TREASURE AND RUM
CAP IX
Con
una morsa degna di un serpente, Angelica teneva prigioniero il polso di Jack
Sparrow.
<<
Angelica… Ammetto che se tu decidessi gentilmente di risparmiare il mio polso
dalla tua… Ehm… Candida mano… Te ne sarei estremamente grato perché, con il
suddetto polso, il caro Jack potrebbe fare ancora delle cose, comprendi? Ad
esempio gestire un timone o maneggiare la spada, bere il rum!! … Oppu… >>
<<
Va bene, ma ora taci! >> strillò mollandolo. Sparrow si massaggiò l’arto
indolenzito, seguendo poi a debita distanza la collega che apriva i vari
cassetti della scrivania.
<<
Gioia, capisco che tu abbia nostalgia di questo luogo assai… Sgradevole, almeno
per me, ma penso che invece di ciondolare qui dentro, dovremmo seguire il
vecchio Hector prima che ci soffi sotto i baffi il tuo tesoro e, di
conseguenza, il mio rum! >> disse alzando un indice. Lei chiuse
l’ultimo cassetto sospirando, dopo tutto non aveva tutti i torti. Con due
falcate, ella raggiunse Jack, fermandosi di fronte a lui.
<<
Una volta tanto dici qualcosa di sensato e… Per tua informazione, si dice sotto
il naso, non sotto i baffi >> detto ciò uscì di cabina, scendendo
poi le scale e tornando sul ponte. Jack arricciò il naso
<<
Beh, io ho i baffi e posso dire sotto i baffi! >> rispose stizzito.
Imitando la compagna, uscì anch’egli dalla cabina dell’ex Capitano Teach e,
giunto sul ponte, inchiodò il passo.
<<
Un momento! >> d’un tratto si fece pensieroso e, come suo solito, si
portò una mano sul mento, accarezzando le treccine e il pizzetto. Angelica si
voltò a guardarlo, incuriosita.
<<
Noi vogliamo il tesoro e possediamo il mezzo per raggiungerlo… O meglio, io
lo possiedo e grazie al possedimento dell’oggetto in questione, che è in mio
possesso, anche tu possiedi il suddetto oggetto posseduto >> disse
facendo due passi in avanti
<<
Dove vuoi arrivare, Jack? >> lui sorrise
<<
Ci serve una nave… Giusto, gioia? >>
<<
Tu ce l’hai una nave e poi ora non ci servirebbe a nulla, se non te ne fossi accorto,
siamo in una caverna >>
<<
Una caverna con un fiume, milady. Se non ricordo male questo trabiccolo
si muove da solo o… Qualcosa del genere >> gesticolò facendo tintinnare
le varie cianfrusaglie.
<<
Ricordi bene, ma ci serve la spada di mio padre che ora è in mano a Barbossa
>> incrociò le braccia al petto, stizzita.
<<
Oh, mannaggia. E non c’è nessun’altro modo per far muovere la suddetta
barchetta? Sì, insomma, tuo padre ti avrà passato qualche trucchetto o magia,
o…. Quello che è! >>
<<
Te l’ho detto, Jack! Ci serve la spa… >> le parole le morirono in bocca,
ricordando che nella scrivania del padre, forse, c’era qualcosa che avrebbe
potuto aiutarli. Corse nuovamente in cabina facendo un rumore assordante con i
tacchi, aprendo poi l’ultimo cassetto.
<<
Jack! Vieni qui! >> disse lei con un sorriso sulle labbra. Sparrow corse
goffamente le scale di legno rischiando di rompersi l’osso del collo e,
recuperato l’equilibrio, raggiunse Angelica dietro la scrivania del Capitano
Teach, curioso di vedere cosa mai avesse trovato.
Ella
gli mostrò un anello grezzo. Raffigurava lo stesso scheletro che troneggiava a
prua, ma stavolta su una base circolare d’argento.
<<
E questo dovrebbe aiutarci, di grazia? >> chiese Jack interdetto
<<
Questo ha la stessa funzione della spada di mio padre >> rispose
porgendoglielo. Il Capitano si avvicinò all’oggetto, fissando il teschio che,
seppur in miniatura, ghignava con la stessa malvagità del gemello. Sparrow
mostrò i denti, disgustato, poi prese l’anello, infilandoselo all’indice
destro.
<<
Vediamo se questa bagnarola si muove! >> esclamò entusiasta. Corse
ondeggiando fuori dalla cabina, appoggiando entrambe le mani sul parapetto del
piccolo terrazzino che dava sul ponte. Angelica, dopo aver chiuso la porta
della cabina, scese le scale tornando sul ponte, mentre, con un ghigno, Jack
portò di scatto in avanti la mano che portava l’anello di Barbanera.
La
Queen Anne’s Revenge venne scossa violentemente. Le cime si mossero da sole, le
vele – seppur bucate qua e là - si spiegarono.
A
causa dello scossone, Angelica perse l’equilibrio, ma prontamente si tenne al
parapetto della nave. Contrariamente, il Capitan Sparrow, a causa del
contraccolpo, cadde dal terrazzino, spiaccicandosi sul ponte.
Come
se nulla fosse, Jack si rialzò di scatto, seppur dolorante, osservando con lo
stesso stupore che ebbe la prima volta, l’imbarcazione avanzare autonomamente.
L’altura dalla quale erano arrivati si faceva via via sempre più piccola e
lontana, mentre, davanti a loro, si estendeva il buio più nero.
In
breve tempo vennero circondati dall’oscurità, alla quale si aggiunse la nebbia
che impediva ai due compagni di vedere ad un palmo dal naso.
Caparbiamente,
Jack avanzò di qualche passo sulla destra, allargando le braccia per evitare di
finire nuovamente a gambe all’aria.
<<
Jack? Dove sei? >> la voce di Angelica spezzò il silenzio
<<
Qui, gioia, ma dato che non mi vedi, non puoi sapere cosa intendo per qui,
quindi conseguentemente di conseguenza i suddetti qui sarebbero inequivocabilmente
differenti, senza contare i personali punti di vis… >>
<<
Jack!! Cos’hai davanti?! >> lo interruppe lei, esasperata
<<
Oh… Il parapetto, gioia. Almeno credo… >> innocentemente allungò una mano
per aggrapparsi al legno consumato e sporco, ma contrariamente alle sue
aspettative, le sua dita, sporche ed inanellate, andarono ad appoggiarsi su
qualcosa di insolitamente morbido e caldo.
<<
Oh, non sapevo che il vecchio Hector avesse ricoperto il parapetto con del
cotone o… Quello che è! >> giusto per essere sicuro, diede una lieve
strizzatina.
<<
Sparrow!! Te arranco los manos!! >> un sonoro ceffone echeggiò in tutta
la grotta, lasciando sulla guancia sinistra del Capitan Sparrow, un tatuaggio
indelebile delle cinque dita della Capitana Teach.
Jack
restò immobile con il capo girato verso destra, ancora troppo scioccato per
spiccicare parola, ma una volta riacquistata lucidità, si voltò a guardarla.
<<
Gran bel rovescio, gioia, ma ad essere sincero me le ricordavo più… Più… Più
grosse e morbide >> disse gesticolando e disegnando in aria le ipotetiche
forme di Angelica.
<<
Sei un pirata muerto!! >> dallo stivale sguainò un pugnale e, mollando il
parapetto, si avventò sul povero Sparrow che, colto alla sprovvista, iniziò a
correre ondeggiando lungo tutto il ponte rischiando, ad ogni passo, di andare a
sbattere. La Queen Anne’s Revenge continuava ad avanzare, mentre i due colleghi
si rincorrevano.
<<
Tecnicamente e praticamente sono stato un pirata maledetto, ma
sinceramente non voglio provare quello morto, sai, non mi ispira...
>> disse accelerando.
<<
Sparrow!! Ven aqui!! >> urlò inseguendolo. Jack afferrò una cima e, messo
un piede sul parapetto, iniziò ad arrampicarsi lungo la fune, sperando di
scappare dalla furia della donna. Angelica raggiunse la corda sulla quale Jack
saliva e, preso l’altro capo, lo tranciò di netto con il pugnale.
La
cima scattò, salendo fin sopra le vele e permettendo a Sparrow di ammirare ciò
che li circondava ora che, finalmente, la nebbia si era diradata. Scorse in
lontananza dei piccoli puntini, che più da vicino Jack riconobbe come uomini…
Ciurma… Un cappello blu… Barba… Barbossa!
La
nave raggiunse in breve tempo Hector e i suoi uomini e, cordialmente, Jack
staccò una mano dalla fune, allargando il braccio.
<<
Ciao, gamba di legno!! >> esclamò sorridendo. Barbossa, già scioccato di
suo nel vederlo sulla sua nave, strabuzzò ancora di più gli occhi
vedendo il collega salutarlo.
<<
Jack!! Brutto scarafaggio, che i mari ti possano ingoiare e i fulmini bruciare!
Che diavolaccio ci fai sulla mia nave?! Leva immediatamente le tue sudice mani
dalle mie cime!! >> tuonò furibondo.
<<
Frena, frena, Hector. Qui l’unica cosa sudicia è la tua barba, non le mie dita!
>> rispose offeso guardandosi le mani. In effetti non aveva tutti i torti
il vecchio Barbossa. La pelle, che una volta doveva essere di un colore ambrato
scuro, a causa del lerciume risultava chiazzata di un marrone decisamente poco
naturale.
Jack
fece una smorfia contrariata, mostrando la lingua. Odiava avere torto, però
aveva più torto Hector, non c’era nulla al mondo più sudicio della sua
insignificante barbetta ispida e puzzolente.
Il
Capitan Sparrow si sfiorò la fronte con l’indice e il medio, abbozzando un
saluto mentre la Queen Anne’s Revenge si lasciava alle spalle un Hector
Barbossa furibondo ed una ciurma allibita.
… To be continued…
Spazio autrice:
Ecco
il nono capitolo e… Scusate per il ritardo ^^” ho avuto un po’ di contrattempi,
ma ora eccomi qua :D spero che vi abbia divertito almeno un pochino^^ grazie
come al solito a tutti, recensori e lettori!! :D ciao! :)