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SOUND OF SILENCE
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Cap. 2 Got To Give It Up
Tell
my mama and tell my pa
That
their fine young son didn't get far
He
made it to the end of a bottle
Sitting
in a Sleazy bar
Thin Lizzy-Got to give it up
Axl
era appena uscito dalla Hell House. Non gli piaceva molto quel posto.
Ogni volta che ci andava non finiva mai bene.
In
quella "casa" regnava il caos più assurdo. A lui non
piaceva il caos... Lui voleva tranquillità, ne aveva
tremendamente
bisogno.
Ma
ogni volta dopo un concerto, Slash, il chitarrista del suo gruppo, un
simpaticone con i capelli lunghi ricci e neri, che gli ricoprivano
tutto il viso, lo convinceva a venire a un festino. Così la
maggior
parte delle volte finiva alla Hell House. Quel posto pullulava di
tossici e prostitute e sembrava che l'alcool e la
roba non finissero
mai.
Come
al solito dopo una notte lì si era svegliato col mal di
testa
fortissimo e un cattivo sapore in bocca...
Probabilmente
puzzava di sudore; in effetti non si faceva una doccia da quattro
giorni.
Riusciva
a malapena a tenere gli occhi aperti alla luce del sole e non aveva
nessuna voglia di camminare... voleva solo trovare un posto comodo
dove tornare a dormire.
Doveva
smettere. Non gli piaceva bere così tanto. Per lui farsi una
canna
ogni tanto andava più che bene. Gli dava la
tranquillità che lui
voleva. Invece.. tutti quei festini, la tentazione per l'alcool. La
gente veniva da lui con una bottiglia di Vodka o Jack Daniel's e
gliela dava. E lui? Lui beveva, ma non lo sapeva nemmeno lui
perchè.
Perlomeno era più cauto quando era l'eroina che gli
offrivano.
Cercava di tirarsi indietro. Era già caduto in tentazione.
Una
volta, due... e non voleva più farlo. No, vedeva Slash
prenderla...
era terribile. Anche il suo amico Izzy...e Steven... Li vedeva
uccidersi con quella merda. Li aveva visti, i suoi amici andare in
overdose. Cazzo, non era affatto bello da vedere. Non era affatto
divertente stringere un tuo amico tra le braccia e pensare che
sta morendo, che non lo avrebbe più rivisto. Axl non
sopportava di
vederli così e si arrabbiava, si arrabbiava con loro. Li
minacciava,
a volte, trovava storie su come il gruppo sarebbe andato perso per
colpa della droga. Aveva anche provato a parlarli serenamente e con
calma. Ma le sue parole erano inutili. Non si può discutere
coi
tossici. Quindi loro hanno smesso di farsi davanti a lui, non ne
parlavano mai e quando arrivava...
-Ehi
ragazzi, se lo chiede Axl, noi non ci siamo fatti, ok?-
Si
diresse verso il magazzino dove viveva con Slash. Il magazzino non
era per niente un posto dove abitare e che per lo più usava
il suo
gruppo per fare le prove.
Ma
Axl era un tipo troppo pigro per trovarsi un lavoro. Non gli piaceva
l'idea di faticare per guadagnare qualche soldo e mantenere un
appartamento.
Così
si accontentava di vivere lì.
Quella
mattina era anche parecchio pensieroso. La sera prima, prima di
svenire per troppo alcool, aveva parlato con Del James.
Del
James era un motociclista tutto tatuaggi, ma anche uno scrittore.
Scriveva poesie e racconti ed era uno dei suoi amici più
vicini.
Gli
piaceva parlare molto con lui, parlavano spesso della vita, ma quella
sera avevano parlato di morte. Avevano parlato di come le persone se
ne vanno per sempre. Quel discorso gli era ancora rimasto in testa,
fino a che constatò di essere sul pianeta terra, che stava
camminando su una strada piena di gente che lo stava guardando male e
che stava per schiantarsi contro una vecchietta. Cerco di spostarsi. "Solo perchè oggi mi sento
gentile e non
ho voglia di schiantarmi contro di te, vecchia" si
disse. E
ce la fece ad evitare l'anziana, ma andò addosso a qualcun'
altro.
-Ehi,
Cazzo, Stai un po' attenta a dove metti i piedi-
Disse a una
sconosciuta, anche se in verità era colpa sua.
Quando
le vide luccicare gli occhi, gonfi per il pianto, pensò che
forse
era stato un po' duro con lei.
Lei
se ne stava impalata lì, a fissarlo, con lo sguardo perso,
di una
persona che non sa esattamente cosa fosse successo. Ma
che cazzo... pensò
-Hey,
che hai?- Le
chiese, con quel suo tono aspro.
E
lei con una semplicità innaturale gli disse solo una frase,
che
sembrava essersi ripetuta per tutto il giorno.
-Edan
è morto-
La
mattinata non gli andava affatto bene, non voleva trattare male
quella ragazza, ma.. che cazzo...
Aveva
mal di testa, era stanchissimo, si era appena scontrato contro una
che aveva un aspetto spaventoso e che con una vocina del cazzo gli
aveva detto che 'sto Edan era morto.... "E
io che cazzo ci posso fare?" pensò,
ma
gli venne istintivo chiederle chi fosse Edan.
Non ne aveva per niente voglia, ma quando la ragazza si era messa a piangere, si era sentito così in colpa che si era sentito in dovere di offrirle qualcosa, con quei pochi spiccioli che aveva, e poi era interessante, come il caso lo avesse portato a una persona che aveva da poco perso qualcuno, proprio quando la sera prima parlava di morte col suo amico. Portò la ragazza in un bar e lei lo seguì, sembrava non accorgersi che era in compagnia di un rocker poco affidabile. Cercò di dirle qualcosa... ma non aveva idea di come consolarla.
-Allora...Quando
è successo?-
-Stamattina-
-E
perchè non sei dalla tua famiglia?-
-Non
posso-
-Senti,
mi dispiace...-
Voleva
dirle qualcos'altro. Ma poi chi era lui per dirle qualcosa? Lui era
solo uno sconosciuto che le era andato addosso perchè troppo
pensieroso. Le aveva anche dato la colpa. E poi lei era rimasta
lì,
a fissarlo con gli occhi lucidi.
Pensò
che alla fine non era poi tanto male, come ragazza. Insomma,
notò
che di certo non si era messa in tiro per uscire. Aveva delle
ciabatte ai piedi e i capelli scompigliati, che non si era curata di
pettinare, le ricadevano sulle spalle, leggermente incurvate in
avanti, poiché teneva le braccia sulle cosce. Axl non era
sicuro che
la ragazza sapesse di avere delle braccia in quel momento. Era come
una moribonda. Il suo corpo era morto, solo quella tristezza negli
occhi verdi faceva capire che era ancora viva.
Le
chiese se voleva qualcosa.
“No.”
Allora
prese una birra per lui e se ne stette lì, a pensare al
discorso con
Del James.
Non
voleva essere invadente, quindi non chiese più niente alla
ragazza,
ma ogni tanto cercò di dire qualcosa. Dopo un po',
però, non trovo
niente da dire così quando guardò l'orologio si
accorse di essere
in ritardo a un appuntamento che i Guns'n'Roses e il loro A&R
Tom Zutaut avevano fissato con un manager interessato al gruppo. Si
fece dare un foglietto e una penna da Bob, il barman alto due metri,
largo altrettanto e calvo, che aveva abbastanza pazienza da non
cacciare mai i Guns dal suo bar, nemmeno quando Slash iniziava a
rompersi le bottiglie di birra sulla testa.
Scrisse
il suo numero e lo mise nelle mani della ragazza.
-Chiamami,
se hai bisogno-
Non
lo sapeva nemmeno lui come gli fosse saltato in testa di farlo.
Uscì
dal bar, lasciandola sola.
Quando
arrivò al magazzino i suoi compagni erano già
tutti lì,
ovviamente.
-Alla
buon ora, Axl!-
Disse
Slash un pochino infastidito da quel ritardo. Dovevano essere al
ristorante da mezz'ora.
-La
prossima volta non ti aspettiamo, cazzo!- Aggiunse Duff, il
bassista. Il Biondo ossigenato alto 1,80 m. The Beer-Man.
-Scusate,
ho avuto un imprevisto-
-Axl,
tu hai sempre degli imprevisti!-
-Gli
uomini si devono far aspettare! Non lo sapevi Slash?-
-Ah
sì? Dai uomo, facci scappare un altro manager!-
-Ehi!
Un attiamo! Ma sono le donne quelle che si fanno aspettare!-
constatò Duff... un po' confuso su quel che diceva.
-Slash
sei tu che li fai scappare!-
-Io?
E sentiamo Mr. Rose, cosa c'è di sbagliato in me?-
-Ma
ti sei visto? Fai paura!-
-Ehi,
dai.. smettetela! Ora ci siamo tutti, andiamo!-
Era
sempre Izzy a calmarli. Izzy era il più tranquillo del
gruppo,
suonava la chitarra ritmica nel loro gruppo ed era un amico di Axl da
molto tempo, quindi sapeva come prenderlo. Steven invece li guardava
sempre litigare col sorriso stampato sul volto. Quel suo sorriso
spariva soltanto quando era troppo fatto di eroina.
Le
discussioni tra Slash e Axl lo divertivano parecchio. Sapeva che i
suoi compagni si volevano bene e che non avrebbero lasciato far
andare tutto a puttane per un ritardo di Axl. Lui, ormai si era
abituato.
-Forza
andiamoo!!!-
Ripeté
Steven con energia. Dio quanta energia aveva. Sembrava uno di quei
bambini che non riuscivano a stare fermi.
Raggiunto
il ristorante, vedendo che Tom e un altro uomo erano seduti a un
tavolo apparecchiato per sette , tirarono un sospiro di sollievo.
Il
loro A&R li guardava con disappunto. Sapeva che erano in gamba,
quei ragazzi, per questo li aveva fatti firmare con la Geffen, ma
dovevano impegnarsi altrimenti sarebbero rimasti fermi dove erano.
Tom si faceva in quattro per trovare la persona giusta, aveva perso
il conto di quanti manager aveva fatto conoscere a quei ragazzi.
Ma
non andava mai bene. I ragazzi si divertivano, perchè a
quelli
interessati a loro davano false speranze, facevano finta di essere
altrettanto interessati e ne approfittavano per scroccare pranzi,
cene, sigarette, alcool e tutto quello che li poteva capitare. Quella
volta non andò bene affatto. Il manager era già
abbastanza
innervosito per quel ritardo e la situazione peggiorò quando
disse
che la loro musica era solo rumore.
-No,
non sono interessato. E sappiate che farsi aspettare per un ora non
è
affatto gradito, specie quando non vale la pena di aspettare-
Queste
furono le sue ultime parole, poi Steven gli lanciò dei
pezzettini di
pomodoro in faccia.
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Un'altro capitolo in onore
del grande concerto di Slash a Milano.
Sono Distrutta :) E'stato fantastico!
Un grande grazie a iLARose.
Questa è una fan fic, sì :) E spero tanto di non
deluderti. Se non per temi scolastici non scrivo da davvero tanto
tempo, quindi sono un po' fuori allenamento XD
E Grazie anche quelli che
seguono.