese, le sue dita che percorrevano il mio braccio.

Scossi la testa.

-siamo ufficialmente fidanzati. Domani ti porto l'anello - disse con fare usuale, quasi fosse una cosa comune quello che stava dicendo.

Ero sempre stata allergica hai matrimoni, soprattutto vedendo la fine che aveva fatto quello dei miei genitori, e credere che davvero gli avevo detto di si era strano.

-non serve che mi regali nessun anello. Come anche possiamo aspettare a dirlo a tutti -

-ti vergogni? -

Scossi la testa determinata - be' non so. E' strano, forse prima voglio metabolizzare l'idea. Perché me lo hai chiesto adesso, se non era perché ti sentivi in colpa?-  mi voltai a guardarlo in faccia.

Le ombre che il fuoco e le candele creavano su di lui erano molto seducenti.

-da quanto ho scoperto che mi ami voglio sposarti. Legare il mio destino al tuo, dimostrare al mondo intero che sei mia. -le sue braccia mi strinsero al suo petto, possessive. -quello che è capitato oggi è servito come stimolo finale. Non è stata una richiesta molto romantica, come speravo - aggiunse afflitto.

-be' vedere la propria fidanzata trasformata in lupo non credo che sia la conclusione di nessuna storia romantica- mormorai. -ma ti senti in colpa per quello che è accaduto nel bosco, prima? - dovevo chiederglielo, avevo bisogno di capire.

-mi è stato insegnato così. - sorrise -Sarà interessante fare l'amore, dopo sposati -

Sentii una strana tristezza, non volevo che la nostra intimità sarebbe dovuta esistere solo fra mesi, io la volevo subito. -perché dobbiamo aspettare? - chiesi arrossendo.

-ti condanno già a vivere con un essere senz'anima per l'eternità, non voglio certo rischiare che tu non vada in paradiso, per non aver atteso ancora un po' -

I suoi discorsi era antichi. Davvero credeva di essere senz'anima? -Siamo immortali, non andremo mai in paradiso - ribattei.

-la tua anima è pura, e così dovrà rimanere. Sarebbe egoista, ho già distrutto così tanto - mormorò.

Si stava aprendo con me, mi voltai per guardarlo in viso, inginocchiandomi sul letto. -Edward - volevo togliere dal suo viso quella tristezza.

-no - disse impedendomi di accarezzargli la guancia - sono un assassino, Bella. Non merito il tuo amore. Sono egoista, voglio che tu resti sempre con me, ma non dovrei. - strinse i denti - vorrei riuscire a liberarti da ogni promessa, permetterti di vivere una vita normale e sicura. Lontana da me, un mostro assassino che non ti merita - nei suoi occhi c'era dolore e odio verso se stesso.

-Edward -ripetei a voce più alta, sentivo la determinazione nel mio tono. Lo costrinsi a guardarmi negli occhi - tu non sei un mostro. - cercò di interrompermi ma non glielo permisi, io avevo ascoltato lui, ora toccava a me spiegargli la faccenda -hai detto che quando ero umana ero la tua cantante, la tua peggiore tentazione. Non mi hai attaccato! Non hai fatto mai del male a nessuno! -

-ho ucciso! -singhiozzò. -per anni ho ucciso! -

-ma poi sei tornato da Carlisle, hai capito che era sbagliato. Se fossi un mostro senz'anima non avresti questi scrupoli, seguiresti gli istinti come ogni animale. - lo abbracciai.

-non ti merito - mormorò sul mio collo.

-ti amo - ribattei.

Di nuovo la nostra vicinanza amichevole si trasformò in passione. Lo baciavo, le mie labbra scivolavano sul suo collo, le mie mani disegnavano i suoi muscoli, che poi avrei percorso con la bocca.

Arrivai alla cintura dei pantaloni, sentivo le mani di Edward nei miei capelli. Mi fece alzare la testa per baciarmi.

-Bella, così non riesco a resistere - mormorò ansante. Edward era di nuovo sopra di me, io mi ero di nuovo lasciata andare. Respiravo affannata, il seno che si schiacciava contro il petto del vampiro.

-non resistere - mormorai tornando a baciarlo.

Mi sembrò che anche lui si fosse arreso, sentivo le sue mani frenetiche che mi percorrevano, le sue labbra decise che mi baciavano.

Non sapevo più dove ero, c'era Edward e basta.

Gridai il suo nome quando mi baciò il seno, attraverso la maglia. Chiusi gli occhi temendo che si allontanasse di nuovo, ma le sensazioni non si bloccarono.

-devo fermarmi - lo sentii mormorare. Aprii gli occhi, riuscendo a scorgere nei suoi la passione, nonostante quello sentii che si allontanava. Aveva le braccia tese, che lo rendevano sospeso sopra di me. -incredibile tentazione. Non credevo, non immaginavo -

I capelli gli scendevano sul viso,  che illuminati dalle candele sembravano fili di rame. Come era bello, il naso dritto, la bocca morbida e leggermente aperta, la pelle liscia e bianca, gli occhi profondi e caldi, anche se erano neri.

I miei occhi non riuscivano a smettere di guardarlo, non riuscivo a pensare ad altro se non a lui, a quanto lo amavo e quanto lo desideravo.

Ero diventata ninfomane? Perché pensavo sempre e solo a quello?

Forse i discorsi di figli avevano stimolato il mio istinto materno e soprattutto quello riproduttivo?

Non è che come i cani i lupi vanno in calore? Funzionava anche per i licantropi?

Sapevo di essere rosso scarlatto. Non avevo mai pensato a delle questioni di questo tipo, però poteva anche essere.

-a cosa stai pensando? - mormorò Edward scivolando al mio fianco.

Arrossii ancora di più. -non capisco perché ho così voglia di stare con te. Non è che c'entra il fattore lupa?-

Edward mi fece voltare su un fianco, per poterci guardare in viso. -Da quello che ne so io, i lupi non vanno in calore -

Nonostante l'imbarazzo mi sentii meglio -quindi è tutta roba mia - conclusi, facendo nascere un sorriso sornione sul viso di Edward.

-mi… mi piace sapere che mi desideri - spiegò, arrossii ancora di più.

-non sono esperta in queste cose - dovetti mormorare quasi come scusante delle gaffe che rischiavo di fare.

-neanche io. -

Dovevo aver sentito male. Edward Cullen, essere magnifico e perfetto non aveva mai avuto una relazione?

Le sue dita sfiorarono il mio volto. -non amavo stare in compagnia. Mi sembra che tutti siano troppo umani, limitati alle loro piccolezze. -

-tutti dei Mike Newton! - conclusi. -e io sono diversa?-

-come il giorno dalla notte. - mi baciò con dolcezza.

-e le altre vampire? Cioè avrai incontrato qualche donna vampira in vita tua, no?-

Lui ridacchiò -Certo. Tanya, una vampira del clan di Denali, grande amica della mia famiglia, mi ha già proposto i suoi favori -

-e tu hai rifiutato? - chiesi, scoprendo angosciata di avere una rivale vampira: che vuole dire perfezione, eleganza e conoscenza. Quella Tanya aveva molte più possibilità di me.

-certo. - intervenne lui -non c'era amore. E vivere per l'eternità con i suoi pensieri - chiuse gli occhi come a dimostrare che era una cosa inimmaginabile -non credo che neanche l'inferno possa essere così irritante - e rise.

Sospirai, ero fiera che mi avesse preferito a una vampira, anche se era assurdo visto che non avevo avuto voce in capitolo. -quindi sei contento di non sentire i miei pensieri - conclusi.

Lui scosse la testa -vorrei tantissimo poter sapere cosa pensi. - sorrise -solo una volta mi è sembrato di sentire la tua voce. Era durante il combattimento contro i neonati, quando sei saltata ad attaccare il vampiro che lottava con me - il suo sguardo si fece serio - tra l'altro non ti ho ancora sgridata adeguatamente per quella sciocchezza. Non provare mai più a salvarmi la vita -

-non posso - risposi, seria anche io. Non potevo neanche pensare di non fare nulla per proteggerlo. -E' il mio destino, devo proteggerti, devo salvarti - conclusi.

-non lo merito -

-ti amo -ripetei ancora.

Nonostante tutte le emozioni ora mi sentivo stanca, e non riuscii a trattenere uno sbadiglio.

-dormi - disse facendomi distendere sul letto.

Non volevo che se ne andasse e lo strinsi a me, posando la testa sul suo petto.

-non credo di essere un cuscino molto morbido -

-assolutamente perfetto - mormorai.

-ti amo - disse e caddi tra le braccia di Morfeo accompagnata da quelle due parole.

 

Come avrete letto nel capitolo c'è una parte (o 2) leggermente hot.

Mi sembrava giusto dare anche a loro un po' di passione! Spero di essere riuscita a dare la giusta impressione, lo già detto che non sono esperta, ma ho voluto provare!

 Spero di non aver scandalizzato nessuno.

Secondo me i baci & co sono un modo per dimostrare l'amore, e in questo modo devono essere interpretati.

Come avevo già detto nelle risposte alle recensioni non so se andare ancora avanti o scrivere l'epilogo. E' difficile, perché mi dispiace concludere questa storia (e non ho grandi idee per l'epilogo) ma d'altra parte rischio di rovinarla se la rendo troppo lunga… Fatemi sapere cosa ne pensate! Mi servono molto le vostre idee.

 

  
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