Capitolo 8.
“Pronto?”
“Ciao, Cindy!”
“Ah, ciao, Marika! Come
va?”
La ragazza bionda è
seduta al tavolo di un locale e sta sorseggiando un alcolico mentre parla al
cellulare con la sua migliore amica.
“Benissimo! Non sai cos’è
successo …!”
“Riguarda quel tipo
carino che mi avevi detto di aver conosciuto ieri? Quel … come si chiamava? …
Akito?” chiede la voce dall’altra parte del telefono.
“Già, proprio lui”
conferma Marika.
“Racconta, forza!” la
incita l’amica, poi tace in trepidante attesa.
“Allora, tieniti forte …
ci siamo baciati!!!”
Dall’altro capo della
cornetta c’è un attimo di silenzio attonito prima dell’urlo:
“CHE COSA?!! Davvero??”
“Giuro”
“Caspita, che fortuna!
E com’è stato? Ma state insieme, ora?! Dimmi, dimmi, dai! Non fare la misteriosa!”
Cindy è ansiosa di sapere tutto.
“Be’ … siamo stati
interrotti dalla sua ragazza, però …”
“CHE COSA?!” grida l’amica
per la seconda volta. “La sua ragazza? È fidanzato, e vi siete baciati?? Ma sei
impazzita?!”
“Mica è colpa mia! Io
che ne sapevo?!” si giustifica Marika.
“Ma non ti ha respinta?”
chiede Cindy, ancora incredula.
“Ehm … era ubriaco …”
“Ma allora sei impazzita sul serio!!!” esclama l’amica di Marika. “Insomma,
baci un ragazzo già impegnato e per di più approfittando del fatto che è ubriaco?”
“E dai, che vuoi che
sia?” cerca di calmarla la bionda, ma poco dopo è costretta ad allontanare il
cellulare dall’orecchio per non venire assordata da una nuova raffica di
parole:
“Che vuoi che sia?! Ma
non ti rendi conto di quello che hai fatto?? Lo ripeto: sei completamente
impazzita! E la ragazza come l’ha presa?”
“È scappata in lacrime
dal locale” risponde Marika semplicemente.
“Non voglio crederci …”
commenta l’amica, questa volta sottovoce. “Ditemi che non è stata la mia
migliore amica a fare una cosa del genere …”
“Ma quanto la fai
tragica!” esclama la bionda. “E comunque oggi ci rivediamo!”
“Chi?!” chiede Cindy,
sperando in un miracolo che però non avviene.
“Io e Akito,
ovviamente!”
“E si può sapere perché
mai? Non avrà lasciato la sua ragazza per un bacio che ti ha dato da ubriaco??!”
Cindy spera con tutta se stessa che non sia così, e questa volta viene
accontentata.
“Purtroppo no, devo
solo restituirgli il cellulare che la sua ragazza aveva lasciato al locale …”
risponde Marika, e l’amica trae un sospiro. “Ma scommetto che entro stasera la
mollerà!” aggiunge.
“EH????!!” esclama
Cindy.
“Hai capito benissimo!
Io dico che tra poco cambierà idea e vorrà mettersi con me!”
“NO! Marika … No … non
fare cretinate! Per favore! Ti conosco, non …” Cindy cerca di farla rinsavire,
ma viene interrotta dalla bionda, che ha appena visto una figura familiare
fuori dal locale attraverso la finestra.
“Devo andare. Ti
richiamo stasera per raccontarti il mio successo. Ciao!”
“Asp …!” prova a
bloccarla l’amica, ma Marika ha già chiuso la comunicazione e si è già alzata,
diretta verso la porta del locale.
Durante la telefonata,
Akito si stava dirigendo verso il pub. Camminava con le mani nelle tasche dei
jeans, prendendo a calci ogni pietruzza che si trovava sulla sua strada.
Ma
perché ho fatto una cretinata simile? Perché l’ho baciata?! Sarò anche stato
ubriaco fradicio, ma non è una scusa sufficiente! pensa
ancora, tirando un calcio potente ad un altro sassolino e mandandolo a cozzare
contro un’auto parcheggiata. Non dovevo farlo! Sono uno stupido! Ora mi
riprendo quel cellulare e le dico chiaro e tondo di non rompermi più!
Si ferma di colpo
davanti al locale, irritato. Dove diavolo si è cacciata quella Marika?! Sono già
passate da qualche minuto le tre, eppure lei non c’è.
All’improvviso, la
porta
“Ciao” gli sussurra,
poi si avvicina alla sua bocca, ma Akito si scansa velocemente.
“Muoviti! Dammi il
telefono e sparisci!” le intima molto sgarbatamente.
“Mmmh, siamo
aggressivi, oggi?” constata lei. “Mi piace …”
“Ti ho detto di
muoverti a darmi il cellulare della mia ragazza! Dov’è?!”
“Dritto al sodo, eh? Ok
…” dice Marika, poi estrae il cellulare di Sana dalla borsetta e se lo porta al
seno, nascondendolo nella scollatura della maglietta.
“Dammelo!” ruggisce
Akito, furioso.
“È tutto tuo!” mormora
lei, poi gli si avvicina, provocante. “Prendilo …”
Akito la squadra con
rabbia e indignazione.
“Guarda che non è un
problema! Tanto non me ne importa nulla di te, chiaro?!”
“Bene, allora prendi il
telefonino.” gli sussurra ancora lei. Il ragazzo, deciso a porre termine il
prima possibile a quell’incontro, si rassegna e alza la mano, pronto a prendere
il cellulare …
“Uff, ma è così lontano
il locale?!” sbuffa
“Manca poco, è dietro a
quell’angolo” le risponde Fuka, indicandole un incrocio qualche metro più
avanti, e la precede.
“Oh, finalmente! Non vedo
l’ora di chiamare Akito, anche se … ho paura che prenda male la cosa …”
“Ma no, dai!” la
rassicura Aya “Vedrai che ti starà accanto. Ti ama davvero!”
“Hai ragione!” esclama
La sua amica, non
appena ha girato l’angolo, si è fermata improvvisamente, fissando un punto
davanti a sé.
“Eh? … n - niente”
esclama con agitazione. “È solo che … ehm … mi sa che abbiamo sbagliato strada!
E già! Il locale è di là, vieni!” e afferra Sana per un polso, cercando di
farla tornare indietro sui loro passi, ma lei punta i piedi a terra e si
libera.
“Ma che dici?! Il pub è
qui, dietro l’angolo! Guarda …” e prima che Fuka riesca a fermarla, si volta,
pronta ad indicarle l’ingresso del locale.
In un attimo, però, il
suo cuore si raggela. La mano che aveva puntato verso il pub si abbandona lungo
il fianco pesantemente, mentre i suoi occhi fissano una scena alla quale non
avrebbero mai voluto assistere.
A pochi metri da lei,
Akito sta portando una mano al petto di una ragazza bionda, che lo sta
guardando negli occhi con uno sguardo celeste seducente, mentre le labbra sono
tese in un sorriso. Quando Sana vede la mano del suo ragazzo infilarsi nella
maglietta di Marika, qualcosa dentro di lei si spezza. E per la seconda volta,
mentre le lacrime di rabbia e di delusione le offuscano la vista, non riesce a
fare altro che fuggire via.
Accade tutto in pochi
secondi. Akito recupera con rabbia il cellulare di Sana, ma un attimo dopo
sente una voce inorridita esclamare: “Che diavolo stai facendo, Hayama??!!”. Si
volta, e vede Hisae fissarlo con gli occhi sgranati, mentre alle sue spalle una
figura dai capelli rossicci sta correndo via, sorda al suo nome pronunciato da
Aya e Fuka. Realizzando quanto è successo, prima di correre all’inseguimento
della sua ragazza … SCIAFF! Lo schiaffo ha colpito in pieno viso Marika, che si
porta tremante una mano alla guancia sinistra. Quando torna a guardare Akito,
viene spaventata dal suo sguardo gelido, minaccioso e carico d’odio, tagliente.
“Non cercarmi mai più,
hai capito! Sei solo una stronza!!(scusate, ma ci voleva proprio!NdDaisy)
Poi si volta e corre
nella direzione in cui ha visto sparire Sana.
Intanto, Fuka guarda
incredula la figura di Marika, che si sta massaggiando la guancia trattenendo a
stento lacrime di frustrazione. Le si
avvicina con passo deciso e …
SCIAFF! Colpisce con
violenza la guancia destra della bionda.
“TU …” esclama con voce
tremante di rabbia. “Mi fai schifo! Ti avevo detto di lasciare in pace Akito!”
Per fortuna, le sue
amiche arrivano in tempo a trattenerla, prima che possa scagliarsi di nuovo
sulla ragazza, che impaurita se ne va.
“Ecco, brava, sparisci!
E stai alla larga da Sana e Akito, chiaro?!” le urla dietro Fuka, furiosa.
Sana continua a
correre, senza sapere dove sia diretta, volendo solamente fuggire. E mentre
corre, piccole gocce scendono dal cielo, unendosi alle sue lacrime, come se
volessero lavare via il dolore che prova in quel momento, ma senza riuscirci …
Come ha potuto Akito farle di nuovo questo? Perché è tornato da quella Marika
dopo averle assicurato che non contava niente per lui?! L’ha ferita ancora più
profondamente, un taglio che le sembra insanabile …
Pioggia
di settembre cade giù
Cambia
dimensione alla città
Nuove
sensazioni e nuove
Riflessioni
nella mente …
Akito vola sulla
strada, cercando Sana ovunque, guardando in ogni direzione nella speranza di
scorgere tra la grigia pioggia il rosso dei suoi capelli. Continua a correre
nella sua scia, cercando di raggiungerla. E intanto si pente di ciò che ha
fatto, di averla fatta soffrire una seconda volta. Poi finalmente la vede, e
accelera, tendendo una mano avanti alla ricerca di quella di lei …
La
storia si ripete, sì lo so
E la
mia mano sfiora quella tua
Trovo
convinzioni nuove perché adesso so …
Le sue dita si
stringono attorno al polso di Sana. Lei sa che è Akito a trattenerla, lo sente,
quasi riconoscesse la sua pelle. Una parte di lei le dice di continuare a
correre, di sfuggirgli e allontanarsi da lui, ma il suo cuore la ferma …
Sei
nella mia vita più che mai
Un
colore nuovo nei giorni miei
In
ogni adesso e in ogni corri via
Dalla
noia e dalla malinconia …
“Piccola, guardami …”
Solo due parole,
pronunciate con dolcezza e tristezza, con supplica e desiderio; due sole parole
che la convincono a voltarsi. E tra il velo di lacrime e le gocce di pioggia
distingue chiaramente i suoi occhi … gli occhi di Akito … quegli occhi profondi
e scuri … quell’abisso infinito … lo specchio della sua anima. Dentro di essi
legge il suo amore, la sua richiesta di perdono, la sua colpevolezza.
Attraverso quei diamanti d’ambra vede la sua sincerità e il suo pentimento, la
sua frustrazione e la sua supplica silenziosa di una difficile comprensione.
Uno sguardo che vale più di mille, inutili parole, e che riesce a rallentare il
flusso di lacrime di Sana, anche se non ad arrestarle del tutto.
Come
un treno in corsa verso me
Tra le
mie emozioni e i mille se
Il tuo
sguardo è una carezza in più
Sai
portare pace ai giorni miei …
Rimangono immobili,
soltanto a guardarsi, le emozioni sciolte dalla pioggia che incessante scende
su di loro. Lentamente, la mano che stringeva il polso di Sana lascia la presa,
ricadendo lungo il fianco del ragazzo. Akito abbassa la testa, nascondendo
dietro al ciuffo biondo e bagnato dei suoi capelli uno sguardo che in quel
momento non riesce a sostenere quello offuscato di lacrime di Sana. Cosciente
della sua colpa, cerca le parole giuste … ma non le trova. E allora infila
semplicemente una mano nella tasca dei jeans e ne estrae un cellulare,
porgendolo a Sana. Lei lo guarda … il suo cellulare … non capisce. La rabbia
continua a ribollire dentro di lei, e ormai accecata non riesce più a
trattenersi, vuole sfogare il suo dolore contro il ragazzo. E così con uno
scatto d’ira dà un colpo violento alla mano che tiene il cellulare, facendolo
cadere lontano, e si lancia contro Akito, picchiando i pugni sul suo petto, gridandogli
tutta la sua sofferenza.
“Perché l’hai fatto?
Perché?! Mi avevi detto che non c’era niente tra voi, che il bacio era stato un
errore!! Sei solo un bugiardo! Uno stupido! Pensavo di aver fatto la cosa
giusta dichiarandoti i miei sentimenti dopo tanti anni, ma mi sbagliavo! Mi
sono sempre sbagliata! Non dovevo innamorarmi di te! Ti odio!!!”
Continua a picchiarlo,
e lui la lascia sfogare, finché non la circonda con le braccia stringendola in
un forte abbraccio, cercando di calmare la sua furia. Lei cerca di
divincolarsi, si dibatte, ma i muscoli del ragazzo non cedono ed è costretta ad
abbandonarsi all’abbraccio. Ricambia con forza la stretta di Akito, che la
tiene contro di sé in un gesto di protezione, mentre sembra che il mondo sia
scomparso, lasciando spazio solo a loro due.
Tutto
va veloce intorno a noi
Ora mi
appartieni ed io lo so
Prima
avevo il cuore spento
Per
amare veramente …
Spostare
l’attenzione su di te
Al
bene elementare che mi dai
Sposo
le tue mani e i tuoi perché
Che
sia per sempre …
E ancora a lungo
rimangono in silenzio,i loro corpi sembrano essere uno solo. La pioggia li
avvolge, leviga le loro emozioni.
Sei
nella mia vita più che mai
Oltre
il muro dei silenzi miei
Un
respiro di serenità
L’alba di una nuova libertà …
“Non ti ho mai tradita,
Sana” le sussurra infine Akito dolcemente, con voce ferma e calda. “Ero andato
solo a riprendermi il tuo cellulare, credimi.”
Lei alza gli occhi
gonfi dalla sua maglietta, sulla quale le lacrime si erano unite alle gocce di
pioggia, e li fissa nei suoi. Legge la sincerità in quegli occhi, ma c’è
qualcosa che vuole impedirle di credergli.
“Non stavi solo
recuperando il mio cellulare!!” singhiozza, ricordando l’episodio a cui ha
assistito.
“Non l’ho voluto io,
Sana!” e cerca di spiegarle ciò che è successo veramente. “Per me quella
ragazza non conta nulla, sei tu quella che amo!!!” conclude.
I suoi occhi sono
determinati, la catturano come hanno sempre fatto in passato …
Quello
che non ho capito mai
Ora è
così chiaro agli occhi miei
Guardami
per sempre come sai
Giura
che rimani come sei …
Se poi
ti perdi negli occhi grandi di un bambino
Non è
impossibile sai amare veramente …
Veramente
…
E Sana si lascia
annegare in quell’oceano di sentimenti che sono gli occhi di Akito, riuscendo
finalmente a capire e perdonare di nuovo, a credere alla sua verità. Un bacio,
salato dalle lacrime e bagnato dalla pioggia, conferma la loro riunione.
Quello
che non ho capito mai
Ora è
così chiaro agli occhi miei
Sai
amore veramente sai
Arrivare
dove nessun altro è stato mai …
Mai.
“Perdonami, piccola”
Sana scuote leggermente
la testa con un sorriso.
“Dimentichiamo! Ora è
tutto come prima. Ti amo.”
“Anch’io”
Un altro bacio. Quasi
non si accorgono che la pioggia è cessata e tra le nuvole sta facendo capolino un
timido sole. La tempesta è passata … nel loro cuore, e attorno a loro. Si
prendono per mano e si avviano verso l’albergo.
Ad un tratto Sana si
ferma.
“Aky … devo dirti una
cosa …”
È seria, e la sua
espressione spaventa il ragazzo.
“È molto importante e …
ho paura …”
“Di cosa? Dimmelo, puoi contare su di me, di qualsiasi cosa si tratti!”
Sana lo guarda negli
occhi, felice per quella rassicurazione. Lo abbraccia, lasciandolo leggermente
sorpreso, e quando si stacca, gli dice solo:
“Vieni con me” e
prendendolo di nuovo per mano lo conduce davanti ad una farmacia a pochi passi
da loro.
“Cos’hai? Non stai
bene?” chiede lui apprensivo, ansioso di sapere quale sia il problema. Sana
cerca la forza di rivelargli ciò che pensa, e tratto un respiro profondo
mormora:
“Non proprio … io …
potrei essere incinta!”
Akito continua a
guardarla negli occhi. Sembra non avere alcuna reazione, anche se si sta
trattenendo a stento dall’urlare: “CHE COSA??!”. Alla fine, dopo aver aperto e
richiuso la bocca un paio di volte, dice solo:
“Tu …? tu …?!”
“E che sei, un telefono
occupato?!” esclama Sana cercando di sdrammatizzare, ma Akito rimane
mortalmente serio.
“Ma ne sei sicura?”
Sana abbassa lo
sguardo.
“No … per questo ti ho
portato qui.” e indica la farmacia. Akito guarda il negozio, poi si volta di
nuovo verso la sua ragazza … e si accorge che sta tremando. Improvvisamente
risoluto la prende per mano, stringendogliela, e dice con voce calda e sicura:
“Non preoccuparti, ci sono io. E ci sarò sempre, comunque sia, d’accordo?” le
alza il mento dolcemente con la mano libera. Sana risponde al sorriso che le
regala lui, poi si fa portare dentro la farmacia, felice di averlo accanto.
Un’ora dopo sono all’albergo,
nella camera delle ragazze. Aya, Hisae, Fuka, Tsuyoshi e Gomi sono tutti seduti
sui letti in attesa, mentre Akito è appoggiato al muro di fronte alla porta
chiusa del bagno. Su un tavolino in un angolo della stanza c’è la scatola
aperta di un test di gravidanza …
Improvvisamente la
porta del bagno si apre lentamente, e spunta la figura di Sana, con in mano un
oggetto bianco, lungo e stretto. Akito si scosta subito dal muro, guardandola
con intensità, come se volesse catturare una risposta alla sua silenziosa
domanda dai suoi occhi, pendendo, come gli altri, dalle sue labbra. Sana prende
fiato e con voce bassa, ma chiara, finalmente rivela:
“È negativo.”
Akito l’abbraccia,
mentre i loro amici traggono sospiri di sollievo.
“Be’, alla fine tutto
si è sistemato!” constata Fuka.
“Già” confermano
“Ora possiamo preparare
i bagagli … domani si torna a casa.” ricorda Aya.
“È vero … uffi!”
esclama Sana, sentendo già il peso dei giorni di scuola sulle spalle.
“Non vorrai rimanere
qui, spero?! Con Marika che si aggira nei dintorni!” sgrana gli occhi Akito.
“Hai ragione … però
questa gita non è stata un totale fallimento, no?” gli dice Sana. Lui la guarda
scettico.
“Forse non staremmo
insieme, se non fossimo venuti qui!”gli spiega.
“Allora possiamo dire
che è stata una … gita galeotta!” dice lui, tra le risate allegre degli altri.
THE END - Daisy
Raga, è finita la ff! Ringrazio tutti quelli che hanno
recensito, xkè l’ottantina di commenti
ricevuti finora mi ha dato l’energia per continuare qst storia fino a questo
ottavo, ultimo capitolo!! Siete stati grandi! E grazie anche a chi ha solo
letto, mi fa molto piacere! Spero ci rivedremo presto con un’altra ff, perché
mi diverto moltissimo a scrivere e mi fa piacere conoscere tutti i vostri
pareri, sia sulle mie idee, sia sul mio stile di scrittura! Aiutatemi a
migliorare, mi raccomando! Be’, ora vi saluto veramente … vvukdb!!!!!!!!!!!
Daisy JJJJJ
Ps. La canzone che ho inserito in qst capitolo, quando
Akito rincorre Sana, è di Laura Pausini (nn so il titolo, ma dovrebbe essere la
nona del cd Resta in ascolto, per chi volesse saperlo!J)