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Autore: Martina1705    29/07/2011    1 recensioni
All'inizio aveva effettivamente avuto qualche problema a fidarsi degli altri, ma una nuova casa aveva portato un nuovo lui, aveva capito che Thes era stato una semplice sfortuna, nient'altro che pura sfortuna. E poi non tutti i mali vengono per nuocere, e guardando il suo Minho in un grembiule con su scritto "Dai un bacio al cuoco", non gli era mai sembrato così vero.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The best day - Flash-future

Sono di nuovo quiiiiiiiii :D Effettivamente era un po' che volevo scrivere, ma di storie completamente nuove non se ne parlava, quindi ho pensato di "espandere" mie vecchie conoscenze con un flash-back, un flash-future o una scena tagliata dalla versione originale ^^ purtroppo però non ho potuto aggiungere come capitoli le parti nuove, perchè le storie erano già chiuse quindi... spero non vi dispiaccia se per la prossima mezz'ora invaderò un po' efp :3 

P.S.: Se non avete letto la prima parte, non avrà molto senso, quindi metterò alla fine il link alla parte principale, per ogni evenienza. Basta, mi oscuro, buona lettura ^^;

The Best Day - Parte due (Flash-future)

"Jinki!"

Il ragazzo si girò con un allegro sorriso sulle labbra e si avvicinò a Minho, occupato davanti un grill infuocato e pieno di carne e fettine di verdure; qualche scatolone era ancora tra i piedi e anche il giardino era un po' in confusione, ma la maggior parte del lavoro poteva dirsi fatta. Cambiare casa era stata un'ottima idea, un ottimo modo per iniziare un'altra vita dopo quella sera. Onew si era lasciato tutto alle spalle, persone, delusioni, aveva anche cambiato lavoro, e non era mai stato più sereno. All'inizio aveva effettivamente avuto qualche problema a fidarsi degli altri, ma una nuova casa aveva portato un nuovo lui, aveva capito che Thes era stato una semplice sfortuna, nient'altro che pura sfortuna. E poi non tutti i mali vengono per nuocere, e guardando il suo Minho in un grembiule con su scritto "Dai un bacio al cuoco", non gli era mai sembrato così vero.

Tre tavoli di diverse misure e un patchwork di tovaglie e cerate che li coprivano in modo un po' disordinato ma sicuramente originale erano stati preparati in poco più di mezza giornata. Avevano bussato a ogni porta del loro quartiere nel raggio di un chilometro, invitando tutti nel loro giardino per un barbecue improvvisato. Morivano dalla voglia di conoscere tutti, ma non si aspettavano che tutti accettassero così facilmente. Si erano ritrovati con più di trenta ospiti in un giardino relativamente troppo piccolo, eppure se la cavavano abbastanza bene. Minho era stato dietro il fuoco per l'intera mattina, e Onew aveva continuato a vagare con piatti pieni di carne che sembravano svuotarsi sempre troppo velocemente; alla fine però, tutti parlavano piacevolmente tra loro, e ognuno sembrava avere lo stomaco pieno. Un inizio alla grande, quel pranzo era stato un successo, e un bis pomeridiano era stato accordato a furor di popolo. E Jinki si trovava di nuovo cameriere improvvisato, camminando allegramente verso il grill con un vassoio vuoto, per la centesima volta.

"Amore mio..."

Onew gli sorrise e gli poggiò un baco sulle labbra.

"Come sta andando?"

"Alla perfezione... Non ti pare?"

"Assolutamente."

Minho riempì il vassoio di Onew, pizzicandogli il fondoschiena, facendolo sussultare. Tornò al suo fuoco, e Jinki ai suoi piatti da riempire, ma a metà strada tra il grill e il tavolo, il piatto finì a terra infrangendosi; il chiacchierio si interruppe bruscamente. Minho si voltò pieno di preoccupazione, e tutto quello che vide fu la schiena di Jinki e le sue mani tremanti; non riuscì a muoversi, né a chiedergli cosa fosse successo, prima che Onew si riprendesse e scusandosi con un sorriso imbarazzato si chinasse per raccogliere i cocci e il cibo. Si avvicinò al grill con sguardo basso e mise tutto da parte senza dire una parola. Minho gli prese una spalla e Jinki si voltò di scatto, quasi balbettando.

"Sono inciampato, ora entro e prendo un altro piatto. Mi dispiace davvero per la carne, il cameriere non è proprio il mio mestiere."

Stentò un sorriso troppo forzato e si allontanò, evidentemente a disagio; invece di tornare in cucina, se ne andò dritto verso il cancello sul retro, al limite del giardino, alle spalle del tavolo. Le mani continuavano a torturarsi a vicenda, e se avesse potuto guardarlo in viso, Minho avrebbe visto le guance arrossate dal nervosismo e il suo labbro inferiore stretto tra i denti.

Onew sparì dietro il cancello, guardandosi le spalle e uscendo frettolosamente, gli ospiti ripresero a chiacchierare. Quando fu fuori dalla vista di tutti, tirò un sospiro tremante e alzò gli occhi.

"Che ci fai qui?"

"Gran bella accoglienza."

"Thes, vattene."

"Oh, ti prego. Sono qui... Per scusarmi."

"Non hai niente di cui scusarti, davvero. Ti assolvo dai tuoi peccati."

Onew si voltò, voleva ignorarlo, voltarsi e fingere di non aver mai visto né sentito nulla, prima che una giornata tanto perfetta andasse in frantumi per una stupidaggine, e proprio quando Thes provò a fermarlo, un ombra calda e familiare gli fece tirare un sospiro di sollievo.

"Thes! Il nostro caro amico Thes! Che ne dici di mollare il mio caro amico Onew?"

Gli strappò Jinki per metterlo al suo fianco; Jinki non fece nessuna obiezione, amava l'idea di essere messo in salvo da lui. Thes si limitava a guardarlo intimorito dal basso del suo metro e settanta.

"Posso fare qualcosa per te?"

Offrì uno dei suoi più gentili e allo stesso tempo inquietanti sorrisi, la promessa di un pugno in piena faccia leggermente velata sotto di esso. Thes si limitò a lanciare uno sguardo a Onew, che per un attimo sembrò cedere, per un attimo ebbe la sensazione di essere abbastanza debole da…  strinse la sua mano al fianco di Minho, chiudendo gli occhi.

"Volevo solo… Auguri per la nuova casa. E per... Voi."

Thes si rassegnò, con un mano alzata in segno di saluto, e l'altra in una tasca, si allontanò visibilmente sconfitto. Minho strinse ancora di più Onew circondandolo con un braccio, il singhiozzo che stava per scoppiare non andò oltre la sua gola; poggiò le labbra sulla sua testa, non era un vero e proprio bacio, era un modo come un altro per chiudere gli occhi un secondo e perdersi in quel profumo.

"Non te lo lascerò fare mai più. Rassegnati."

Onew sorrise nell'abbraccio, e si sentì al sicuro, di nuovo sereno.

Riattraversando il cancelletto, seguito da Minho, lo spettacolo che gli si presentò lo fece sussultare di tenerezza e dispiacere. La figlia di Yuichi e Mikage, i loro vicini giapponesi, si era tagliata giocando con i cocci del piatto caduto dalle mani di Onew, e ora piangeva disperata mentre delle goccioline di sangue cadevano sull'erba. Le si avvicinò mortificato, non toccandola per paura di peggiorare la situazione. Lanciò uno sguardo per tranquillizzare Mikage che si era alzata preoccupata, facendola tornare più tranquilla al suo posto.

"Mi dispiace, davvero, mi dispiace così tanto... Vieni con me? Lo disinfettiamo, ci mettiamo un cerotto. Sapessi io quanti ne ho!" Le mostrò uno dei suoi souvenir del trasloco, un cerotto tra il pollice e l'indice. Le porse il sorriso più gentile che riuscì a trovare, ma le lacrime non accennavano a fermarsi. E quando una bambina di tre anni inizia a piangere, c'è solo una cosa che può farla smettere.

"Poi se vuoi ti do una caramella. Anche due, se la mamma mi da il permesso. Minho me ne ha fatte comprare a vagonate, in realtà è un bambino più piccolo di te, è solo molto, molto alto."

La bambina tenne il broncio per un attimo, ma poi allungò le braccia verso Jinki che la prese gentilmente in braccio e la portò dentro, strizzando l'occhio a Mikage tranquillizzandola definitivamente.

Minho riaccese il grill sorridendo.

"Allora, c'è qualcuno che si propone per un altro round?"

Tutte le mani si alzarono e Minho finse un'espressione sconvolta.

"Ricordatemi di non invitarvi mai più tutti insieme!"

Gli ospiti risero allegramente, ricominciando a parlare, mentre dalla cucina usciva Onew, in braccio una trionfante Eriko con un dito avvolto in un cerotto azzurro, in bocca un lecca-lecca e stretta nella mano libera un'altra caramella. Minho si fermò un attimo ad osservarli; vedere Onew, così... Gli piaceva, tantissimo, pensò, mentre l’odore del carbone riempiva di nuovo l’aria.

The best day - Prima parte

  
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