Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Weasleylion    28/07/2011    3 recensioni
Mi svegliai in una cattedrale dalle dimensioni immense, bianca e pura. Per la prima volta dopo anni mi sentivo tranquillo, una sensazione che avevo smesso di comprendere. Tutto ciò che ricordavo era la maledizione di mia cugina che mi colpiva e il velo nero. E voci. Ero sicuro che c'erano delle voci, ma non incutevano timore: erano benigne, e mi accoglievano nel loro mondo.
< Felpato, vecchio mio! >
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi svegliai in una cattedrale dalle dimensioni immense, bianca e pura. Per la prima volta dopo anni mi sentivo tranquillo, una sensazione che avevo smesso di comprendere. Tutto ciò che ricordavo era la maledizione di mia cugina che mi colpiva e il velo nero. E voci. Ero sicuro che c'erano delle voci, ma non incutevano timore: erano benigne, e mi accoglievano nel loro mondo.
< Felpato, vecchio mio! >
Fu un lampo. Un momento veloce e sconcertante. Una voce mi aveva salutato, una voce che veniva dalle mie spalle, una voce che sapevo di conoscere.
Lentamente mi voltai: davanti a me si ergeva un uomo con i capelli neri spettinati, gli occhi color nocciola ancora pieni di quella scintilla malandrina. Ma era diverso: sembrava più giovane di come lo ricordavo, ma allo stesso tempo si vedevano i segni che gli aveva donato l'esperienza. James Potter mi si avvicinò, un mano alta sopra la testa intenta ad agitarsi in segno di saluto, l'altra nella tasca di una abito bianco che si confondeva con il colore della cattedrale, se di questo si trattava.
< James... >
Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Per quattordici anni avevo aspettato il mio migliore amico, mio fratello, e ora era lì, che annuiva in segno di risposta.
Dimenticai di essere un uomo, dimenticai tutto: mi gettai su James e lo abbracciai singhiozzando. Fra noi non c'era mai stato un'abbraccio, bastava incrociare un momento i nostri sguardi per avere lo stesso effetto, ma sentivo che in quel momento avevo bisogno di farlo. Non per amicizia, fratellanza o altro, dovevo accertarmi di averlo di nuovo insieme a me, che non fosse un sogno.
< Avanti Sir, così mi metti in imbarazzo! >
Esclamò con un tono falsamente timido.
Scoppiai a ridere. Era di nuovo la mia risata simile a un latrato, che da troppo tempo avevo smesso di fare. Avevo dimenticato quanto fosse bello e liberatorio ridere. Da giovani lo facevamo sempre, avremmo dovuto tenercele per il futuro oscuro che si prospettava davanti a noi.
James mi guardava con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia, lo stesso di Harry quando mi aveva ritrovato in Grimmauld Place.
Harry.
Per quanto chiara potesse essere la cattedrale mi sembrò che si fosse oscurata. Cominciai ad avere paura di quello spazio infinito, ad avere paura di incontrare gli occhi di James.
< James... Harry... io... scusami... >
Caddi in ginocchio e mi nascosi il volto fra le mani: avevo fatto soffrire il figlio del mio migliore amico, lo avevo confuso con suo padre, gli avevo fatto vedere quanto poco riuscivo ad occuparmi di lui nel migliore dei modi in quei mesi di prigionia, gli avevo fatto compiere azioni più grandi di lui, ed era per colpa mia che quella notte era andato all'ufficio misteri... probabilmente mi avrebbe raggiunto fra poco, ma speravo che Remus lo proteggesse.
James si accovacciò in modo da potermi guardare negli occhi, anche se mi ostinavo a tenerli celati sotto i palmi delle mani,
< Non ti scusare Sirius. Ho visto cos'hai fatto. Vi ho visti entrambi: hai preso sia il mio posto che quello di un amico nel cuore di Harry. Hai fatto di tutto per stargli vicino. Non ho mai perso d'occhio neanche un momento nessuno dei due. >
Scostai le dita dagli occhi e lo guardai: sorrideva ancora, ma lo sguardo non era più divertito ma gonfio di comprensione.
< Grazie Jamie. >
Fu l'unica cosa che riuscii a dire. James fece di nuovo un segno di assenso con il viso e mi aiutò a rialzarmi.
< Comunque... cos'è questo posto? > Buttai lì per smorzare la tensione che si era creata. O almeno che sentivo io.
E in effetti era una domanda più che lecita: non mi ero mai trovato in un posto tanto bizzarro.
James si guardò intorno, come se si fosse reso conto solo in quel momento di dov'era.
< Non lo so... per te cos'è? > Mi chiese con semplicità.
Lo imitai e mi guardai anchio intorno. E capii. Quella cattedrale somigliava al parco di Hogwarts. Si scorgeva la figura fantasma del Platano Picchiatore, la riva del lago nero, che non era altro che una massa informe di nebbia bianca. Il parco sembrava però chiuso dalle vetrate che mi avevano fatto pensare ad una cattedrale.
< Sembra il parco di Hogwarts... >
Il sorriso di James si allargò.
< Oh si, hai ragione! >
Ricambiai il sorriso, incerto. C'erano ancora molte cose che non comprendevo e che non comprenderò mai: cos'era quell'arco che avevo varcato? Cosa significava quel telo? Perché ero nella versione fantasma del parco di Hogwarts e James era con me?
Come in risposta ai miei quesiti James mi poggiò una mano sulla spalla. Aveva smesso di sorridere, ma il suo tono era sempre tranquillo.
< E' il momento di scegliere Felpato. >
< Scegliere? >
Non aveva fatto altro che ingigantire i miei dubbi: che scelta dovevo fare?
< A quanto dici siamo nel parco di Hogwarts... potremo tentare di entrare nel castello. >
Si avvicinò un mano alla fronte, e fece finta di scrutare tutti gli angoli del parco.
< E che succede se ci entriamo? >
< A me niente! Il morto sei tu! > Scherzò James assumendo una falsa aria offesa.
Ma non riuscii a ridere. Avevo capito dove voleva andare a parare.
< Andrei avanti? >
Cadde il silenzio. Il silenzio più rumoroso che io avessi mai sentito. James smise di ridere e tornò ad assumere un'espressione seria. Poi, lentamente, annuì.
< Ma... se servisse ad aiutare Harry... potrei tornare... >
Mi costava molto quella decisione. Volevo riunirmi a James e sono sicuro che avrei riincontrato anche Lily e tanti altri vecchi amici, ma era dura abbandonare Harry.
< Non servirebbe. Harry capirà Sir, sarà difficile per lui ma capirà, ne sono sicuro. >
Abbassai lo sguardo: guardare James mi ricordava Harry e la difficoltà di abbandonarlo per sempre diventava sempre più enorme.
James poggiò sulla mia spalla rimasta libera anche l'altra mano.
< Lui ti voleva bene Sir. Lo so. E lo sai anche tu. >
Stavolta fui io ad annuire. Mi liberai delle sue mani e gli passai un braccio attorno al collo.
< Andiamo Ramoso? >
< Andiamo Felpato. >


Ok, lo so, fa schifo. Ho finito di leggere l'ordine della fenice per la venticinquesima volta e questa fanfiction e nata appena ho chiuso il libro. Spero si sia capito che si tratta del momento in cui Sirius deve scegliere se andare avanti o tornare come fantasma. E' raccontata dal punto di vista di Sirius e vorrei precisare che non è Slash. Non ho niente contro le James\Sirius, ma questa non lo è xD Spero vi sia piaciuta ^^

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Weasleylion