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Autore: Tomma    29/07/2011    1 recensioni
-Non andartene- Gli disse con quella sua voce così dolce.
-Resta qui con me, almeno stanotte-
Axl si sdraiò accanto a lei e la guardò negli occhi, quegli occhi che lo rapivano sempre e che facevano fermare il tempo.
Mona gli prese le mani e se le porto vicino al viso. Le piacevano quelle mani, grosse e sempre calde. Le davano sicurezza, quelle mani erano il ramo su cui ci si aggrappa per non cadere nel burrone..
L' abbigliamento in pelle e l'aspetto da rocker si contraddicevano alla profondità di Axl. Mona l'aveva già capito, dai suoi occhi.
-Tu non credi che destino e casualità siano la stessa cosa? In ogni caso non sei tu a decidere.-
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SOUND OF SILENCE

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Cap. 2 Got To Give It Up


Tell my mama and tell my pa
That their fine young son didn't get far
He made it to the end of a bottle
Sitting in a Sleazy bar

Thin Lizzy-Got to give it up



Axl era appena uscito dalla Hell House. Non gli piaceva molto quel posto. Ogni volta che ci andava non finiva mai bene.
In quella "casa" regnava il caos più assurdo. A lui non piaceva il caos... Lui voleva tranquillità, ne aveva tremendamente bisogno.
Ma ogni volta dopo un concerto, Slash, il chitarrista del suo gruppo, un simpaticone con i capelli lunghi ricci e neri, che gli ricoprivano tutto il viso, lo convinceva a venire a un festino. Così la maggior parte delle volte finiva alla Hell House. Quel posto pullulava di tossici e prostitute e sembrava che l'alcool e
la roba non finissero mai.
Come al solito dopo una notte lì si era svegliato col mal di testa fortissimo e un cattivo sapore in bocca...
Probabilmente puzzava di sudore; in effetti non si faceva una doccia da quattro giorni.
Riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti alla luce del sole e non aveva nessuna voglia di camminare... voleva solo trovare un posto comodo dove tornare a dormire.

Doveva smettere. Non gli piaceva bere così tanto. Per lui farsi una canna ogni tanto andava più che bene. Gli dava la tranquillità che lui voleva. Invece.. tutti quei festini, la tentazione per l'alcool. La gente veniva da lui con una bottiglia di Vodka o Jack Daniel's e gliela dava. E lui? Lui beveva, ma non lo sapeva nemmeno lui perchè. Perlomeno era più cauto quando era l'eroina che gli offrivano. Cercava di tirarsi indietro. Era già caduto in tentazione. Una volta, due... e non voleva più farlo. No, vedeva Slash prenderla... era terribile. Anche il suo amico Izzy...e Steven... Li vedeva uccidersi con quella merda. Li aveva visti, i suoi amici andare in overdose. Cazzo, non era affatto bello da vedere. Non era affatto divertente stringere un tuo amico tra le braccia e pensare che sta morendo, che non lo avrebbe più rivisto. Axl non sopportava di vederli così e si arrabbiava, si arrabbiava con loro. Li minacciava, a volte, trovava storie su come il gruppo sarebbe andato perso per colpa della droga. Aveva anche provato a parlarli serenamente e con calma. Ma le sue parole erano inutili. Non si può discutere coi tossici. Quindi loro hanno smesso di farsi davanti a lui, non ne parlavano mai e quando arrivava...
-Ehi ragazzi, se lo chiede Axl, noi non ci siamo fatti, ok?-

Si diresse verso il magazzino dove viveva con Slash. Il magazzino non era per niente un posto dove abitare e che per lo più usava il suo gruppo per fare le prove.
Ma Axl era un tipo troppo pigro per trovarsi un lavoro. Non gli piaceva l'idea di faticare per guadagnare qualche soldo e mantenere un appartamento.
Così si accontentava di vivere lì.

Quella mattina era anche parecchio pensieroso. La sera prima, prima di svenire per troppo alcool, aveva parlato con Del James.
Del James era un motociclista tutto tatuaggi, ma anche uno scrittore. Scriveva poesie e racconti ed era uno dei suoi amici più vicini.
Gli piaceva parlare molto con lui, parlavano spesso della vita, ma quella sera avevano parlato di morte. Avevano parlato di come le persone se ne vanno per sempre. Quel discorso gli era ancora rimasto in testa, fino a che constatò di essere sul pianeta terra, che stava camminando su una strada piena di gente che lo stava guardando male e che stava per schiantarsi contro una vecchietta. Cerco di spostarsi.
"Solo perchè oggi mi sento gentile e non ho voglia di schiantarmi contro di te, vecchia" si disse. E ce la fece ad evitare l'anziana, ma andò addosso a qualcun' altro.

-Ehi, Cazzo, Stai un po' attenta a dove metti i piedi-  Disse a una sconosciuta, anche se in verità era colpa sua.
Quando le vide luccicare gli occhi, gonfi per il pianto, pensò che forse era stato un po' duro con lei.
Lei se ne stava impalata lì, a fissarlo, con lo sguardo perso, di una persona che non sa esattamente cosa fosse successo.
Ma che cazzo... pensò
-Hey, che hai?-
Le chiese, con quel suo tono aspro.
E lei con una semplicità innaturale gli disse solo una frase, che sembrava essersi ripetuta per tutto il giorno.
-Edan è morto-
La mattinata non gli andava affatto bene, non voleva trattare male quella ragazza, ma.. che cazzo...
Aveva mal di testa, era stanchissimo, si era appena scontrato contro una che aveva un aspetto spaventoso e che con una vocina del cazzo gli aveva detto che 'sto Edan era morto.... "E io che cazzo ci posso fare?"
pensò, ma gli venne istintivo chiederle chi fosse Edan.

Non ne aveva per niente voglia, ma quando la ragazza si era messa a piangere, si era sentito così in colpa che si era sentito in dovere di offrirle qualcosa, con quei pochi spiccioli che aveva, e poi era interessante, come il caso lo avesse portato a una persona che aveva da poco perso qualcuno, proprio quando la sera prima parlava di morte col suo amico. Portò la ragazza in un bar e lei lo seguì, sembrava non accorgersi che era in compagnia di un rocker poco affidabile. Cercò di dirle qualcosa... ma non aveva idea di come consolarla.

-Allora...Quando è successo?-
-Stamattina-
-E perchè non sei dalla tua famiglia?-
-Non posso-
-Senti, mi dispiace...-

Voleva dirle qualcos'altro. Ma poi chi era lui per dirle qualcosa? Lui era solo uno sconosciuto che le era andato addosso perchè troppo pensieroso. Le aveva anche dato la colpa. E poi lei era rimasta lì, a fissarlo con gli occhi lucidi.
Pensò che alla fine non era poi tanto male, come ragazza. Insomma, notò che di certo non si era messa in tiro per uscire. Aveva delle ciabatte ai piedi e i capelli scompigliati, che non si era curata di pettinare, le ricadevano sulle spalle, leggermente incurvate in avanti, poiché teneva le braccia sulle cosce. Axl non era sicuro che la ragazza sapesse di avere delle braccia in quel momento. Era come una moribonda. Il suo corpo era morto, solo quella tristezza negli occhi verdi faceva capire che era ancora viva.
Le chiese se voleva qualcosa.

No.”
Allora prese una birra per lui e se ne stette lì, a pensare al discorso con Del James.
Non voleva essere invadente, quindi non chiese più niente alla ragazza, ma ogni tanto cercò di dire qualcosa. Dopo un po', però, non trovo niente da dire così quando guardò l'orologio si accorse di essere in ritardo a un appuntamento che i Guns'n'Roses e il loro A&R Tom Zutaut avevano fissato con un manager interessato al gruppo. Si fece dare un foglietto e una penna da Bob, il barman alto due metri, largo altrettanto e calvo, che aveva abbastanza pazienza da non cacciare mai i Guns dal suo bar, nemmeno quando Slash iniziava a rompersi le bottiglie di birra sulla testa.
Scrisse il suo numero e lo mise nelle mani della ragazza.
-Chiamami, se hai bisogno-
Non lo sapeva nemmeno lui come gli fosse saltato in testa di farlo.
Uscì dal bar, lasciandola sola.

Quando arrivò al magazzino i suoi compagni erano già tutti lì, ovviamente.
-Alla buon ora, Axl!-
Disse Slash un pochino infastidito da quel ritardo. Dovevano essere al ristorante da mezz'ora.
-La prossima volta non ti aspettiamo, cazzo!- Aggiunse Duff, il bassista. Il Biondo ossigenato alto 1,80 m. The Beer-Man.
-Scusate, ho avuto un imprevisto-
-Axl, tu hai sempre degli imprevisti!-
-Gli uomini si devono far aspettare! Non lo sapevi Slash?-
-Ah sì? Dai uomo, facci scappare un altro manager!-
-Ehi! Un attiamo! Ma sono le donne quelle che si fanno aspettare!- constatò Duff... un po' confuso su quel che diceva.
-Slash sei tu che li fai scappare!-
-Io? E sentiamo Mr. Rose, cosa c'è di sbagliato in me?-
-Ma ti sei visto? Fai paura!-
-Ehi, dai.. smettetela! Ora ci siamo tutti, andiamo!-

Era sempre Izzy a calmarli. Izzy era il più tranquillo del gruppo, suonava la chitarra ritmica nel loro gruppo ed era un amico di Axl da molto tempo, quindi sapeva come prenderlo. Steven invece li guardava sempre litigare col sorriso stampato sul volto. Quel suo sorriso spariva soltanto quando era troppo fatto di eroina.
Le discussioni tra Slash e Axl lo divertivano parecchio. Sapeva che i suoi compagni si volevano bene e che non avrebbero lasciato far andare tutto a puttane per un ritardo di Axl. Lui, ormai si era abituato.
-Forza andiamoo!!!-
Ripeté Steven con energia. Dio quanta energia aveva. Sembrava uno di quei bambini che non riuscivano a stare fermi.
Raggiunto il ristorante, vedendo che Tom e un altro uomo erano seduti a un tavolo apparecchiato per sette , tirarono un sospiro di sollievo.
Il loro A&R li guardava con disappunto. Sapeva che erano in gamba, quei ragazzi, per questo li aveva fatti firmare con la Geffen, ma dovevano impegnarsi altrimenti sarebbero rimasti fermi dove erano. Tom si faceva in quattro per trovare la persona giusta, aveva perso il conto di quanti manager aveva fatto conoscere a quei ragazzi.
Ma non andava mai bene. I ragazzi si divertivano, perchè a quelli interessati a loro davano false speranze, facevano finta di essere altrettanto interessati e ne approfittavano per scroccare pranzi, cene, sigarette, alcool e tutto quello che li poteva capitare. Quella volta non andò bene affatto. Il manager era già abbastanza innervosito per quel ritardo e la situazione peggiorò quando disse che la loro musica era solo rumore.
-No, non sono interessato. E sappiate che farsi aspettare per un ora non è affatto gradito, specie quando non vale la pena di aspettare-
Queste furono le sue ultime parole, poi Steven gli lanciò dei pezzettini di pomodoro in faccia.

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Un'altro capitolo in onore del grande concerto di Slash a Milano. 
Sono Distrutta :) E'stato fantastico!

Un grande grazie a iLARose.
Questa è una fan fic, sì :) E spero tanto di non deluderti. Se non per temi scolastici non scrivo da davvero tanto tempo, quindi sono un po' fuori allenamento XD

E Grazie anche quelli che seguono.

  
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