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Autore: Lily White Matricide    27/07/2011    13 recensioni
Tutto ha inizio durante un viaggio in Irlanda, verde come gli occhi di Lily. Un viaggio per allontanarsi da Spinner's End per Severus, per averla ancora più vicina ... Per capire, tra uno sprazzo di sole ed uno scroscio di pioggia, che cosa sia averla vicina ogni giorno. La pioggia purifica e salva, il sole asciuga il senso di colpa .... E in tutti quegli anni e mesi e giorni, la pioggia irlandese accompagnerà sempre Lily e Severus. Un lungo viaggio nella loro adolescenza, che andrà ad incupirsi per l'ascesa di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, ma che li spingerà a prendere una posizione ben precisa in questa guerra all'orizzonte. Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere alla guerra?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Irish Rain Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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3.

And I Ran, I Did Run

 

"I hope she'll be a fool -- that's the best thing a girl can be in this world, a beautiful little fool."  F. Scott Fitzgerald

Continuarono a correre, sempre più veloci, facendosi spazio tra le persone che ridevano di questi due ragazzi che sfrecciavano tra le bancarelle, con il loro tesoro tra le mani. Probabilmente, non era la prima volta che in occasioni come queste i giovani cercassero di prendersi qualche libertà altrimenti proibita. Iniziarono a ridere tra di loro, incitandosi a correre sempre più forte, a seguire le stradine che portavano verso il porto e verso la spiaggia, così unica tra verde, case e sabbia. Lo scalpiccio delle scarpe riecheggiava per le mura più anguste: a volte si potevano avvertire le suole stridere, al contatto con l’asfalto ed il pietrisco bagnato.

Severus aveva il cuore in gola, non voleva perdere Lily nella fuga forsennata: si concentrava sulla chioma fulva che si agitava come una fiamma nel camino d’inverno. Non pensava al fiato che iniziava a mancargli, cercava con occhio attento la ragazza minuta che balzava, elegante ed esile come una cerva, sempre più avanti, sempre più verso una direzione ignota. Lily affinava l’udito per accertarsi che il ragazzo la stesse seguendo, di tanto in tanto con la coda dell’occhio cercava la figura pallida e slanciata, dalla chioma corvina e la felpa verde. 

Lily vide un edificio candido, con un giardino che dava sul mare, con un muro fatto di pietre levigatissime lambite dall’acqua salata. Rallentò, con il fiatone e fece cenno all’amico di fermarsi. Si fermarono, appoggiandosi al muro bianco, l’uno accanto all’altro e si guardarono negli occhi, in silenzio, recuperando il respiro e le energie. Sev si portò la bottiglia al petto, protettivo. Sorrise a Lily.

“Che corsa, eh Lily?” 

Lily respirò un po’ affannosamente ed annuì.

“Accidenti! Siamo terribili, ne combiniamo più nel mondo dei Babbani che nel mondo dei maghi, quando siamo assieme!”

I due continuarono a ridere, ripercorrendo nelle proprie menti quella marachella, comunque riuscita grazie alla loro intesa. Sarebbe stato un bellissimo ricordo da custodire di quel viaggio insieme, in quel posto magico ed ospitale.

Lily osservò con molta attenzione Severus, con i capelli neri e fini tutti scarmigliati e la felpa scombinata, il suo sguardo era molto dolce e luminoso e Sev se ne accorse.

“Vieni qua, Sev, Grande Custode della Bottiglia”. 

Il ragazzo si avvicinò, con quel piacevole gorgoglio allo stomaco che lo attanagliava. Lily, iniziò a sentire le guance lievemente calde e sentiva una dolce tensione propagarsi dal cuore fino alle braccia, fino alla punta delle dita. Allungò con gentilezza una mano verso il viso di Severus e gli sistemò i capelli, guardandolo con un sorriso che si faceva sempre più soddisfatto e radioso. Poi, gli sistemò la felpa con il cappuccio.

“G-grazie, Lily!”. Era come se quella dolce tensione fosse stata passata anche al ragazzo, tramite il tocco della giovane.

 

Severus, senza dire niente, con la mano libera, prese le ciocche libere di Lily e gliele mise dietro l’orecchio. Con la mano le pettinò cauto i capelli, avvertendone la consistenza morbida e toccando con mano le onde ed i ricci soffici della chioma. Senza dire nulla, la ragazza capì e gli passò il pettine che si era tolta poc’anzi al pub.

“Adesso sono a posto, Sev?” disse ridendo Lily.

“Ma certo! Andiamo a buttarci sull’erba … Sono esausto!”.

I due costeggiarono l’edificio bianco, sbirciando di tanto in tanto nelle vetrate scure, ed andarono ad adagiarsi sull’erba, che si stava asciugando grazie al sole che faceva quel che poteva, prima che arrivasse un altro scroscio.

I due sospirarono rilassati e felici, sedendosi con le gambe incrociate, l’uno di fronte all’altra. Finalmente, Severus posò davanti a loro la famigerata bottiglia. La osservarono per un po’ in silenzio, non sapendo bene cosa fare. Lo sciabordio delle onde contro gli scogli era troppo musicale, per essere interrotto da qualche parola.

“Uhm, come l’apriamo?” esordì Lily, prendendola in mano “Non abbiamo un apribottiglie”.

Sev la tolse di mano da Lily e l’analizzò, con fare pratico, toccando il collo della bottiglia ed il tappo appuntito. Provò a tirare con decisione il tappo, ma si fermò subito non appena sentì un sibilo sinistro, ed il liquido nero formò una schiuma chiara proprio in cima alla bottiglia.

“Uh-oh, mi sa che abbiamo agitato la Guinness” esclamò Lily “Dobbiamo fare attenzione nell’aprirla o schizzerà fuori tutto”.

Il ragazzo rimase in silenzio, lasciando che il sibilo proveniente dalla bottiglia si placasse; poi, riprese caparbio a tirare, stavolta con più gentilezza. Ancora una volta fischiò, con più cattiveria, però questo sigillo non sembrava volersi staccare.

“Uff, scusa Lily, ci sto provando” borbottò Sev “Abbi pazienza”.

La ragazza sorrise e con dolcezza posò una mano su quella del ragazzo, che per un attimo s’irrigidì, per poi ammorbidirsi di colpo, grazie ai tocchi leggeri e garbati della giovane.

“Non ti preoccupare, non abbiamo fretta, vero? Una soluzione la troveremo. Assieme ... Come sempre”.

 

Importava in quel momento la possibilità che potesse piovere ancora, che l’acqua rabbiosa potesse infradiciare i vestiti dei due ragazzi? Era così importante che fossero maghi o Babbani, che potessero usare la magia od essere persone totalmente normali? Dopo quella frase inaspettata, detta con la consueta dolcezza da parte di Lily, Severus aveva sentito il piacevole calore infiammargli il viso e gli contorceva il cuore. Voleva allungarsi verso di lei e abbracciarla forte e potersi lasciar guidare dal cuore, una volta per tutte. Lontano dalla propria casa triste. Lontano da Spinner’s End, lasciando che il suo cuore fosse libero di rotolare giù per i dolci pendii verdi d’Irlanda. Proprio dello stesso colore degli occhi di Lily.

 

“Sev? T-tutto bene?” gli chiese gentile Lily.

 

Severus si era incantato. Scosse un attimo la testa e sorrise un po’ confuso. Non se n’era accorto ed improvvisamente scoppiò a ridere con fragore. Lily rimase un attimo interdetta, ma scoppiò a ridere anche lei e si sentì felice nel vederlo sereno e lieto. Le si scaldava il cuore, voleva vederlo ridere, voleva dargli dei ricordi, delle occasioni per poter essere felice. Se lo sentiva dentro, desiderava la sua felicità ardentemente e cercava di passare con lui più tempo possibile, per quanto a Hogwarts a volte non fosse così semplice. Ma appena poteva, lontano da quegli odiosi ragazzi quali James Potter e Sirius Black, che la tampinavano spesso, lo cercava, con lo sguardo, camminando per il parco, per i corridoi, scorrendo il tavolo Serpeverde a cena o a pranzo. In biblioteca avevano trovato un rifugio sicuro dai malandrini, dato che Severus e Lily amavano studiare, e gli altri no.

 

Il ragazzo tossì vistosamente, dandosi un colpo sul petto e fece con voce ossequiosa: “Signorina, un po’ di contegno, ora non abbiamo tempo da perdere”. I due occhi neri si guardarono attorno, e guardando verso la scogliera, si illuminarono.

“Gli scogli! Usiamo quelli, per il tappo!”. I due si alzarono ed iniziarono a scendere giù per la scogliera, facendo attenzione a non scivolare e a non farsi male. Le onde s’infrangevano abbastanza violente, il mare si faceva cupo e scuro, visto che si stava rannuvolando nuovamente. L’odore salmastro si faceva sempre più intenso, man mano che i due giovani camminavano sulla scogliera.

 

E finalmente, il tappo volò via, e un poco di schiuma fuoriuscì, bagnando la mano di Sev. Lily urlò deliziata e contenta.

Sev le porse la bottiglia cerimonioso: “Prima le signore”.

La ragazza simulò un inchino elegante e prese con le due mani la bottiglia. Un brivido d’eccitazione percorreva i due ragazzi, si sentirono un po’ stupidi e un po’ più grandi di quanto non fossero. Lily sorseggiò lentamente la birra scura, chiudendo gli occhi rilassata, inclinando quanto bastava la bottiglia.

Lily fece una smorfia strana e contrasse il viso. Divenne rossa in faccia.

“Lil ...?” fece timidamente Severus, attendendo un responso dalla ragazza.

“Argh. E’ amarissima. Quella che avevo provato dai miei non era così amara. Ma non era nemmeno scura, credo”.

“Ma .. Ma ti piace?” chiese Sev in fibrillazione. Altro che pozioni Polisucco!

Lily guardò la bottiglia e prese un altro sorso di Guinness. Fece schioccare la lingua, prima di rispondere, esaminando attentamente il sapore del liquido alcolico, che le bruciava leggermente la gola.

“Si, mi piace!” fece decisa “Ora tocca a te!”.

Sev prese con attenzione la bottiglia e se la portò alle labbra e senza troppi indugi ne bevve un piccolo sorso. Il lieve bruciore prese il posto del liquido amarognolo che scivolava giù per la gola. Era amaro davvero, ma lo inebriava, all’istante sentì un’insolita leggerezza. Aveva leggermente caldo.

“Wow ... E’ ... Buona!!” fece con un sorriso. E con più decisione, bevve ancora un po’. 

“Ehi, ehi, aspetta! Non te la bere tutta, lasciamene ancora un po’!” esclamò Lily allungando una mano e gli prese la birra.

“Ma se facevi tutte le smorfie perché era amara? Eh ... Aspetta, dove corri?”

Lily stava saltellando da uno scoglio all’altro, con agilità e rapidità, tenendo in mano la bottiglia. Si avvicinava alle onde ed alla spuma ridendo e cercando di evitare gli spruzzi salmastri. L’equilibrio della ragazza sembrava in costante pericolo, e Sev doveva essere lì, accanto a lei, per prenderla nel momento in cui sarebbe potuta scivolare. Non poteva lasciare che cadesse. Anche per lui, un suo sorriso, la sua felicità, erano tutto.

Sev si lanciò all’inseguimento, ridendo e recuperando il terreno perduto. La pioggia riprese a cadere gentile e delicata, ma questo, per loro, non era un problema.

   
 
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