Miei lettori vecchi e nuovi, come vedete il vostro commovente e costante incitamento mi sprona
ancora “a seguitar questa tenzone”, per dirla con le ispirate parole di Mircalla.
Grazie ad Harianne per il concreto aiuto e a tutti per l’apprezzamento e le belle
parole, tra cui ho gradito in particolare quel “delirante”, cara Faith Princi, che
definisce veramente molto bene il tipo di ispirazione che è alla base di tutto questo.
Orbene, passiamo alle cose – si fa per dire – serie. Innanzitutto, se vi illudevate che con gli
endecasillabi avrebbe avuto fine la rassegna, probabilmente è solo perché nessuno vi aveva
informato che nella metrica italiana esistono anche i versi doppi. Non vi preoccupate: non lo
sapevo neppure io e vivevo benissimo lo stesso.
Per ovviare a questa scusabilissima ignoranza, vi fornisco subito un po’ di doppi quinari, cioè
due versi di cinque sillabi accostati, mantenendo però la cesura nel mezzo.
Il soggetto di questo componimento è l’ineffabile Kennedy, la Potenziale “prima inter pares”
che – per dirla eufemisticamente – non ha mai suscitato vere e proprie ondate di entusiasmo
tra i fan di Buffy. Ammetto che il mio temperamento poetico potrebbe avere un po’ risentito da
quel certo livore che tuttora nutro nei suoi confronti: me ne scuso non solo con chi avesse
invece apprezzato il personaggio ma anche e soprattutto con chi rimanesse particolarmente
deluso da questa mia nuova produzione. Ah, quasi dimenticavo: la poesia contiene un
piccolissimo spoiler sul conto di Kennedy relativo alla quinta stagione di Angel, perciò se
siete dei puristi in questo senso, scappate a gambe levate finché siete in tempo.
...
KENNEDY
Di fare il bullo, si sa che spetta
al più vociante della nidiata:
perciò mi sembra cosa perfetta
ch’io sia sergente di quest’armata,
dov’è stratega la mia diletta.
Che Buffy resti, che Faith subentri,
chi se ne frega? Non cambia niente,
comunque vada io ho la strega,
di tutti quanti, la più potente.
Di Lesbo il canto io seguo fiera,
mia dolce Willow, asciuga il pianto:
poiché son rude però sincera,
con un sol bacio spezzai l’incanto.
Amore, grado, onor futuri…
io tutto ottengo quel che m’è caro
perché il denaro ci fa sicuri,
noi che da sempre nell’or nuotiamo.
Con questa lingua, di peli priva
(ma non d’un piercing assai procace),
sarò corriva nonché saccente
giacchè mi garba parlar salace.
E con dispetto del teleutente
non c’è speranza di lieto fine:
felice e viva, di più, gaudente,
con un lavoro che par vacanza
da Rio vi mando le cartoline.
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