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Autore: xenascully    28/07/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Gibbs venne dimesso quella sera stessa, rilasciato sotto la custodia dell’Agente Molto Speciale Anthony DiNozzo. Optarono entrambi di rimanere a casa di Gibbs. Semplicemente aveva più senso.

Ducky era passato a controllarlo prima di andare a letto, e tutto sembrava essere a posto. Entrambi gli Agenti non vedevano l’ora che arrivasse il giorno dopo. Il giorno in cui avrebbero affrontato Withey.

Tony attese fino a che non fu certo che Gibbs stesse dormendo, prima di dirigersi alla stanza degli ospiti per cercare di riposare un po’. Non aveva dormito molto, la notte precedente. Le sedie dell’ospedale erano scomode da morire, anche se di certo era felice di non essere stato confinato a letto. Ovviamente, non aveva detto a Gibbs di aver passato la notte nella stanza. Infatti, non gli aveva detto nemmeno di aver avuto bisogno di essere controllato da un dottore. Non c’era bisogno di aggiungere altro stress o mal posta colpa.

Tony si addormentò pochi minuti dopo aver appoggiato la testa sul cuscino…

*~.~*

Tony spezzò il lucchetto e gettò a terra le tenaglie, poi tolse ciò che rimaneva del lucchetto dalla porta. Spalancò le porte del furgone e cadde all’indietro quando un corpo lo travolse.

Gibbs… “Gibbs!” Gridò realizzando a chi apparteneva il corpo. Si mise in ginocchio. “Gibbs, avanti! Avanti, Capo! Non farmi questo!” Cercò freneticamente di sentire il suo battito cardiaco.

“Tony?” Risuonò la voce di McGee, e realizzò che l’Agente più giovane era inginocchiato all’altro lato di Gibbs.

“Non…non riesco a sentirlo. Non sento nessun battito…”Continuò a cercare. “McGee, chiama un’ambulanza!” Gridò abbassando la guancia fino ad averla poco sopra la bocca del suo capo incosciente, aspettando di sentirne il fiato…di sentirne la vita.

Aprì la giacca di Gibbs e unì le mani sopra il suo petto per cominciare la compressione. “Ti prego, ti prego, ti prego.” Ripeté Tony sotto voce mentre lavorava. McGee camminava avanti e indietro con il cellulare all’orecchio; la mano libera gli copriva l’altro orecchio mentre parlava.

Gli occhi di Tony caddero sul volto del suo capo mentre continuava con le compressioni. “Avanti, Capo.” Disse, scongiurò. Respirò nella bocca di Gibbs, sapendo che quella parte del massaggio cardiaco non era più necessaria, ma magari il calore avrebbe aiutato. Poi tornò alle compressioni.

All’improvviso, venne tirato via dai paramedici. Era come se il tempo fosse passato senza che lui se ne accorgesse.

Insistette di salire con loro sull’ambulanza. Guardò la linea piatta sui monitor, anche mentre i medici lavoravano su Gibbs; forzandogli l’aria nei polmoni con una sacca.

Poi si trovò improvvisamente in una sala d’attesa. C’erano tutti; Abby, Ducky, McGee, Ziva…persino Vance.

Un dottore arrivò con espressione cupa, e si avvicinò al gruppo. “Mi dispiace.” Disse loro. “Non siamo riusciti a salvarlo, anche dopo averlo scaldato.”

“No…” Tony scosse la testa; le lacrime che prima gli facevano luccicare gli occhi ora scorrevano liberamente sul suo volto.

“Mi dispiace molto…”

*~.~*

Tony si svegliò di soprassalto, mettendosi seduto sul letto. La luce del sole entrava dalla finestra, e gli ci volle un momento per ricordarsi dove si trovava. “Solo un sogno”, capì, mentre i ricordi di quello che era successo davvero gli ritornavano alla mente.

Si sforzò di riportare alla normalità il respiro e il battito del suo cuore mentre si passava una mano sul viso. Solo allora si accorse di avere le guancia bagnate a causa delle lacrime che, apparentemente, aveva pianto non solo in sogno.

Tony si alzò dal letto e andò in camera di Gibbs; il bisogno di controllarlo, travolgente. Stava ancora dormendo, ma respirava e stava bene. In qualsiasi altro giorno il fatto che il sole fosse ormai già alto e lui stesse ancora dormendo sarebbe stato preoccupante. Ma Gibbs aveva bisogno di riposare.

Si diresse al piano di sotto per prepararsi del caffè, sapendo che l’aroma avrebbe fatto sì che l’uomo più vecchio si svegliasse pacificamente. Avevano delle cose importanti da fare oggi…

                                                                                                                                    11 00 11 00 11

William McWithey sedeva tranquillamente in sala interrogatori. Ma sapeva di non trovarsi lì per essere interrogato. Infatti, sapeva esattamente perché si trovava lì.

Come si aspettava, la portà si aprì, e Gibbs e DiNozzo entrarono disinvoltamente, chiudendosi la porta alle spalle.

*~.~*

Nella sala osservazioni, McGee e Ziva erano in piedi davanti alla specchio che li separava dall’altra stanza. La reazione che si aspettavano da Withey, quando Gibbs e Tony erano entrati, non era arrivata. Infatti, sembrava che lui già sapesse del salvataggio.

“È terribilmente calmo.” Disse McGee a Ziva.

“Forse ha solo una bella faccia da poker?” Replicò lei. Riportarono la loro attenzione all’interrogatorio.

Gli Agenti dissero ciò che dovevano dire. Tutti nella stanza sembravano calmi; soddisfatti. Anche se gli Agenti dall’altra parte dello specchio sapevano la verità. Tony doveva essere infuriato. La faccia delusa di Withey era quella che aveva sperato di vedere, e sembrava che non sarebbe proprio riuscito a vederla.

Alla fine, cedette. Non c’era più nulla per la quale sprecare tempo. Non ne avevano bisogno; Withey aveva fallito.

Ma dopo che Gibbs e Tony ebbero lasciato la stanza, Ziva vide la bocca di Withey formare un sorriso sinistro…

                                                                                                                                    11 00 11 00 11

Oh oh, quel sorrisetto non prospetta nulla di buono...Fossi nei nostri eroi mi guarderei le spalle! Grazie sempre a tutti quelli che leggono e recensiscono! XD

  
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