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Autore: Kastel    29/07/2011    1 recensioni
Prendiamo in esame la trama del terzo gioco, divertiamoci a trasformare l' inganno di Clive in realtà.
Ecco che trovano posto il Professore e i Ripetenti, due fazioni con due ruoli e scopi differenti.
In mezzo ci sono un membro della Polizia Segreta e uno dei ribelli, che dovranno imparare a fidarsi l' uno dell' altro se non vorranno morire soffocati.
{Ovvi riferimenti a 1984 di Orwell e al manga Dolls di Naked Ape. Verrà aggiornato il più possibile}
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se gli avessero chiesto i motivi per cui era entrato in politica avrebbe risposto con un sorriso gentile e una frase vaga, del genere “per il bene comune” o un' altra serie di cazzate.
Lui non sapeva di cosa realmente avesse bisogno quella società: non si era mai interessato troppo del presente e sui bisogni. Lui era un insegnante di archeologia, mica di sociologia. Forse era per quello che non riusciva a vedere oltre la linea di ciò che era passato?
La vera motivazione per cui era sceso a lottare per conquistare il potere era il passato. Era il sorriso di una donna, i suoi capelli e il suo viso. Era per amore, un amore così forte e potente che, per ottenere giustizia, aveva cambiato un uomo.
Quando Claire, la donna che il Professore aveva scelto come sua sposa, morì, Layton pensò che avrebbe dovuto seguirla, anche al più presto.
Si fermò nel buttarsi giù dalla finestra del suo ufficio quando capì che, se voleva ottenere qualcosa, non poteva morire. Cosa, non lo sapeva neanche lui. Forse solo il motivo che aveva portato a perdere la sua amata.
Quando arrivò alla soluzione dell' enigma, dopo anni di ricerche e fallimenti, gli venne naturale chiedersi perché. Perché Claire era morta? Per cosa aveva sacrificato la sua vita? Per la scienza? Per il successo? Per due uomini che non l' amavano? Per cosa?
Ruppe tutto ciò che trovò davanti, distrusse libri e documenti fondamentali per il suo lavoro ma in quel momento inutili, così come inutile si sentiva lui. Solo quando prese coscienza di quello che faceva realmente uno dei due assassini di Claire fu colpito da una febbre rabbiosa e violenta. Avrebbe distrutto ciò che aveva ucciso Claire: non tanto Bill ma il suo ruolo, quello che lui cercava di proteggere e preservare. Beh, con Claire aveva superato la linea di quello che poteva osare.
Fu quello il vero motivo per cui Layton entrò in politica. Se si voleva dire in parole semplici era mera vendetta. Oppure pazzia.
Una volta salito al potere non gli fu difficile attuare il suo piano. Il primo passo fu uccidere chiunque gli fosse contro, nemico o amico che fosse. Si premurò lui stesso che fosse Luke, già membro della Polizia Segreta, ad eliminare il nemico atavico. Fu una soluzione semplice e geniale allo stesso tempo; perché, se era vero che lui non poteva commettere omicidi personalmente, era altrettanta realtà che quel piccolo e sciocco manichino fosse come una sua parte, un secondo Layton che l' originale poteva usare come più gli aggravava.
Non fu presente quando Bill fu ucciso, ma si fece consegnare un rapporto così dettagliato che era come se l' avesse vissuto di persona. Sapeva addirittura quante goccioline di sudore aveva perso dalla fronte quel dannato vigliacco.
Dopo Bill toccò a Dimitri Allen, l' altro assassino di Claire. Quello non lo fece uccidere da Luke: del resto aveva anche cercato di impedire la morte della donna, fallendo miseramente. Lasciò quel briciolo di uomo ai Secchioni, ben felici di attuare il loro primo incarico.
E dire che all' inizio non aveva nemmeno intenzione di creare quell' organico, semplicemente perché non ne sentiva il bisogno. La necessità di creare quel manipolo di pazzi furiosi nacque quando si scoprì dei ribelli all' interno della Polizia. Dei nemici del Professore, che cercavano di distruggerlo dall' interno. Divenne quasi obbligatorio creare una specie di élite, di fedelissimi di Layton. Il nome, nato per scherzo ma poi diventato ufficiale, era proprio per indicare quel gruppo di persone che seguiva il Professore ciecamente, senza domandarsi se ciò che faceva il loro grande capo fosse così giusto o meno. Un po' come facevano i secchioni reali, che cercavano sempre di compiacere il proprio insegnante in tutti i modi possibili e immaginabili. La differenza era che la maniera con cui venivano ricompensati non erano voti o giudizi, ma la possibilità di dare sfogo ad ogni loro pulsione, senza troppe preoccupazioni. Al Professore piacevano quel genere di persone, ma non così tanto. Sapeva bene che, se non dava loro la possibilità di fare ciò che desideravano, non avrebbero esitato ad andargli contro, diventando dei pericolosi nemici. Del resto era più semplice così: non creavano problemi a nessuno e non facevano troppo male agli altri. Anche perché non erano noti ai più. Erano l' ultimo mistero di Layton, l' ultima carta nascosta. Sapere di quell' apparato voleva dire essere all' interno della rete di Layton. E no, non si era lì dentro per puro caso.
In quel preciso momento entrò il capo dei Secchioni, senza nemmeno darsi la briga di bussare o altro. Layton lasciò correre, sapendo bene che l' altro non era un maestro di galateo o roba del genere.

E io che pensavo che i francesi avessero un senso innato per le buone maniere.”
Jean Descole ignorò quelle parole, sorridendo. Senza chiedere il permesso si accese una sigaretta, ingrigendo ancora di più quello studio, rendendolo ancora di più scuro e acre.

Io pensavo ti interessasse unicamente ricevere dei rapporti. Non credevo amassi perdere tempo a fare le ramanzine.”
Layton rispose a quella frase con un sorriso, porgendo un portacenere a Descole, incrociando poi le mani sotto il mento.
Il francese assaporò il gusto amaro del fumo, espirandolo poi fuori lentamente, in un gesto che avrebbe fatto capitolare molte donne.

E' come mi hai detto tu. Non ci sono ancora dei riscontri sicuri, ma sta pensando di tradirti. Di andare dalla parte dei Ripetenti.”
Layton alzò lo sguardo su di lui, fissandolo in quei occhi azzurri come il ghiaccio.

Come fai a dirlo senza avere delle prove?”
A Descole bastò mostrare il migliore dei suoi sorrisi per avvallare la sua tesi, reale o immaginaria che era.

Me lo sento. Tempo qualche giorno e vedrai che quello sciocco mi darà ragione.”
Un' ottima motivazione...”
Non è la medesima cosa che provi tu?”
Allungò una mano e prese la cravatta che Layton indossava, attirandolo a sé, sorridendo come un serpente con il topolino che avrebbe mangiato successivamente.

Sennò non mi avresti mica ordinato di tenerlo d' occhio. Fiuti anche tu il medesimo odore provenire dal ragazzo.”
Gli diede un lungo bacio, salendo poi sulla scrivania. Entrambi ignorarono il fruscio dei fogli che caddero a terra, troppo concentrati a baciarsi e a spogliarsi per poter notare altro.

E che odore è? Descrivimelo.”
Per rispondere Descole si avvicinò all' orecchio dell' amante, sussurrandogli parole che sapevano di fumo, nere e cattive come il suo animo.

Sa di bestia da macello. Oh, intendiamoci, non che gli animali pronti a morire abbiano odori o altro di particolare... solo, lo noti. Senti come una nota di sporco, di sbagliato in loro. Non è solo l' odore che colpisce: è anche lo sguardo, sgranato e spaventato. Si, Luke ha quello sguardo quando lo osservo negli occhi. Sa che ti tradirà, Hershel. Lo sa e vorrebbe evitarlo. Ma taglierà quel filo che ti lega a lui, lo farà con l' odio e il dolore di chi non può essere corrisposto. Ti tradirà e tu per riaverlo indietro dovrai lottare. Se, ovviamente, ti interessa averlo ancora con te.”
Si staccò da Layton per osservare il suo viso. Si stupì vedendolo sorridente e tranquillo, come mai prima di allora. Sorrideva e ciò non era un buon segno. Perfino Descole, così sicuro di sé, ebbe un
monito di paura e incomprensione.
Stava per perdere il suo cavallo e ne pareva assai felice. Perché?

Interessante discorso, Jean. Davvero interessante.”
Non proseguì la frase, baciando Descole, un bacio che chiuse un discorso che Hershel non era pronto ad affrontare, non ancora.
Non aveva abbastanza carte in mano per poter vincere.


Quando Luke vide Descole uscire dall' ufficio di Layton se ne domandò il motivo. Non era un capitano, non era nessuno. Allora perché aveva quell' espressione così sicura di sé, così strafottente? Perché doveva essere così dannatamente incontrollabile, quell' uomo?
Buondì, capo!”
Per non dire quanto odiava quando lo prendeva in giro in quella maniera.

Ciao, Descole.”
Andiamo a fare rapporto al grande capo, eh?”
Non è roba che debba riguardarti. Arrivederci.”
Un' alzata di spalle e Jean Descole si allontanò, lasciando dietro di sé un' acre odore di sigarette. E pure di qualcos altro, ma Luke preferì non focalizzare cosa fosse. Non voleva ancora distruggersi.
Entrò nell' ufficio del Professore dopo aver bussato, come ogni persona sana di mente dovrebbe fare.
Appena dentro si accorse di due particolari che lo colpirono: fogli a terra, sparsi e un forte odore di sigaretta. Sembrava soffocarlo, tanto era presente.

Da quando fuma, Professore?”
L' uomo si limitò a sorridere, avvicinandosi al suo sottoposto e toccandogli il viso con una mano.

Ti da fastidio, per caso?”
No, Professore, non mi da fastidio, se non sapessi che tu non toccheresti mai una sigaretta. So benissimo che chi fuma non sei tu ma qualcun altro. Solo, non voglio ancora capire chi. Non dovrei preoccuparmene, se non fosse che ciò mi rende bollente di gelosia. Mi sembra di avere una febbre addosso, che non passerà mai probabilmente. Ma sai, la cosa che mi fa più male è sapere che, probabilmente, lo stai facendo per legarmi a te. O allontanarmi, il che sarebbe ancora peggio. Ma va bene così, per oggi. Sto morendo abbastanza, non ho bisogno di lasciarmi uccidere ulteriormente.

Assolutamente no, Professore.”
Il solito sorriso, solo che quel giorno sa di fumo. Rosso, denso, marcio fumo.

   
 
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