Capitolo ventiduesimo

Masumi guardò attraverso la grande vetrata della sua camera d'albergo.
New York si stagliava immensa e caotica sotto ai suoi occhi.
Era partito dal Giappone da una settimana.
Ripensò a Maya, si sentivano tutte le sere, rimanevano attaccati al telefono intere ore, raccontandosi le loro giornate .
Ripensò con tenerezza e un misto di apprensione a quando Maya gli aveva comunicato la proposta ricevuta da shiori , riguardo a un servizio fotografico per fini di beneficienza.
Si erano sentiti una sera, Masumi era appena rientrato da una riunione.
Aveva ascoltato attentamente Maya, era rimasto stupito dallo strano comportamento di Shiori
- Shiori è stata molto gentile.- aveva detto Maya,- Rei e io ci siamo divertite.-
- Maya non credere al cambiamento di Shiori.- l'avviso apprensivo.
- Non ti preoccupare starò attenta.-
Masumi alzò gli occhi al cielo. alle volte Maya era di un'ingenuità disarmante.
- Rifletti Masumi, - insistetteMaya, - se avesse avuto secondi fini non mi avrebbe neppure suggerito di chiedere consiglio a te.-
- Maya tu non conosci...- cercò di farla ragionare il giovane.
- Masumi,- continuò Maya, - quando smetterai di trattarmi come una bambina e mi considererai una donna capace di fare le proprie scelte?-
masumi rimase colpito da quelle parole, - Non ti cionsidero una bambina, - protestò con voce pacata, - è solo che...-
- allora fidati di me.- tagliò corto Maya.
Lo aveva messo con le spalle al muro, pensò Masumi, - Come vuoi .- rispose di controvoglia, - Fai le scelte che credi più giuste .-
Ripensando a quella conversazione Masumi ebbe una strana sensazione, non era fiducioso come Maya, conosceva bene Shiori e il suo istinto gli diceva di non fidarsi.
il telefono della camera suonò, era la reception.
- Mister Hayami?-
- Sono io.- rispose Masumi in perfetto inglese.
- Una visita per lei, -rispose l'addetto, - l'aspetta nella hall.
- Potrei sapere di chi si tratta?- chiese il giovane stupito.
- Miss Shiori Takamija, - rispose l'addetto.
Masumi rimase basito, che ci faceva Shiori a New York?
Scese nella hall dell'albergo, lei lo stava aspettando, elegante e composta come sempre seduta su un elegante divano.
non appena lo vide gli andò incontro.
- Che cosa fai quì , Shiori?- chiese Masumi senza preamboli.
La donna sospirò, - Sono venuta ad aprirti gli occhi.- disse con voce pacata.
Masumi sorrise, - Se sei venuta a sputare veleno su Maya , potevi risparmiarti il disturbo, - disse con voce sicura, - Maya mi ha detto del servizio fotografico e adesso capisco perchè glielo hai proposto.-La guardò con disprezzo, - sei venuta per questo vero?
shiori scosse il capo, - Il servizio non centra.- disse , - non direttamente almeno.-
Masumi non nascose il proprio stupore.
- che cosa vuoi dire?- chiese con tono inquisitore.
Shiori sapeva di aver colpito nel segno, - Il set si trovava in una località di montagna, - spiegò Shiori, - è andato tutto come previsto, il servizio è stato svolto a regola d'arte solo che dopo è scoppiata una bufera di neve, la troupe si è rifugiata in un albergo, ma Maya e Sakurakoji erano decisi a tornare a Tokyo perchè l'indomani c'erano le prove.-
Masumi l'ascoltava attentamente in silenzio.
- sono tornati in città a notte fonda e Maya ha passato la notte a casa del suo amico, fonti sicure cè lo rivelano.- estrasse dalla borsa una busta e gliela porse,.
Masumi l'aprì con mani tremanti.
Erano delle foto che ritraevano Maya uscire alle prime luci dell'alba dalla casa di Yu.
Masumi impallidì.
-Come vedi sono foto autentiche.- disse shiori, - se non mi credi puoi farle controllare.-
Masumi tremava, non poteva credere a quelle foto, il suo occhio esperto però si rese conto quasi con certezza che erano autentiche.
- Se non hai altro da dire, - disse con una luce glaciale nello sguardo , - puoi anche andare via.- e senza aggiungere altro si diresse verso il bar, la vista di Shiori gli era quasi insopportabile.
Ordinò una bottiglia di Wisky e se la fece portare in camera.
era appena salito quando il servizio in camera bussò alla porta.
Masumi andò ad aprire e quasi sbiancò quasndo si ritrovò Shiori di fronte.
- Cosa vuoi ancora da me ? - chiese con voce incolore.
- Non mi fai entrare ? chiese la donna mettendo bene in mostra la bottiglia di liquore.
Masumi si fece da parte, - Fa come ti pare.- borbottò afferrando la giacca, - io vado via.-
Shiori lo afferrò al braccio, - Aspetta! - disse con voce tremante.
- Lasciami in pace! - tuonò il giovane, nella sua mente solo quelle maledette foto che lo assillavano.
Shiori non si arrese, - Non ti chiedo nulla, Masumi,- sussurrò, - ma alle volte non fa bene star soli nei momenti di maggior dolore e sconforto.-
Nel dire così gli cinse la vita e lo abbracciò, lui rimase impassibile era come svuotato da qualsiasi emozione, i suoi occhi azzurri erano privi di espressione, Shiori capì che doveva giocare la sua ultima carta.