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Autore: cicella    28/03/2006    1 recensioni
Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
ATTENZIONE! Rispondo ai commenti nell'ultimo capitolo.
Continuerò la storia perchè ho visto è stata letta da tanti, mi farebbe molto piacere sapere se vi è piaciuta e soprattutto se è scritta bene ;-)
Questa fanfic ruota attorno ad una discussione nata a suo tempo tra me e due mie amiche a scuola durante un'ora libera che poi ha finito per convolgere l'intera classe e diventare una vera "caciara" ^_^. Adattandola ad Harry e Draco mi sembrava venisse fuori una cosa carina ^_^ e poi volevo vedere se ricordavo ancora come si scrive decentemete. Spero di esserci riuscita e soprattutto che piaccia.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV *Prima che il destino si compia

Si può seguire la propria strada o fermarsi ad osservare ciò che ci circonda.
La decisione è ormai presa e il destino aspetta di compiersi. L’unica cosa da poter fare ora è limitare il più possibile gli eventuali danni.
 

 

 


Termina di scrivere le proprietà dell’ultimo ingrediente della pozione assegnata dai suoi compiti e poi piega la pergamena.
Quanto tutto quello che sta studiando è inutile alle capacità che la Guerra ormai imminente richiederà? Continua a seguire il percorso di studi ufficiale della scuola, ma in privato già da tempo ha imparato molto di più, ad eseguire anche incantesimi considerati illegali, ma che sono necessari allo scopo finale di vittoria.
«Draco ha fatto la sua scelta, e il suo orgoglio lo porterà a seguire la strada tracciata dalla sua decisione fino in fondo, qualunque siano le conseguenze, rinunciando a ciò cui più teneva.»
Zabini si volta a scrutare la Sala in cerca del Professore di Pozioni; quando lo trova, raccoglie i suoi libri e li sistema nella borsa, avviandosi poi con la pergamena piegata tra le mani verso di lui. Quando lo raggiunge, gli consegna il compito, ma la figura autoritaria non dà segno di spostarsi, fermo tra le panche ai lati dei tavoli, per permettergli di passare ed uscire dalla Sala Grande; alzando lo sguardo trova gli occhi del Professore intento ad indagare nella profondità dei suoi occhi in cerca di un qualche cenno o segno di spiegazione alle domande che da ormai tempo cominciano a farsi strada nella sua mente circa il comportamento del suo protetto.
«Signor Zabini, lei è molto amico del Signor Malfoy.»
«Se è una domanda è stupida, e se è un affermazione è ovvia.»
«A tale riguardo avrà sicuramente notato il particolare stato d’animo del giovane.»
«Bhè, è facile intuire come debba sentirsi dopo tutti gli avvenimenti che hanno travolto la sua famiglia recentemente, mi stupirei se non si sentisse provato.»
«La salute del Signor Malfoy non è un fatto che sta a cuore solo a lei, come responsabile della vostra Casa richiedo essere informato se il
Signore in questione si fosse venuto a trovare in una qualche difficoltà. Voglio essere messo a conoscenza di qualsiasi sia la causa che produce tale vistoso malore.»
«Certamente Professore, me ne rendo perfettamente conto, ma le assicuro che non c’è niente di più rilevante oltre al motivo già detto.»
Quando ci si trova davanti un individuo tanto attento e astuto è inconcepibile credere di mentire e farla franca; se poi ha inoltre molti più anni di conoscenza di te diventa assurdo. Piton potrebbe facilmente far leva sulla volontà del ragazzo e obbligarlo a dirgli la verità.
«Mi scusi, Professore.»
Stranamente però, invece di approfittare del piccolo varco apertosi tra il Professore e la panca per liberarsi dall’interrogatorio e uscire dalla Sala, torna indietro verso il posto dov’era seduto.

«Ginny te l’ho detto sto bene, non preoccuparti o farai diventare paranoici anche Ron e Hermione, e non credo di potervi sopportare in tre!»
Il tono di Harry era fintamente scherzoso, a sottintendere una seria richiesta.
«Mi scusi Signor Potter, è possibile avere un udienza privata con la vostra persona?»
Anche quel tono falsamente cortese, nascondeva una certa esigenza.
E non si può dire certo che Harry non ne rimase sorpreso.
Tra le Case di Serpeverde e Grifondoro non c’era mai stata un interazione civile e pacifica, attrito istauratosi sin dalla creazione della stessa Scuola e che intere generazioni di Maghi non avevano dissipato, ostilità ormai radicata e considerata tra le “regole” di comportamento delle due Case.
Gli occhi di Harry e dei suoi compagni scrutavano Zabini come a volerne valutare la richiesta, per poter considerare quale reazione fosse giusta assumere nei suoi confronti. Ma non solo i loro occhi scrutavano il giovane; man mano che il passaparola si espandeva, aumentavano i ragazzi che lasciavano incompiuti i loro compiti per osservare la scena, e presto tutta la Sala osservava e aspettava la prossima mossa, tra cui anche il Professor Piton.

Harry, a differenza dei suoi amici, non sembrava volesse proferire parola, non riusciva a spiegarsi a cosa fosse dovuta quella strana atmosfera che quel pomeriggio aveva deciso di investirlo, tutta la situazione assurda che si era creata da quando aveva deciso di alzare gli occhi dalla pergamena dei suoi compiti e guardarsi in giro, fermandosi ad osservare la persona dietro di lui. Ponderò ancora per qualche istante l’atteggiamento del giovane Serpeverde; se non poteva sperare che l’insolito contesto che lo aveva travolto si sciogliesse da solo semplicemente ignorandolo, allora ben valeva continuare a parteciparvi accettandone le conseguenze.
Si alzò dal suo posto e si sfilò dalla panca restando per qualche momento in piedi davanti a Zabini, poi facendogli segno con una mano gli indica la porta della Sala Grande dandogli la precedenza per poi seguirlo fuori dalla stanza sotto gli sguardi attoniti di tutti i presenti.
Il Professor Piton segue con lo sguardo i due ragazzi allontanarsi dalla Sala, vorrebbe poter trovare il modo di seguirli e sapere il motivo degli strani avvenimenti che da poco tempo ruotano attorno a Draco Malfoy, sicuramente quei due ragazzi potrebbero dargli una spiegazione. Forse deve solo trovare le giuste argomentazioni per convincerli a raccontare quello che sanno; quest’anno dovrà fare particolarmente attenzione a quei giovani ragazzi, i tempi sono maturi e presto il processo di cambiamento comincerà a mutare il mondo da come lo si è sempre conosciuto.
Appena fuori dalla Sala Grande i due giovani proseguono ancora per una decina di passi, poi vicino ad una delle armature che adornano il corridoio, Zabini si arresta e si volta puntando gli occhi sulla persona che lo seguiva e alla quale aveva chiesto udienza.
«So che questa situazione ti appare surreale Potter, io stesso non avrei mai immaginato di arrivare ad una simile azione, perciò mi sbrigherò nel fare la mia richiesta prima che la tua testa cominci a fare mille congetture e io rischi di perdere la tua attenzione.»
Harry si è ripromesso di ascoltare in silenzio e senza remore per poter meglio capire tutto ciò che il Serpeverde aveva da dirgli, nonostante il suo atteggiamento non mancasse di far nascere in lui una certa insofferenza.
«Una richiesta?... Mi stai pregando di farti un favore?»
«Non essere così pieno di te Potter! O comincerò a pensare che quello che La Gazzetta del profeta scrive su di te sia tutto vero.»
La sua voce era molto bassa, ma lo scherno nella pronuncia era facilmente evidente.
«Tu mi hai cercato, tu hai qualcosa da dirmi, qualcosa di importante se ti ha reso necessario rivolgermi la parola “civilmente”. Questo significa che di qualunque cosa si tratti, sai che solo io posso addossarmela.»
Zabini non voleva essere uno dei tanti che contribuiva alla dilatazione del già infinito ego di Harry come il-Bambino-che-sopravvisse, ma era pur vero che durante la battaglia imminente sarebbe stato affidato proprio a lui il ruolo di riferimento a cui tutti avrebbero accordato la loro attenzione e il loro rispetto.
«Qualsiasi cosa accada, qualunque sia l’esito finale, finché tutto non sarà compiuto, non permettere che Piton muoia.»
Se non fosse per l’espressione seria, per la postura rigida e dritta, per il tono atono usato che ha nascosto qualsiasi sensazione una tale richiesta avrebbe potuto trasmettere, Harry penserebbe che sia uno scherzo. Che significa “qualsiasi cosa accada”?, e “finché tutto non sarà compiuto”? certo il ruolo di Piton all’interno della lotta contro Voldemort è molto delicato, di sicuro rischierà molto se il combattimento dovesse intensificarsi nella posizione in cui si ritrova. Inoltre molte volte si è scoperto a pensare che Piton fingesse anche “troppo bene” di essere una spia. Ma perché poi importa tanto a quel Serpeverde la sorte di Piton?
«E io cosa posso fare? Mi chiedi di controllare tutti quelli che si daranno da fare per sconfiggere Voldemort? Le guerre non sono giuste e eque Zabini. Sul campo di battaglia non si fanno distinzioni da entrambe le arti. Si cerca solo di arrivare alla fine il più velocemente possibile e di essere i vincitori e non i vinti. La brutalità dello scontro arriva anche a fare vittime tra le proprie fila, a dubitare dei tuoi alleati, dovrò portare addosso la responsabilità della vita di tutti quelli che vorranno combattere e anche degli innocenti che rischiano di essere colpiti a loro insaputa, come puoi pretendere che controlli che il tuo “caro” Professore non perisca, potrebbe anche essere dalla parte di Voldemort per tutto il tempo e non potrei comunque tenerlo d’occhio.»
«Non è chi combatte il Signore Oscuro che ti chiedo di risparmiare, né chi combatte al suo fianco. Non ha importanza con chi decida di schierarsi l’importante è che viva fino alla fine.»
«Davvero non capisco il motivo per cui mi dovrebbe stare tanto a cuore la sua sorte. Mi sembra che sia in grado di badare a se stesso e comunque non credo sia poi un elemento di così grande rilevanza da sentirne la mancanza nel Mondo Magico.»
Zabini è esasperato dall’ostilità di Harry. Davvero non avrebbe voluto arrivare a tanto; sa che il Professore è un uomo valido e capace, eppure se poteva avrebbe fatto questo e altro per facilitarlo maggiormente.
«Almeno fai in modo che non muoia prima di Draco. Finché Piton è vivo, lui ha possibilità di vivere, e forse anche di avere un futuro, ma se Piton dovesse perire nel proteggere Draco, spero che siate voi i primi a catturarlo, perché qualsiasi cosa tu o i tuoi compagni possiate fargli, non sarà niente in confronto alla punizione che dovrebbe subire dal Lord. Esistono tanti di quei modi per punire che sicuramente l’anatema che uccide è quello meno doloroso e lui, credimi, ne conosce davvero tanti.»
Ecco il vero motivo. Salvare l’amico, ma non da un destino inevitabile, ma dal dolore che potrebbe provare. Sa già dunque che Malfoy porterà a fine qualunque sia il suo compito accettandone tutti gli effetti.
«Il Lord punisce severamente gli errori e i tradimenti, soprattutto quelli che lo allontanano dalla vittoria. Molti uomini d’esperienza hanno fallito missioni affidategli, per i giovani le probabilità sono anche maggiori.»
«Ha a che fare con quello che ha detto sul treno?»
«Non hai bisogno che ti risponda.»
Chiude gli occhi e si passa lentamente la mano destra sul volto. Accarezza la mascella un paio di volte, e poi scende lungo il collo massaggiandolo. Muovendosi con pochi passi indietro e poi avanti, si guarda intorno con fare spaesato, non osservando nulla in particolare ma valutando quello che ha sentito. Dopo qualche istante riacquista una posizione composta e rialza lo sguardo sul giovane moro, rimasto in attesa osservandolo, per la risposta.
«Dipende dalla gravità delle azioni che decideranno di compiere, e comunque posso solo assicurarti che quando si presenterà la questione deciderò quale sia la cosa giusta da fare. »
Zabini pondera la risposta di Harry, e non può fare a meno di far sorgere sul suo volto un lieve ghigno. Fa un lievissimo inchino che gli permette però di mantenere gli occhi in quelli di Harry, e voltandosi fa per allontanarsi.

«Zabini, per il momento avete molte probabilità di riuscire a mantenere segrete le vostre intenzioni, ma non dubitate che presto riuscirò a scoprire il modo per poter fermare tutti voi.»
Trattenendo un passo, rivolge di poco la testa indietro.
«Tutti noi chi, Potter?»
«Tutti voi Mangiamorte, specialmente il vostro capo.»
A questa affermazione Zabini non tenta più di nascondere la sua risata.
«Quindi ci hai già condannato, e attendi solo di giustiziarci. La prossima volta che ci ritroveremo faccia a faccia molto probabilmente non avremo tempo per parlare, ma saremo costretti ad agire prima che lo faccia l’altro.»
Rivolgendogli queste ultime parole, riprende il cammino, e anche quando ormai svolta l’angolo e non è più visibile, Harry è ancora fermo lì, vicino a quell’armatura, in compagnia della consapevolezza di tutte delicate decisioni che lo aspettano.




§ Per ora FINE §




Per ora la finisco qui! XD davvero non mi viene in mente nient’altro, doveva fermarsi già al primo capitolo perché doveva essere una sorta di “prova” per vedere se mi ricordavo come si scriveva ^_^ e visto che l’ho intrecciata con l’ultimo libro, se volete sapere come continua, fate riferimento al 6° libro ^_^. Poi casomai se dovesse venirmi in mente come continuarla l’aggiornerò ^_^.

Adesso finisco di raccogliere appunti e scrivo la prossima che è una one-shot però passo allo stadio successivo, cioè dopo aver descritto i sentimenti ora proverò a descrivere una lemmon: tutto questo sempre se ci riesco XD. Poi se questa dovesse andare bene mi cimenterò anch’io con una longfic! Già ho in mente la trama e l’ordine degli eventi ^_^ e lì sì che ci sarà di tutto! XDDD (sempre che non si tramuti in un fiasco XDD).

Quindi se mi farete l’onore di recensire fatemi sapere nel complesso com’è venuta così capisco se sono riuscita a descrivere quello che volevo trasmettesse la storia. Grazie!!!

Ringraziamenti:
freeze, IAIA119, Elie_chan, fairy81– Grazie mille per aver seguito la mia fic, spero di poter trovare ispirazione per continuarla ^_^ anche se le altre fic che ho in mente di scrivere possono considerarsi una sorta di “seguito” a questa. Mhà… comunque spero di trovare una buona idea per portare avanti questa storia ^_^

  
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