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Autore: Selene_DW    30/07/2011    0 recensioni
Che cosa pensereste di una ragazza che afferma di vedere delle ombre, muoversi liberamente per l'orfanotrofio dove vive? Cosa fareste se qualcuno di voi fosse un suo amico? E cosa fareste se proprio voi foste nella stessa situazione di questa piccola donna?
tratto dal capitolo 1: -Angelica, che succede? Sei scattata subito come una molla verso la finestra.- sento dire da Suor Francesca. Decido di risponderle subito, per non farla preoccupare. -Mi sembrava di aver visto un' ombra passare davanti alla finestra...somigliava all'ombra di un bambino e sono sicura di quello che ho notato-.
Nessuno osa rispondere e, sul volto di ognuno, è dipinta un espressione a metà tra lo shoccato e il divertito con un pizzico di perplessità.
Che ne dite? Siete abbastanza coraggiosi per confondervi con le ombre di questa storia e aprire nuove porte sul passato di un innocente ragazza? A voi la scelta.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono già le sette e venti e mi devo ancora vestire. Perché mai devo essere così dormigliona!
Ora dovrò fare tutto di fretta.
Mi alzo dal letto e avvicinandomi alla finestra rimango incantata dalla bellezza e dalla freschezza del giardino dell'orfanotrofio. E' l'unica nota di colore, qui dentro e infonde una sensazione di libertà eterna.
La forma del giardino ricorda vagamente una stella a cinque punte: al centro c'è un grande chiosco con un gazebo ornato di fiori e piante rampicanti e un tavolino da caffè con delle panchine riverniciati di bianco.
Li vicino, un grande e vecchio pozzo ormai in disuso, determina la vera età dell'edificio.
In ognuna delle cinque punte della stella si sviluppa un sentiero che porta in un luogo ben preciso: il sentiero che parte dalla prima punta a sud-est, porta all'interno dell'orfanotrofio ed è quindi il collegamento tra interno e esterno, buio e luce, prigionia e libertà, inferno e paradiso.
Il sentiero della punta a sud-ovest porta ad un piccolo edificio di stile rinascimentale, che funge da piccola chiesetta esterna. All'interno di essa, ci riuniamo ogni giorno alle 3 e mezza per la solita preghiera pomeridiana. Le pareti laterali interne sono completamente rivestite da dipinti raffiguranti scene dell'Antico Testamento mentre sul soffitto si scorgono i ritratti di alcuni dei santi più noti.
Questa chiesetta è dedicata a S. Agata, per questo sulla parete retrostante l'altare, è rappresentato il suo martirio. Nonostante sia luogo di preghiera e casa di Dio, l'edificio mi incute una sensazione di paura ogni volta che vi entro.
Il sentiero che si dirama verso ovest, porta all'ormeggio delle barche dell'orfanotrofio e quindi direttamente in acqua. A volte, Suor Francesca, ci permette di andare a pescare almeno per divertirci un po' tra le mura di questa “prigione”.
Il viottolo orientato verso est, invece, porta ad un altro piccolo giardino interno dove, nel corso dei secoli, delle falde sotterranee che sfociano in una conca di dimensioni ridotte, hanno permesso la nascita di un piccolo laghetto, luogo di ritrovo di cigni, aironi e altri animaletti.
Il sentiero della punta a nord, porta fino ad un vecchio cancello di legno, oltre al quale si erge un boschetto di querce e ulivi sempre fresco e verdeggiante.
E' vietato oltrepassare il cancello ma dato che ho già in mente di fare una bella scampagnata al di fuori di quest'orfanotrofio, perché non optare per una piacevole gita alla scoperta di luoghi ancora sconosciuti per me?
Toc toc.
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza; guardo l'ora e...
Oh cavolo, le 8 e non sono ancora pronta! Non è possibile, mi sono distratta un'altra volta.
Mi infilo velocemente i jeans e la maglietta lilla poi, triste e rassegnata vado ad aprire, pensando sia Suor Nadia che viene a  farmi la predica.
Quando però, sento subito qualcosa piombarmi addosso e aggrapparsi al mio collo come una sanguisuga, ogni mia preoccupazione svanisce e ricambio l'abbraccio; è solo quella pazza di Julie!
-Jugy! Che ci fai qui? Dovresti già essere a colazione, anzi, dovresti già aver finito! Cosa c'era da mangiare?- finalmente mi lascia il collo -Non sai quello che ti sei persa Angie! Oggi hanno portato brioche di ogni tipo: alla crema, alla marmellata, al cioccolato, alla nutella, al gelato, mmhhm deliziose e perfino quelle salate. Poi c'erano panini, focacce, latte e biscotti, cereali, yogurt e per finire crepes e torta di frutta! Era come stare in paradiso.- ok, Julie è veramente pazza, mi sta facendo morire dal ridere! -Ju, guarda che è così ogni singola domenica in questo stupido orfanotrofio, non c'è niente di speciale- una voce tanto malinconica quanto familiare interrompe per pochi istanti la felicità del momento. - Ciao Ale, non avevo notato che c'eri anche tu, cos'è successo di così orrendamente tragico da renderti talmente tanto triste?- Strano che sia così abbattuto, lui, sempre così pieno di energia e vitalità, lui che farebbe ridere anche un morto o una delle guardie di
Buckingham Palace. - Dai Ale, lo sai che a noi puoi raccontare tutto. Qualche ragazza ti ha rifiutato? Oppure Suor Maria ti ha punito, di novo?  Qualunque cosa sia successa stai certo che ti vendicheremo, vero Angie? - dopo aver finito il suo discorso, Julie volge lo sguardo verso il mio affinché io  approvi le sue idee. Poi, avendomi visto titubante, si mette a fare la sua faccia da cucciolo bastonato che, ovviamente, su di me ha l'effetto sperato, immediatamente. - Certo, è come dice Ju, niente al mondo può fermare la nostra vendetta! Da questo momento, la sorellanza è in azione.- Julie, scoppia a ridere e vedo l'abbozzo di un sorriso aprirsi sul viso di Alessandro. - Allora-continuo- cosa ti ha ridotto in questo stato?- - Il fatto è che...- - Forza Ale, diccelo!- lo supplichiamo io e Julie. - Il fatto è che...questa mattina, in mensa, mi dirigo verso la cassa per ordinare qualcosa da mangiare e...avevano finito tutti i panini con il salame- dice Alessandro infine, fingendosi addolorato per qualche minuto, per poi scoppiare a ridere come un matto. Io e Ju lo guardiamo male e poi finalmente ci sfoghiamo. -Ma sei per caso impazzito? Ci stavamo preoccupando sul serio!- comincia Julie – E io che pensavo che qualcuno ti avesse fatto male veramente, che qualcuno ti avesse urtato nel profondo del tuo animo! Io ti ammazzo!- concludo io, prendendo in mano il cuscino e dando inizio alla guerra che durò alcuni minuti. Al termine di essa, ci lasciamo cadere sul mio letto stremati e scossi da sane e violente risate. Per poco non soffocavo.
Ci calmiamo solo quando qualcun altro bussò alla porta della mia camera.
Chiunque fosse, avrebbe visto il caos che regnava sovrano nella mia stanza e quindi decido di fare segno ai miei amici di aiutarmi a mettere un po' in ordine. Spero solo che non sia nessuna delle suore perché, per prima cosa, non vogliono che facciamo entrare i maschi nelle nostre stanze e per seconda, dobbiamo sempre avere tutto al posto giusto.
Mentre Julie si dirige verso la porta, io e Ale rimettiamo a posto i cuscini e tutti i soprammobili che avevamo fatto cadere: sveglia, peluche, radio, porta cellulare e diverse ballerine e fate in ceramica. Solo due di queste statuine si sono rotte, fortunatamente!
-Chi è?- urla Julie prima di aprire la porta. -Sono suor Francesca, apritemi. Ho portato la colazione ad Angelica, ho notato che non c'eri stamattina e ho pensato che ti fossi addormentata.- immediatamente sospiriamo sollevati, Francy non ci sgriderà, lei è sempre così buona e gentile.
Prima di farla entrare, facciamo nascondere ugualmente Ale, nel mio bagno. Meglio prevenire che curare!
-Dio mio!- esclama Alessandro sottovoce -Quanto profumo hai spruzzato in questo bagno? Hai per caso dovuto stordire qualche ladro?- continua a lamentarsi lui. -Zitto e fermo! Se ti scopre, le suore metteranno me in punizione. E' domenica oggi e avrei intenzione di uscire di qui.- sussurro io zittendolo, mentre esco dalla porta. So per certo che mi ascolterà, come fa sempre. Ale è veramente un tesoro, quando vuole.
-Ci siete ancora?- grida scocciata, la suora dall'altra parte della porta.
All'ennesimo grido, Julie le apre la porta, nonostante dovessi ancora finire di rimettere a posto il letto.
Appena entrata, Francesca posa il piatto della mia colazione e  si guarda in giro, come se sapesse cosa fosse successo in camera mia una decina di minuti fa, come se fosse stata anche lei presente durante la battaglia dei cuscini.
Suor Francesca è una donna minuta e paffutella, abile nel suo lavoro di cuoca e altrettanto abile nello scoprire le nostre scorribande dentro e fuori dall'edificio.
E' la persona più calma, affidabile e risoluta che conosca. Nonostante sappia ogni volta dove andiamo, non ci proibisce di uscire dall'orfanotrofio a patto che le portiamo almeno un pacchettino di caramelle. Le piace molto stare tra i giovani e soprattutto le piace prendere parte alle nostre conversazioni; è lei che ci da sempre ottimi consigli in fatto di amore e amicizia.
All'improvviso si gira verso me e Julie – Dunque, dunque, dunque, dove avete messo Alessandro?- noi, sorprese e sbalordite dalla velocità con cui l'ha capito, ci guardiamo fisse negli occhi senza dire una parola. - Vediamo, si è nascosto sotto il letto?- continua Francesca, chinandosi a guardare sotto il mio letto. - Avanti ragazze, lo so che è qua. Giuro su Dio che non vi sgriderò e nemmeno lo dirò a Suor Maria.- conclude lei, appoggiando le sue grandi mani sulle nostre spalle.
-Ok, va bene, è nascosto nel bagno.- confessa rassegnata Julie.
In quel momento, si sente un tonfo e poi un rumore di vetro che si infrange a terra. Poi, dalla stanza da bagno, fa capolino una chioma nera e riccia e due occhi verdi, incastonati nel viso rotondo.
-Perdonami Angie, ma ho appena fatto cadere uno dei tuoi profumi.- esclama Alessandro, amareggiato ma con un sorriso da furbetto. - Tu cosa?- gli urlo io infuriata. Non è possibile! Le mie boccettine di profumo sono sacre, nessuno devo osare romperle o finirle. -Ora ti ammazzo sul serio! Non avresti dovuto.- stavo per arpionarlo ma Francesca mi ferma prima. -Calma, non puoi ucciderlo, altrimenti chi ripulirebbe il pasticcio in bagno?- esclama lei, ridendo.
La sua risata è così contagiosa che nemmeno noi tre riusciamo a resistere, scoppiamo a ridere allegramente in coro e ogni pensiero cattivo viene scacciato.
-Per questa volta ti perdono!- dico, correndo ad abbracciare Alessandro. -Bene, perché non so se riuscirei a resistere sapendo che sei arrabbiata con me.- dice lui ricambiando l'abbraccio.
-Così si fa! Bisogna sempre perdonare il prossimo. Tenete a mente che durante la vostra vita dovrete cercare di tenervi stretti gli amici ma, ancora di più, i nemici.- ci dice Suor Francesca.
Quindi io dovrei cercare di tenermi stretta quella serpe di Vanessa? Neanche sotto minaccia di morte!
Vanessa è la ragazza più antipatica, egocentrica ed egoista del mondo e, cosa più importante, provo un amabile repulsione verso di me. Sentimento ricambiato ovviamente.
Se non fosse per il suo orrendo carattere apparirebbe, agli occhi di tutti, una ragazza molto bella: fisicamente magra e slanciata, con le curve al punto giusto e la pelle di uno splendido colore dorato, sembra una di quelle ragazze che si vedono nei classici film americani.
Inoltre, i suoi capelli lunghi biondi che poggiano dolcemente sulle sue spalle creando delicate onde dorate e gli occhi verdi, grandi e vispi, come quelli di un gatto, completano l'opera, rendendo Vanessa una vera  e propria modella.
La voce tonante di Alessandro e quella squillanti di Julie mi riportano alla realtà, distraendomi dai miei pensieri.
-Angie, se non ti sbrighi a mangiare la tua colazione non arriveremo mai in tempo alla messa della domenica e Suor Maria ci metterà in punizione per tutta la prossima settimana!- mi urla Ale nell'orecchio sinistro. - Adesso- esclamo, io come risposta  -con calma! Sono sicura che arriveremo...- sto per rispondere quando uno strano guizzo nero alla finestra mi distrae.
Sono sicura che avesse forma umana, sembrava quasi l'ombra di un uomo ma era piccola e molto veloce. Corro alla finestra per controllare cosa fosse quella strana cosa ma, quando mi affaccio, non vedo niente a parte Suor Caterina che sfama dei gatti selvatici. 
  
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